lunedì 25 febbraio 2008

SALVIAMO gli ALBERI...

Al Sindaco della Città di Taviano Dr. Salvatore D’Argento
Al Difensore Civico Avv. Elena Lucrezio
Al Dott. Giuseppe Tanisi
All’Avv. Biagio Palamà
All’Avv. Salvatore Bruno
All’Avv. Antonio Pasca
All’Avv. Cosimo Zompì
Al Signor Tonino Rosano

Oggetto : Taglio albero di Viale Stazione e lettera Prot.2521 del 15/02/2008

In conseguenza alla discussione avvenuta in data 18 Febbraio 2008 nei locali della Casa Comunale colgo l’occasione, per quanto la mia persona non abbia un bagaglio di studi “ufficiali” specialistici in materia, per dare un apporto al confronto sul tema “messa in sicurezza degli alberi di Viale Stazione e Piazza A. Diaz”.
Dopo aver visionato tutta la documentazione (volendo soprassedere su talune situazioni che ritengo nella attuale fase costruttiva di non immediato interesse), pur considerando veritiere (ma la circostanza andrebbe verificata e documentata da esperti) le lamentele di singoli cittadini che riscontrano leggeri danni alle proprie abitazioni presumibilmente a causa delle radici dei vicini alberi, è mia impressione che attorno a tale discussione aleggi una atmosfera (spero non creata ad arte!) di paura che potrebbe essere ben lungi dalla realtà, poiché, se osserviamo analiticamente la situazione, quasi tutte quelle piante pur non avendo avuto manutenzione alcuna (talune piante sono in condizioni pietose!) paiono reggere egregiamente e sta di fatto che non hanno avuto cedimento alcuno pur sopportando (negli ultimi 2 anni) venti straordinari superiori a 40 nodi (in data 13 settembre 2006 con incredibili picchi di vento oltre i 102 Km/h- Tempesta di NW) e pochi giorni orsono (16 Febbraio 2008) a 30 nodi di NNW(vento forte).
In data 13 settembre 2006, infatti, una straordinaria tempesta sradicò decine di serre
(vedi foto...qui mancanti),


abbattè muri (muro di recinzione del Palazzetto ed altri), scoperchiò fabbriche, sradicò ulivi secolari e tanto altro, portando alla rovina economica numerose famiglie, ma quegli alberi (maltenuti, non curati, pieni di rami secchi) hanno retto benissimo ad un vento che li colpiva in pieno. Per quanto si possano effettuare misurazioni visive è questa la miglior garanzia di robustezza di quegli alberi.

Viene spontaneo chiedersi in base a quale criterio scientifico, visivo o rilievo professionale il Comandante dei Vigili Urbani in data 11 Ottobre 2007 (con venti massimi di 11-12 nodi) inviava fax affermando che “il Pino rischia di cadere da un momento all’altro” poiché come è ben noto a tali piante rischiano di schiantarsi per il cedere del disco delle radici e tale rischio può essere certificato solo da un esperto della materia. Il fatto che il tronco sia inclinato (se la pianta è robusta, in buona salute e curata) non influisce in maniera preponderante sulla situazione di pericolo.
Fatto è, infatti, che l’albero da allora ha sopportato calamità atmosferiche notevoli senza risentirne in modo alcuno e (pare incredibile leggendo tale fax !!!) senza schiantarsi al suolo. Riguardo il caso del Pino d’Aleppo con inclinazioni rilevanti
(vedi foto....qui mancanti)
notiamo subito che la chioma, pur non eccessiva (quindi che oppone relativa resistenza al vento - vedi foto sopra) è veramente maltenuta e necessiterebbe di una potatura di diradamento poiché dal punto di vista fisiologico è dimostrato che, a parità di legno asportato, il diradamento rispetto ad una qualsiasi altra operazione di potatura (speronatura, spuntatura) sottrae una minor quantità di sostanze di riserva conferendo alla pianta un migliore equilibrio chioma-radici. Da ciò ne consegue che gli alberi sottoposti al diradamento formano una chioma meno compatta e più equilibrata rispetto a quelli sottoposti, per esempio, a raccorciamento. Il diradamento, asportando anche parte della porzione centrale della chioma, favorisce la benefica azione di contatto dei raggi solari ed abbassa il tasso di umidità fra le foglie limitando di fatto l'insorgenza di attacchi parassitari e consentendo un irrobustimento delle branche.Il lavoro per salvaguardare la pianta potrebbe concludersi con la messa in sicurezza della pianta e con una cura continua (cosa che sarebbe comunque obbligatoria per conservare nel migliore dei modi quel patrimonio comune di notevole valore storico paesaggistico).
Le condizioni disastrose (che però non richiamano il pericolo imminente) riguardano anche gli altri alberi di non recente impianto che sono presenti su Viale Stazione, che sono estremamente trascurati (vedi foto...qui mancanti) e, pur non possedendo una chioma notevole, possono divenire preda di venti straordinari (come qualsiasi pianta di alto fusto) ai quali non eravamo abituati ma che corrono il rischio di divenire abitudinari nelle nostre zone a causa dell’evidente mutamento del clima.

