venerdì 31 ottobre 2008

Enzo Biagi - Indro Montanelli... importanti da ascoltare

http://it.youtube.com/watch?v=yaRWZAzPMG4

http://it.youtube.com/watch?v=SwnFNRzX_Uk

Due GRANDISSIMI della POLITICA.
Da loro c'è sempre da imparare.

Scontri a piazza Navona-Altre immagini

guardate il ragazzo all'inizio del filmato (al minuto 1.03 circa) con la camicia a strisce bianche e celesti e poi fatea attenzione a cosa succede al minuto 7.15..
LEVATI FRANCESCO???
NO COMMENT

giovedì 30 ottobre 2008

Curzio Maltese- L'unico articolo scritto da chi era sul luogo

Caschi, passamontagna e bastoni. E quando passa Cossiga un anziano docente urla: "Contento ora?"
Un camion carico di spranghe e in piazza Navona è stato il caos
La rabbia di una prof: quelli picchiavano e gli agenti zitti




di CURZIO MALTESE

AVEVA l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile.
Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi. Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove. Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata". Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. "Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse.
Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire". Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra". Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare.
Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto". Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore.
Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia.
Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì". È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati". Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra. Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra.
Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae. A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo.
"Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino.
È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".
(30 ottobre 2008)



mercoledì 29 ottobre 2008

La terra dei fuochi (.it)

«Abbiamo mantenuto la promessa in 58 giorni: Napoli e la Campania tornano ad essere pulite e occidentali senza il disastro che ha rovinato la nostra immagine nel mondo. In molti hanno scommesso che il governo non ce l’avrebbe fatta, ma hanno avuto torto. Siamo riusciti in una missione impossibile»
Silvio Berlusconi, 19 luglio 2008





questo e' lo streaming channel de
La terra dei fuochi
utilizzate pure la voce del menu' "browse on-demand library"

lunedì 27 ottobre 2008

...siamo meridionali, siamo meridionali...

Giovani padani: peggio degli immigrati, meridionali
Daniele Sensi

Wrestling: Capitan Padania contro Neo Pulcinella




«Non è giusto, siamo invasi! Ovunque ti giri sei sommerso da ‘sti qui che vogliono comandare loro, mi fanno venire la nausea», sbotta una novarese.
«Troppi, ce ne sono troppi, meglio con contarli», ribatte un utente di Mondovì.
«Ce ne sono tanti, ma molti dei loro figli crescono innamorati del territorio in cui sono nati e cresciuti», replica un magnanimo iscritto ligure.
Ennesimo dibattito su immigrazione e presunte invasioni islamiche?
No. Il sito è quello dei Giovani Padani, e l'oggetto della discussione è quanti siano i meridionali residenti nel nord Italia.
Non si tratta solo di un divertito passatempo: lamentando la mancanza di dati ufficiali («Purtroppo nessuno ha mai pensato di fare un censimento etnico in Padania, poiché siamo tutti "fratelli italiani"»), sul forum del movimento giovanile leghista con cura e dovizia vengono incrociate fonti diverse per tentare di fornire una risposta all'inquietudine che pare togliere il sonno ad alcuni simpatizzanti.
Così, ricorrendo ad una terminologia allarmante e servendosi del censimento del 2001, delle analisi di alcuni studiosi dialettali e di quelle relative alle migrazioni interne del dopoguerra
(con una certa approssimazione dovuta all'impossibilità di conteggiare con precisione i «meridionali nati al nord da genitori immigrati o da matrimoni misti padano-meridionali»)
alla fine, tenendo comunque conto «del tasso di fecondità dei centro-meridionali in base al quale è possibile stimare 3 milioni di discendenti meridionali nati in Padania, compresi i bambini nati da coppie miste», il verdetto è di «9 milioni di individui, tra centro-meridionali etnici e loro discendenti puri o misti».
Una stima al ribasso secondo un utente milanese che arriva a denunciare, nelle statistiche, «la mancanza dei clandestini, cioè di quelli che sono qui di fatto ma non hanno domicilio o residenza padane».
Dati eccessivamente gonfiati, al contrario, per un altro giovane lombardo, perché «credo proprio che il meridionale al nord, specie se sposato con una padana, figli meno rispetto al meridionale che sta al sud».
Una ragazza di Reggio Emilia, invece, pare poco interessata a parametri e variabili:
«Non so quanti siano, non mi interessa il numero, so solo che sono troppi e che stanno rovinando una zona che era un'isola felice. Girando per strada difficilmente si incontra un reggiano! Purtroppo stiamo diventando una minoranza e i meridionali la fanno da padrone».
La Lega, si sa, ha oramai ampliato il proprio bacino elettorale, pertanto pure un simpatizzante salernitano si inserisce nella conversazione, e, quasi invocando clemenza
(«Io sono meridionale ma amo la Lega e odio i terroni che vengono qui al nord per spadroneggiare e per rompere i coglioni»), finisce col cedere allo stesso meccanismo di autodifesa visto attivarsi durante la recente campagna mediatica e politica anti-rom, quando, per riflesso, non pochi cittadini rumeni quasi si sono messi rivendicare distinzioni etniche dai loro connazionali residenti nei campi nomadi, poiché nel gioco all'esclusione c'è sempre chi sta un po' peggio:
«Certi meridionali non possono essere espulsi perché italiani, ma, se si potesse fare una bella barca, sopra ci metterei i meridionali che non lavorano e gli extracomunitari, che sono più bastardi dei meridionali».
Qualche nordico animatore del forum non indugia nel mostrare comprensione e solidarietà al fratello salernitano, e si affretta a precisare come sia possibile ravvisare differenza tra "meridionali" e "terroni", spiegando che «terrone è colui che arriva e pensa di essere nel suo luogo di origine, e si comporta di conseguenza, tanto che nemmeno si offende se lo chiami terrone». Per taluni, addirittura, il luogo di origine non c'entra proprio nulla, perché «non è la provenienza che fa l'individuo, e nemmeno il sangue o il colore della pelle, ma unicamente l'atteggiamento». L'insistenza dei più ostinati («Se ne dicono tante sui cinesi ma sicuramente li rispetto più di certi meridionali o marocchini o slavi perché almeno lavorano e si fanno i fatti loro») incontra obiezioni dalle quali emergono ulteriori sfumature d'opinione tra i giovani padani, quelli più "cosmopoliti", coinvolti nella surreale disamina, tanto che tra essi diviene possibile distinguere tra filantropi («Di meridionali ne conosco tanti e tanti miei amici sono meridionali, per me un meridionale è colui che è venuto e lavora onestamente»), progressisti («Esempi di integrazione con il passare degli anni si fanno più frequenti, sono esempi da non snobbare ma anzi da far diventare casi di scuola: piano piano li integreremo»), e possibilisti («Un meridionale che lavora e interagisce con gli altri vale quanto un settentrionale»). Su tutti, però, inesorabile cade il richiamo ad un maggior pragmatismo da parte dei realisti: «Siete in ritardo di 40 anni, c'è bel altra gente che invade le nostre città, purtroppo!».
Trascorso qualche giorno, sul forum viene avviata una nuova discussione: «Un test per capire a quale sottogruppo della razza caucasica apparteniamo». Un test scientifico, affidabile, perché «per una volta non ci si basa sul colore della pelle, dei capelli e degli occhi, ma sulla forma del cranio».


sabato 25 ottobre 2008

Immobilita'

Dal Corriere della Sera di oggi...editoriale che mi ha messo sulla faccia un sorriso (triste)!

