martedì 30 giugno 2009

Asl, Vendola sospende la Cosentino e azzera la Giunta Regionale

Asl, Vendola sospende la Cosentino e azzera la giunta regionale
Il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha chiesto e ottenuto da tutti gli assessori regionali di rimettere il mandato nelle sue mani. Lo ha annunciato poco fa lo stesso Vendola ai giornalisti. Poco prima la giunta aveva sollevato dall'incarico la manager dell'Asl di bari Lea Cosentino, indagata nell'inchiesta sugli appalti della sanità. Ieri il vice presiedente Frisullo aveva annunciato: "Su di me solo voci, resto al mio posto".
di Paolo Russo

Colpo di scena nella vicenda su giustizia e sanità che da giorni tiene banco sui giornali. Il presidente della Regione Nichi Vendola ha deciso di azzerare la giunta al termine di una giornata convulsa e frenetica. Vendola, rientrato dal Canada, ha incontrato l'assessore alla Sanità Fiore che due mesi fa ha sostituito il dimissionario Alberto Tedesco,prima vittima politica dello scandalo. Quindi ha comunicato a Lea Cosentino, la dirigente dell'Asl di Bari raggiunta dall'avviso i garanzia per turbativa d'asta, la sospensione cautelare dall'incarico. Infine ha riunito la giunta ed ha chiesto ed ottenuto dai suoi assessori le deleghe. Adesso Vendola formerà una nuova giunta, aprendo le porte ad Udc e Italia dei valori.
Il direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, e' stata sospesa in via cautelativa dalla giunta regionale pugliese dopo che e' stata raggiunta nei giorni scorsi da un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta sugli appalti nella sanita' avviata dalla Procura di Bari.
La notizia e' stata resa nota dalla stessa dirigente che ha annunciato ''azioni legali'' contro il provvedimento e ha espresso ''profonda delusione per la presa di posizione''.
Lea Cosentino e' indagata per turbativa d'asta nell'ambito di indagini dirette dal pm Pino Scelsi. E' la seconda volta che alla manager viene notificato un avviso di garanzia: qualche mese fa, infatti, ne aveva ricevuto un altro per un'altra inchiesta, la stessa che ha coinvolto e ha fatto dimettere l'ex assessore regionale alla Sanita' Alberto Tedesco.
Lea Cosentino e Sandro Frisullo vogliono restare al loro posto. Questo pomeriggio, senza ancora aver smaltito il jet lag del ritorno dal Canada, il presidente Nichi Vendola tornerà al comando di una nave in balia di una tempesta giudiziaria.
Durante la sua settimana di assenza, la Regione è stata scossa dall´avviso di garanzia notificato al direttore generale dell´Asl di Bari e dalle imbarazzanti indiscrezioni che hanno coinvolto il vicepresidente della giunta.
Indiscrezione, smentite ieri dal procuratore Emilio Marzano che ha spiegato:
«Frisullo non risulta indagato», per poi aggiungere subito dopo «ma anche se lo fosse non ve lo direi».
Sulla vicenda pende il "precedente Tedesco".
L´ex assessore alla Sanità si dimise solo per un´indiscrezione, poi confermata dai fatti, che lo voleva indagato dalla procura di Bari. La giunta convocata per questo pomeriggio servirà a decidere il destino di Lady Asl e dell´assessore Frisullo.
Il governatore incontrerà entrambi, separatamente, prima della riunione di giunta. Sarà nello spazio di questi colloqui privati che si delineeranno i destini politici e professionali di Lea Cosentino e Sandro Frisullo.
Dal Canada, Nichi Vendola, ha indicato la sua linea: «Chi è indagato deve dimettersi».
Non ha cambiato idea neanche dopo i colloqui telefonici con il segretario regionale del Pd, Michele Emiliano. Lea Cosentino sarebbe pronta ad opporre resistenza alla volontà del governatore. «Non mi sono dimessa - ha detto - comunicherò le mie decisioni al presidente».
Oggi Lady Asl dirà a Vendola che intende restare al suo posto. Lo farà personalmente, ma anche tramite alcuni assessori del Pd ai quali ha affidato un messaggio preciso: il reato configurato, la turbativa d´asta, sarebbe riferito ad un appalto mai espletato dalla Asl.
Per questo le sue dimissioni sarebbero un provvedimento eccessivo. Diversa la posizione di Frisullo.
Ieri il vicepresidente è tornato nel suo ufficio sul lungomare dopo un´assenza concisa con l´esplosione del Barigate. «Sono finito nel tritacarne mediatico - raccontava ieri - ma non credo che il presidente né altri possano avere degli elementi per chiedere le mie dimissioni».
Ma Frisullo è preoccupato, in questi giorni difficili non ha mai parlato con Vendola.
Oltre alla soluzione politica, all´orizzonte c´è anche una strada tecnica per uscire dal terreno minato degli appalti sanitari. Prima della giunta, Vendola incontrerà anche l´assessore alla Salute. Fiore illustrerà al presidente il progetto di riforma pensato per garantire maggiore trasparenza nell´assegnazione degli appalti delle Asl: «Sono cinque provvedimenti che si intrecciano tra loro - ha anticipato Fiore - vanno dalla centralizzazione degli acquisti sanitari alla creazione di un osservatorio permanente sugli appalti sanitari».
(30 giugno 2009)
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Vendola si è FINALMENTE reso conto di che personaggi è circondato ?!!!

sabato 27 giugno 2009

Sia l'"Independent" che il "Times" tornano sulla vicenda del premier
"Segnali di pericolo sul suo futuro politico". E fanno il nome di Draghi per la successione
"Ultimi giorni alla corte di re Silvio"
I giornali inglesi ipotizzano le dimissioni
Intervista a Barbara Montereale che parla di "aria quasi competitiva"
tra le ragazze alle feste del Cavaliere. E conferma il regalo da diecimila euro

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - "Gli ultimi giorni della corte di re Silvio" s'intitola il paginone dell'Independent di oggi. E il Times ricostruisce su due pagine la vicenda con un grafico della "ragnatela di connessioni nel mondo di Silvio", ipotizzando che le pressioni per costringere il premier a dimettersi continueranno e indicando nel governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, un possibile primo ministro ad interim che ne prenda il posto.

Il caso Berlusconi continua dunque a rimanere al centro dell'attenzione dei media e dell'opinione pubblica mondiale, in particolare in Gran Bretagna, dove la stampa nazionale sembra particolarmente colpita da una vicenda a base di "sesso, bugie e videotape", per parafrasare un noto film di alcuni anni or sono.

"Berlusconi sembrava immune dagli scandali, ma le sensazionali notizie di caroselli sessuali a base di feste, modelle e denaro stanno facendo sentire il loro peso sul premier", scrive l'Independent. L'inchiesta dell'ex-corrispondente da Roma Peter Popham ricostruisce gli ultimi sviluppi della faccenda, notando in particolare le crescenti critiche della Chiesa cattolica, "che sta cominciando quietamente a tenere Berlusconi a distanza" e "l'accumularsi di segnali di pericolo" per il suo futuro politico. L'articolo sottolinea che perfino uno dei suoi più fidati consiglieri, Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, ha recentemente tracciato "un'analogia tra l'attuale situazione di Berlusconi e quella di Mussolini il 24 luglio 1943", il giorno prima che il duce fu destituito dal re. "La defezione di Ferrara", nel fronte dei critici di Berlusconi, scrive Popham, "fa parte degli effetti collaterali del divorzio chiesto da Veronica Lario", poiché Il Foglio è parzialmente di proprietà della (ancora per poco, a quanto pare) moglie del leader del Pdl.

Anche il Times pubblica un paginone sul caso. Un articolo di Lucy Bannerman, inviata a Bari, ricostruisce la rete di amicizie dichiarate e sotterranee che portano dal capoluogo pugliese fino alla residenza romana di Berlusconi e alla sua villa di Porto Rotondo in Sardegna. L'articolo contiene tra l'altro una nuova intervista a una delle giovani donne che hanno fatto visita al premier in più occasioni, Barbara Montereale, la cui automobili è bruciata nei giorni scorsi per un misterioso incendio doloso, la quale dice al Times che quando fu invitata in Sardegna a metà gennaio "c'erano un sacco di ragazze che non si conoscevano tra loro" e parla di un'atmosfera "quasi competitiva".

La Montereale conferma quando affermato in precedenti occasioni, cioè che per la sua presenza in Sardegna ricevette 11 mila euro, mille dall'uomo d'affari pugliese Giampaolo Tarantini, che l'aveva accompagnata, e 10 mila come "regalo" da Berlusconi.

Un secondo articolo, un commento del corrispondente da Roma Richard Owen, nota che, due mesi dopo l'inizio dello scandalo con la partecipazione al compleanno per i 18 anni di Noemi Letizia, Berlusconi cerca di mettere insieme una strategia, "mantenere la calma e andare avanti come niente fosse". Ma è "troppo tardi", la mancanza di una reazione convincente fino a questo momento hanno lasciato "la sua squadra in uno stato d'assedio".

Per di più, scrive Owen, l'economia continua a declinare, con Mario Draghi, il governatore della Banca d'Italia, "indicato da alcuni come possibile premier a interim" se Berlusconi dovesse dimettersi, che questa settimana ha accusato il governo di "non avere una credibile via d'uscita" dalla recessione. L'articolo sottolinea che Berlusconi ha dovuto posticipare la discussione di una legge che dovrebbe multare severamente i clienti delle prostitute a causa dell'imbarazzo che provocherebbe un dibattito sul tema in parlamento alla luce degli incontri tra il premier e le escort e per la definizione che di lui ha dato il suo avvocato come "utilizzatore finale" di tali servigi.

Il Times rileva che Berlusconi affida sempre più spesso il compito di apparire in pubblico in sua vece al "fidato luogotenente Gianni Letta", dando la colpa all'artrite che lo affligge, per cui riceve iniezioni di cortisone. L'articolo si conclude ipotizzando che la salute "potrebbe essere una scusa" per rassegnare le dimissioni e prevede che le pressioni per dimettersi continueranno anche in autunno.

