lunedì 31 marzo 2008

Come comportarsi alle prossime elezioni?

Cosa votare ?
E’ una domanda che mi tormenta oramai da mesi… e la risposta, comunque io tenti di rigirarla, resta sempre la stessa (che dirò alla fine).

Votare per la destra di Storace e di Daniela Santanchè proprio NO:
sono “onesti” perché non mistificano le loro idee; finalmente la destra, dopo i tempi di Almirante, torna ad avere una propria personalità (anche se i personaggi non hanno lo stesso “spessore culturale” dei propri avi).
Per fortuna, mi ripeto, non mistificano i propri valori per raggirare l’elettorato: loro sono quelli e parlano (bene o male) il linguaggio della destra…abbastanza schiettamente, direi, ma sono lontani anni luce dal mio pensiero… quindi votare per la destra NO!

Votare per il PDL …assolutamente MAI …nemmeno sotto tortura.
Ritengo Berlusconi un pericolo per la democrazia, e qualsiasi persona di buonsenso dovrebbe avere il mio stesso pensiero.
Non è nemmeno il caso di andare a sbirciare tra le (comiche) idee del personaggio…
Per quanto mi riguarda se costui vince è l’intera democrazia che perde.
Un soggetto del genere non dovrebbe nemmeno aver la possibilità di candidarsi alle elezioni fin quando non rientra nella legalità con un conflitto di interessi SERIO (tipo americano) e non depone gli strumenti di manipolazione mentale come le numerose TV di cui dispone.
Discorso chiuso : il PDL non lo voterei MAI !

Passiamo ad analizzare un eventuale voto al Partito Democratico:
Veltroni mi è simpatico, lo ritengo intelligente, sensibile, spesso ho pensato che poteva essere un buon candidato della sinistra…
Ma…
Ma…….nelle sue liste esistono individui tipo Calearo e Binetti…
un certo D’Alema (che continua a lasciarci perplessi fin quando non darà alcune spiegazioni) ed un certo Fassino (idem)…
un certo Di Pietro (ben distante dal mio modo di intendere la politica) ,
in Sicilia hanno un certo Peppe Lumia e il suo storico avversario Mirello Crisafuli (dice Travaglio filmato e intercettato mentre discuteva di appalti e di favori con il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua), più un ex sindaco di un comune messinese sciolto a causa delle infiltrazioni della criminalità organizzata, ecc…

…ma anche perché l’Unione non ha cancellato le assurde riforme fatte da Berlusconi, non ha fatto (commettendo per la seconda volta lo stesso errore!) una seria legge sul Conflitto di interessi,
non ha fatto le controriforme sulla depenalizzazione del falso in bilancio (e Tangentopoli), non ha inserito (grazie anche all’aiuto della Lega) il reato di Tortura (come ben sapete ASSENTE in Italia) e tantissimo altro.
Per fortuna si son tolti dalle scatole un certo Antonio Polito (non si capisce perché non fosse nel centrodestra!) e tanti altri… epurati con la scusa del terzo mandato.
E non voglio incamminarmi sull’infinito sentiero che trova inquisiti decine (o meglio centinaia) di amministratori spesso condannati e che tutt’ora fanno farte del PD !
In parole povere il PD ed il suo leader lanciano inquietanti segnali di iniziare a solcare lo stesso tragitto del PDL…
Il Partito Democratico è un’accozzaglia di vari opposti pensieri politici…
Come si può avere nello stesso “contenitore” e sotto lo stesso simbolo personaggi come la Binetti, la Bonino, Di Pietro, Rosy Bindi, Fassino, ecc.
…e che dire dell’operaio della Tissenkrupp contrapposto all’interno del partito al “falco” Calearo ?
Non siamo tutti scemi… le spiegazioni di Veltroni vanno bene per le casalinghe distratte, non certo per coloro che la politica credono sia una cosa seria!
Sarà pure lo stesso partito ma contiene all’interno correnti (è un eufemismo, ovviamente) totalmente differenti. Motivo: riuscire a raggiungere il potere.
Qualcuno dirà: “ma se vogliamo che Berlusconi non riprenda nelle sue mani l’Italia dobbiamo pur turarci un pochino il naso…” ma ovunque vedo amministrazioni del PD che assomigliano in maniera allarmante a quelle del centrodestra … ovunque deludono, ovunque pare che si dedichino di più al proprio orticello elettorale ed alle proprie cose che al bene comune.
A furia di turarmi il naso sinceramente non riesco più a notare grandi differenze tra questi due “grandi partiti”: mirano solo al potere e non hanno alcuna credibilità.