PRIGIONIERI DEL PASSATO
L'Italia Immobile

di Ernesto Galli della Loggia

Un Paese fermo, consegnato all'immobilità: ecco come appare oggi l'Italia. Non già nella cronaca convulsa del giorno per giorno, nell'agitazione della lotta politica, nei movimenti sempre imprevedibili di una società composita, frammentata e priva di inquadramenti istituzionali forti. Ma un Paese fermo perché anche nelle sue élites prigioniero dei luoghi comuni, incapace di pensare e di fare cose nuove in modo nuovo, di sciogliere i nodi che da tanto tempo ostacolano il suo cammino.

Da trent'anni ci portiamo sulle spalle un debito pubblico smisurato che non riusciamo a diminuire neppure di tanto. Da decenni dobbiamo riformare la scuola, la Rai, la sanità, le pensioni, la magistratura, la legge sulla cittadinanza, e siamo sempre lì a discutere come farlo. Da decenni dobbiamo costruire la Pedemontana, le prigioni che mancano, il sistema degli acquedotti che fa acqua, il ponte sullo Stretto, le metropolitane nelle città, la Salerno- Reggio Calabria, la Tav del corridoio 5, e non so più cos'altro. Ma non lo facciamo o lo facciamo con una lentezza esasperante. Nel tempo che gli altri cambiano il volto di una città, costruiscono una biblioteca gigantesca, un museo straordinario, noi sì e no mettiamo a punto un progetto di massima sul quale avviare discussioni senza fine.

Perché in Italia le cose vanno così? I motivi sono mille ma alla fine sono tutti riconducibili a una sensazione precisa: siamo una società prigioniera del passato. Con lo sguardo perennemente rivolto all'indietro, che ama crogiolarsi sempre negli stessi discorsi, nelle stesse contrapposizioni, nelle stesse dispute, assistere sempre allo spettacolo degli stessi gesti e degli stessi attori. Da noi il passato non diviene mai inutile o inutilizzabile. Non si butta via mai niente. Ogni cosa è potenzialmente per sempre: ogni ruolo, ogni carica è a vita, e pure se siamo reduci da qualcosa lo siamo comunque in servizio permanente effettivo. In un'atmosfera di soffocante ripetitività siamo sempre spinti a conservare o a replicare tutto: idee, appuntamenti stagionali, parole d'ordine, comizi, titoli di giornali.
Ci domina una sorta di freudiana ritenzione anale infantile: paurosi di abbandonarci alla libertà creativa e innovativa dell'età adulta, a staccarci dalla comodità del già noto, solo noi, nella nostra vita pubblica, abbiamo inventato la figura oracolare e un po' ridicola del «padre della patria» con obbligo di universale reverenza. È, il nostro, l'immobilismo di un Paese abbarbicato a ciò che ha vissuto perché non riesce a credere più nel proprio futuro, di un Paese che sotto la vernice di un'eterna propensione alla rissa in realtà fugge come la peste ogni rottura e conflitto veri, e desidera solo continuità. Che come un vecchio Narciso incartapecorito anela solo a rispecchiarsi nel già visto.

Un Paese, come c'informa La Stampa di qualche giorno fa, dove Guido Viale, antico giovane di un remoto «anno dei portenti », si compiace — invece di averne orrore — che oggi «le occupazioni delle scuole si fanno assieme ai genitori», e che «questi ragazzi lottano accanto ai professori e ai presidi». Già, «accanto ai professori e ai presidi»: che lotte devono essere! E comunque è con queste, buono a sapersi, che l'Italia si allena ai duri cimenti dell'avvenire.

giovedì 23 ottobre 2008

Ed ecco che tutto torna a tacere.

Dopo i dibattiti dei giorni passati sulla crisi dell’amministrazione in cui tutti sembravano aver voglia di dire la loro, ora tutto tace.

Sembra che non siate veramente interessati al bene del paese ma solo a squallidi giochi di potere. Tutti a tifare a favore o contro l’amministrazione quando c’era il rischio che cadesse e oggi tutti di nuovo nel vostro letargo.

Dove sono finiti i vari Mark80, Agilulfo, Zagor, amministratori e consiglieri vari così attivi e così interessati anche agli altrui commenti durante quel periodo ed oggi, seppur continuando a visitare il blog, tacciono?

Era veramente questo il vostro scopo?
Veramente vi interessa così poco dei problemi della vostra\nostra città?

martedì 21 ottobre 2008

Marco Travaglio- ...definitivo REQUIEM per Facci.