Il paginone del Times è illustrato da un ampio grafico che ricostruisce "la ragnatela" dei rapporti fra tutti i personaggi che ruotano attorno a Berlusconi e che sono coinvolti in qualche modo nello scandalo, da Veronica Lario alla cosiddetta "ape regina" Sabine Began, da Noemi Letizia alla escort Patrizia D'Addario; e un riquadro a parte cerca di spiegare ai lettori inglesi il significato di termini come "velina", "meteorina" e "valletta", il nuovo vocabolario della politica italiana al tempo di re Silvio.

(Repubblica -27 giugno 2009)
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RACALE- Torre Suda:SOTTO PIAZZA DON TONINO BELLO LA DISCARICA DI COLLANT

SOTTO PIAZZA DON TONINO BELLO LA DISCARICA DI COLLANT

Sequestrata dai carabinieri del Noe la piazza che si estende per circa 4000 metri quadrati nella marina di Torre Suda. Durante il rifacimento sono venute alla luce dal sottosuolo migliaia di calze

I carabinieri del Noe guardano sotto la superficie della piazza la discarica abusiva con migliaia di calze di naylon
Una vicenda che ha dell’incredibile e lascia presagire, senza sfere di cristallo, che le viscere del Salento nascondano chissà quali tossici segreti. Un inferno dantesco, dove il terreno si ciba di plastica e veleni, che poi rigurgita nell’acqua da bere, nell’insalata, nei pomodori. Si apre una buca, quando non si ha la possibilità di buttare tutto in cava o nei frantoi ipogei, o giù nelle grotte naturali, si riempie ora di materiale edile di risulta, ora di barattoli e contenitori di vernici, di vecchi copertoni, di batterie fuori uso che sbavano acidi, e poi si richiude. Amen. Degna sepoltura. Pensate che le pubbliche amministrazioni siano all’oscuro di tutto? Fate voi.

Quel che hanno scoperto i carabinieri della stazione di Racale e gli agenti della municipale del paese ionico lascia sbigottiti: durante i lavori di rifacimento della piazza sul mare intitolata a Don Tonino Bello, nella marina di Torre Suda, ma più precisamente a seguito dello smottamento di un muro perimetrale dell’area pubblica in corso di ristrutturazione sono venute alla luce dal sottosuolo migliaia di calze di nailon. Ma non solo.

Le indagini più specifiche, poi, sono passate ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce comandati dal capitano Nicola Candido, che dopo la macabra scoperta, hanno sequestrato la piazza che si estende per circa 4000 metri quadrati, a ridosso di uno dei piu' bei tratti della costa ionica, ovviamente sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

Ed è emerso che sotto il piano di calpestio erano state ammassate tonnellate di rifiuti speciali consistenti in calze di nylon, cartoni, brandelli di stoffe, imballaggi in plastica e bottiglie di vetro, presumibilmente stoccate sotto la piazza all'epoca della sua realizzazione, risalente alla fine degli anni Settanta, quando qualcuno ha pensato di risolvere lo smaltimento di ingenti quantità di rifiuti infossandoli in riva al mare, sotto una piazza che ospita dei giardini pubblici.

Adesso sono in corso le indagini da parte del Noe e dei carabinieri di Racale che, anche con il supporto della polizia municipale, stanno indagando per risalire a chi ha avuto la felice idea di chiudere tutti e due gli occhi di fronte a quello sconcio ambientale. I reati contestati sono quelli di realizzazione di discarica abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale e deturpamento di bellezze naturali.
Luisa Cotardo da Lecce Prima.it
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Se iniziassero adeguate indagini in Taviano suppongo che, con estrema facilità, verrebbero fatte "scoperte" anche peggiori.

mercoledì 24 giugno 2009

martedì 23 giugno 2009

Per la PROVINCIA di Lecce...

Aggiornamento definitivo ore 23:11.
804 le sezioni scrutinate sulle 804 totali:
48,9% per Loredana Capone con 155.265 voti
contro il 51,1% di Antonio Gabellone con 162.179 voti.
6.914 voti di scarto.
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Mi chiedo:
Ora il centrosinistra capirà che la nostra astensione li farà perdere sempre ?
E' stato duro prendere la decisione di NON VOTARE, ma d'ora in poi la SINISTRA (VERA!) non supporterà più candidati non condivisi
e non voterà più se esisteranno amministrazioni (come quella Tavianese) che "tradiscono" i propri elettori (o parte di essi come acaduto con gli ambientalisti a Taviano) .

lunedì 22 giugno 2009

il Patrizia-gate cancellato dai tg- da Repubblica

L'ANALISI / Dalla Rai a Mediaset: così un caso diventa "fantasma"

Nelle edizioni di sabato una vera pietra tombale seppellisce l'inchiesta di Bari
Silenzi, omissioni, mezze notizie

il Patrizia-gate cancellato dai tg
Il Tg1 di Minzolini ha evitato di collegare Berlusconi alla D'Addario

Solo "feste a Palazzo Grazioli", aggiungendo: "Potrebbe trattarsi di millanterie"

di SEBASTIANO MESSINA

(Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini)
È davvero possibile insabbiare uno scandalo che domina le prime pagine dei quotidiani nazionali, è al centro di un'inchiesta giudiziaria ed è finito immediatamente nei titoli della stampa internazionale?
Sì, è possibile. In questa Italia dove il presidente del Consiglio ha anche l'ultima parola sulle nomine dei direttori di cinque dei sei maggiori telegiornali, ormai non c'è più bisogno di contestare i fatti, i sospetti e le accuse: basta nasconderli, e oplà, la notizia non c'è più. Quei quindici milioni di italiani che ogni sera si affidano ai telegiornali per sapere quello che è successo in Italia e nel mondo, quell'80 per cento di telespettatori che non leggono i giornali - dunque non leggeranno neanche questo articolo - e hanno la tv come unica fonte d'informazione, non hanno la più pallida idea di quello che è successo la settimana scorsa. Già, cos'è successo? Proviamo a mettere in ordine i fatti, e confrontiamoli con quello che il Tg1 e il Tg5 hanno riferito ai loro fiduciosi telespettatori. Mercoledì 17. Il "Corriere della Sera" pubblica in prima pagina un'intervista a una signora di Bari, Patrizia D'Addario, che racconta di essere stata pagata 2000 euro per partecipare a due feste a Palazzo Grazioli (residenza romana di Silvio Berlusconi), e dichiara di avere le prove di aver passato una notte in compagnia del presidente del Consiglio. E poiché chi l'ha pagata è un imprenditore della sanità, oggetto a Bari di un'inchiesta per presunte tangenti, il magistrato ipotizza un reato preciso: "induzione alla prostituzione". Su Berlusconi, dunque, aleggia il bruciante sospetto di essersi intrattenuto con una donna pagata per fare sesso con lui.
All'ora di pranzo, accendiamo il televisore. Il Tg5 delle 13, riferendo di "presunte irregolarità negli appalti della sanità privata", dà la notizia con queste parole: "Uno degli imprenditori si vantava di essere stato invitato a partecipare con delle ragazze a feste a Palazzo Grazioli". E vabbè, pensa il telespettatore, che male c'è a vantarsene? Dopodiché il cronista riferisce di "indagini per induzione alla prostituzione", ma evita accuratamente di dire chi avrebbe indotto chi, e soprattutto con chi la donna sarebbe stata indotta a prostituirsi. Mezz'ora dopo, il Tg1 entra in argomento con le parole di Berlusconi, che un conduttore compunto scandisce con tono severo: "Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità". E mentre uno si domanda di cosa stia parlando, il conduttore precisa: "Si parla di feste con la partecipazione di alcune ragazze". Tutto qui? Sì, tutto qui. Il telespettatore non capisce come mai Berlusconi sia così infuriato, ma aspetta l'ora di cena per saperne di più. Attesa vana, perché i due telegiornali ripetono le formule criptiche dell'ora di pranzo: "Si parla di feste...". Il Tg1, preoccupato di aver detto già troppo, aggiunge premuroso: "Tutto da verificare: potrebbe trattarsi di millanterie o altro". Dopodiché entrambi i tg rivelano che la faccenda ha un risvolto politico. Che non riguarda però il premier, ma D'Alema: colpevole di aver ipotizzato "una scossa" capace di destabilizzare il governo. Invece di spiegarci il nuovo "caso Berlusconi", dunque, entrambi apparecchiano un inesistente "caso D'Alema" sul quale concentrano la dose quotidiana di dichiarazioni in politichese stretto. Giovedì 18 i magistrati di Bari interrogano cinque ragazze, i giornali inglesi titolano sulle "donne pagate alle feste di Berlusconi", ma il Tg1 delle 20 riesce a confondere ancora di più le idee al suo pubblico, spiegando che si indaga "sul presunto ingaggio di ragazze per avvicinare i potenti". Quali ragazze, e soprattutto quali potenti, non si sa. Il Tg5 della sera, invece, fa finalmente il nome di Patrizia D'Addario, e anche quello dell'imprenditore coinvolto, Gianpaolo Tarantini, spiegando che quest'ultimo potrebbe aver "tentato di ingraziarsi persone influenti". Il telespettatore immagina che queste "persone influenti" siano gli stessi "potenti" evocati dal Tg1, ma non gli viene dato neanche un indizio per capire chi siano. Venerdì 19 Gianpaolo Tarantini - l'imprenditore indagato per "induzione alla prostituzione" - dà all'Ansa la sua versione dei fatti, l'opposizione chiede al premier di riferire in Parlamento e il quotidiano dei vescovi, "Avvenire", lo invita apertamente a discolparsi: "Occorre un chiarimento con l'opinione pubblica". Le notizie non mancano, ma il Tg1 di Minzolini comincia con un Berlusconi furioso: "Le trame giudiziarie e gli attacchi mediatici non mi butteranno giù!". Il nostro telespettatore è sempre più curioso di capire cosa diavolo stia succedendo, ma deve accontentarsi di quello che gli passa il convento di Mimun, ovvero il Tg5 delle 20: "Il premier ha commentato così le voci che per vari rivoli sono emerse in questi giorni". Quali voci? E dove sono emerse? Certo non al Tg5 (e neppure al Tg1). Sabato 20 una delle ragazze coinvolte, Barbara Montereale, racconta a "Repubblica" cosa accadeva nelle feste di Palazzo Grazioli ("Tutte lo chiamavano papi"), mentre si apprende che dalle registrazioni consegnate da Patrizia D'Addario ai magistrati si sentirebbe la voce di Berlusconi che dice: "Vai ad aspettarmi nel letto grande". Con questi tasselli il puzzle è quasi completo, e infatti l'indomani i giornali stranieri racconteranno la storia con dovizia di particolari. Per il Tg1 e il Tg5, invece, il caso è chiuso. Non un titolo, non un servizio, non una parola. Una pietra tombale ha seppellito l'inchiesta di Bari, i sospetti dei magistrati, l'imbarazzo del premier e le domande dell'opposizione. Cosa sia successo nelle misteriosissime feste di Palazzo Grazioli, il telespettatore italiano non è riuscito a saperlo. E forse non lo saprà mai, se aspetterà che glielo rivelino i tg di Berlusconia.
(22 giugno 2009)
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VERGOGNA !!!!

venerdì 19 giugno 2009

di gran moda le "faccia di Bronzo" !!!