Veltroni è oramai soltanto "centro".

I Socialisti : restano (da isolati) insignificanti in quest’ambito politico.

Il mio voto dovrebbe certamente andare alla Sinistra-Arcobaleno o alla Lista Amici di Grillo…
Ma continuano a commettere clamorosi errori differenti: Gli Amici di Grillo sono perfetti sconosciuti e per quanto io mi fidi di Grillo e di Travaglio (se fossero stati in lista il mio voto l’avrebbero certamente avuto!) non ritengo di poter buttare un voto inviando in Parlamento degli sconosciuti.
La Sinistra Arcobaleno invece dimostra i suoi limiti oramai da tempo, non per le idee che condivido appieno, ma per la scelta dei candidati.
Partiti piccoli come i Verdi e Rifondazione dovrebbero sempre essere PURI… non possono vendere le candidature per un pugno di voti: dovrebbero scegliere ACCURATAMENTE gli uomini migliori e puntare su costoro.
Niente nomi di richiamo. I “giullari raccattavoti” (incompetenti, insensibili e spesso portatori di interessi privati) bisogna lasciarli agli altri.

Stavolta ho deciso di non turarmi più il naso… stavolta ho deciso di non votare il “male minore”…
Stavolta ho deciso che il mio voto se lo devono guadagnare: stavolta ho deciso che non andrò a votare!
Vincerà Berlusconi…va bene…anzi MALE ... per tutti !
Dubito che servirà a far capire al centrosinistra che DEVE cambiare completamente il suo organigramma e mandare via i vecchi TOTEM oramai compromessi…
sostituendoli con persone competenti, valide e non intrallazzate, quindi CREDIBILI.
Quello che serve è una nuova, mobile e dinamica classe politica di centrosinistra.
Veltroni è credibile esattamente quanto lo sono D’Alema, la Binetti, Fassino, Calearo e tutti gli altri che sono nelle sue liste.

Questo è il mio pensiero e non accetto critiche …
Potete però esprimere i vostri pareri e descrivere le vostre scelte.

domenica 30 marzo 2008

Se li conosci li eviti


Se li conosci li eviti -
vademecum per le elezioni



ELEZIONI POLITICHE 2008
Dal 28 marzo in libreria il nuovo libro di Peter Gomez e Marco Travaglio
Riciclati, imputati, condannati, fannulloni del nuovo Parlamento.
Il Who’s who della politica italiana.

“Mi sono battuto fino all’ultimo perché Enzo Biagi restasse alla Rai.”
(Silvio Berlusconi, febbraio 2008).

“Non penso affatto di presentarmi come leader del centrosinistra.”
(Walter Veltroni, gennaio 2006).

“Voglio che sia a tutti chiaro che non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e
confluisca nel nuovo partito di Berlusconi.” (Gianfranco Fini, novembre 2007).

“Italia, Italia, vaffanculo!” (Mario Borghezio, luglio 2005).

“Veltroni leader del Pd? Non finché io vivo.” (Massimo D’Alema, giugno 2006).

“Un uomo, con il mio curriculum, l’avrebbero già fatto presidente della Repubblica.”
(Anna Finocchiaro, maggio 2005).


