martedì 17 febbraio 2009

"il PD ha toccato il fondo"

ROMA - Dopo la sconfitta in Sardegna, il Pd corre ai ripari.
Stamattina il segretario Walter Veltroni ha riunito il coordinamento del partito per analizzare il voto e provare a tracciare la rotta per i prossimi mesi.
Alla riunione partecipano tra gli altri Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Rosy Bindi, Piero Fassino e i capigruppo di Camera e Senato Antonello Soro e Anna Finocchiaro.
Al momento filtra la grande amarezza di Veltroni che avrebbe anche pensato persino alle dimissioni.
Ipotesi al momento accantonata e sostituita dall'idea, lanciata dallo stesso Veltroni, di una gestione più collegiale del partito.
Forse passando per la costituzione di una sorta di direttorio che affianchi il segretario fino alle elezioni europee.
"Non c'è dubbio che siamo chiamati a una riflessione di fondo" dice Livia Turco.
Ma il sindaco di Venezia 'boccia' anche l'ipotesi che Veltroni alla luce del risultato si debba dimettere.
"Veltroni non si deve dimettere ma deve ripensare il suo ruolo e l'impostazione che finora ha assunto il Pd" commenta il sindaco di Venezia Massimo Cacciari.
Mentre dalle colonne dell'Unità arriva una durissima sentenza: "Il Pd ha toccato il fondo".
(17 febbraio 2009)
da Repubblica
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Veltroni conferma le dimissioni"Adesso basta farsi del male"
ROMA - "Mi assumo le responsabilità mie e non. Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto".
Dopo sedici mesi Walter Veltroni getta la spugna e il Pd si ritrova senza segretario, un congresso alle porte e una base sempre più disorientata. Decisiva, nella decisione dell'ex sindaco di Roma, l'ennesima sconfitta elettorale.
Quella Sardegna persa senza appello e consegnata a Silvio Berlusconi. Solo l'ultimo tassello di 16 mesi difficili per il Pd. Con Veltroni messo sotto accusa più dall'interno del partito che dall'esterno. Mesi di accuse, più o meno velate. Di una leadership sottoposta ad un continuo processo critico. E così lui adesso va via: "Non voglio restare per far logorare me e la possibilità del Pd di esistere", dice oggi al coordinamento del partito. "Per molti sono un problema e io sono pronto ad andarmene per il bene del partito. Il mio mandato è a disposizione". Una decisione che era nell'aria. Chi gli era vicino raccontava della sempre più crescente amarezza del segretario. Troppe le voci, sotterranee e dichiarate, contro la sua gestione. In discussione la scelta maggioritaria, l'alleanza con Di Pietro, una linea politica sensibile ad ogni spiffero. Uno stillicidio da interrompere. Ma, in mattinata, il Coordinamento prova a fargli cambiare idea: "La tua leadership non è in discussione". Veltroni, però, è deciso e nel pomeriggio riconferma la decisione: "Non cambio idea, me ne vado". E adesso? Domattina si terrà il coordinamento. Le ipotesi in campo sono di convocare al più presto l'assemblea costituente, unico organismo legittimato ad eleggere un nuovo segretario del Pd, in deroga a quanto prevede lo statuto che dispone il ricorso alle primarie per la scelta delle candidature e, quindi, l'elezione del segretario. Con il compito di portare il partito alle elezioni europee ed amministrative della prossima primavera e al congresso del prossimo autunno.
A quanto si apprende, sarebbe questa l'ipotesi più accreditata, anche se nella riunione del coordinamento di questo pomeriggio c'è chi ha chiesto un passaggio formale anche in direzione nazionale. Tra le ipotesi inizialmente circolate c'era anche quella di una gestione collegiale transitoria, ipotesi però scartata dai più. Stesso discorso per il congresso anticipato. Dopo 16 mesi il segretario getta la spugna. Dice basta. E' il maggio 2007 quando Veltroni viene candidato alla guida della nuova formazione politica, sostenuto da larga parte della Quercia e da ampi settori della Margherita, e affiancato, in ticket, da Dario Franceschini. Si arriva così al discorso al 'Lingotto' di Torino. Il Pd nasce ufficialmente il 14 ottobre dello stesso anno e Veltroni, alle primarie, è eletto segretario con il 75% dei voti. Nell'aprile 2008 dello scorso anno il primo, impegnativo, banco di prova: le elezioni politiche, che però consegnano la vittoria a Silvio Berlusconi e al Pdl. Si avvertoni i primi scricchiolii. La vocazione maggioritaria del segretario fa storcere il naso a molti. L'alleanza con la sinistra radicale è messa nel cassetto. Veltroni insiste. Ma l'urna non premia il Pd. Nell'aprile 2008 le elezioni regionali e amministrative danno la vittoria al centrodestra. Nel giugno 2008 il centrodestra fa cappotto alle provinciali siciliane. Nel dicembre 2008 è la volta della regione Abruzzo. Infine ieri il risultato della Sardegna. Nel mezzo un solo momento per sorridere: il Circo Massimo. Troppo poco per farmare il conto alla rovescia. Stamattina dalle colonne dell'Unità arriva una durissima sentenza: "Il Pd ha toccato il fondo".
"Yes we can", era lo slogan di Veltroni in campagna elettorale. Si può fare. E invece non si è fatto. Quello che si farà è tutto da vedere.
(17 febbraio 2009)
da Repubblica
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ORA DEVONO ANDAR VIA TUTTI GLI ALTRI...
A QUALSIASI LIVELLO !
...altrimenti continueranno a perdere.