La Sinistra prende batoste memorabili e nessuno dei suoi leader avverte l’obbligo morale di DIMETTERSI.
Stessa situazione nel PD.
Stessa situazione nel PDL.
Stessa situazione per i VERDI che vincono in tutta Europa e qui in Italia continuano a far schifo e ad avere rappresentanti di cui ci si può gradevolmente vergognare.
Stessa situazione nella maggioranza Tavianese… ed anche in questo caso...
nessuno avverte quella “normale” sensazione di dover rassegnare le proprie dimissioni poiché la gente chiaramente pensa che fin ora non abbia svolto adeguatamente il proprio compito.
Tutto ciò non potrebbe esistere in nessuna altra parte del mondo civilizzato e democratico.
Tutto ciò FA SCHIFO !

E’ chiaro sintomo di attaccamento al potere e non di amore per la propria nazione o città.
Inoltre, con l’oramai collaudato sistema Berlusconiano di MISTIFICAZIONE DELL’INFORMAZIONE, hanno la faccia tosta di “uscire sui giornali” con articoli ridicoli sino all’inverosimile,
sperando di guadagnare consensi che oramai sono chiaramente DEFUNTI !

La “faccia di Bronzo” di berlusconiana invenzione sta contagiando a piene mani i nostri politici … con gravissimi danni per i cittadini che non possono "in tempo reale" accertare la gravità della situazione, ma dopo anni si rendono conto che il proprio paese è rimasto ARRETRATO rispetto agli altri e, a maggior ragione, rispetto al resto d'Italia e d'Europa…
(continua)

giovedì 18 giugno 2009

PAPI... l' utilizzatore finale



Alcuni articoli vanno letti e conservati...

cliccate sull'immagine per ingrandirlo e leggerlo comodamente.

Ora...DEVE per forza cadere !


da il Corriere della Sera di oggi
Il pm ha interrogato altre tre ragazze
La D’Addario ha consegnato i nastri e il video degli incontri con il premier
Ci sono almeno tre ragazze che hanno confermato di aver preso soldi per partecipare alle feste a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa. Due sono state interrogate dal pubblico ministero a Bari, l’altra a Roma. Hanno raccontato i dettagli, tanto che una di loro ha chiesto e ottenuto il permesso di poter andare all’estero «per un po’» sostenendo di «temere per la mia sicurezza».
Anche Patrizia D’Addario è stata ascoltata per oltre cinque ore dal magistrato Pino Scelsi.
La candidata alle elezioni comunali con la lista «La Pu­glia prima di tutto», che ha rivelato le due serate che avrebbe trascorso con il pre­mier nella residenza capitoli­na, ha poi depositato le regi­strazioni audio dei suoi in­contri e un video dove lei stessa si sarebbe ripresa con un telefonino. «L’ho fatto— ha fatto mettere a verbale— perché così nessuno potrà smentire che sono stata lì». Tarantini e le squillo
A gestire le ragazze sareb­be stato Giampaolo Taranti­ni, l’imprenditore pugliese di 35 anni titolare insieme al fratello Claudio, 40 anni, di un’azienda — la Tecnohospi­tal — che si occupa di tecno­logie ospedaliere.
Per questo è stato iscritto nel registro degli indagati per induzione alla prostituzione e la scorsa settimana è stato interroga­to alla presenza di un avvoca­to. Sono gli stessi vertici del­la Procura di Bari a confer­mare che «è in corso un’in­dagine su questo reato in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna», nata da al­cune conversazioni telefoni­che durante le quali lo stes­so Tarantini avrebbe trattato con le ragazze le trasferte e i compensi.
Non sapeva l’imprendito­re di essere finito sotto in­chiesta per associazione a de­linquere finalizzata alla cor­ruzione. Secondo l’ipotesi della Guardia di Finanza la sua azienda avrebbe versato laute mazzette per ottenere appalti nel settore sanitario.
Un filone di questi accerta­menti ha coinvolto tre mesi fa anche l’allora assessore re­gionale alla Sanità Alberto Tedesco, che per questo si è dimesso dall’incarico. Parla­va al telefono con le ragazze Tarantini, ma anche con le persone dell’entourage del premier. E quando ha af­frontato l’argomento soldi, sono scattate le verifiche. Il patto con Patrizia È proprio Tarantini il me­diatore che avrebbe portato Patrizia D’Addario alle due feste con Berlusconi. Le era stato presentato da un ami­co comune che si chiama Max e le disse di chiamarsi Giampi.
Di fronte al pubbli­co ministero la donna ha confermato che «per la pri­ma serata l’accordo prevede­va un versamento di 2.000 euro, ma ne ho presi soltan­to 1.000 perché non avevo accettato di rimanere. La se­conda volta — era la notte dell’elezione di Barack Oba­ma — sono rimasta e dun­que ho lasciato palazzo Gra­zioli la mattina successiva. Quando sono arrivata in al­bergo la mia amica che ave­va partecipato con me alla se­rata mi ha chiesto se avevo ricevuto la busta, ma io le ho risposto che non avevo rice­vuto nulla. Il mio obiettivo era ricevere un aiuto per por­tare avanti un progetto im­mobiliare e Berlusconi mi aveva assicurato che lo avrebbe fatto. Giampaolo mi disse che se lui aveva fatto una promessa, l’avrebbe ri­spettata ».
Il racconto della D’Adda­rio sulle modalità degli in­contri coincide con quello verbalizzato dalle altre tre ra­gazze. Tutte avrebbero speci­ficato di essere state «contat­tate da Giampaolo che ci chiedeva se eravamo dispo­nibili a partire. Talvolta acca­deva poche ore prima e in quel caso i biglietti aerei era­no prepagati». Le verifiche della procura riguardano adesso gli spostamenti suc­cessivi. Le testimoni avreb­bero infatti riferito che le modalità concordate preve­devano che, una volta giun­te a Roma, loro arrivassero in taxi fino all’albergo indica­to e da lì dovevano attende­re l’autista di Giampaolo che le prelevava e le portava a pa­lazzo Grazioli. «Poco prima dell’arrivo — ha sottolinea­to Patrizia —, ci facevano ti­rare su i finestrini che erano sempre oscurati. Quando ar­rivavamo negli hotel ci veni­va detto come dovevamo ve­stirci: abiti eleganti e poco trucco».
Registrazioni e video
La candidata alle comuna­li ha depositato nella segrete­ria del pubblico ministero cinque o sei cassette audio e un video che la ritrae davan­ti a uno specchio e poi mo­stra una camera da letto. In un fotogramma c’è una cor­nice con una foto di Veroni­ca Lario.
Il magistrato dovrà adesso verificare l’attendibi­lità di questo materiale con una perizia che accerti se la voce incisa sul nastro è dav­vero quella del premier e se gli ambienti sono effettiva­mente interni a Palazzo Gra­zioli.
La decisione di convocare le ragazze in Procura è stata presa dopo aver ascoltato le intercettazioni telefoniche di Tarantini. Dopo aver ver­balizzato la loro versione, so­no stati programmati nuovi interrogatori per le prossi­me settimane. Nella lista del pubblico ministero ci sareb­bero diversi nomi: altre gio­vani che sarebbero state con­tattate dall’imprenditore e persone che potrebbero aver avuto un ruolo in questa vi­cenda.
L’elenco comprende i collaboratori dello stesso Ta­rantini, ma anche i politici che avrebbero deciso di met­tere la D’Addario in lista per le comunali. Lei ha specifica­to che non le fu mai propo­sto di andare a Villa Certosa, in Sardegna, «però Giampao­lo mi disse che c’era la possi­bilità di andare in vacanza al­l’estero, mi pare alle Bermu­da ».
Altre si sarebbero inve­ce accordate per partecipare a feste nella residenza presi­denziale di Porto Rotondo.
Fiorenza Sarzanini 18 giugno 2009