Chiarelettere editorePrincipio Attivo, pp. 576, euro 14,60

venerdì 28 marzo 2008

SALMA PIATTA - di Marco Travaglio

Uliwood party in attesa di pubblicazione su l'Unità

E’ tornato lui. Contavamo i giorni, per vedere quanto avrebbe impiegato a riesumare i comunisti, Stalin, la Rai in mano alle sinistre, la par condicio illiberale.
L’ha rifatto. Anzi, ha voluto esagerare e ha rispolverato pure la laurea di Di Pietro, una gag che risale addirittura al 1995 e che è già costata condanne per diffamazione a decine di pennivendoli al seguito.
E’ bello e rassicurante ritrovare il vecchio Banana dei tempi migliori. “Berlusconi - osserva Ellekappa - tira fuori i suoi vecchi cavalli di battaglia. Vediamo se ritira fuori anche lo stalliere”. Come i guitti a fine carriera che cercano di strappare l’applauso col repertorio, l’anziana soubrette di Arcore provvede a smentire tutti i politici e gli opinionisti “riformisti” che negli ultimi mesi lo descrivevano trasformato, moderato, dialogante, insomma un uomo nuovo, uno statista col quale riscrivere le regole della Repubblica, forse anche il codice della strada, sicuramente il codice penale. Infatti da un paio di giorni Uòlter ha cominciato a parlare di tv, di conflitto d’interessi, perfino.
Ecco, dev’essere stata la parola mafia a mettere di cattivo umore il Cainano, insieme alle notizie dal Liechtenstein e dal resto d’Europa, dove i governi si stanno impegnando contro l’evasione fiscale che lui ebbe modo di definire alla festa della Guardia di Finanza “un diritto naturale che è nel cuore degli uomini”, soprattutto nel suo.
Lui, sui depositi di Vaduz, aveva dichiarato: “Il Liechtenstein non so nemmeno dove stia”. Ma l’altroieri, con una strana classica excusatio non petita, è intervenuto l’on. avv. prof. Gaetano Pecorella, sorprendentemente allarmato: “Gli elenchi dei titolari italiani di conti correnti in Liechtenstein sono inutilizzabili, perchè si tratta di prove raccolte illecitamente.
Il funzionario di banca ha commesso un illecito, sono informazioni coperte da segreto bancario”. Mavalà: se un topo d’appartamenti, svaligiandone uno, trovasse un filmato che immortala il mandante di un omicidio mentre assolda il killer, verrebbe certamente processato per furto; ma poi verrebbe processato anche il mandante dell’omicidio.
Lo stesso vale per gli elenchi dei furboni di Vaduz, tant’è che 37 procure italiane, come i giudici di tutt’Europa, li usano eccome. La spiegazione alternativa di tanto nervosismo è che l’ormai celebre “cordata italiana” per Alitalia stenti a decollare. A sentir lui, è tutto pronto. Tant’è che, col riserbo che lo contraddistingue, spiattella nomi e cognomi a chiunque incontri per strada, salvo meravigliarsi se Minzolini, appostato dietro la fioriera, ascolta e scrive tutto sulla Stampa. La terzultima versione della “cordata italiana” comprendeva Banca Intesa (che l’ha mandato a stendere) e la figliolanza (ma poi gli han votato contro persino Piersilvio e Marina). La penultima, Bracco, Tronchetti, Doris, Moratti, il mitico Carlo Toto (di cui il Pdl candida il figlio) e forse l’Aeroflot (tramite l’amico Putin). L’ultima, svelata ieri da Minzolini, schiera Mediobanca, Eni, Ligresti e Benetton (oltre, naturalmente, a Berty, sempre a disposizione). Malauguratamente il Cavaliere s’è scordato di avvertirli, per cui i quattro soggetti interessati, appena si son visti sul giornale, sono corsi a smentire tutto.
E lui naturalmente ha smentito se stesso. Ma c’è da giurare che è già pronta una quarta cordata: già si parla delle patatine Pai, della rivista Topolino, del titolare dei Chupa Chupa, di un produttore di mozzarelle di bufala e, come advisor, di Braccobaldo Bau. Si dirà: ma non hanno i mezzi. Che problema c’è: l’importante è sparare nomi a raffica fino alle elezioni, poi lui gli dà i soldi necessari prelevandoli dalle nostre tasche (parla di un “prestito ponte” del governo o, in alternativa, di un credito d’imposta ad Alitalia se resiste ai francesi un altro po’, tanto perde solo 1 milione al giorno). O farà come nelle campagne abbonamenti del Milan: prima annuncia l’acquisto di Ronaldinho, Droga, Eto’o; poi, quando tutti i tifosi han pagato la tessera, annuncia costernato che sarà per l’anno venturo. Qualcuno insinua infine che sia nervoso perché l’incedere degli anni è più forte di qualunque lifting, trapianto, asfaltatura (di qui la fuga dai confronti con Uòlter): l’altro giorno, di passaggio da Viterbo, il nostro ha sostato un’ora dinanzi alla salma di Santa Rosa. Secondo il Corriere, “una ricognizione medico-scientifica ha confermato lo straordinario grado di conservazione del corpo”.
Il quotidiano non specifica di quale salma.

