venerdì 25 febbraio 2011

da Il Fatto Quotidiano ... no comment

Da IL FATTO QUOTIDIANO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/25/chiesto-l%E2%80%99arrestodi-tedescoil-pd-che-fara/93915/

Chiesto l’arresto di Tedesco. Il Pd che farà?

L’inchiesta della Procura di Bari sulla sanità pugliese illumina uno scenario che non può essere relegato alla sola vicenda giudiziaria: al centro dello scandalo c’è la gestione politica operata dal Pd e dal presidente Nichi Vendola. Ieri il gip Giuseppe De Benedictis ha firmato la richiesta d’arresto per il senatore del Pd Alberto Tedesco, trasmessa alla Giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere. L’ex assessore regionale alla Sanità è indagato per vari episodi di concussione: secondo l’accusa “pilotava le nomine dei dirigenti generali delle Asl pugliesi verso persone di propria fiducia e, attraverso questi, controllava la nomina dei direttori amministrativi e sanitari in modo da dirottare le gare di appalto e le forniture verso imprenditori a lui legati da vincoli familiari o da interessi economici ed elettorali”. Se la sua richiesta di arresto – arrivata comunque dopo ben due anni d’indagine – pende dinanzi alla Giunta è perché, a indagini in corso, Tedesco fu nominato senatore, come primo dei non eletti, grazie alla scelta del Pd di candidare alle elezioni europee Paolo De Castro, che lasciò libero il suo posto in Senato.
Luigi De Magistris (Idv) si augura che la Giunta “non ostacoli il lavoro della magistratura”, mentre Felice Casson (Pd) è sibillino: “Leggeremo i documenti, poi essendo un organismo paragiurisdizionale, decideremo autonomamente”. Rosy Bindi invece chiede che l’essere parlamentari non risulti uno “scudo”. E nei documenti il gip descrive un “collaudato sistema criminale, stabilmente radicato nei vertici politico-amministrativi della sanità regionale”.
Lo scenario è quello di una spartizione nella quale Nichi Vendola svolge un ruolo che – seppure molto diffuso e giudicato dall’accusa non penalmente rilevante – non è politicamente edificante. In una nota il gip verga una critica per niente velata sulla posizione del governatore pugliese, per il quale, la procura, dopo aver disposto l’iscrizione nel registro degli indagati, ha chiesto un’archiviazione che non è stata ancora disposta. Le 316 pagine firmate dal gip sono un duro atto di condanna alla politica pugliese: “Le indagini – scrive de Benedictis – hanno dimostrato che la invasività della politica non era una cosa sporadica ma, purtroppo, tutte le decisioni e gli indirizzi di politica sanitaria erano orientati quasi esclusivamente in una prospettiva clientelare di ritorno del consenso elettorale e di acquisizione di indebite utilità nelle gare pubbliche”. Anche il segretario regionale del Pd, nonché sindaco di Bari Michele Emiliano, parlando con Tedesco (mentre Vendola voleva sostituirlo all’assessorato nel 2008) parla della sanità come di un sistema di consensi: “Lui (Vendola, ndr) dice: ‘io, in questa maniera, mi impadronisco del sottosistema e nelle prossime elezioni, l’Assessorato anzichè stare in mano al Pd sta in mano a me’…”.
Ma il passaggio più duro, per la credibilità di Vendola e della sua politica sanitaria, arriva dall’analisi del capo d’imputazione “F-3” attribuito a Tedesco: l’abuso d’ufficio per aver chiesto a Guido Scoditti (anch’egli arrestato ieri) di “rimuovere il direttore sanitario della Asl di Lecce Francesco Sanapo e di nominare, al suo posto, il dottor Umberto Caracciolo, più disponibile a esaudire ordini dall’alto”. Sulla “destituzione” di Sanapo è d’accordo anche Vendola ma, secondo l’accusa, non vi sarebbe reato: il governatore avrebbe agito seguendo la logica dello “Spoil System”. Ma il gip critica l’impostazione della procura. “L’adesione del governatore Vendola alla destituzione di Sanapo – scrive il gip – secondo la procura è stata dettata da criteri di spoil system, a differenza da quanto ritenuto per Tedesco”.
Poi aggiunge un episodio politicamente rilevante: “La prassi politica dello spoil system era talmente imperante da indurre Vendola, pur di sostenere alla nomina di direttore generale un suo protetto, addirittura il cambiamento di una legge per superare, con una nuova legge a usum delphini, gli ostacoli che la norma frapponeva”. Dice Tedesco al telefono: “Quello non ha i requisiti sta come direttore generale, quello che vuoi nominare”. “O madonna santa – risponde Vendola – la legge non la possiamo modificare?”. Vendola ipotizza quindi una sorta di legge ad personam. Ma qual è la differenza con Tedesco considerato che, come sottolinea il gip, “non solo Tedesco, ma anche Vendola, ha fortemente voluto la sostituzione di Sanapo con Caracciolo”? Il gip aggiunge che la richiesta di archiviazione – poi accolta – per Vendola avviene perché “la pubblica accusa non ha ritenuto sostenibile neppure l’abuso d’ufficio”. Lo stesso abuso d’ufficio che, insussistente per Vendola, per lo stesso episodio, viene contestato a Tedesco e Scoditti. Il governatore (che a causa dell’inchiesta azzerò la Giunta) ha commentato – considerato che il gip ha disposto solo 7 arresti sui 24 richiesti – che l’impianto accusatorio risulta “ridimensionato”. Nell’attesa della sua definitiva archiviazione, non risultano altrettanto ridimensionate, a giudicare dagli atti, le sue responsabilità politiche.