l'Unità, 21 ottobre 2008
"Gentile direttore, ai sensi della legge sulla stampa le chiedo di rettificare l'affermazione diffamatoria scritta da Marco Travaglio nel suo articolo a pagina 11 dell'Unità di venerdì 17. Dopo avermi definito «biondo mechato» (falsità trascurabile) egli scrive che io avrei subito «una caterva di processi persi, con abbondanti risarcimenti dei danni ai pm di Mani pulite per le balle diffamatorie che lui rovescia loro addosso da una vita». Ebbene, il mio casellario giudiziale non riporta nessuna (ripeto: nessuna) condanna penale da parte dei pm di Mani Pulite. L'unico risarcimento che compare nel mio casellario, inoltre, per decisione del tribunale di Trento, è un modesto risarcimento a beneficio dell'avvocato Giuseppe Lucibello per quanto scrissi in un mio libro del 1997. Filippo Facci
Ai sensi della legge sulla stampa, mi felicito per l’intuito di Facci che, mai nominato nel mio articolo, s’è riconosciuto nel “biondo mechato” e nella “Yoko Ono di Craxi”.
Si vede che è fisionomista. Purtroppo è altrettanto smemorato sulle sue cause perse e i suoi processi penali.
Finora non ho mai voluto usare, per polemizzare con questo o quel collega (o sedicente tale), i processi per diffamazione. So bene, anche sulla mia pelle, che sono incerti del mestiere poco rilevanti (salvo che riguardino parlamentari: nel qual caso, se le sentenze non sanzionano legittime opinioni, ma falsità conclamate, è giusto che gli elettori sappiano). Anche perché, per smontare le balle di chi mente sapendo di mentire, non c’è bisogno delle sentenze: basta conoscere i fatti. Come quando Facci venne ad Annozero a sostenere che Mangano non era mai stato condannato per mafia: fui costretto a rammentargli che era stato condannato in due processi istruiti da Falcone e Borsellino a 13 anni di reclusione per associazione a delinquere con la mafia e traffico di droga. Ma ora, visto che il mèchato naturale ci tiene tanto, mi corre l’obbligo di rinfrescargli la memoria.
Il suo casellario giudiziale non riporta “un modesto risarcimento”. Riporta una condanna penale definitiva per il reato di diffamazione per il libro “Di Pietro, biografia non autorizzata” (Mondadori), a 500 mila lire di multa e 10 milioni di provvisionale, più le spese, decisa dalla Cassazione il 20 novembre 2002.
Dunque il Facci che l’altro giorno mi dava del “pregiudicato” (falsamente: la mia condanna è solo in primo grado) è, lui sì, un pregiudicato. Quanto al “modesto risarcimento”, Facci non pagò i 25 milioni di provvisionale inflittigli in primo grado, anzi scrisse sul Foglio che li avrebbe spesi “in droga, orge, donne, financo uomini, piuttosto che darli a Lucibello”. Così si vide pignorare pure il Bancomat. E, nella successiva causa civile persa in primo grado, dovette pagare (lui o, più probabilmente la Mondadori, cioè Berlusconi) altri 50 mila euro all’avvocato diffamato, più 10 mila di spese legali e riparazione pecuniaria.
Alla faccia del “modesto risarcimento”. Quando, nel processo penale, il pm gli domandò dove avesse tratto le notizie diffamatorie sul lavoro di Lucibello a Vallo della Lucania, lui tentò di sostenere che il suo era “giornalismo di costume”, “descrizione pittoresca” di “fatti comici”; ma poi, messo alle strette, il presunto comico dovette ammettere: “Non ho svolto un approfondimento particolarmente intenso…mi sono rifatto a un paio di racconti e alla pubblicistica peraltro scarsa… qualcosa ho letto, qualcosa mi è stato detto, dovrei fare una disamina parola per parola…non sono mai andato a Vallo della Lucania”. Poi concluse che quel “passaggio non lo giudicherei diffamatorio neanche se fosse falso”. Il pm, allibito, domandò: “Ma lei ha fatto verifiche sul passato dell’ avv. Lucibello?”. Risposta: “Non so cosa significhi ‘verifica del passato’…”. Un figurone.Altri 10 mila euro di danni il nostro ometto ha sborsato (lui o il suo santo protettore) in sede civile a Enzo Biagi, per averlo insultato sul Giornale dopo che era stato cacciato dalla Rai, già molto anziano e malato, chiamandolo “il non-giornalista per tutte le stagioni” e accusandolo di confezionare “insulsi brodini” e “insipide sbobbe” (sentenza del Tribunale di Milano, 12 luglio 2006, non appellata e dunque definitiva).Poi c’è una sfilza quasi interminabile di processi persi, in sede civile e penale, contro il pool Mani Pulite, che era solito diffamare a maggior gloria della sua carriera nel gruppo Fininvest. Se non sono giunti in Cassazione, e talora nemmeno a sentenza, è per un motivo molto semplice: Facci (anzi, il suo spirito guida) è solito pagare subito il risarcimento dei danni, ottenendo la rimessione delle querele. Lui dice che le transazioni avvengono regolarmente “senza il mio consenso”: segno che qualcuno decide e paga per lui (indovinate un po’ chi), anzi forse lo paga per diffamare. Ma poi, in calce alle lettere con le richieste di transazione ai denuncianti e le promesse di pagare i danni, compare regolarmente la firma autografa di Facci. Che firmi in stato di letargo? Non si tratta, beninteso, di opinioni negative sul Pool, magari orrende, ma legittime. Si tratta di balle a getto continuo, sempre all’insegna del motto professionale: “Verifica? Non so cosa significhi”. Per esempio le cause intentategli dagli ex pm Di Pietro (rimborsato tre volte in via transattiva), Davigo (idem, tre volte), e poi ancora Colombo e Ielo. Per una diffamazione contro Borrelli, Facci fu condannato in primo grado e in appello, poi in Cassazione lo salvò la prescrizione, ma il risarcimento danni fu confermato e pagato. Facci subì poi due processi, uno penale e uno civile, su denuncia dell’ex gip Andrea Padalino, diffamato a proposito del processo Caneschi. Nel primo, Facci fu condannato a 3 mesi e 30 milioni dal Tribunale di Brescia per un articolo sul Giornale in cui aveva - scrivono i giudici - “dolosamente sottaciuto o colposamente ignorato” fatti decisivi per la ricostruzione del caso e scritto “evidenti elementi di falsità”, anche perché le sue fonti erano “unicamente… la parte in causa: la famiglia Caneschi” e il suo avvocato. Nel processo civile Facci fu condannato definitivamente dalla Cassazione a rifondere 70 milioni di lire di danni per il libro “Presunti colpevoli” (Mondadori): “difetta - scrivono i giudici - sicuramente la verità delle notizie pubblicate”, visto che Facci è autore di “pura invenzione fantastica” e “finge di ignorare” i fatti veri “al fine evidente di seppellire il Padalino sotto un cumulo di ardimentosi equivoci, volti a minarne la credibilità… L’intento dell’Autore... si rivela precisamente quello di delegittimare il singolo magistrato… Il narratore si colloca all’interno dei Palazzi di Giustizia, ma non come un cronista obiettivo, e tanto meno come un ‘comune cittadino’, bensì come un abile sfruttatore di quelle innegabili anomalie del sistema, da cui trarre e alimentare l’onda della sfiducia verso la serietà del singolo operatore della giustizia, attraverso una trama sottile di espressioni calunniose … La diffamazione così perpetrata costituisce reato poiché la coscienza e la volontà del Facci di diffondere quella congerie di notizie inveritiere è fuori discussione”. Un bel ritrattino. Anche i giudici, evidentemente, sono fisionomisti.(Vignetta di Roberto Corradi)Precisazione:Nella puntata di Annozero del 19 aprile scorso, Facci non disse che Mangano non era mai stato condannato, anzi lo definì "mafioso", anche se difese Berlusconi che in quei giorni aveva raccontato la superballa. Poi però dimostrò di sapere ben poco della vicenda del presunto "stalliere": infatti scrisse sul Giornale che la famosa telefonata Mangano-Dell'Utri, a proposito di un certo "cavallo", "non vi fu mai". Invece vi fu eccome: fu intercettata dalla Criminalpol il 14 febbraio 1980 alle ore 15.44. Lo sa bene chi ha seguito il processo Dell'Utri, dove i pm ne fecero ascoltare l'audio e ne depositarono la trascrizione letterale.
(m.trav.)

domenica 19 ottobre 2008

Diossina nel Leccese valori 420 volte oltre il limite

Diossina nel Leccese valori 420 volte oltre il limite
BARI – Controlli costanti e chiari e il rispetto della legge da parte delle aziende a tutela della salute dei cittadini vengono chieste dall’associazione Codici in relazione alla produzione da parte della Copersalento di Maglie di diossina in misura 420 volte superiore ai limiti di legge. La Copersalento – precisa una nota dell’associazione per la difesa dei cittadini – è un ex sansificio che attualmente produce energia elettrica attraverso la combustione di sansa esausta e c.d.r.

«Le ultime notizie risalgono al luglio 2008 quando l’Arpa ha reso noto che il livello di policlorodibenzodiossine sprigionate dal ciclo di produzione dell’impianto è di 420 volte superiore ai limiti consentiti dal Dlg 133/2005 che fissa il tetto massimo a 0,1 ng/Kg».
Nella nota si sottolinea che è da tempo accertata la correlazione tra diossine e patologie di varia natura e gravità: alterazioni del sistema immunitario, del sistema riproduttivo maschile, endometriosi, danni al feto, mortalità prenatale, tumori.
Secondo Codici, però, «la situazione nelle zone limitrofe alla Copersalento, nonostante l'evidenza dei fatti, è stata lungamente sottovalutata e l’alta incidenza di morti per cancro ne è una triste prova». 16/10/2008 Gazzetta del Mezzogiorno

venerdì 17 ottobre 2008

Risposta all'ex assessore Pellegrino...ma non solo...

Vista la dimensione della mia risposta alla lettera dell'ex assessore Francesco Pellegrino e al post di Zagor in una precedente discussione, ho ritenuto opportuno inserire un post nuovo.

