sabato 17 aprile 2010

GRANDISSIMO MARCO TRAVAGLIO A GALLIPOLI , IERI.

...Oltre tre ore di spiegazioni in diretta (senza legger nulla se non lettere o interviste!)
per un Marco Travaglio semplicemente ECCEZIONALE !

da Lecce Prima.it

IL "PROMEMORIA" DI TRAVAGLIO CHE SCUOTE LE COSCIENZE

Il giornalista torinese ospite, ieri sera, del Teatro Italia di Gallipoli per raccontare 15 inediti anni di malcostume e scandali all'italiana. Tangentopoli e P2, passando dall'impunità dei politici
GALLIPOLI - Le luci del Teatro Italia si sono riaccese che era quasi l’una di notte, quando la gola di Marco Travaglio, ormai a fuoco, aveva già fatto piombare gli animi degli spettatori gallipolini nel disamore e nel disincanto più assoluto. “Promemoria” è il primo, lungo e denso monologo teatrale musicato, allestito dal giornalista più amato, odiato, sicuramente scomodo degli ultimi tempi. Travaglio ha scelto di vestire gli inediti panni dell’artista per raccontare, ri-raccontare o piuttosto rendere noti alle giovani generazioni quindici anni di vicende all’italiana, così come non si sono studiati a scuola, non si son visti in tv e sui giornali o, nel migliore dei casi, già finiti nel dimenticatoio collettivo.
Così se la memoria storica è un ottimo deterrente per impedire il ripetersi degli errori, Travaglio elenca con prodigiosa accuratezza le tragicomiche avventure di una smemorata classe politica (la nostra) che ricasca indisturbata nelle stesse nefandezze di sempre. Nelle parole del giornalista si specchia l’immagine di un paese dalla coscienza narcotizzata, imbonito dai teleschermi e ignaro dei fatti, incapace di scandalizzarsi persino quando li conosce e, soprattutto, incapace di smentire uomini di governo legittimati a fare tutto e il contrario di tutto.
Sono i vezzi della nostra classe politica, ben radicati nel costume nazionale, quelli che Travaglio ama raccontare per intrattenere il suo pubblico: dalle manie di grandezza alle incredibili gaffe dell’attuale premier, dalle comiche intercettazioni tra politici e mafiosi che confondono bombe e segnali acustici, fino a quell'arte tutta “nostra” e trasversale ai partiti, di rubare, tacere, mentire, trafugare e negare l'evidenza senza più alcuna credibilità. E’ un’Italia di eccessi che sfociano nell’incredibile e nel grottesco, quella raccontata in “Promemoria”; un’Italia dalla formidabile potenza autodistruttiva in cui accadono quotidianamente vicende che meritano più le luci della ribalta teatrale che le sterili cronache di un giornale.
Da tangentopoli alla P2, dall’incapacità delle sinistre fino all’impunità di “uno sopra tutti”, c’è poco da stare allegri, ma la volontà ultima del giornalista non è nella rassegnazione, ma in quella sana e violenta scossa alla coscienza del paese che impedisca alla denuncia di rimanere uno sterile esercizio giornalistico, un monologo teatrale o l’azione di una singola voce fuori dal coro

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