Da Il Fatto Quotidiano del 25 febbraio 2011



Manifesti...

Cliccare sull'immagine per ingrandirla

mercoledì 23 febbraio 2011

Articolo di giornale da "Il Gallo"

Taviano: la rabbia dei commercianti

Grande la rabbia di alcuni titolari di attività commerciali per una discutibile decisione dell’Amministrazione comunale, ossia di chiudere al traffico una delle strade più importanti, via Immacolata, per lavori in corso e soprattutto per un periodo lunghissimo, oltre un anno. L’intenzione dell’Amministrazione guidata dal sindaco Salvatore D’Argento era di cambiare il manto stradale di via Immacolata, rendendola via di passeggio e soprattutto sostituirne il catrame con dei basolati particolari, affidando l’appalto ad una ditta di Bari per una somma complessiva di circa 200mila euro. Ma i lavori si sono protratti molto più del previsto e non sono mancati gli incidenti di percorso, come i danni a persone per la mancata segnalazione di punti di pericolo e la mancata realizzazione di una staccionata in legno che permettesse ai cittadini di accedere alle tante attività commerciali presenti in via Immacolata, circa 13, tra le più variegate e per un raggio di azione di circa 150 metri di lunghezza e circa 5 di larghezza. I titolari di queste attività, attraverso un manifesto pubblico, hanno attaccato duramente il governo cittadino, l’Ufficio di competenza e l’Assessorato ai Lavori pubblici. “Siamo stanchi”, dicono gli esercenti di via Immacolata, “e siamo ridotti ormai quasi a chiudere dopo più di un anno di sofferenza e soprattutto di sollecitazione all’Amministrazione in modo che terminassero in tempi rapidi i lavori appaltati. Sono stati previsti su questa strada solo quattro parcheggi per 13 attività commerciali: ci chiediamo come si possa prendere una decisione del genere! E’ stato sostituito il manto stradale con un tipo di basolato molto particolare e pericoloso per i passanti perché troppo acuminato. Siamo stati isolati dal mondo commerciale per oltre un anno con perdite che ci hanno messo nella condizione di decidere di chiudere le nostre attività per la mancanza di incassi. Chi ci risarcirà di tutto questo? Lo chiediamo con forza al signor Sindaco che ha fatto solo promesse finite del dimenticatoio. Chi sfamerà le nostre famiglie una volta chiusa la nostra attività? Noi paghiamo le tasse come tutti gli esercenti eppure siamo stati calpestati nella nostra dignità. Abbiamo molta rabbia perché spendere soldi pubblici e tanti, inutilmente, per ridurre la vita di via Immacolata in questo modo, oggi ancora chiusa al traffico non si sa per quale motivo, significa volere male alla propria città”. Le opposizioni consiliari hanno affiancato i commercianti in questa protesta: “ La città non merita questo”, dichiara Carlo Portaccio di “Taviano Libera”, “ho ascoltato i titolari degli esercizi di via Immacolata e ho visto nei loro occhi solo tanta rabbia e disperazione. Hanno avuto il coraggio di pubblicare un manifesto in cui hanno chiarito le loro posizioni. Siamo convinti che quanto fatto da questa Amministrazione sia stato del tutto sbagliato, cioè appaltare lavori per così lungo tempo e soprattutto per una  somma così onerosa a spese dei cittadini, creando danni ad aziende sino a ieri vive nel nostro tessuto economico. Faremo sino in fondo la nostra parte cercando di approfondire la situazione e soprattutto di non abbandonare a se stessi chi ha visto calpestati i propri diritti”.
Giuseppe Aquila

Sicuramente i commercianti non finiranno mai di ringraziare, per tutta la loro vita, l'appoggio morale ricevuto (solo) in questi giorni da parte dell'Avvocato Portaccio e di "Taviano Libera". Ma forse l'opposizione dimentica che la vera politica va fatta tutti i giorni, facendo valere i diritti dei cittadini. Non basta stampare "manifesti" o dare un voto sfavorevole ad un qualsiasi progetto. Come al solito i nostri "amati politici" non fanno altro che farsi la guerra tra di loro e fare propaganda elettorale lasciando allo sbando una città degna di ben altro.