Ciao Zagor,
ebbene si, finalmente si è mosso qualcosa e la cosa non può che farmi estremamente piacere.
Purtroppo, come Hawkeye ha confermato, non ho tanto tempo da dedicare, ma non era mia intenzione tacere sulla lettera dell'ex assessore Pellegrino.
E la mia risposta è dettata da due motivi fondamentali:
innanzitutto vorrei ringraziarlo per la disponibilità e per l'esposizione nei confronti di questa piazza (esposizione che i più evitano) e poi per analizzare quanto da lui esposto.
Cominciamo con l'analisi dunque, ma anche con osservazioni che nella lettera non sono state affrontate:
  • Nella sua lettera l'ex assessore scrive testualmente "interagire meglio con il territorio e l’elettorato", ma non spiega in che modo questo sarà fatto visto che la maggior parte dei nostri rappresentanti continuano ad evitare il confronto, almeno su questa piazza virtuale.
  • Nella sua lettera l'ex assessore descrive le attività realizzate da questa amministrazione per le quali bisogna dargliene merito, ma non cita in alcun modo il taglio degli alberi in viale stazione nè i motivi che ha portato l'amministrazione ad effettuare tale scelta.
  • Insisto con l'osservazione fatta in un mio precedente post: che fine ha fatto l'impegno di mettere a disposizione di tutti le delibere di giunta e di consiglio visto che sul sito del comune sono fermi a gennaio 2008? Quanto costa e come viene gestito quel sito?
  • Che fine ha fatto l'iniziativa delle newsletter anch'essa ferma a gennaio 2008?
  • Perchè non rendiamo pubblico il bilancio del comune? La gente vuole sapere quanto sono costati i Nomadi, la serata Chloris, e tutto il resto. Ovviamente il tutto vale anche per le precedenti amministrazioni. Quanto è costata Anna Oxa? Quanto Paolo Belli? Perchè alla gente non è dato sapere i numeri precisi? Io continuo solo a sentire voci del tipo "sembra che siano costati X".
  • Nel 12 luglio 2007, con un comunicato stampa, il Comune lancia l'iniziativa "IL SOLE A SCUOLA". Com'è andata a finire?
  • Perchè NESSUNO ci parla dei motivi che hanno spinto l'amministrazione passata a sottoscrivere un contratto di derivati e qual'è la situazione attuale?
Do comunque merito all'amministrazione di aver avviato alcune iniziative interessanti oltre a quelle presentateci, che, seppur a mio parere perfezionabili, presentano un buon punto di partenza per il futuro, come ad esempio la raccolta differenziata.

Concludo facendo un ringraziamento anche a Salvatore Bruno per la disponibilità a scrivere e di conseguenza ad esporsi su questo blog.
Non può che farvi onore dimostrando che il confronto è il vero punto di partenza per una politica migliore. In fondo, se non ci fosse il confronto e se non ci fossero le critiche, nessuno potrebbe migliorare e migliorersi.

Auguro comunque ai nuovi assessore, alcuni dei quali conosco personalmente, un buon lavoro e un in bocca al lupo.

Con affetto

mercoledì 15 ottobre 2008

Sulle mie intervenute dimissioni da assessore comunale...Ricevo e Pubblico:

Al Responsabile di TAVIANO LIBERA
Sig. Carlo Palese
Sulle mie intervenute dimissioni da assessore comunale della città di Taviano, per onore di chiarezza, ritengo opportuno offrire il contributo di queste poche righe.
A metà del percorso amministrativo di questa legislatura, ho avvertito la consapevolezza, insieme ad altri amici Assessori e Consiglieri Comunali, che fosse necessario non disperdere il grande lavoro di questi due anni di esperienza, e, se possibile, ulteriormente qualificarlo e rilanciarlo anche attraverso una fase di verifica politica: per queste ragioni ho ritenuto utile contribuire alla costituzione, e quindi aderire, al nuovo Gruppo, denominato “TAVIANO INSIEME”, per lavorare su queste premesse, in un’ottica plurale di confronto.
Il momento di verifica e di comune riflessione si è ora concluso, ritengo nella massima chiarezza, in un confronto sostenuto e costruttivo, dapprima col Sindaco, poi con gli altri gruppi consiliari, e quindi gli altri partiti politici: a questo punto, non si può comunque correre il rischio di rendere vano il lavoro di questi giorni, pure conclusosi con le intervenute modifiche nella composizione di Giunta.
Nell’interesse della Città mi auguro quindi che, per questa seconda parte della legislatura, la maggioranza di cui faccio parte, possa cogliere i frutti del lavoro fatto (cui ho dato il mio modesto contributo) e che continuerà a fare: per ciò, ritengo sia necessario innanzi tutto interagire meglio con il territorio e l’elettorato, rilanciare il metodo di lavoro di un esecutivo certamente capace, ma che ha necessità di rimarcare e valorizzare i singoli ruoli assessorili, e le relative deleghe.
Mia personale convinzione era, ed è, che in ogni esperienza, e nello specifico in ogni amministrazione pubblica, non ci siano ruoli o posizioni di uomini o forze politiche (più, o meno rappresentative) che possano sottrarsi ad un confronto diretto su basi di risultati concreti, su idee e risorse di cui dispongono: tanto meno esistono forze, ruoli e profili amministrativi intoccabili o insostituibili.
La Maggioranza che governa Taviano, come tutti sanno, è frutto di una esperienza di coalizione di centro-sinistra: ha quindi matrice prettamente politica (e non di ispirazione civica) i cui principi vanno salvaguardati sino in fondo: in tal senso -a mio sommesso parere- c’erano probabilmente spazi, a questo punto del comune cammino, per una rimodulazione degli obbiettivi prioritari e dei vari equilibri tra le forze, anche alla luce della intervenuta nascita del PD, non presente al momento della vittoria elettorale.
Questa esigenza era dettata, a mio avviso, anche dalla prospettiva di un recupero di risorse umane che avevano contribuito alla costruzione dell’originario progetto ed alla vittoria finale, presenti in Consiglio e non, e quindi ad un rafforzamento generale della maggioranza: per proseguire a riflettere nella forma più asettica e disinteressata possibile, da tempo avevo messo le mie deleghe a disposizione del Sindaco e della Coalizione.
Per contro si è registrata purtroppo una reazione (anche pubblica, e per certi versi smodata) da parte di alcune delle componenti alleate, di chiusura netta al solo ragionare su tali argomentazioni: ancor più, una totale indisponibilità a riconsiderare, (ove fosse mai stato necessario e senza ovviamente intento di mortificazione alcuna) le proprie funzioni ed il proprio ruolo nell’Amministrazione, nell’ottica delle riflessioni e delle esigenze, di crescita e di prospettiva, di cui si è detto.
Per questo ordine di ragioni, in uno scenario che certamente non poteva consentire ulteriori tentennamenti per non rischiare di compromettere scadenze amministrative e per chiudere in tempi immediati questo fronte delicato della verifica, ho valutato di essere io a compiere formalmente un passo indietro:questo nell’interesse di tutti, e, se mi è concesso, anche per affermare con decisione, un modo differente di porsi ed affrontare le contingenze politiche, allorquando ciò diventa necessario (se non indispensabile).
Ho deciso pertanto di rimettere tutte le mie deleghe assessorili, convinto inoltre che ciò mi restituisca anche una dimensione più compatibile con i miei personali impegni: mi auguro (anzi ne sono certo) che ciò possa contribuire altresì ad una fase di generale riflessione, ed a meglio valorizzare risultati e risorse umane.
Qualora questo mio contributo potesse essere valutato del pur minimo interesse per gli amici del blog, ed ivi pubblicato, vorrei arricchirlo (con l’ausilio dei Bollettini istituzionali periodici) ripercorrendo, per sommi capi, quanto ho contribuito a realizzare, quale assessore delegato ai Lavori Pubblici della Città: il tutto, ovviamente anche grazie al lavoro prezioso degli Uffici, della Giunta e del Consiglio Comunale.
Ebbene:
-. Nell’ambito degli interventi volti al rilancio della città è stato assegnato il concorso di idee per la riqualificazione del Parco Ricchello e del Corso Vittorio Emanuele II e sono state affidate le relative progettazioni..
• E’ stato approvato il progetto preliminare dei lavori di adeguamento, ampliamento e ammodernamento del Palazzetto dello Sport “William Ingrosso”. La spesa complessiva degli interventi previsti è di € 400.000,00.
• Per un migliore funzionamento dei servizi, è stato istituito il nuovo ed autonomo Settore Urbanistica ed Ambiente, distinguendolo dal il Settore Lavori pubblici.
• Il Consiglio comunale ha approvato il progetto per la realizzazione di un centro sportivo in località “Saliscendi” da parte dell’Associazione “Amici dello sport”.
• Il Consiglio comunale ha approvato l’estensione delle zone regolamentate con la sosta a pagamento (Via Montessori, Via G. Bruno, Via Franco e Vico del Corso).
􀂉 E’ stato adeguato a norma igienico-sanitaria, oltre ad essere ampliato, il Mercato Ortofrutticolo;
􀂉 Ampliamento della rete fognante nera nel capoluogo cittadino (lavori appaltati e consegnati per quasi 3 milioni di euro);
􀂉 lavori di adeguamento e completamento degli impianti sportivi della Marina di Mancaversa, e relativa adozione di bando per un project financing pubblico-privato;
􀂉 Appaltati lavori per opere urbanizzazione nella zona P.I.P. Il progetto definitivo – esecutivo, approvato dalla Giunta Comunale, rientra nel piano CIPE della Regione Puglia e si articola in diversi interventi, volti alla realizzazione delle infrastrutture e delle opere di urbanizzazione della zona P.I.P. (Piano Insediamenti Produttivi) per una spesa complessiva stimata in 5.179.000,00 euro, che potrebbe anche articolarsi per stralci. Il primo finanziamento riconosciuto ed erogato al nostro Comune è di € 2.521.590,00;
􀂉 Progettata e finanziata l’apertura di nuove strade (località ex Racale e Zona PIP);
􀂉 Aggiudicati e consegnati lavori per la messa a punto e l’attivazione di un impianto di telesorveglianza nella zona P.I.P.;
􀂉 Progettata e localizzata nuova sede della Farmacia Comunale (in Via Bellini): i lavori avranno inizio nel 2009;
􀂉 La progettazione definitiva delle strade di collegamento con la pista di atletica sita in località Serrazzite e i relativi parcheggi;
-. Realizzata ed inaugurata la piazzetta (spazio parcheggio Caravan) alla Marina di Mancaversa, in Via dei Gigli (nuova sede estiva della Protezione Civile);
-. Ultimazione e apertura piano terra Palazzo Marchesale De Franchis, e recentissima aggiudicazione di un nuovo finanziamento di ulteriori Euro 400.000,00;
-. Ultimazione ed apertura nuovo Mendicicomio Comunale in Via S. Martino;
-. E’ stato affidato il nuovo servizio di gestione in risparmio e sicurezza delle servizio di pubblica illuminazione in Città ed alla Marina: sono stati, in quest’ambito, previsti ed già istallati oltre 200 corpi illuminanti anche nelle zone più periferiche del nostro territorio.
Questo in estrema sintesi, e senz’altro mi sarà sfuggito molto altro.
Lungi dal rivendicare meriti altrui, per onestà tengo a precisare che alcune di queste opere, nella fasi di finanziamento o procedimentali in genere, hanno visto l’impegno anche delle precedenti amministrazioni, ed a noi è comunque toccato il compito di portarle degnamente e correttamente a termine (per tutti il Palazzo Marchesale).