venerdì 14 marzo 2008

istanza di matrimonio a piersilvio

Prendete un foglio di carta A4,
metteteci la dicitura "raccomandata" e scrivete :

"Oggetto: istanza di matrimonio ai sensi delle dichiarazioni del candidato premier del Pdl Silvio Berlusconi nel corso del programma Punto di vista del Tg2 del 13 marzo 2008".

Segue un modulo da riempire con nome e cognome, dati anagrafici, codice fiscale e la citazione integrale di quello che il Cavaliere ha detto in tivù alla giovane che gli chiedeva soluzioni per la sua vita co.co.pro: "Io, da padre, le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere".
A parte la consecutio dei tempi - forse era meglio un futuro invece dell'indicativo - la dichiarazione di Berlusconi, accompagnata a sua volta dal di lui da sorriso rassicurante, non fa una piega.
E non lascia spazio a dubbi.
Quindi, scrivete nell'istanza, "essendo il sottoscritto o sottoscritta in possesso dei requisiti (sottolineato ndr) previsti dalle suddette dichiarazioni (precari e lodevole sorriso) chiede di potersi sposare con Lei (sic)".
Non c'è fretta, ovviamente.
Il Cavaliere, o qualcuno dei suoi figli, Pier Silvio ma anche il più giovane Luigi e poi chissà, anche i nipoti, possono prendersi tutto il tempo che vogliono.
In attesa della cerimonia infatti, i precari dal bel sorriso chiedono "di poter essere mantenuto/a con adeguato assegno di mantentimento".
A proposito del sorriso va segnalato che i precari titolari della richiesta di matrimonio precisano in un "nota bene" che "il lodevole sorriso è un requisito acquisito a seguito dei ripetuti colloqui per i rinnovi dei contratti".
Insomma, caso mai il Cavaliere non lo sapesse, questi ragazzi, molti trentenni, hanno imparato a sorridere per non piangere e per distrarre il capo del personale di turno, quello che fa i colloqui, dalla monta di rabbia, speranza e disperazione che sale dal loro stomaco su fino al volto ad ogni incontro per cercare lavoro.
Allegato all'istanza c'è la foto "attestante il lodevole sorriso" di cui sopra e la dichiarazione,
sorta di liberatoria, che assicura che "nessuna altra analoga istanza è stata inviata ad altro milionario".
L'indirizzo è in alto a destra sul foglio: "A Pier Silvio Berlusconi-vicepresidente Mediaset-viale Europa 46, 20093 Cologno Monzese- Milano".
"Meno male che Silvio c'è" recitano i 200 camper sguinzagliati per l'Italia per la campagna elettorale. Meno male che Silvio c'è e che ha parlato in tivù, dicono i precari.
Resta da capire ora - avvocati sono già al lavoro - se la dichiarazione pubblica in tv ha il valore di un'impegnativa ufficiale. Un po' come successe con il contratto con gli italiani del 2001. Allora ci fu una firma. Questa volta, in effetti, no. Però chissà... Perchè se fosse, il cavalier Berlusconi e i di lui eredi maschi sarebbero costretti, come minimo, a mantenere un sacco di precarie. Con la discriminante del sorriso.