mercoledì 17 giugno 2009

dal Corriere della Sera di oggi- ...no comment

http://www.corriere.it/politica/09_giugno_17/sarzanini_patrizia_daddario_220cce4c-5b03-11de-8305-00144f02aabc.shtml
«Incontri e candidatura Ecco la mia verità»
DAL NOSTRO INVIATO BARI — Patrizia D’Addario è candidata nelle li­ste di «La Puglia prima di tutto», schieramento inse­rito nel Popolo della Libertà alle ultime elezioni co­munali a Bari. Ha partecipato alle prime settimane di campagna elettorale al fianco del ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e degli altri politici in corsa per il Pdl. Ma adesso ha deciso di rinunciare perché vuole raccontare un’altra verità. La D’Addario ha cercato il Corriere e registriamo, con la massima cautela e il beneficio d’inventario, la sua versione, trattandosi di una candidata alle am­ministrative.«Mi hanno messo in lista — afferma — perché ho partecipato a due feste a palazzo Grazioli.
Ho le prove di quello che dico e voglio raccontare che co­sa è successo prima che decidessi di tirarmi indie­tro. Il mio nome è ancora lì, ma io non ci sono più».
Cominciamo dall’inizio. Quando sarebbe anda­ta a palazzo Grazioli?
«La prima volta è stato a metà dello scorso otto­bre ».
Chi l’ha invitata?
«Un mio amico di Bari mi ha detto che voleva far­mi parlare con una persona che conosceva, per par­tecipare a una cena che si sarebbe svolta a Roma. Io gli ho spiegato che per muovermi avrebbero dovu­to pagarmi e ci siamo accordati per 2.000 euro. Allo­ra mi ha presentato un certo Giampaolo».
Qual era la proposta?
«Avrei dovuto prendere un aereo per Roma e lì mi avrebbe aspettato un autista. Mi dissero subito che si trattava di una festa organizzata da Silvio Ber­lusconi ».
E lei non ha pensato a uno scherzo?
«Il mio amico è una persona di cui mi fido cieca­mente. Ho capito che era vero quando mi hanno consegnato il biglietto dell’aereo».
Quindi è partita?
«Sì. Sono arrivata a Roma e sono andata in taxi in un albergo di via Margutta, come concordato. Un au­tista è venuto a prendermi e mi ha portato all’Hotel de Russie da Giampaolo. Con lui e altre due ragazze siamo entrati a palazzo Grazioli in una macchina con i vetri oscurati. Mi avevano detto che il mio no­me era Alessia».
E poi?
«Siamo state portate in un grande salone e lì ab­biamo trovato altre ragazze. Saranno state una venti­na. Come antipasto c’erano pezzi di pizza e champa­gne. Dopo poco è arrivato Silvio Berlusconi».
Lei lo aveva mai incontrato prima?
«No, mai. Ha salutato tutte e poi si è fermato a parlare con me. Ho capito di averlo colpito perché mi ha chiesto che lavoro facessi e io gli ho parlato subito di un residence che voglio costruire su un terreno della mia famiglia. Ci ha mostrato i video del suo incontro con Bush, le foto delle sue ville, ha cantato e raccontato barzellette.
Lei è tornata subito a Bari?
«Era notte, quindi sono andata in albergo e Giam­paolo mi ha detto che mi avrebbe dato soltanto mil­le euro perché non ero rimasta».
C’è qualcuno che può confermare questa sto­ria?
«Io ho le prove».
Che vuole dire?
«Che quella non è stata l’unica volta. Sono torna­ta a palazzo Grazioli dopo un paio di settimane, esat­tamente la sera dell’elezione di Barack Obama».
Vuol dire che la notte delle presidenziali degli Stati Uniti lei era con Berlusconi?
«Sì. Nessuno potrà smentirmi. Ci sono i biglietti aerei. Anche quella volta sono stata in un albergo, il Valadier. Con me c’erano altre due ragazze. Una la conoscevo bene. È stato sempre Giampaolo a orga­nizzare tutto».
E che cosa è accaduto?
«Con l’autista ci ha portato nella residenza del presidente, ma quella sera non c’erano altre ospiti. Abbiamo trovato un buffet di dolci e il solito piani­sta. Quando mi ha visto, Berlusconi si è ricordato subito del progetto edilizio che volevo realizzare. Poi mi ha chiesto di rimanere».
Si rende conto che lei sostiene di aver trascor­so una notte a palazzo Grazioli?
«Ho le registrazioni dei due incontri».
E come fa a dimostrare che siano reali?
«Si sente la sua voce e poi c’erano molti testimo­ni, persone che non potranno negare di avermi vi­sta ».
Scusi, ma lei va agli incontri con il registrato­re?
«In passato ho avuto problemi seri con un uomo e da allora quando vado a incontri importanti lo por­to sempre con me».
E lei vuol far credere che non è stata controlla­ta prima di entrare nella residenza romana del premier?
«È così, forse sono stata abile. Ma posso assicura­re che è così».
E può anche provarlo?
«Berlusconi mi ha telefonato la sera stessa, appe­na sono arrivata a Bari. E qualche giorno dopo Giam­paolo mi ha invitata a tornare. Ma io ho rifiutato».
A noi la sua versione sembra poco credibile...
«Lo dicono i fatti. Berlusconi mi aveva promesso che avrebbe mandato due persone di sua fiducia a Bari per sbloccare la mia pratica. Non ha mantenuto i patti ed è da quel momento che non sono più volu­ta andare a Roma, nonostante i ripetuti inviti da par­te di Giampaolo. Loro sapevano che avevo le prove dei miei due precedenti viaggi».
E non si rende conto che questo è un ricatto?
«Lei dice? Io posso dire che qualche giorno dopo Giampaolo ha voluto il mio curriculum perché mi disse che volevano candidarmi alle Europee».
Però lei non era in quella lista?
«Quando sono cominciate le polemiche sulle veli­ne, il segretario di Giampaolo mi ha chiamata per dirmi che non era più possibile».
Quindi la candidatura alle Comunali è stata un ripiego?
«A fine marzo mi ha cercato Tato Greco, il nipote di Matarrese che conosco da tanto tempo. Mi ha chiesto un incontro e mi ha proposto la lista 'La Pu­glia prima di tutto' di cui era capolista lo zio. Io ho accettato subito, ma pochi giorni dopo ho capito che forse avevo commesso un errore».
Perché?
«La mia casa è stata completamente svaligiata. Mi hanno portato via cd, computer, vestiti, bianche­ria intima. È stato un furto molto strano».
Addirittura? Ma ha presentato denuncia?
«Certamente. Ma ho continuato la campagna elet­torale. È andato tutto bene fino al giorno in cui Ber­lusconi è arrivato a Bari per la presentazione dei can­didati del Pdl. Io lo aspettavo all’ingresso dell’Hotel Palace. Lui mi ha guardata, mi ha stretto la mano ed è entrato nella sala piena. Io ero in lista, quindi l’ho seguito. Ma all’ingresso della sala sono stata blocca­ta dagli uomini della sicurezza e del partito che mi hanno impedito di partecipare all’evento».
È il motivo che adesso la spinge a raccontare questa storia?
«No, avrei potuto continuare a fare campagna elettorale e trattare con loro nell’ombra. La racconto perché ho capito che mi hanno ingannata. Avevo chiesto soltanto un aiuto per un progetto al quale tengo molto e invece mi hanno usata».
Fiorenza Sarzanini 17 giugno 2009

martedì 16 giugno 2009

Totò contro i quattro - di Marco Travaglio

Ora d'aria -l'Unità, 15 giugno 2009
La lettura degli house organ berlusconiani è sempre molto affascinante.
Ma lo sarà sempre più, col progredire della sindrome da Bagaglino che porterà presto Al Tappone a presentarsi a un summit internazionale con un pitale in testa, un camicino modello Gheddafi e uno spazzolone in mano per proclamarsi imperatore delle galassie.
Appena spara una cazzata, i dipendenti accorrono per esibire le prove della medesima.
Ieri Il Giornale titolava: «I segreti del piano eversivo anti-Berlusconi», indicando i quattro nemici che tramano per sostituirlo con «un non eletto». Per la precisione: «veline, Mills, minorenni e voli di Stato». Nella fretta il capocomico Giordano ha dimenticato Veronica e Kakà, ma già i suddetti Quattro bastano a mettere in seria discussione la legge Basaglia.
Infatti le veline, le minorenni, Mills e i voli di Stato sono roba di Al Tappone.
Resta da individuare il «non eletto» che dovrebbe sostituirlo (a proposito: dichiaro fin da ora che voterò per lui, chiunque egli sia).
Cossiga, con la proverbiale lucidità, lo indica in Mario Draghi (magari).
Nei prossimi giorni, forse già alla Casa Bianca o al G8, il premier denuncerà un complotto dei venusiani ai suoi danni.
Il Giornale, Panorama, Tg4, Tg5, Tg1, Tg2, Studio Aperto e Chi intervisteranno stuoli di extraterrestri per confermarlo.
Il bello di questi Pulitzer arcoriani è che non temono di perdere la faccia: l’hanno già persa da tempo. Clemente J.Mimun dà del «bugiardo» a Santoro per aver detto ad Annozero che il Tg5 non aveva trasmesso l’intervento di Grillo al Senato.
E, per «ristabilire la verità», mostra un servizio che dimostrerebbe il contrario: in realtà nel servizio c’è solo la voce del cronista che racconta con parole sue quel che avrebbe detto Grillo, di cui non si sente neppure un monosillabo.
Quindi Santoro ha detto il vero e Mimun, mentre «ristabiliva la verità», mentiva. Del resto sulla “verità” formato Mediaset circolano su YouTube alcuni fuorionda illuminanti.
Meraviglioso quello della serata elettorale, in cui Gioacchino Bonsignore del Tg5 chiede a un collega i risultati del Pdl alle politiche 2008 per confrontarli con quelli delle Europee, ma precisa che «è solo una curiosità, mica lo diciamo».
Sennò si capisce che il padrone ha perso tre punti.
Strepitoso Luigi Galluzzo di Studio Aperto, che studia a memoria una balla da raccontare ai poveretti che lo guardano: «Escono le motivazioni del processo Mills in cui Berlusconi fu assolto».
Purtroppo Berlusconi non fu nemmeno processato, per Lodo ricevuto.
Ma, si sa, Mediaset è lì per «ristabilire la verità».
Ps. Un mese fa, con la scusa della par condicio, Daria Bignardi tagliò l’intervista a Vauro e a Beatrice Borromeo, ma giurò di trasmetterla nell’ultima puntata dell’Era glaciale: infatti, nell’ultima puntata, ha intervistato il giornalista Calabresi, il cantante Morgan, il velista Malingri e lo scrittore Lolli. Vergogniamoci per lei.

