Il direttore a medici e infermieri
"Non sniffate sul lavoro", è polemica
'Siete pregati di astenervi dall'uso di cocaina durante l'orario di servizio'. Così Giuseppe De Maria direttore sanitario del'ospedale di Galatina, in provincia di Lecce, nella circolare che ha inviato ai suoi dipendenti. Ma il documento ha scatenato le ire del direttore generale: "De Maria ha sbagliato". Il Pdl chiede l'intervento del ministero della Sanità e della Regione
di SONIA GIOIA
"I medici e gli infermieri sono pregati di astenersi dall'uso di cocaina durante gli orari di lavoro". E' la singolare disposizione che compare nella circolare che il direttore sanitario del'ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina Giuseppe De Maria, ha indirizzato “a tutto il personale di ogni ordine e grado” e per conoscenza anche allo psicologo del lavoro.
"Sono pervenute segnalazioni anonime circa l’utilizzo, in dosi tali da alterare le capacità lavorative, di cocaina, si spera non durante l’orario di servizio, da parte di personale dipendente. Questo Ufficio è tenuto a richiamare, ove mai ciò rispondesse al vero, chi eventualmente ne facesse uso ad astenersi durante il lavoro e a intraprendere un idoneo programma di disintossicazione. Stante il tipo di sostanza non dovrebbe essere così difficile. Un periodo di riposo e l'eventuale supporto dei nostri servizi a ciò dedicati potrebbe giovare".
Cocaina in ospedale, dunque? E’ il sospetto sollevato fra i dipendenti della struttura dalla lettera di richiamo del direttore, che ha creato allarme fra il personale ma anche tra i vertici della Asl salentina. A monte dell’invito generalizzato ci sarebbe, a quanto pare, una indagine della procura leccese venuta alla luce qualche settimana addietro per presunto spaccio di sostanze stupefacenti a carico di un infermiere in forza allo stesso ospedale galatinese. Parallelamente il direttore generale Guido Scoditti ha disposto la diffusione di un questionario fra i dipendenti di tutte le strutture sanitarie dell’azienda in cui si chiede, in forma anonima, di segnalare eventuali dipendenze da stupefacenti o alcol.
Dopo l'esplosione del caso, sempre Scoditti, ha annunciato oggi di aver inviato alla Procura la circolare diramata da De Maria. L'Asl ha intanto disposto un'indagine interna per chiarire l'intera vicenda, segnalando il caso ai vertici regionali. Scoditti ha reso noto, in particolare, che sono in corso valutazioni su eventuali provvedimenti disciplinari a carico del suo dirigente 'reo' di aver scelto la strada "meno opportuna" per segnalare il presunto uso di cocaina tra il personale medico e infermieristico del presidio ospedaliero. "Era necessario che io inviassi gli atti alla Procura - afferma Scoditti - perché un fatto del genere che è di una gravità impensabile se accertato, implica reati rilevanti. Per quanto riguarda De Maria - prosegue Scoditti - certamente ha sbagliato, non avrebbe dovuto fare quella circolare, ma informarmi direttamente. Vedremo che cosa fare in merito alla sua posizione, certo è che il rilievo di un presunto abuso di cocaina in ambiente ospedaliero è tale che non era questo il modo di procedere".
Immediate le polemiche. Il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, chiede che la magistratura e il ministero della Sanità indaghino sul fatto. "Il ministero della Salute - dice - dovrebbe inviare i Nas e la Regione Puglia, sempre così solerte nel sollecitare indagini, deve avviare subito una inchiesta amministrativa interna". "Se il direttore è arrivato addirittura a diramare una circolare, vuol dire - conclude Palese - che non si tratta di casi isolati o episodici, ma la situazione è ben più grave. Chi pensa a tutelare i pazienti? E cosa si aspetta ad intervenire? Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e l'assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore prendano subito provvedimenti".
Ma il fenomeno, vero o presunto, non riguarda solo il Leccese. Risale all’inizio di agosto una retata dei carabinieri di Fasano, coordinati dai pm della procura di Brindisi Alberto Santacatterina e Silvia Nastasia, in cui finì in manette una gang di spacciatori capeggiati dal 37enne di Fasano Giovanni Gallo. Nel blitz finì ai domiciliari con l' accusa di favoreggiamento anche il medico anestesista dell’ospedale fasanese Leonardo Arnese, 57 anni, ex assessore alla Sanità e ai Servizi sociali del Comune in quota all' Udc. Secondo l’ordinanza del gip che dispose la misura cautelare, il medico faceva uso di stupefacenti, contando sulla fornitura quotidiana dei Gallo. Secondo i pm lo smercio avveniva anche in municipio e in ospedale. L' ex assessore, che sempre secondo l' accusa poteva contare sulla banda anche per il sostegno elettorale, arrivava a ritardare la partenza delle ambulanze o l' inizio degli interventi chirurgici per incontrare i pusher. Fino all' arrivo di una lettera anonima indirizzata alla direzione sanitaria, che denunciava la tossicodipendenza del medico, puntualmente sottoposto a controlli.
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