ISTANZA DI MATRIMONIO
RACCOMANDATA A.R.
Roma, 13 marzo 2008
A Pier Silvio Berlusconi
Vice Presidente Mediaset
Viale Europa 46,
20093 Cologno Monzese
Milano
Oggetto: Istanza di matrimonio ai sensi delle dichiarazioni del candidato premier del PDL Silvio
Berlusconi nel corso del programma "Punto di Vista" del Tg2 del 13 marzo 2008
Il/La sottoscritto/a ______________________, nato/a a _________ il _______________,
residente a ______________, in Via/Piazza _________________________, (Codice Fiscale
_____________________), lavoratore/trice precario/a della Repubblica italiana,
facendo seguito alle dichiarazioni del candidato premier del PDL Silvio Berlusconi nel corso del
programma "Punto di Vista" del Tg2 del 13 marzo 2008 rivolte ad una giovane lavoratrice precaria,
che si riportano per intero:
"Io, da padre - ha risposto Berlusconi sorridendo - le consiglio di cercare di sposare il figlio di
Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente
permettere".
ED ESSENDO IN POSSESSO DEI REQUISITI PREVISTI DALLE
SUDDETTE DICHIARAZIONI (CONDIZIONE DI LAVORATORE/TRICE
PRECARIO/A E LODEVOLE SORRISO, - n.b. requisito quest’ultimo acquisito
a seguito dei ripetuti colloqui per i rinnovi dei contratti)
CHIEDE
di potersi sposare con Lei e nelle more dell’espletamento della cerimonia di poter essere
mantenuto/a con adeguato assegno di mantenimento.
Si allega a tal fine foto attestante il requisito del lodevole sorriso.
Si dichiara altresì di non aver inviato analoga istanza ad altro milionario.
Città, ………… (data)
FIRMA
(nome e cognome leggibili)

venerdì 7 marzo 2008

Carlo Alberto Dalla Chiesa- dal Blog di Marco Travaglio

So che questo blog si occupa generalmente di Taviano e fatti relativi...
ma leggendo questo messaggio di Marco Travaglio (sinceramente devo ammettere che non mi è del tutto chiaro) ho ritenuto fosse il caso di farvelo leggere.

Pubblico la lettera che ha scritto Carlo Alberto Dalla Chiesa (figlio di Nando Dalla Chiesa) a Rosy Bindi.


mt Al Ministro della Repubblica Sig.ra Rosy Bindi, davvero, dopo quello di cui sono stato testimone in questi anni, non ho parole.
Solo una profondissima amarezza. Una delusione enorme. Lo scorso ottobre ho votato - e fatto campagna elettorale - per lei, Signora Rosy Bindi.
Lo ho fatto riconoscendo in lei una persona perbene, pulita, onesta e disinteressata. Qualcosa, insomma, di estremamente raro nel mondo politico italiano.
Non le spiego i motivi della mia delusione. Lei li conosce benissimo: perchè lei, signora Rosy Bindi, HA VISTO. Lei SA.
Lei CONOSCE Nando dalla Chiesa, mio padre. Non so come intendiate da quelle parti, il significato di FARE Politica. So, però, come lo intendo io. E ne sono estremamente orgoglioso.
Ho avuto davanti ai miei occhi qualcosa di più che un semplice esempio. Un tesoro, un autentico tesoro per le Istituzioni e per le persone oneste di questo Paese che - purtroppo - amo.
Per mille ragioni, queste considerazioni non le ho mai esposte a mio padre. Lo faccio, però, adesso con lei. Perchè adesso è il momento della vergogna.