No comment... ringraziamo ancora le genialità dei politici che ci amministrano


...questa è l'Italia attuale

(da faccebook- gruppo TERRONI INFERIORI)

TERRONI INFERIORI Globale
Descrizione:
Il terrone è una via di mezzo tra uno zombie ed un orco. Analogamente al primo, infatti, spunta di notte dalla nuda terra per poi tornarvi prima dell'alba, altrimenti è repentinamente trasformato in un albero di arance rosse. Invece al secondo copia l'aspetto truce e verdognolo, oltre al linguaggio gutturale e inascoltabile.Ricapitolando, quindi;Caratteristiche somatiche:terrone mentre lavora all' Esselunga nel reparto di macelleria* Gote alte e pronunciate, occhi rossi che sprizzano fuoco* Pelle verde coperta di squame e sporca di letame o di fango essiccato al sole* Fetore di carcassa di mulo* Altezza non superiore al metro e quindici* Unghie incrostate di terra* Mano destra a forma di rastrello e mano sinistra a forma di vanga* Se entra in contatto con le sacre acque del fiume Po si contorce fumando, per trasformarsi in una fragrante pastiera Caratteristiche sociali:* Abbandona il branco quasi subito, per costruirsi la tana alle pendici di un ulivo o di un olmo* Il suo animale da compagnia/punta è un porcellino d'india* La notte spunta dalla sua tomba, e comincia a seminare lungo le sponde del Po il suo tanto amato Fico d'India. I più arditi riescono a spingerlo nel fiume cogliendolo alle spalle (e ottenendo la reazione descritta sopra)* Di giorno si diletta a leggere I Malavoglia, che per una maledizione non riesce a finire mai, poiché appena arriva a pagina duecento è costretto a ricominciare daccapo* Porta al collo un crocifisso con la Madonna nera di Tindari e marchiato a fuoco nel petto un santino di San Gennaro* Pare che se gli si agita davanti un fazzoletto verde acceso, si sciolga come neve al sole in un liquido molto simile a cassata riscaldata. Se temete i terroni, certi tizi su al nord li vendono a prezzi modici* Il suo più gradito passatempo è fare la coda alla ricevitoria del Lotto* Non è poi così cattivo. Davvero.
Informazioni di contatto
Sito Web:
http://www.leganord.org/
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...inutile meravigliarsi se poi ci ritroviamo con Berlusconi presidente del Consiglio.

una domanda...

Quanto durerà ancora questa "strana" (ma direi meglio grottesca)
amministrazione di "centrosinistradestra" ?

domenica 14 giugno 2009

Continuano...

A Taviano,
nella più totale indifferenza dei diretti responsabili (Sindaco, Assessore, ecc.)
ed in barba alle LEGGI IN VIGORE,
CONTINUANO LE ATROCITA' CONTRO I CANI !!!

venerdì 12 giugno 2009

La destra vince perchè...

Questa destra (o centrodestra , che dir si voglia) vince certamente perchè il suo leader è uno degli uomini più ricchi del mondo...
...vince perchè mistifica e mortifica l'informazione tutta,
...vince perchè è populista, superficiale e conta esclusivamente sull'ignoranza della gente,
...vince perchè oramai è divenuta un vero potere nascosto molto di più di quei quattro rimbambiti che osano definirsi "di centrosinistra",
... vince perchè "OSA SMODATAMENTE",
creando e strumentalizzando le leggi in maniera impropria e vergognosa unicamente per propri fini,
...ecc.
MA VINCE ANCHE
...perchè gli elettori di sinistra non vanno più a votare,
...perchè gli organigrammi del centrosinistra sono corrotti (o quantomeno danno l'impressione di esser corrotti o inaffidabili), o totalmente incapaci esattamente quanto gli avversari,
...perchè i leader del centrosinistra sono oramai "preistorici" e decadenti,
...perchè bloccano ogni entrata di nuovi pensieri (e personaggi politici),
...perchè l'impressione che danno alla gente è quella di uno staff "mafioso-affaristico" (intendo il termine in maniera allargata e non letterale) che si aggira per le strade della città,
...perchè gli esponenti di centrosinistra ci fanno schifo esattamente quanto quelli che cerchiamo di battere.


La POLITICA SERIA non esite più,
i nostri eletti sono "commercialisti di chiacchiere", "architetti del fatuo, dell'inutile e della mistificazione"...
...ed io continuo a rimpiangere i tempi di Berlinguer ed Almirante, quando la sinistra sapeva cosa voleva e la destra conosceva le proprie idee (al contrario di oggi).

Il centrosinistra perde e perderà perchè NOI NON ANDREMO A VOTARLO ...
fin quando gli esponenti attuali (locali e nazionali) non andranno tutti VIA
noi continueremo a NON VOTARLI.
Voi volete continuare ad ignorare questa nostra delusione colma di rabbia ?
Allora buon ballottaggio, Signora Capone... e buona clamorosa sconfitta.

(continua)

mercoledì 10 giugno 2009

dal Quotidiano di oggi



Suicidi a sinistra - di Pino Corrias

Questi rancorosi dissipatori di voti della sinistra italiana puntavano (proprio come il Cavaliere) nell’implosione del partito democratico di Dario Franceschini per incassare qualche vantaggio elettorale.
Paolo Ferrero (Rifondazione) Nichi Vendola (Sinistra e Libertà), Grazia Francescato (Verdi) sono riusciti nella notevole impresa di buttare dalla finestra 2 milioni di voti (più o meno il 6 per cento) e perdere per la seconda volta il quorum.
La sinistra radicale era unita.
Si è divisa per ragioni che nessun elettore di media cultura politica sarebbe in grado di riassumere.
Forse solo uno psichiatra, e con un milione di parole a disposizione, saprebbe spiegarci quali sono le differenze tra i sogni politici di Vendola e gli incubi di Ferrero.
Che insieme sono riusciti a cancellare i Verdi.
Impresa titanica in una Europa dove il voto verde cresce ovunque.
E in una Italia devastata dalle massime incurie ambientali.
Dove prosperano i denari e i disastri delle ecomafie.
Dove le coste vengono distrutte, le periferie abbandonate, le campagne inquinate.
Dove Napoli e Palermo, sconciate dai rifiuti, diventano casi planetari di disastro.
E dove il governo progetta centrali nucleari (di vecchia fabbricazione francese) mentre tutto il mondo, a cominciare dagli Usa di Obama, si orienta verso le energie rinnovabili.
Purtroppo questa sinistra autoreferenziale e rissosa incasserà i rimborsi elettorali, ai quali si accede quando si supera il 2 per cento: soldi per le sedi, per gli stipendi dei funzionari, per i piccoli privilegi dei molti leader, che sopravvivranno generando altri danni futuri.

Europa, istruzioni per l'uso (interno)- di Marco Travaglio

Ora d'arial' Unità, 8 giugno 2009
Non è vero che la campagna elettorale sia stata brutta, o inutile. S’è parlato poco di Europa.
Ma in compenso s’è parlato molto di Berlusconi e della sua indegnità a rappresentare l’Italia.
Si è toccato con mano ancora una volta il suo disprezzo per le regole.
Si è constatata la geometrica potenza del suo conflitto d’interessi, che gli ha consentito di scorrazzare per tutte le tv, senza una domanda, come se fossero casa sua
(e in effetti, come gli ha ricordato la direttora di Rai Parlamento, Giuliana Del Bufalo, lo sono).
Ora che il plotone di europarlamentari appena eletti sta per partire alla volta di Bruxelles e Strasburgo, ci permettiamo un auspicio per quelli dei partiti di opposizione: andate al Parlamento europeo e occupatevi soprattutto di lui, di Silvio Berlusconi.
Denunciate le vergogne che quotidianamente perpetra in Italia, tenete alta l’attenzione delle istituzioni comunitarie sull’incredibile “caso Italia”, sollecitatele a prendere posizione e a occuparsi di noi senza tregua.
Chiedete l’apertura di procedure di infrazione per lo scandalo del monopolio televisivo berlusconiano, che viola tutte le regole europee sulla libera concorrenza
(vedi sentenza della Corte di Lussemburgo sullo scandalo Rete4-Europa7).
Chi vi ha eletti l’ha fatto per questo, non per altro. Il clima internazionale è favorevole: la stampa estera ci tiene gli occhi addosso e ha cominciato a fare al nostro satrapo le domande che la stampa italiana, salvo rarissime eccezioni, non può o non vuole fare.
L’indulgenza diplomatica che ha circondato il sultano italiota in questi anni s’è improvvisamente interrotta, col venir meno delle sue tradizionali sponde.
La coppia Bush-Blair è un lontano ricordo. L’avvento di Obama ha fatto la differenza: il nostro è l’unico premier occidentale che non è stato ancora ricevuto dal nuovo presidente Usa, il famoso “abbronzato” (anche dell’invito alla Casa Bianca per metà giugno, millantato in campagna elettorale, non s’è più saputo nulla).
Al ducetto restano l’amico Putin e l’amico Gheddafi (che tra breve pianterà la sua tenda in un parco di Roma): due sinceri democratici.
L’isolamento internazionale del pover’ometto non è mai stato così ampio e l’atteggiamento delle tv e dei giornali di tutto il mondo libero, da quelli di sinistra a quelli di destra, ne è un riflesso. Non è il “complotto” mondiale di cui vaneggia lui, ma è certo il sintomo di una crescente insofferenza per un personaggio imbarazzante agli occhi degli altri leader
(e non solo per il ceco Topolanek, fotografato nudo a casa Berlusconi in circostanze ancora tutte da chiarire).
Sarebbe ben triste se la stampa e le diplomazie internazionali scavalcassero in intransigenza le opposizioni italiane, se l’antiberlusconismo sfoderato dal Pd in campagna elettorale si tramutasse, chiuse le urne, nell’eterno ritorno al dialogo, cioè all’inciucio.
Gli elettori, quelli rimasti, non lo dimenticherebbero.