Proseguo ora nel mio ruolo di Consigliere Comunale, esclusivamente nel rispetto del mandato elettorale conferitomi all’inizio di questa esperienza dai quasi trecento amici, cui va oggi il mio pensiero ed il mio rinnovato ringraziamento.
Grazie anche a Te, Carlo.

Taviano, 15.10.08

FRANCESCO PELLEGRINO

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Con queste parole lo scorso anno dal sito del comune era stata lanciata l'iniziativa delle newsletter, peraltro ancora sottoscrivibile.
Iniziativa interessante!
Non è una comunicazione biunivoca, ma è un inizio di comunicazione con i cittadini!
Terranno i cittadini informati delle iniziative e di quello che "decideranno" in comune!
Pensavo a questo quando mi sono iscritto.

Ebbene, da luglio 2007 a gennaio 2008 ho ricevuto 7 (sette) mail che elenco di seguito:
1) Re: iscrizione newsletter Date: Tue, 10 Jul 2007 12:49:54
2) newsletter Comune di Taviano Date: Wed, 11 Jul 2007 10:47:11 Calendario Brochure estiva
3) COMUNICATO FOTOVOLTAICO Date: Tue, 17 Jul 2007 11:29:11
4) nuovo link Date: Wed, 24 Oct 2007 12:50:36 nuovo link " PARI OPPORTUNITA' "
5) concerto di fine anno Date: Thu, 20 Dec 2007 11:35:48
6) AUGURI Date: Fri, 21 Dec 2007 11:43:21 auguri di natale
7) Invito all'incontro sul bilancio partecipato Date: Mon, 21 Jan 2008 11:23:55

Poi mai più nulla!

A voi i commenti.