Carlo Alberto dalla Chiesa

giovedì 6 marzo 2008

Nave turca si incaglia ad Ugento

Nave turca si incaglia ad Ugento
Nella zona stanno operando unità della Guardia Costiera e mezzi antinquinamento, poichè non è escluso che si possa essere determinata una piccola falla in un cassone contenente nafta
ROMA – Una nave battente bandiera turca – la Marti Pride, di 2700 tonnellate di stazza e 90 metri di lunghezza, con a bordo 11 componenti di equipaggio – si è incagliata alle 4.15 della scorsa notte nelle secche di Ugento, a due miglia dalla costa, in un tratto di mare di fronte alla costa pugliese compreso tra Santa Maria di Leuca e Gallipoli. Nella zona stanno operando unità della Guardia Costiera e si stanno dirigendo anche mezzi antinquinamento, poichè non è escluso che si possa essere determinata una piccola falla in un cassone contenente nafta. L’armatore ha già preso contatto con i proprietari di alcuni rimorchiatori per le operazioni di disincagliamento della nave. La situazione è seguita dalla sala operativa del Comando Generale dellle Capitanerie di Porto. Il mercantile – in navigazione da Taranto a Durazzo – trasporta 153 container: 140 vuoti, 8 pieni di merce non pericolosi e cinque – la cui integrità non risulta compromessa dall’incidente – carichi di uno speciale collante classificato come sostanza pericolosa. La nave - a quanto si è saputo – ha lo scafo in assetto e non è sbilanciata. Il comandante della motonave ha chiesto l’intervento di un rimorchiatore che è partito da Taranto e sta dirigendosi nella zona. Sono in arrivo due battelli antinquinamento partiti da Crotone e Corigliano Calabro. Le pessime condizioni meteorologiche – il mare è forza 5 – potrebbero rendere difficoltose le operazioni di disincagliamento. Dopo una prima analisi sulla motonave Marti Pride, incagliata dalle prime ore di stamattina su una secca a un miglio e mezzo dalla costa di Ugento, sarebbe stata rilevata solo una leggera falla nella chiglia che, però, non sarebbe «preoccupante» e non dovrebbe provocare l’inquinamento del mare. E’ stato inoltre confermato che cinque dei container trasportati dalla motonave contengono materiale inquinante. Per definire i dettagli dell’intervento si terrà una riunione tecnica al comando delle Capitanerie di Porto di Gallipoli visto che l’arrivo del rimorchiatore, partito dal porto di Taranto è previsto – se le condizioni del mare lo consentiranno – per il tardo pomeriggio. Sono invece dovuti rientrare, a causa delle cattive condizioni del mare, i due battelli anti-inquinamento partiti dalla Calabria. «A distanza di un anno dall’affondamento di un’altra nave ci siamo dovuti attivare per garantire la sicurezza della vita umana in mare, pericolo scongiurato perchè, nonostante la nave sia incagliata, è stabile e non ci sono problemi per l’equipaggio», ha detto il capitano di fregata Giacomo Salerno, comandante della Capitaneria di porto di Gallipoili, che coordina le operazioni di soccorso della nave container. «Quello che preoccupa attualmente – ha aggiunto – sono le condizioni del mare molto agitato, forza 5 in aumento, e i tempi di intervento. Prima di procedere al disincaglio della nave occorrerà alleggerirla del carico di gasolio che ha a bordo, verificare la possibilità di fare una riparazione e poi rimorchiarla nel porto di Taranto». Sul posto sono giunti un ufficiale superiore della Capitaneria di Porto di Gallipoli e i sommozzatori dei Vigili del fuoco che si sono immersi e hanno verificato che non ci sono perdite di carburante.