da Lecce Prima.it

Hanno vinto tutti, come nella migliore tradizione. Il centrodestra, perché ha superato il centrosinistra. Il centrosinistra, perché ha superato se stesso, dopo la batosta alle politiche. Il terzo polo, semplicemente perché prima non c’era e adesso c’è. E si sente. Hanno vinto tutti, insomma, almeno così dicono le voci più autorevoli di ogni schieramento. Il primo è convinto di poter spodestare il trono alla Provincia da 15 anni in mano al secondo, che pensa di poterlo mantenere saldo, aggraziandosi magari qualche voto del terzo, il quale intanto dice: appena nati, già grandi, possiamo camminare da soli. Un bel dilemma da sciogliere, fra quindici giorni, quando gli elettori saranno chiamati nuovamente alle urne per esprimere una preferenza, questa volta, definitiva. Come dire: al primo turno festeggiano tutti, e vanno avanti Antonio Gabellone e Loredana Capone. Domani, non si sa. Deduzioni fin troppo semplici, a margine del voto, che a chiusura scrutinio, poco dopo l’1,45, così ha decretato: in 804 sezioni in provincia di Lecce il centrodestra conferma il voto già emerso ieri alle europee, attestandosi al 41,35%ma non sfondando quel muro del 50% che qualcuno, forse, con una certa imprudenza, aveva ampiamente pronosticato di superare: dati lontani dall’obiettivo e proiezioni di voto che non schiodano il Pdl e Gabellone da quella percentuale. Il paventato ballottaggio, dunque, previsto dagli exit poll dei giorni scorsi, è arrivato, e ci si prepara a ripartire con una nuova iniezione di campagna elettorale.Il centrosinistra con Loredana Capone si attesta intorno al 36,74%, ma non riesce a raggiungere quel testa a testa, pronosticato a metà scrutinio dalle proiezioni di voto: un risultato che se inquadrato nella storia recente della coalizione in provincia appare per certi versi deludente. Ma tutto sommato, rispetto ai crolli totali, preannunciati da qualche uccello del malaugurio, la Capone resiste e spera che il secondo turno apra concretamente al riscatto, anche se una considerazione si pone necessariamente: al di là dell’ottimismo che il centrosinistra già propone in funzione del ballottaggio, il dato dimostra una bocciatura, quanto meno parziale, di un progetto amministrativo, se dopo quindici anni, la coalizione non riconferma al primo turno la Provincia, ma soprattutto finisce staccata di cinque punti percentuali, rispetto al Pdl. Appare altrettanto evidente che il centrosinistra, non ha l’autonomia per poter contare sulle sole proprie forze per cercare di sovvertire i pronostici per il secondo turno: sarà necessario ed inevitabile, perciò, ricercare nuove alleanze ed accordi, che allarghino l’orizzonte politico.Per il resto, un riscontro significativo lo ottiene Adriana Poli Bortone, di cui si era forse con largo anticipo decantata la fine politica, sottolineando che lei ed il suo terzo polo non avrebbero potuto superare la soglia del 12%. L’effetto Poli, invece, c’è stato e ha fatto patire, se non tremare gli altri schieramenti, in particolare il Pdl: a Lecce, a microfoni spenti, si sono notate facce buie e timori sparsi tra chi oggi teme che il dato elettorale possa riaprire i conti in sospeso anche a Palazzo Carafa. Ma il risultato che più di tutti sorprende è che i pronostici della vigilia assicuravano un grande consenso della senatrice solo a Lecce, poi ridimensionato fuori dalle mura amiche: in realtà, anche oltre il capoluogo la luce dell’eurolady, con tutti i limiti di uno schieramento meno attrezzato e con meno storia di altri, continua a splendere, tanto che in diversi centri il terzo polo regge bene il confronto, ma addirittura si toglie importanti soddisfazioni, raggiungendo in totale un lusinghiero 21,89%. POLI BORTONE: “RISPONDIAMO ALLE ESIGENZE DEL TERRITORIO”Già nel pomeriggio, prima ancora della fine della conta, un primo commento della stessa senatrice, a sottolineare come questi dati si stessero dimostrando “confortanti e ci lusingano oltremodo. Questi risultati allo stesso tempo – afferma la Poli, lanciando una stilettata ai rivali del Pdl – dovrebbero far riflettere qualcun altro, che avrebbe dovuto dimostrare maggiore umiltà e meno presunzione”. E a chi le chiede le sue intenzioni sull’eventuale ballottaggio, ma soprattutto se il proponimento sia effettivamente quello di stringere un accordo con Loredana Capone, la Poli replica: “Assolutamente no. Questa è solo fantascienza. Dal 1° luglio il mio unico impegno sarà quello di organizzare e far crescere nel dettaglio questo movimento, che sta dimostrando di rispondere alle effettive esigenze del territorio. Un movimento che dimostra di non avere nulla a che a fare con il Pdl e il Pd”. Questo risultato porta la Poli ad ottenere quello che, in fondo, era il proprio obiettivo: dimostrare di essere determinante per le sorti di un centrodestra sia nel Salento che nella Regione. GABELLONE: “CONTENTO PERCHE’ SIAMO LA PRIMA FORZA”È un Antonio Gabellone sorridente quello che si presenta nel suo comitato elettorale, per commentare i dati delle provinciali. L’ex “signor Nessuno” ostenta la propria gioia, per un risultato inizialmente insperato: portare il Pdl, dopo tre batoste elettorali consecutive, al ballottaggio, con la consapevolezza di avere un vantaggio che lo proietta ad una possibile vittoria al secondo turno: “Ero fino a cinquanta giorni fa il Signor Nessuno – ha esordito -, ora sono felicissimo e soddisfatto per questo risultato, perché sapevamo che la sfida era difficile avendo due sfidanti di livello come una senatrice della Repubblica ed una vicepresidente uscente, che ha amministrato l’ente per dieci anni. Siamo la prima forza del Salento e ora ci attendono dodici giorni, in cui rilanciare la nostra proposta. Perciò, a lavoro”. Soddisfatto anche il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto, che sottolinea l’importanza di aver raggiunto un primo obiettivo, quello del ballottaggio, e che ostenta fiducia per il secondo turno.LOREDANA CAPONE: “LA NOSTRA COALIZIONE RIPRENDE VOCE”Loredana Capone, accompagnata nel comitato dal presidente uscente, Giovanni Pellegrino, analizza il voto e ricorda: “Uscivamo dalla debacle dello scorso anno, ora ci ritroviamo con una coalizione che riprende voce ed il centrodestra che perde numerosi punti”. Ribadisce il suo progetto di un Salento da condividere con i cittadini “fatto di opportunità per i giovani e per le imprese, sostegno per le famiglie e servizi, per uscire dalla crisi” e rimarca “l’arroganza del centrodestra, che non è riuscito a vincere al primo turno come aveva previsto”. Attacca poi la Lega, e s’insinua nella corrente neo-meridionalista: “Vogliamo un Salento dalla schiena dritta e che non china la testa facendosi scippare le risorse”. Nasce da sé allora la questione Poli Bortone, ormai certo, l’ago della bilancia. Loredana Capone, a tale proposito, viaggia con cautela, ma fino ad un certo punto, quando spiega che “hanno condotto un’ottima battaglia sul nuovo meridionalismo” e non ritiene impossibile sperare anche nel “sostegno degli elettori che hanno creduto in quel progetto, che condividiamo: il Mezzogiorno deve andare avanti e noi siamo aperti a tutti”. Anche Pellegrino sottolinea le difficoltà del 2008, con la fine dell’Unione e la sconfitta del governo Prodi: un fatto che si sarebbe ripercosso anche sul locale. “Improvvisamente, però, abbiamo visto aprirsi una crepa ed abbiamo fatto l’unica scelta giusta: restare uniti, sperando che si ripetesse quanto avvenuto nel ’95, quando con un centrodestra diviso Ria vinse al secondo turno”. Insomma: “Andiamo al ballottaggio con un distacco che rende aperta la partita”.
I NUMERI DEL VOTO
ANTONIO GABELLONE 192.870 voti - 41,35 %
IL POPOLO DELLA LIBERTA' 83.471 voti - 18,55 %
LA PUGLIA PRIMA DI TUTTO 38.711 voti - 8,60 %
PROG. PROVINCIA LISTA DEL PRESIDENTE 19.576 voti - 4,35 %
AZZURRO POPOLARE 15.582 voti - 3,46 %
PATTO PER IL SALENTO - PPS 11.385 voti - 2,53 %
U.D.EUR POPOLARI 8.972 voti - 1,99 %
INSIEME PER IL SALENTO 4.109 voti - 0,91 %
LA DESTRA-FIAMMA TRICOLORE-FORZA NUOVA 3.769 voti - 0,83 %
SALENTO LIBERO REGIONE 3.072 voti - 0,68 %
Totale 188.647 voti - 41,94 %
LOREDANA CAPONE 171.372 voti - 36,74 %
PARTITO DEMOCRATICO 58.919 voti - 13,09 %
SALENTO C'E' CON LOREDANA CAPONE 22.652 voti - 5,03 %
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI 16.425 voti - 3,65 %
PARTITO SOCIALISTA 16.220 voti - 3,60 %
G. PELLEGRINO PER IL SALENTO 14.915 voti - 3,31 %
SINISTRA - PER IL SALENTO 13.618 voti 3,02 %
DEMOCRATICI E RIFORMISTI 12.539 voti - 2,78 %
RIFOND.COM. - SIN.EUROPEA - COM.ITALIANI 10.885 voti - 2,42 %
Totale 166.173 voti - 36,94 %
ADRIANA POLI BORTONE 102.080 voti - 21,89 %
UNIONE DI CENTRO 37.726 voti - 8,38 %
IO SUD 32.832 voti - 7,29 %
CENTO CITTA' - ADRIANA PRESIDENTE 10.079 voti - 2,24 %
VERSO IL PARTITO - IO C'ENTRO - DELLA NAZIONE 8.840 voti - 1,96 %
SALENTO IN MOVIMENTO 3.735 voti - 0,83 %
MOV. SOCIALE DESTRA ITALIANA 1.744 voti - 0,38 %
Totale 94.956 voti - 21,11 %