MONTERONI VARA UN REGOLAMENTO PER TUTELARE CANI E GATTI

Dare vita ad un regolamento comunale che tuteli dignitosamente gli animali d’affezione. Una presa di posizione forte quella effettuata dal Comune di Monteroni, perfettamente in linea con l’articolo 17 della Legge Regionale n° 12/95. Quella degli animali d’affezione potrebbe sembrare una categoria avvantaggiata, poiché si differenzia dalle altre in virtù dei suoi quotidiani contatti con le persone. Sfortunatamente, però, tali sentimenti spesso non vengono contraccambiati proprio da chi, invece, dovrebbe essere il garante della loro sicurezza rispettandone le caratteristiche naturali, fisiche ed etologiche. All’uomo, infatti, spetta il compito di agevolare e salvaguardare gli animali. A volte, però, l’essere umano svela la sua inadeguatezza nell’assumere tale compito. Ed è per garantire il diritto ad un’esistenza compatibile alle specie animali, tra cui rientrano anche gli animali “d’affezione”, che il Comune di Monteroni ha stilato uno Schema di Regolamento Comunale che tuteli dignitosamente gli animali domestici.Non di rado infatti si assiste a storie di abbandoni, a volte brutali, messe in pratica da proprietari insensibili. Il provvedimento varato dal Comune di Monteroni va nella direzione di attuare un’attenta vigilanza sull’osservanza delle leggi e delle norme relative alla tutela ed al benessere degli animali, sviluppando anche una collaborazione sinergica con Associazioni o Enti di protezione animale. Lo Schema di Regolamento varato dall’Assise Comunale vieta il maltrattamento degli animali e interviene nei confronti di chi assume un comportamento di negligenza o dolo, tale per cui si riscontri un peggioramento della salute degli animali che, nella maggior parte dei casi, è dovuto a percosse, fatiche ingiustificate, o qualsiasi altro tipo di violenza. Il proprietario di animali d’affezione avrà quindi l’obbligo di accudire ed alimentare il proprio animale in base alle sue esigenze fisiologiche, accompagnarlo sempre con l’obbligatorio guinzaglio, onde evitare che rechi disturbo o danno ai cittadini all’interno di aree pubbliche, compresi i mezzi di trasporto. E’ importante che agli animali d’affezione, tra i quali compaiono in maggior misura cani e gatti, sia garantita una maggiore vivibilità; in questo modo si potrà ridurre il randagismo anche grazie all’incentivazione di adozioni. L’ auspicio è quello che tale regolamentazione contribuisca, anche grazie all’apporto di organizzazioni di volontariato, a dare vita ad un servizio di controllo sulla popolazione canina e felina e, inoltre, a predisporre un servizio di reperibilità da parte di medici veterinari appartenenti all’Ausl, che garantisca un aiuto costante ai migliori amici dell’uomo. Ridurre drasticamente quelle scioccanti percentuali statistiche con cui quotidianamente si è costretti a confrontarsi, a cominciare proprio dal territorio salentino, è questa la missione che l’Amministrazione Comunale di Monteroni ha preso a cuore. Lo schema di Regolamento Comunale che tutela dignitosamente gli animali d’affezione è solo il primo passo per il raggiungimento di questo obiettivo.*
Assessore all’Urbanistica e Riqualificazione urbana
da LeccePrima.it
Lecce, impiegati in un consorzio di bonifica... trafugavano reperti
LECCE - Ad agire erano in due, a bordo di una piccola imbarcazione, muniti di imbracatura e rete protettiva per issare a bordo i reperti archeologici, ma sono stati sorpresi dai carabinieri di Lecce mentre trafugavano dal fondale di un sito archeologico marino anfore risalenti al IIIø e IIø secolo a.c. di provenienza greco-italica. Per Antonio Zenzale, 46 anni, incensurato, sono scattate le manette per il reato di detenzione illegale di beni culturali appartenenti allo Stato. Denunciato, per lo stesso motivo, anche il suo complice, un 55enne di Ugento.Entrambi erano regolarmente impiegati in un consorzio di bonifica del Leccese. In una successiva perquisizione, i militari, a casa di uno dei due malfattori, hanno trovato sette pistole, di cui 5 a tamburo e 2 semiautomatiche complete di munizioni e recuperato 38 anfore della stessa epoca.
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno 15/10/2008

Ho visto le foto dell'operazione...erano straordinarie. Abbiamo un capitale storico stupendo che in Puglia e Basilicata viene tutelato da un misero gruppo di BEN (sic!!!) 8 Carabinieri Subacquei. Incredibile che per recuperare tale materiale non siano stanziati fondi e venga lasciata una tale ricchezza in mano ad inqualificabili predatori.

martedì 14 ottobre 2008

DISCLAIMER

Visti gli ultimi commenti e la direzione che stanno prendendo alcune discussioni, è bene mettere in chiaro alcune cose.

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lunedì 13 ottobre 2008

Borse giù, Tremano 23 comuni

Borse giù, in Puglia «tremano» 23 Comuni
LECCE - La parola d’ordine è «niente allarmismi» ma è inutile nasconderlo: il malato non gode proprio ottima salute. La crisi finanziaria mondiale provocata soprattutto dai cosiddetti «prodotti derivati», orgoglio della «finanza creativa» non fa vivere momenti tranquilli a molti amministratori locali che negli swap avevano intravisto una bella scommessa da vincere e che invece costa cara. Con imprevedibili ripercussioni nel futuro più o meno immediato. E se molti comuni assicurano che non corrono rischi perchè i contratti sono in scadenza o sono stati già bloccati, i dati numerici lasciano perplessi. Infatti, 23 comuni salentini hanno sottoscritto con le banche swap per complessivi 198 milioni 169 mila euro. Alcuni sono estinti, altri in essere. Ecco i centri coinvolti: Lecce (105 milioni di euro), Casarano (dieci), Veglie (8 milioni 262 mila euro), Sannicola (3,645), Ugento (5,520), Maglie (5,743), Lequile (1,761), Guagnano (1,619), Copertino (9,162), Gallipoli (7,408), Calimera (1,649), Campi (1,991), Caprarica di Lecce (1,260), Diso (1,055), Melendugno (3,587), Otranto (2,221), Tuglie (1,372), Taviano (5,872), Cursi (2,700), Acquarica del Capo (0,829), Castrignano dei Greci (0,617), Trepuzzi (12,600), Galatone (4,288). Ogni comune, ovviamente, è un caso a sè. Situazione difficile ma non gravissima o vera e propria mattanza per le casse comunali? I giudizi sugli Swap, gli strumenti di finanza derivata a tasso variabile adottati dal comune di Casarano, sono contrastanti. Secondo il capogruppo consiliare di Forza Italia, Giampiero Marrella, l’operazione Swap costerebbe alle casse comunali circa 100mila euro l’anno, con un trend che, essendo legato all’oscillazione dei tassi di interesse, risulta negativo. Le cifre sono aggiornate alla scorsa primavera, poiché ancora si è in attesa di visionare la relazione relativa all’ul - timo semestre. Nel giugno del 2005, il consiglio comunale decise di rinegoziare i mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti, circa 10milioni di euro, con un prestito obbligazionario a tasso fisso che prevedeva l’emissione dei Buoni ordinari comunali (Boc) per il tramite della banca Opi. In quell'occasione, lo stesso assessore al Bilancio, nonché vicesindaco, Gabriele Caputo (Pd), giudicò l’ipotesi della finanza derivata come «rischiosa e quindi da scartare». Nonostante ciò, la delibera dava mandato al responsabile dei servizi finanziari di procedere in quella direzione, qualora lo avesse ritenuto necessario. Detto, fatto. Nel marzo 2006, si procedette all’aggancio dei Boc agli Swap, passando da un tasso fisso ad uno variabile. Un’operazione che Marrella definisce «scellerata, perché presa in un momento in cui tutti gli analisti segnalavano un andamento assolutamente negativo». Quanto inciderà questa operazione sulle finanze comunali quando, nel 2025, scadrà il relativo contratto, non è dato sapere. Quel che è certo è che, dopo aver portato ad un risparmio di 150mila euro nel primo anno, nei successivi tre semestri è costata alle casse comunali rispettivamente 60, 50 e 40mila euro, giungendo ad un bilancio di sostaziale pareggio. Con il tasso di interesse che, partendo dal 2,7 per cento, nel frattempo ha sfondato quota 5. Proprio la decisione di adottare gli Swap è stata una delle cause che ha portato alle dimissioni di tre dei cinque membri della commissione Bilancio, con il conseguente scioglimento della stessa. Secondo la maggioranza, però, un atteggiamento allarmista non è giustificato. «È chiaro», precisa Caputo, «che tutto è legato alle oscillazioni del tasso. Tuttavia, al momento della stipula del contratto abbiamo messo dei paletti per i quali la fluttazione non può salire al di sopra di una certa soglia. Ad ogni modo, l’andamento degli Swap non è legato a quello delle borse, come erroneamente si crede, ma all’oscillazione dei tassi. Se poi, come potrebbe accadere, la Banca centrale deciderà di intervenire con un abbassamento dei tassi, questo provvedimento favorirebbe una congiuntura che al momento, pur non potendo noi sbilanciarci in previsioni, non è delle più favorevoli». Dall’entroterra alle rive dello Jonio. Il Comune di Gallipoli è stato il secondo in Puglia a ricorrere agli strumenti finanziari derivati ma, va detto subito, è stata una scelta fino ad oggi proficua, con il rischio, qualora le cose dovessero andare male come tutto lascia presagire, di cadere comunque in piedi. La prima operazione di swap attuata oltre un lustro addietro con l’Unicredit per iniziativa del dirigente del settore economico-finanziario del Com une, Pantaleo Isceri, si concluse con un utile di circa 200 mila euro. Per questo, nel 2006, quando si può dire che ormai tale operazione fosse «di moda», l’amministrazione decise di ripercorrere la stessa via, questa volta con il Monte dei Paschi di Siena; l’assenso degli uffici fu subordinato ad una condizione, risultata anch’essa vincente: l’accantonamento degli utili per fronteggiare eventuali perdite. In conseguenza, grazie ad un favorevole avvio dell’esperienza, fino ad ora il Comune ha costituito, con oltre 350 mila euro, quel «fondo di fluttuazione» che consente di guardare con tranquillità all’attuale congiuntura negativa. Nel 2005 il Comune ha anche convertito i mutui (un passivo che dovrebbe aggirarsi sui 15 milioni di euro): ha contratto dei Boc-Buoni ordinari del Comune, coprendo il debito esistente con la Cassa depositi e prestiti, ottenendo una riduzione del tasso dal 6 al 4 per cento e pertanto con un risparmio di circa 300 mila euro l’anno. E siccome il tasso è fisso, si comprende perché Isceri sostiene che tale operazione rimane valida e la rifarebbe. E lo swap? In tale caso, non si può mai trattare di risparmio certo, ma di variabili legate a titoli, obbligazioni o prodotti (l'andamento del prezzo del petrolio può dare un’idea dell’ampiezza delle oscillazioni e dei contraccolpi), per cui si possono materialmente incassare plus valenze o pagare perdite. Quest’anno si era profilato negativo già prima dell’esplosione della vicenda mutui-facili statunitensi, ma la riserva accantonata consente al Comune di guardare con tranquillità alle, più che probabili, perdite dei prossimi anni.
Gazzetta del Mezzogiorno 13/10/2008