6/3/2008 da la gazzetta del mezzogiorno

martedì 4 marzo 2008

Quo vaduz di Marco Travaglio

Fuori la lista, fuori i nomi! Un coro (quasi) unanime si leva dai palazzi della politica, dove l’autostima è talmente bassa e la coda di paglia è talmente lunga da dare per scontato che la lista dei 150 evasori italiani nel Liechtenstein sia piena di politici.
Naturalmente questo improvviso afflato di trasparenza e pulizia (Tweed Berty invoca addirittura il “pubblico ludibrio”) durerà finché la lista resterà segreta.
Quando sarà pubblica, esattamente come accadde nel 1981 con quella dei piduisti tenuta in cassaforte per mesi da Forlani, sarà tutto un fiorire di distinguo, alibi, bizantinismi e arrampicate sugli specchi per dire che insomma, non si possono gettare in pasto al popolino tanti benemeriti del made in Italy, che in fondo Liechtenstein o Italia pari sono, che c’è anche un’evasione di necessità, che dalle troppe tasse bisogna pur difendersi, che si fa un uso politico-elettorale del fisco, che c’è un complotto a orologeria del Liechtenstein con la Merkel.
L’evasione è come la corruzione: è una brutta bestia solo finché non salta fuori il nome del primo evasore, dopodiché c’è sempre una scusa buona per tutti.
Negli intervalli tra un governo Berlusconi e l’altro, quando non si fanno condoni e l’evasione viene combattuta anziché premiata, nomi di evasori ne saltan sempre fuori.
Nella legislatura dell’Ulivo beccarono Tomba e Pavarotti. In quella dall’Unione han beccato Valentino Rossi, Cipollini, Del Vecchio, la Muti.
E’ successo qualcosa? Gli evasori hanno subìto una sanzione sociale?
Assolutamente no, tutto il contrario.
Valentino Rossi non ha perduto nemmeno uno sponsor, anzi ha dedicato uno spot alle sue disavventure col fisco, riuscendo persino a lucrarci sopra.
Berlusconi, titolare di aziende che corrompevano la Guardia di finanza per coprire le loro magagne anche fiscali, è sotto processo a Milano per i fondi neri di Mediaset, cioè per un presunto giro di acquisti fittizi di film dalle major americane che servivano a gonfiare i costi, a drogare le perdite e a pagare meno tasse, addirittura mentre Mediaset veniva quotata in Borsa: infatti i reati vanno dalla frode fiscale all’appropriazione indebita al falso in bilancio.
C’è bisogno di una lista? Il suo braccio destro Cesare Previti dichiarò in tribunale che i miliardi che Fininvest gli versava in Svizzera non erano tangenti per comprare sentenze, ma parcelle in nero “per paura del fisco”.
C’è bisogno di una lista? Il suo braccio sinistro Marcello Dell’Utri si metteva in tasca gli assegni con i fondi neri di Publitalia per pagare, ovviamente in nero, i lavori di ristrutturazione della sua villa e patteggiò in Cassazione 2 anni e 3 mesi per frode fiscale e false fatture: fu subito premiato con un seggio sicuro nel 1996, nel 2001 e nel 2006. C’è bisogno di una lista? Nel 1998 Alfredo Biondi ha patteggiato 2 mesi di reclusione (convertiti in multa) perché per quattro anni, anche quand’era ministro della Giustizia, “avendo effettuato prestazioni in qualità di avvocato, annotava i relativi corrispettivi nelle scritture contabili obbligatorie ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva in misura diversa da quella reale”. Mai che sbagliasse per eccesso: nel 1991 “dimenticava” 329 milioni, oltre 123 nel ’92, 262 nel ’93 e 207 nel 1994.
Naturalmente è ancora in Parlamento anche lui. Ieri il Corriere ricordava le strane “fondazioni” in Svizzera dell’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia. E, quanto a Vaduz, la fondazione “Arano” di Craxi e la Julian Stiftung di Gianni Agnelli che vi gestiva il pacchetto di maggioranza dell’accomandita Ifi-Fiat.
Indagando sulle scalate del 2005 alla Bnl, all’Antonveneta e alla Rc, le Procure di Milano e Roma hanno scoperto quasi 1 miliardo di euro nascosti nei paradisi fiscali dai furbetti del quartierino Ricucci, Fiorani, Coppola, Consorte, Sacchetti, per non parlare della stangata che il fisco ha rifilato a Gnutti: tutta gente che godeva della fiducia, anche telefonica, dello sgovernatore Fazio e dei vertici di FI, Lega e Ds.
Il gip Forleo ha già sequestrato centinaia di quei milioni che saranno usati per finanziare la giustizia e per costruire nuovi asili, dunque verrà presto punita dal Csm perché, notoriamente, è pazza.
Visto che evadere il fisco fa curriculum per la carriera politica e finanziaria, è inutile perder tempo in discussioni.
Facciamo così: trasformiamo la lista del Liechtenstein in una bella lista elettorale, chiamiamola “Tasse no grazie” o “No fisco”, come simbolo una mazzetta nera e un colletto bianco. Capace che faccia pure il quorum. Naturalmente corre da sola.
Anzi, scappa.