4 commenti:

Salento72 ha detto...

Magari potrebbe anche pensare di cominciare a fare un pochino di opposizione visto l'andazzo dell'ultimo anno!
Uno schifo.
Un governo che sforna porcate quotidianamente sotto il silenzio vergognoso di una opposizione assolutamente inutile.

Hawkeye ha detto...

Il PD ha veramente toccato il fondo...
lo raschierà
(continuando a sbagliare tutto)
perdendo le provinciali...
la provincia di Lecce è già consegnata nelle mani del centrodestra.

Stimavo Veltroni ma HA LETTERALMENTE SBAGLIATO TUTTO !!!!

Ha creato un partito che è contenitore di tutto e di conseguenza inidentificabile politicamente.
E' il partito di nessuno.
Soltanto gli ammanicati, alcuni industriali ed i politicanti si ritrovano beati in quelle strane fila.

L'organigramma del PD dovrebbe essere azzerato a tutti i livelli: non è più credibile e tantomeno affidabile.

Veltroni ha iniziato facendo crollare il governo Prodi,
ha continuato distruggendo la sinistra
e perpetra nell'errore associandosi a Berlusconi sullo sbarramento per le Europee.

E' la vergogna della Democrazia.

Non solo dovrebbe andar via dalla direzione del PD...
ma dovrebbe iniziare a legittimare la POLITICA scomparendo dall'elenco dei politici italiani.

La parola deve ritornare ai politici non continuare a restare nelle mani di industriali ed affaristi (vedi Soru)
che non hanno idea di quali siano i problemi della gente comune e non hanno interesse alcuno ad indirizzare lo sviluppo in maniera equilibrata ed armonica.
La loro indole è rivolta ad ben altri interessi.

Continuate così...
miei cari amici del PD...
farvi scomparire dal potere oramai non è solo necessario...
ma INDISPENSABILE !!!!

Nelle mani di Berlusconi patirà l'intera Italia...
ma se è questo lo scotto che dovremo pagare per avere un centrosinistra pulito e competente...
ben venga anche questo sacrificio!

Hawkeye ha detto...

Mister "maggior esponente dello scheiramento a me avverso"
dopo aver fatto danni su danni
ha finalmente preso una decisione GIUSTA !!!

Si è tolto dalle scatole .

Ben più difficile sarà che, per il bene comune, l'intero organigramma lo segua.

Ma finchè questa squallida classe di politici resterà attaccata alla poltrona continueranno a perdere.

Ovviamente non parlo solo del PD,
...ma anche dell'organigramma dei Verdi, di Rifondazione, dei Comunisti, dei Socialisti, ecc.

Più che politici sono oramai affaristi e gli italiani tutti lo hanno capito.

Basta con i voti per il "meno peggio" ...
ora vogliamo politici qualificati e non ammanicati o corrotti...
POLITICI e non AFFARISTI !

Hawkeye ha detto...

Quattro anni e sei mesi: è questa la condanna per David Mills, l'avvocato inglese accusato di corruzione.
Solo due mesi in meno di quanto richiesto dal pubblico ministero Fabio De Pasquale, che aveva proposto 4 anni e 8 mesi di reclusione.
Il punto fermo è stato messo, dunque: Mills è stato corrotto.
Il presunto corruttore, Silvio Berlusconi, invece, per ora non rischia niente: il processo nei suoi confronti è sospeso, in attesa che la Consulta decida sulla legittimità costituzionale del Lodo Alfano.

Qualche novità, intanto, comincia ad affiorare: secondo l'accusa infatti se il Lodo Alfano non dovesse risultare costituzionalmente valido, il reato del premier sarebbe a tutt'oggi punibile, e non già prescritto come si era finora ritenuto: Mills avrebbe infatti ricevuto da Berlusconi, attraverso il manager Fininvest Carlo Bernasconi, 600 mila dollari il 2 febbraio del 1998.
Il legale però, che venne corrotto per omettere il vero o testimoniare il falso nell'ambito di due processi a carico di Berlusconi, quello sulle tangenti alla Guardia di Finzanza e quello All Iberian, intascò effettivamente quei soldi il 29 febbraio del 2000, due anni più tardi.
Per questo la pubblica accusa sostiene che il reato cadrà in prescrizione solo nel 2010.
Ora i giudici riuniti in camera di consiglio dovranno decidere se la modifica del capo di imputazione proposta in corso d'opera dal pm è valida.

«La sentenza che condanna il legale inglese David Mills a quattro anni e sei mesi era annunciata», ha detto a Sky Tg24 il deputato del Pdl Gaetano Pecorella, che è anche avvocato ed è stato legale del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
«Si tratta di un tribunale il cui presidente è politicamente orientato in modo molto chiaro contro la figura di Silvio Berlusconi.
C'è un margine di forte sospetto che nasce da questa posizione politica - ha aggiunto Pecorella - io prescindo dal lodo Alfano che sarà la Corte costituzionale a valutare;
dico solo che con due posizioni tra loro così legate, emettere una sentenza con uno dei due imputati assente, forse era un modo per condannare Berlusconi moralmente non potendolo fare fisicamente».

Dal canto suo, Mills si era difeso con un memoriale in cui affermava che Berlusconi era stato vittima dei suoi errori e chiedeva scusa al premier.
Per i consulenti della difesa è dimostrato che i 600 mila dollari facevano parte di una somma più ingente che Mills aveva ricevuto dall'imprenditore Diego Attanasio perchè la gestisse.


17 febbraio 2009
da l'Unità