Servi della Gleba

da Il Fatto Quotidiano- Il cane siamo noi

Il cane siamo noi


Un cane che fa la pipì contro un lampione. Esegesi grafica della storica frase del grande giornalista statunitense Henry Louis Mencken (1880-1956): “Il rapporto tra un giornalista e il potere deve essere quello che c’è tra un cane e un lampione”. Questo mi ha fatto innamorare dei giovani che hanno inventato 20 centesimi.
Questa storia nasce in Puglia. Terra strana e complessa, spaccata fra le catarsi collettiva della Taranta e gli ulivi secolari. Bruciata dal sole e dalla buona creanza. Una terra atipica del Sud, il cui governatore è dichiaratamente gay e arriva dalle fila di un partito quasi estinto. Un posto che non potrebbe esistere, se non esistesse già. E conficcati nel tacco di questo posto strampalato e stregato, vivono i giovani capitani coraggiosi di 20 centesimi. È il Salento, baby.
Cosa si sono inventati? Un quotidiano d’opinione e d’inchiesta. Forse il primo in Italia con questo taglio editoriale. Sono in sette. Nel 2009 decidono di fondare una cooperativa dal nome evocativo: Laboratorio Giornalisti Indipendenti. Cinque di loro hanno meno di trent’anni.
Francesco, il presidente, ne ha ventisette. Hanno l’ardire di creare qualcosa di nuovo, la loro cattedrale nel deserto.
Fanno un investimento personale, giusto le spese di costituzione, fra i 50 e i 100 euro. E cercano sponsor. Ne trovano uno che garantisce i costi di stampa. La fonte di sostentamento è la pubblicità, con le vendite invece coprono la distribuzione. Decidono di tenere al minimo i loro rimborsi per far sì che il progetto cresca e si solidifichi.
All’inizio escono ogni quindici giorni, poi tentano l’impossibile: il passaggio a quotidiano.
Ci riescono nel febbraio del 2010. Il logo: un cane che piscia contro il lampione.
“Il cane siamo noi” si dicono. Vogliono crescere come giornalisti indipendenti. Rimanere sempre giovani come sono in quel momento. Nel senso di coltivare uno spirito che arde e non si ferma davanti alle distorsioni del potere, e si fanno coraggio a vicenda. Ce la faranno?
All’inizio il giornale è composto da un solo foglio A3 color salmone, stampato ogni sera in redazione con una fotocopiatrice in bianco e nero. Ma – incredibile a dirsi – riescono ad arrivare nelle edicole della loro città ogni mattina all’alba. Come fanno? Ognuno di loro, a turno, rimane in redazione per stampare 2mila copie e per portare al distributore la paccata di fogli rosa. Romantico e folle. Mani sudate e notti insonni. La distribuzione li fa arrivare in tutte le edicole di Lecce e Brindisi. Il giornale è omonimo del prezzo di copertina.
La cosa più divertente di tutta questa storia è che il direttore ha sessant’anni. Ma è lui il dipendente della società editrice dei ragazzi. Sono i giovani a dargli lavoro. D’altronde, in redazione, sono tutti d’accordo che la gioventù non è un fatto puramente anagrafico. Quel “grande vecchio” è più pazzo di loro e lo rispettano come un maestro.
La città all’inizio è scettica. E poi quel cane quasi osceno in copertina… Il tentativo però è proporre una lettura di senso dei fatti politici, economici, sociali e culturali che animano (o non animano) il Salento e la Puglia. Cronaca non ne fanno. Sfacciati!
Oggi 20centesimi è un giornale un po’ cult, che spacca le opinioni. I ragazzi del cane che piscia contro il potere sognano di passare a otto pagine e poi a sedici. E sognano ancora. Come solo i giovani sanno fare. Chapeau.

di Alessandra Sestito

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/22/i-ragazzi-del-cane-che-urina/93416/





lunedì 21 febbraio 2011

Risposta dell'amministrazione...

Vorrei mostrarmi indignato per il contenuto...
ma per ora CONTINUO  a scandalizzarmi nel vedere "manifesti istituzionali"  (pagati con i soldi di tutti)
...utilizzati a mò di propaganda .