Quando un operaio muore - dal Blog di GRILLO

Quando un operaio muore i politici di destra, di sinistra e di centro si indignano.
Quando un operaio muore domani Prodi fa il decreto legge.
Quando un operaio muore Topo Gigio Veltroni candida gli industriali, “ma anche” un sopravvissuto della Thyssen Krupp.
Quando un operaio muore Ichino dice che “Da noi manca la cultura delle regole”.
Quando un operaio muore il Presidente della Repubblica soffre e auspica in televisione.
Quando un operaio muore Maroni dice “Non è colpa dei governi, perché le leggi ci sono”.
Quando un operaio muore nessuno parla della legge 30, dei precari, dei ricatti che subiscono, della legge del padrone e degli estintori vuoti “altrimenti vai a casa”.
Quando un operaio muore, oggi Fassino e D’Alema, ieri Berlinguer e Pertini.
Quando un operaio muore il padrone ha già messo i soldi da parte.
Quando un operaio muore la vedova e i figli finiscono in mezzo a una strada.
Quando un operaio muore i sindacati dichiarano uno sciopero di solidarietà di due ore.
Quando un operaio muore la colpa è del casco, se l’è cercata.
Quando un operaio muore la colpa è che se si lamentava per l’insicurezza veniva licenziato subito perché precario.
Quando un operaio muore è un assassinio, quasi sempre.
Quando un operaio muore faceva un lavoro a rischio, doveva succedere.
Quando un operaio muore si danno incentivi alle aziende che diminuiscono gli incidenti e non si chiudono quelle che producono i morti.
Quando un operaio muore è perché la sicurezza è troppo onerosa per la Confindustria.
Quando un operaio muore è un fatto di business, qualcuno ci ha guadagnato sopra.
Quando un operaio muore se faceva il politico campava cent’anni.

lunedì 3 marzo 2008

Ciao TROLL

Le regole del blog sono (come già detto tante volte in passato) molto legate a quelle delle buona educazione e regolate dalle leggi in materia.
Ognuno è libero di esprimere il proprio parere ma sulla buona educazione non si transige!
Ogni blogger (pur anonimo e non registrato) è sempre stato invitato a distinguersi dagli altri utilizzando lettere o nick di comodo, poiché in caso contrario la confusione diviene inammissibile.
In questo modo il parere di ognuno è ben chiaro a tutti gli altri.
Se invece che esprimere pareri (come accade attualmente) si compiono soltanto dei blitz per denigrare (“scrivete fesserie!” senza spiegare quali esse siano e perché siano tali- “non scrivete nulla di intelligente!” senza aggiungere poi le cose intelligenti) …classici interventi denigratori e basta… a questo punto …come mi espongo io ed i gestori (con nome e cognome noti!) si dovranno esporre i signori che pretendono di compiere tali interventi.
La buona educazione insegna che entrando in casa altrui si saluta e sono rarissime le persone che lo hanno fatto.
La falsa convinzione che non si può essere scoperti può portare personaggi di scadente cultura a credere che si possano infangare, insultare o minacciare persone senza subirne conseguenze… questo è profondamente errato.
Definisco vigliacco chi “punge” e scappa via…
quel blogger che scrive una invettiva nascondendosi dietro l’anonimato e fugge via affinché nessuno possa mai collegarlo con quanto egli ha scritto non merita altre definizioni.
Comprendo benissimo che le funzioni di questi simpaticissimi personaggi siano soltanto “distruttive” (non hanno mai avuto intenzione di confrontarsi, di costruire qualcosa o di venire a capo di un problema della comunità) , siano quelle di bistrattare un blog e le persone che si affannano a scriverci… ma non è scritto da nessuna parte che, dopo decine di inviti alla discussione,
io debba continuare a sopportarli.

La solidarietà di alcuni elementi non mi meraviglia:
Berlusconi non esprime in ogni occasione solidarietà per Dell'Utri e Previti ?
Questa è esattamente lo stesso tipo di "solidarietà".
E’ accaduto in passato che persone come Pasca, Belloni, Sindaci (attuali e recenti), dipendenti comunali ecc. siano stati presi di mira in maniera eccessiva senza offrire spiegazioni plausibili…
Avevamo già avvisato di smetterla…
Qui scrive chi esprime civilmente le proprie opinioni, anche animatamente o in maniera dura… ma sempre scrivendone le motivazioni.
Quindi niente più offese ed invettive…
Chi vuol esprimere contenuti lo può fare firmandosi con un nick…
Chi vuole offendere o denigrare dovrà firmarsi con nome e cognome assumendosi le proprie responsabilità.
Così ci siamo tolti dalle scatole i TROLL !