Perchè Taviano libera!

Questo blog nasce dall'esigenza di alcune persone di "discutere" di politica e creare un punto di confronto di vari pensieri.

Un blog è una piazza, e anche se non ci si guarda in faccia, si dovrebbe comunque usare un minimo di rispetto per gli altri evitando soprattutto le offese.

E' un periodo delicato per Taviano e discuterne fa solo bene alla democrazia, ma facciamolo in maniera civile.

I gestori del blog non sono responsabili per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi ai gestori del blog, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata; su segnalazione degli interessati i medesimi potranno essere prontamente rimossi.


Ricollegandomi alle iniziative, già da tempo avevo proposto che gli atti del comune venissero resi pubblici a tutti.

Qualcuno, l'ass.Pellegrino se non ricordo male, ma potrei sbagliarmi, si era assunto l'impegno di aiutarci in questa iniziativa. Inutile dire che non se ne è saputo più nulla. E sul sito ufficiale del comune di Taviano sono fermi a Gennaio 2008!!! (chi lo gestisce e quanto costa?)

Perchè non pubblicare i bilanci del comune per capire come vengono spesi i soldi?

Cordiali saluti

domenica 12 ottobre 2008

Taviano Libera PROPONE

Un servizio di informazione e cultura MOLTO utile per i cittadini di Taviano:
Grazie ad internet ed al blog (sbloccato per l'occasione) potremmo metterli in contatto con i politici Tavianesi .
Ognuno di noi ha decine di domande da fare ad ogni politico e questo potrebbe essere il modo, FINALMENTE, di farci dare delle risposte in tempo reale, alle quali controbattere immediatamente nel caso fosse necessario.
Tentiamo di organizzare incontri diretti e (contemporaneamente) informatici
dove, collegati al blog, si riceveranno domande dal vivo e da internet in tempo REALE e verranno comunicate immediatamente le risposte.
Proviamoci.
Ogni politico degno di tale definizione dovrebbe avere la capacità e la necessità di rapportarsi con gli elettori.
Chi di voi è favorevole all'iniziativa ?
Chi di voi vuol collaborare ?

giovedì 9 ottobre 2008

Cosa hanno fatto ...

Prendo spunto dalla domanda di un utente anonimo...
cosa hanno fatto ?
Cosa ha fatto il Sindaco per Taviano ?
Cosa ha fatto l'Assessore ai Servizi sociali, invalidi, medicina , ecc. ?
Cosa ha fatto l'Assessore al Commercio, Agricoltura, Attività produttive, Politiche del lavoro, ecc. ?
Cosa ha fatto l'Assessore all'Urbanistica, Edilizia privata , Riqualificazione del centro storico, Politiche energetiche e fonti alternative ?
Cosa ha fatto l'Assessore al Turismo e promozione turistica• Sport• Servizi cimiteriali• Protezione civile ?
Cosa ha fatto l'Assessore alla Floricoltura• Promozione città dei fiori• SERVIZI AMBIENTALIRapporti con Mercaflor ?
Cosa ha fatto l'Assessore ai Lavori pubblici• Arredo urbano• Verde pubblico• Manutenzione del patrimonio comunale• Viabilità e traffico ?
Cosa ha fatto l'Assessore al Bilancio• Rapporti con le istituzioni scolastiche• Servizi socio culturali• Spettacoli e attività teatrali• Pubblicazioni• Archivio storico e tradizioni popolari ?

Chi meglio di loro può spiegarci quanto hanno fatto ?

domenica 5 ottobre 2008

La crisi al Comune di Taviano- ricevo e pubblico

LA CRISI AL COMUNE DI TAVIANO:
- LE PROVE CHE GLI ASSESSORI SI SONO DIMESSI.
- I MOTIVI DELLE DIMISSIONI.
La presente è indirizzata al Responsabile del BLOG, al signor Carlo.
Da alcuni giorni questo terreno di confronto, la Sua comunità virtuale, si sta interessando di una vicenda accaduta nel mondo politico di Taviano: le dimissioni di due o più assessori.
C'è chi è perplesso, chi è dubbioso, chi mette in risalto il coraggio degli amministratori in questione.

La discussione, per quanto mi riguarda, non ha ragion d'essere per 2 distinti motivi:
Il primo, che non c'è prova delle dimissioni,
il secondo che i diretti interessati non ci dicono, a noi o agli elettori tavianesi, i motivo del loro abbandono.

La prova delle dimissioni va data, va detto quando e a chi sono state presentate e, elemento ancora più importante, va detto qual è il motivo e quali sono gli obiettivi che ci si ponge oltre questa crisi.

Per spazzare via i si dice che in questi giorni nascono intorno all’iniziativa e che limitano la “contesa” solo ad un problema di redistribuzione di assessorati (tizio al posto di caio), retaggio di una politica vecchia ed ormai dimenticata e per la quale non hanno alcun valore i tanti sospirati atti di coraggio .