Gli alberi, pur essendo maltenuti e trascurati, hanno dunque dimostrato notevole resistenza al vento; una corretta potatura (con conseguente notevole riduzione della chioma e dei carichi esposti) congiunta ad una messa in sicurezza delle piante garantirebbero salvaguardia della salute pubblica e mantenimento della qualità estetica ed ambientale del viale.
Il problema delle eventuali radici che danneggerebbero case adiacenti può essere analizzato solo dopo un accurato sopralluogo.
Tengo a precisare che con piccoli accorgimenti poco costosi si potrebbe mantenere inalterato l’aspetto del viale anche nel caso si volessero impiantare nuovi alberi dello stesso tipo in sostituzione delle piante abbattute.
Quanto visibile (vedi foto) non denota gravi danni ai marciapiedi che, pur non essendo stati progettati e costruiti con cure particolari in relazione alle poderose radici superficiali di questi alberi, paiono essere in eccellenti condizioni e per nulla pericolosi (se non in piccoli frangenti facilmente ripristinabili).

Infatti la zona maggiormente danneggiata è relativa ad una aiuola dove l’albero è stato da tempo abbattuto e mai risistemata. (vedi foto sopra...qui mancanti)
In relazione al Pinus Pinea di Piazza Diaz (Monumento ai Caduti) bisogna considerare che è una robusta pianta che ha effettivamente una discreta inclinazione causata da errata manutenzione (vedi foto...qui mancanti)
e, trovandosi su una strada ad alta densità di traffico, necessita di una sapiente potatura con alleggerimento della chioma e una nuova leggera redistribuzione dei carichi. In questo caso (pur se la pianta ha retto a venti straordinari) la messa in sicurezza è assolutamente necessaria.
Ritengo necessario comunicarVi alcune osservazioni :
1) L’abbattimento di talune piante annullerebbe l’equilibrio che è sorto dopo decenni di convivenza tra esse, aprirebbe PERICOLOSI varchi al vento che, penetrando in maniera differente da quella attuale, scuoterebbe maggiormente le loro chiome aumentando il rischio di schianto anche per gli altri alberi. Si modificherebbe un equilibrio statico che fin’ora ha funzionato benissimo e certamente metterebbe a maggior rischio la resistenza degli alberi. Abbattendo alcune piante otterremmo l’effetto inverso a quello desiderato ed il Viale diverrebbe certamente meno sicuro di quanto lo sia attualmente.
2) Come ogni valido “nucleo civile” dovremmo imparare a valorizzare le nostre ricchezze ambientali e paesaggistiche, considerando la spesa per la loro “cura” come un investimento; Anche se esistono purtroppo tutt’ora personaggi che non riescono a gustare la bellezza di tali ricchezze dobbiamo comunque ricordare che si tratta di beni comuni che i nostri avi ci hanno affidato e che noi dovremo consegnare nel migliore dei modi ai nostri successori.
3) Che la relazione di “verifica strutturale su piante di pino di Viale Stazione e Piazza A. Diaz (che io condivido appieno) è stata correttamente fatta con sistema VTA (Visual Tree Assessment- Valutazione Visiva dell’Albero *1) ma se intendiamo preservare tali piante dopo una corretta potatura si potrebbero monitorizzare costantemente anche (ove necessario) con l’uso di penetrometri e con i sistemi Statistic Integrated Assestment (SIA *2) e Statistic Integrated Method (SIM*3) per ottenere risposte scientifiche che ridurrebbero notevolmente i dubbi sullo stato di salute e sulla loro resistenza.
4) Che la soluzione al problema (con benefici per i compiti degli Amministratori -tutelare la salute dei cittadini- per il bene pubblico ed il godimento di essi da parte dei cittadini) è nelle stesse parole del Dott. Agr.Daniele Errico quando afferma testualmente nelle CONCLUSIONI della “Verifica strutturale su piante di Pino in Viale Stazione e Piazza A. Diaz- Taviano” di data 09 Febbraio 2008: “ … impone a chi scrive, suo malgrado (visto l’importanza paesaggistica , la bellezza e la magnificenza dell’esemplare), un giudizio di responsabilità che lo porta a consigliare la messa in sicurezza della pianta con l’apprestamento di strutture in grado di garantire la stabilità meccanica della stessa o, in ultima analisi, in mancanza di strutture o strumenti adeguati, l’abbattimento.” Condivido appieno quanto scritto dal Dott. Daniele Errico: l’abbattimento andrebbe preso in considerazione soltanto se non fosse possibile la messa in sicurezza della pianta.
5) Insieme alla potatura degli alberi (obbligatoria allo stato attuale!) esistono una serie di piccoli accorgimenti dal costo veramente basso che eleverebbero a dismisura le resistenze degli alberi al vento. Sarebbe importante poterne parlare… ed insieme a queste sarebbe importante poter discutere di eventuali sgravi (es: ici) per i cittadini che dichiarassero la volontà di collaborare alla messa in sicurezza delle piante maggiormente “a rischio”.
Sperando che le mie osservazioni possano essere prese in considerazione mi riservo di fornirne altre nel caso potessero servire ad una crescita armonica del paese.
Cordiali saluti
Taviano 23 Febbraio 2008
Carlo Palese