martedì 9 giugno 2009

I RISULTATI delle PROVINCIALI

Collegio di Taviano-Matino
PDL : Giorgio Primiceri 2.833 22,92 %
PD : Francesco Mosticchio 1.752 14,18 %
UDC : Massimiliano Romano 1.569 12,69 %
Puglia Prima...: Leonardo Tunno 999 8,08 %
UDEUR: Massimo De Marco 823 6,66 %
R C : Vito D'Argento 727 5,88 %
Io Sud : Claudia Casarano 699 5,65 %
L. Pellegrino: Tommaso Romano 688 5,56 %
Patto Salento : Antonio Buellis 481 3,89 %
Pr. Provincia: Giuseppe Guida 390 3,15 %
IdV : Sergio Romeo 316 2,55 %
P.Socialista: Danilo Manni 248 2,00 %
Salento c'è: M.R. Di Mattina 173 1,40 %
Sinistra : Donato Muci 167 1,35 %
Sa. Tricolore : R.A. Margiotta 103 0,83 %
Democratici: Giorgio Montunato 97 0,78 %
P.Nazione : Riccardo Coronese 76 0,61 %
Insieme Salento: Enzo Felline 64 0,51 %
Azz.Popolare : Silvio Laterza 44 0,35 %
Salento Libero: Antonio Russo 43 0,34 %
Destra : Gianni Sivalli 35 0,28 %
Cento città: Fabrizio Rainò 16 0,12 %
Sal. Movimento: Stefano Rizzo 12 0,09 %

giovedì 4 giugno 2009

da il Paese Nuovo- Mercato dei voti anche a Lecce (come ovunque, purtroppo !)

Maritati: ‘Mercato dei voti anche a Lecce’
Lecce (salento) - Ambulanti pieni di santini dell’assessore comunale al Commercio. Il sen. Maritati, Pd, lancia l’allarme chiedendo più vigilanza alle forze di polizia nel Salento mentre a Lecce invoca l’intervento contro un rappresentante della giunta per i commercianti. Ma Monosi sminuisce: “Il solito gossip in campagna elettorale di un senatore di cui si era persa traccia”.
Dopo l’allarme su presunti brogli da parte del Pdl, ne arriva un altro dal Pd sulla compravendita di voti. A pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale per europee e amministrative di sabato 6 e domenica 7 giugno i toni stanno salendo vertiginosamente. E le accuse da una parte e dall’altra stanno prendendo il posto della battaglia politica. Per non parlare, ad esempio, della guerra dei manifesti. Di quelli affissi abusivamente sulle facce degli avversari oppure strappati.
Era stato lo stesso ministro delle Regioni, on. Raffaele Fitto, in occasione della venuta a Lecce dell’on. Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera a richiamare l’attenzione sulla vigilanza durante lo spoglio. Ieri, invece, il sen. Alberto Maritati ha rilanciato. “Ricevo – ha detto - segnalazioni da più parti e non solo dalla mia parte politica che in questi giorni stanno circolando sostanziose offerte di denaro in cambio di voti e preferenze. Nel barese si parla già di inchieste giudiziarie. Non ho elementi precisi altrimenti avrei già denunciato tutto all’autorità giudiziaria. Senza voler strumentalizzare niente – ha aggiunto - avverto il dovere di lanciare un allarme, sollecitando sia l’attenzione dei candidati, anche di centrodestra, quelli svantaggiati da chi ha grosse disponibilità di denaro, sia soprattutto delle forze dell’ordine. Mi permetto di ricordare che le forze di polizia sono al servizio dello Stato e non del governo pro-tempore. Per questo le invitiamo ad una particolare attenzione affinché non sia consentito e tollerato un eventuale mercato elettorale”.
Maritati, però, non si ferma andando ben oltre. “Accanto a segnali di questo tipo si aggiungono notizie di scorrettezze quanto mai inopportune. Mi è stato segnalato ad esempio che sia impossibile in questi giorni trovare a Lecce un commerciante ambulante privo e che non esibisca santini ed altro materiale elettorale dell’assessore comunale al commercio. Mi sembra estremamente sconveniente proprio in considerazione del delicato e importante ruolo di quel candidato. Mi auguro - conclude - che anche qui di dovere intervenga per salvaguardare la libertà di commercio così abilmente insidiata”.
La risposta di Attilio Monosi, assessore comunale alle Attività Produttive, non si è fatta attendere. “Abbiamo scoperto oggi che nel gossip della campagna elettorale entra anche il sen. Maritati del quale, a dire il vero, si era persa traccia. Ben venga il suo contributo se questo fosse improntato al rispetto degli altri e alla volontà di far crescere la politica cittadina. Ma quello che non ha fatto nei cinque anni in cui è stato consigliere comunale di Lecce difficilmente potrà farlo oggi da fuori. Se avesse mostrato impegno e interesse per i problemi dei commercianti come noi probabilmente anche il suo nome oggi circolerebbe tra i commercianti. Il nostro lavoro ha rafforzato uno splendido rapporto di fiducia e collaborazione tra Amministrazione comunale e loro. In questo consiste quella che Maritati definisce una stranezza”.

Comizi...


Ieri sera l'appuntamento è stato in Piazza San Martino con Marco Pannella...

...Stasera tra gli altri...
comizio di Lorenzo Ria (per Gabellone for president)...
e Claudia Casarano (per Poli Bortone...)

mercoledì 3 giugno 2009

da Repubblica

I risultati della ricerca del Transparency International Italia
La sfiducia nei politici è forte. Soprattutto nel nostro Paese
Corruzione, i partiti battono tutti ma in pochi decidono di denunciare
Pochi credono che le misure di contrasto servano a qualcosa

ROMA - In testa alla classifica ci sono i partiti politici. E la cosa non suona come una novità. Stando ai dati del "Barometro della corruzione globale", nel mondo e in particolare nel nostro Paese, il binomio politica-mazzette appare sempre più solido. Le cifre parlano chiaro: alla domanda su quale organizzazione sia in assoluto la più corrotta in Italia, il 44% ha risposto i partiti politici.
Complessivamente settore privato, Parlamento, media e magistratura non arrivano al 30%. Nessuno, insomma, è immune dalla corruzione. I dati parlano chiaro: in una scala che va da zero (assenza di corruzione) a cinque (estremamente corrotto), i partiti arrivano a 4,1; il privato a 3,2, i media a 3,4 e la magistratura a 3,5.
L'indagine condotta dal Transparency International ha coinvolto 73mila persone in 69 nazioni. A tutti è stato chiesto che tipo di percezione avessero della corruzione e come questa influenzasse le loro vite. I risultati vedono il primato, tutt'altro che invidiabile, dei partiti politici.
Sono loro l'istituzione più corrotta. Ma anche il privato ha poco da sorridere. Rispetto a cinque anni fa, l'aumento è stato dell'8%. Ed ancora: più della metà degli intervistati considera la corruzione come un mezzo di pressione illecita ma assolutamente praticato da parte dei privati, per influenzare le politiche governative. Mazzette, dunque. Che più del 10% ammette di aver pagato (un quarto alla polizia). A fronte di questo, però, spicca un dato preoccupante. Pochissimi decidono di denunciare. Tre quarti delle persone testimoni di comportamenti illeciti hanno tenuto la bocca chiusa. Una tendenza legata alla sfiducia nei confronti delle politiche governative contro la corruzione: solo il 31% le considera efficaci. In Italia, poi, le cose vanno ancora peggio: solo il 16% reputa efficace il contrasto, mentre il 69% lo giudica totalmente inefficace. Una cifra ben al di sopra della media europea che vede il 24% soddisfatto (+8% rispetto all'Italia) e il 56% del tutto insoddisfatto (-13% rispetto all'Italia).
Da notare, infine, che mentre in Italia solamente il 7% degli intervistati ritiene che il settore privato sia corrotto, la media europea è del 23% (+16%), con picchi di oltre il 50% nel nord Europa.
(3 giugno 2009)