Vede, signor Carlo, quando si ha in animo di dimettersi è inutile dirlo prima
(sai, forse mi dimetto …, se le cose non cambiano forse mi dimetto …, sto pensando alle dimissioni …).
Ci si dimette.
E si spiegano le ragioni.
In questa crisi mi pare che nulla di tutti ciò sia avvenuto.
Veda un po’ lei, signor Carlo.

venerdì 3 ottobre 2008

come non farsi prendere per il culo...





Due immagini (identiche) dello stesso dramma.

La prima foto (pubblicata sul Giornale - famiglia Berlusconi) tende a limitare il dramma provocato da razzisti ( i razzisti in Italia non esistono!!!) e propone l'immagine larga (che poco evidenzia i danni provocati sul volto) ed a limitare (con il photoshop) i danni devastanti sul viso riducendo gli effetti dei colori rosso e magenta. L'attenzione (a causa del taglio) scivola inconsciamente dal viso alla maglietta del giovane ed alle sue scritte, rendendo meno drammatica l'immagine.

La seconda pubblicata su L'Unità invece propone un taglio preciso sui danni al viso e l'effetto è sconvolgente.

I bulli (pur presi!) sono incredibilmente a piede libero. Nulla dell'informazione che ci propinano è casuale: tutto (ammesso che venga riferito) viene PILOTATO SEMPRE e COMUNQUE ... qualsiasi "notizia" lascino passare contiene sempre un secondo fine ... spesso non facilmente identificabile. Nulla è casuale, come invece tentano di farci credere.

Lecce Romana by Night

foto by lakuOne presa qui

Il 4 ottobre dalle ore 19 la Lecce Romana sara' aperta al pubblico.
Visite guidate dell'anfiteatro, del teatro romano e del museo annesso saranno offerte per la modica cifra di 4 euro!

Marco Travaglio sul vergognoso "Porta a porta" dell'altra sera

Ora d'aria - l'Unità, 2 ottobre 2008
L’altra sera, a “Porta a Porta”, Rosy Bindi e Di Pietro contro Gasparri e Verdini. A un certo punto, però, colpo di scena. Gasparri avverte Di Pietro: “Attento che Vespa di Giustizia se ne intende”. Qualcuno intravede un’allusione alla sua signora, la giudice Augusta Iannini, già intima di Squillante e dunque promossa da Castelli, Mastella e Angelino Jolie a direttore del ministero della Giustizia. Bruno Vespa, in arte Fede, capisce al volo: imparziale come sempre, si unisce al duo Pdl e comincia a pestare Di Pietro. Tre contro uno.
Tema: i processi al Cainano: “Se Berlusconi - sostiene l’insetto - è un’anomalia, lo sono pure i 26 suoi processi, dai quali è sempre uscito assolto”.
Pari e patta. Di Pietro prova a ricordare di averne avuti 33, di processi, ma lui si dimise da pm e da ministro per farsi giudicare (bella forza, era innocente), mentre il Cainano si assolve da sè depenalizzando i suoi reati e dimezzando la prescrizione con leggi ad personam.
Vespa, aspirante Ghedini, dice che “su 26 processi, 4 sono in corso, 4 sono finiti in prescrizione e 18 in assoluzione”. Tutti “successivi alla discesa in campo”. Parla di appena “4 leggi ad personam”. E sostiene che, per le tangenti alla Guardia di Finanza, “Berlusconi è stato assolto con formula piena”, mentre “il caso di Lentini al Milan era analogo a quello di Dino Baggio alla Juve, ma Agnelli non fu nemmeno chiamato a testimoniare, mentre Berlusconi fu condannato”. Cinque balle in cinque frasi.
1) Le leggi ad personam sono 16:
decreto Biondi, Tremonti, rogatorie, falso in bilancio, Cirami, Maccanico-Schifani, ex-Cirielli, Gasparri, salva-Rete4, Frattini, condoni fiscale e ambientale, Pecorella, bloccaprocessi, Alfano, prossimamente intercettazioni.
2) Prima della discesa in campo, Berlusconi era già stato indagato nel 1983 (poi archiviato) per traffico di droga e imputato nel 1989 per falsa testimonianza sulla P2 (colpevole, ma salvo grazie all’amnistia del 1990); nel 1992-93 vari manager del suo gruppo erano sott’inchiesta per i fondi neri di Publitalia e del Milan, tangenti a Dc, Psi e Cariplo. Come scrive il gip bresciano Carlo Bianchetti nel 2001, archiviando le denunce berlusconiane contro il pool di Milano: “L’impegno politico del denunciante e le indagini ai suoi danni non si pongono in rapporto di causa ed effetto; la prosecuzione di indagini già iniziate e l’avvio di ulteriori indagini collegate in nessun modo possono connotarsi come attività giudiziaria originata dalla volontà di sanzionare il sopravvenuto impegno politico dell’indagato”. Anzi, è probabile che sia sceso in campo per salvarsi dalle inchieste già aperte sul suo gruppo, prevedendo che sarebbero giunte fino a lui.
3) I processi al Cavaliere non sono 26, ma 15: 5 in corso (corruzione Saccà, corruzione senatori, corruzione giudiziaria Mills, fondi neri Mediaset, Telecinco in Spagna) e 10 già conclusi, più varie indagini archiviate (6 per mafia e riciclaggio, 2 per le stragi mafiose del 1992-’93, ecc.). Nei 10 processi già chiusi, le assoluzioni nel merito sono solo 3: 2 con formula dubitativa (comma 2 art.530) per i fondi neri Medusa e le tangenti alla Finanza (“insufficienza probatoria”), 1 con formula piena per il caso Sme-Ariosto/1. Altre 2 assoluzioni - All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2 - recano la formula “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: l’imputato se l’è depenalizzato (falso in bilancio). Per il resto: 2 amnistie per la falsa testimonianza sulla P2 e un falso in bilancio sui terreni di Macherio; e 5 prescrizioni, grazie alle attenuanti generiche, che si concedono ai colpevoli, non agli innocenti: All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi), caso Lentini (falso in bilancio con prescrizione dimezzata dalla riforma Berlusconi), bilanci Fininvest 1988-’92 (idem come sopra), 1500 miliardi di fondi neri nel consolidato Fininvest (come sopra), Mondadori (corruzione giudiziaria del giudice Metta tramite Previti, entrambi condannati).
4) Dunque, per le mazzette alla Finanza, niente formula piena, ma insufficienza di prove.
5) Il caso Lentini non era affatto analogo al caso Baggio: Lentini fu pagato dal Milan con fondi neri extrabilancio (reato), Baggio con una donazione personale di Agnelli (non reato). E comunque, per Lentini, Berlusconi non è mai stato “condannato”.
Ora non vorremmo che l’imparziale insetto dovesse risponderne all’Authority o, Dio non voglia, scusarsi in diretta. Ma non c’è pericolo: in tv deve scusarsi chi dice la verità, non chi racconta balle. Emilio Vespa è in una botte di ferro.

mercoledì 1 ottobre 2008

Interrogazione.........

Ricevo e pubblico...
...Prossimamente darò un mio parere sul tema
come spero facciate voi.
firmato Hawkeye,
alias Brontolo,
alias Puffo arrabbiato,
alias "Urpe ca nu rriva all'ua".













(per leggere bene i documenti cliccarci sopra)