martedì 2 giugno 2009

MANIFESTI ABUSIVI: POLITICA DELIRA CON "VOTA ANTONIO" - da Lecce Prima.it

da lecce Prima.it
Ogni volta è sempre la stessa storia. Non ci sono elezioni che tengono, comunali, provinciali, politiche, europee, quando c’è da fare propaganda elettorale le plance riservate alle affissioni di propaganda e quindi autorizzate dalla amministrazioni pubbliche, sono un optional. Ed ecco allora comparire dappertutto i classici 70x100, con la faccia di bronzo del candidato, incollati sulle colonnine dell’Enel, agli angoli dei muri a maggior interesse visivo per gli automobilisti (della serie “o mi vedi, o mi vedi”), sulle staccionate a ridosso del cantieri edili, sotto i ponti lungo le strade. Nel centro abitato di Lecce come nelle piazze dei paesi della provincia si sta consumando in queste ore di fine campagna elettorale la guerra dei manifesti abusivi, con squadre di attacchini di fazioni opposte che si avvicendano per passare e ripassare a coprire il faccione del candidato/a avversario. Non che quelli, alla fine, se fregano più tanto. Si incollano, abusivamente, manifesti per lavoro, non certo perché spinti dal proprio ideale politico. D’altronde il rischio c’è e va pagato. Il candidato lo sa bene. Si aggira infatti intorno a svariati migliaia di euro il mercato dell’attacchinaggio fuori legge in campagna elettorale. Ci sono vere e proprie squadre che si fanno le scarpe a vicenda e che la notte, o nelle prime ore pomeridiane, è facile vedere mentre sono impegnate ad attaccare il manifesto sulla colla ancora fresca di quell’altro candidato, il new entry che solo qualche minuto prima aveva fatto la sua prima uscita “abusiva”.La cosa buffa è che il faccione di bronzo del partito X lo hai sentito parlare la sera prima in un comizio mentre incentrava il suo discorso sulle problematiche legate all’ambiente e alla legalità. Roba da matti. Fossero belli, i manifesti elettorali 70 centimetri x 100 centimetri, non sarebbe nemmeno questo un motivo per ignorare le legge. Ma sono pure orrendi. Kitsch per essere buoni. Incontri facce di uomini anziani, bianchicce, anemiche, ormai fuori dalla storia contemporanea che viene spontaneo chiedergli, mentre sei al volante dell’auto, “ma dimmi, perché dovrei mandarti al Parlamento europeo, perché?”. Oppure i giovanotti e le signorine, gli uomini e le donne che si candidano alla Provincia per un posto di consigliere, da Lecce al Capo di Leuca sono qualcosa come 800, un delirio, una specie di concorso pubblico per precari senza speranza. Ecco, quando incroci i loro volti piatti e senza senso pubblico sui manifesti abusivi, ebbene viene da chiedere loro sempre la stessa cosa: “ma perché dovrei votarti, dico a te, proprio a te, sì, tu, perché dovrei votarti, cosa sai più di quanto non sappia io per presentarti in una lista comunale, provinciale, che tutte le mattine sono costretto a vedere sul muro perimetrale della mia abitazione?”.Il senso di tutto questo lo puoi racchiudere nella vista di quegli stessi, manifesti dell’orrore e scoloriti da sole, a metà luglio, sempre su quei muri segnati dal delirio elettorale appena passato. Ora, non si dica che i giustizialisti dell’Italia dei valori le provano tutte, chi è senza peccato scagli al prima pietra, ma l’Idv sembra il solo partito, fino ad ora, a chiedere l’intervento del prefetto di Lecce proprio per regolare il fenomeno dei manifesti elettorali abusivi in città.“L’Italia dei Valori della Provincia di Lecce – si legge in una nota del partito - esprime una forte condanna nei confronti delle affissioni abusive che stanno deturpando la città ed in particolare le nostre periferie. Il fatto è ancor più grave e preoccupante se si pensa che tra i candidati vi siano eletti al Governo della città ed assessori comunali le cui immagini sono visibili dappertutto e quindi al di fuori degli spazi previsti, in barba al pubblico decoro ed alle più elementari regole democratiche, senza che si sia provveduto all’immediata copertura da parte degli addetti del Comune. Per queste ragioni l’Italia dei Valori presenterà un esposto al prefetto – conclude il comunicato - chiedendo un intervento immediato volto ad inibire e sanzionare tale odiosa prassi, informando la cittadinanza che il partito è impegnato a vigilare sul territorio per il controllo del regolare svolgimento di queste ultime fasi della campagna elettorale”.
Vincenzo De Filippi
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lunedì 1 giugno 2009

Berlusconi chiude gli occhi agli italiani... ma dall'estero lo vedono bene!


La stampa europea segue con attenzione i nuovi sviluppi della vicenda Noemi
Durissimo editoriale del quotidiano di Murdoch su Berlusconi: "Disprezza gli italiani"
Il Times: "Cade la maschera del clown"Libération: "Lo scandalo è alle calcagna"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI (da Repubblica)
LONDRA - Uno scandalo che non riguarda più solo gli italiani, ma anche i paesi partner dell'Italia, nell'Unione Europea, nella Nato, nel G8 che l'Italia si prepara ad ospitare.
E' questo il severo giudizio di un editoriale del Times di Londra sulla vicenda che ruota da settimane attorno a Silvio Berlusconi, al suo rapporto con la 18enne Noemi Letizia, alle feste in Sardegna e al divorzio con la moglie Veronica Lario.
E non è solo il Times a occuparsi ancora una volta di questa storia, che la stampa inglese sta seguendo con particolare attenzione: ci sono nuovi articoli anche sul Financial Times, sul Daily Telegraph, sull'Independent.
"Cala la maschera del clown" , s'intitola l'editoriale del Times, il secondo su questa vicenda dopo quello altrettanto duro del 18 maggio, pubblicato al primo posto fra i tre commenti del giorno nella pagina degli editoriali.
"La qualità del governo Berlusconi non è una questione privata", afferma il sottotitolo.
"L'aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è che è un pagliaccio sciovinista, né che corre dietro a donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro posti di lavoro come modelle, assistenti o perfino, assurdamente, come candidate al parlamento europeo", comincia l'articolo.
"Ciò che è più scioccante è il completo disprezzo con cui egli tratta l'opinione pubblica italiana.
Il senile dongiovanni può trovare divertente agire da playboy, vantarsi delle sue conquiste, umiliare la moglie e fare commenti che molte donne troverebbero grottescamente inappropriati. Ma quando vengono poste domande legittime su relazioni scandalose e i giornali lo sfidano a spiegare legami che come minimo suscitano dubbi, la maschera del clown cala. Egli minaccia quei giornali, invoca la legge per difendere la propria 'privacy', pronuncia dichiarazioni evasive e contraddittorie, e poi melodrammaticamente promette di dimettersi se si scoprisse che mente".
Il Times riconosce che la vita privata di Berlusconi è appunto un affare privato, ma osserva che, come è si è dovuto rendere conto Bill Clinton, scandali e alti incarichi pubblici non vanno d'accordo.

"Molti potrebbero dire che l'Italia non è l'America, che l'etica puritana degli Stati Uniti non ha mai dominato la vita pubblica italiana, e che pochi italiani si scandalizzano davanti ai donnaioli. Ma questo è un ragionamento insensato e condiscendente.
Gli italiani comprendono quanto gli americani cosa è accettabile e cosa non lo è. E, come gli americani, giudicano spregevole il cover-up".
L'editoriale del quotidiano londinese nota quindi che pochi media in Italia possono fare simili affermazioni, senza timore di un castigo.
"A suo merito, la Repubblica ha continuamente sollevato domande al primo ministro sulla sua relazione con Noemi Letizia, e alla maggior parte di queste domande non ci sono state risposte soddisfacenti. Quando e dove egli ha conosciuto la famiglia della ragazza?
Mr. Berlusconi chiese di avere fotografie da un'agenzia di modelle per iniziare i contatti con la signorina Letizia?
Che cosa c'è di vero sulle notizie di party con decine di giovani donne nella sua villa in Sardegna? Mr. Berlusconi ha promesso di spiegare tutto in parlamento.
Ma non ha certo riassicurato i suoi critici con la sua iniziativa per bloccare la pubblicazione di 700 fotografie che potrebbero mostrare cosa succedeva a quei party.
Né lo aiuta il suo sventurato ministro degli Esteri, che ha provato a difenderlo sottolineando che l'età per il consenso (a rapporti sessuali, ndr.) in Italia è 14 anni, come se ciò fosse rilevante".
Qualcuno potrebbe dire, si conclude l'editoriale, che tutto ciò non riguarda i forestieri.

Ma gli elettori italiani, alla vigilia delle elezioni europee, dovrebbero riflettere sul modo in cui è guidato il loro governo, sui candidati selezionati per Strasburgo e sul livello di sincerità del premier.
E la faccenda "riguarda anche altri", afferma il Times.
"L'Italia ospita quest'anno il summit del G8, dove si discuterà di maggiore cooperazione nella lotta al terrorismo e al crimine internazionale. E' un importante membro della Nato. Fa parte dell'eurozona, che è confrontata dalla crisi finanziaria globale. Non sono soltanto gli elettori italiani a domandarsi cosa sta succedendo. Se lo chiedono anche i perplessi alleati dell'Italia".
Il Times pubblica anche una lunga corrispondenza dall'Italia, intitolata "Berlusconi blocca la pubblicazione di foto di giovani donne in bikini a un party nella sua villa".
Un articolo sul Financial Times, invece, osserva che "l'ondata di gossip" e "l'odore di scandalo" intorno a Berlusconi distolgono l'attenzione dell'opinione pubblica italiana da questioni ben più gravi, come le cattive notizie sull'andamento dell'economia italiana.
Una corrispondenza sul Daily Telegraph afferma che "gli alleati di Berlusconi mettono nel mirino la moglie" per il divorzio, con la rivelazione che Veronica Lario avrebbe un partner da tempo, fatta da Daniela Santanché sul quotidiano Libero.
E l'Independent riporta le pesanti critiche fatte dal premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, che hanno spinto la casa editrice Einaudi, "parte dell'impero Modandori di Berlusconi", a non pubblicare il suo ultimo libro, che descrive tra l'altro il primo ministro come "un delinquente".
Francia. Il quotidiano Libération dedica la copertina alla vicenda: "Lo scandalo alle calcagna" e nelle due pagine interne: "Rivelando la tresca il quotidiano Repubblica ha fatto vacillare la popolarità del presidente del consiglio.
E' una battaglia portata avanti nel nome di una certa concezione dell'interesse pubblico".
Spagna. Il quotidiano El Pais torna a trattare la questione in una corrispondenza da Roma: "L'opposizione italiana chiede a Berlusconi che spieghi in parlamento se abbia portato nell'organizzazione elettorale del partito i suoi invitati delle feste private in Sardegna" e si chiede: "Berlusconi utilizza gli aerei ufficiali dello stato Italiano per portare gli artisti, ballerine e veline a Villa Certosa?
Ha fatto uso improprio dei beni dello stato? È l'ultimo capitolo del Naomigate che ha trasformato l'Italia in un manicomio semplicemente portando allo scoperto l'abitudinaria mescolanza tra vita privata e pubblica di Berlusconi e la sua tendenza a conquistarsi amici e amiche dell'ambiente televisivo portandoli in quello politico".
Sferzante il pezzo della Vanguardia: "La campagna elettorale per le Europee continua in Italia, astrusa e noiosissima, incapace di competere quanto a contestazioni, incanto mediatico, spessore del tema con la vita personale della stella più sgargiante della politica italiana degli ultimi quindici anni: Silvio Berlusconi.
Nelle cerchia del potere si parla più di questa commediola che delle vicende poltico-continentali a Bruxelles. A volte diverte.
La maggior parte delle volte preoccupa ed esaurisce tanta banale frivolezza".
(Ha collaborato Flaminia Giambalvo)
(1 giugno 2009)