*1 - Il Visual Tree Assessment II concetto che sta alla base del metodo Vta è l'assioma della tensione costante, in base al quale l’albero cresce e si sviluppa in modo da garantire una regolare e omogenea distribuzione dei carichi su tutte le parti del tronco. Nella migliore delle condizioni quindi nessun punto della chioma dovrebbe risultare sovraccarico; se questa condizione ottimale dell'albero risulta alterata, per esempio a causa di una carie o di uno squilibrio della chioma, l'albero produce legno di reazione nelle zone sofferenti, determinando un rinforzo della struttura. Questa formazione di materiale di riparazione può pertanto considersi come sintomo della presenza di difetti meccanici e fisici all'interno dell'albero. Il riconoscimento e la codificazione di questi sintomi sono, quindi, la fase più importante dell'analisi.Il Visual Tree Assessment (Vta) prevede fondamentalmente un'analisi visiva dell’albero allo scopo di:1. esaminare le caratteristiche e lo stato generale della pianta (ad es. dimensioni, età, vitalità, inclinazione del fusto, sito d’impianto ecc.);2. evidenziare la presenza di manifestazioni esterne di sofferenza meccanica del fusto, dei rami e della zolla radicale (es. spaccature e fessurazioni, cambio di direzione delle fibre del legno, movimenti del terreno alla base della pianta ecc.);3. valutare l'entità e la gravità dei singoli difetti e le loro ripercussioni sulla stabilità dell’intera struttura.Il fine ultimo di questo tipo di valutazione è stabilire se la porzione di legno sano residuo, nel punto indagato, è in grado di sostenere le sollecitazioni meccaniche cui è sottoposta e conseguentemente agire con interventi di messa in sicurezza dell’albero, di riduzione della chioma o di abbattimento.Mattheck spiega come, quando la porzione di legno sano si riduce a meno del 30% della superficie della sezione indagata, possono sussistere rischi di rotture e quindi occorre intervenire per riequilibrare la struttura dell’albero. Il Vta prevede l’uso di penetrometri per l’ispezione interna, che consente di quantificare quanto legno sano è ancora presente, ma negli ultimi anni vi è stata una forte spinta della ricerca, finalizzata alla messa a punto di tecniche strumentali più rapide e raffinate per le indagini sulla presenza di carie nei tronchi.
*2 - Statics Integrated Assessment - SiaIl Sia e il Sim sono tecniche che valutano la capacità di resistenza di un albero sulla base di alcuni parametri quali la specie botanica, l’altezza, l’effetto vela della chioma, il diametro del tronco e l’esposizione al vento.Secondo il Sia, la struttura di un albero non differisce molto da quella di un edificio, per cui la determinazione della sua sicurezza statica e dinamica sottostà alle regole del cosiddetto triangolo della statica in base al quale carico, materiale e geometria, devono essere in reciproco equilibrio affinché l’oggetto considerato possa dirsi stabile.Il metodo è stato teorizzato da Wessolly; i criteri adottati per determinare la sicurezza delle piante arboree nei confronti di rotture accidentali sono stati stabiliti valutando sperimentalmente più di 3.000 piante, cresciute in diversi contesti ambientali. Di questi alberi è stato determinato un coefficiente di turbolenza aerodinamica (aerodynamic drag factor = Cw), il modulo di elasticità del legno di ciascuna specie, il carico di rottura alla compressione assiale, radiale e tangenziale.Il Cw esprime il modo con cui un albero si deforma sotto il carico del vento, in funzione anche della sua sagoma e della permeabilità più o meno accentuata della chioma fogliata. Considerando le diverse forme delle chiome e il loro Cw al vento, il rapporto tra momento flettente (espressione del carico del vento) e diametro del fusto può variare di un fattore pari a 8, ossia fusti dello stesso diametro, ma di specie diverse o con chiome differenti, possono sostenere sotto lo stesso carico di vento sollecitazioni assai variabili.Il carico che agisce sull'albero dipende principalmente dalla spinta del vento e dall'altezza della pianta. L'esposizione dell'albero al vento è differenziata in tre categorie a seconda dell’ambiente in cui esso può essere collocato: i) completamente esposto al vento, ii) parzialmente esposto, iii) protetto dal vento. Per il calcolo del carico di rottura a compressione il metodo considera un albero dalla chioma fitta e sana e un carico massimo corrispondente a un uragano, con velocità di 32,5 m/s (grado 12 della scala anemometrica di Beaufort).Il materiale, nella definizione data da Wessolly il green wood, è il legno degli ultimi anelli di accrescimento, privo di difetti, che ha umidità superiore al 30% ed è caratterizzato da un elevato modulo elastico.La geometria è intesa come dimensioni e forma della chioma, del fusto e delle radici. I dati sperimentali raccolti da Wessoly hanno evidenziato come allo stesso diametro del fusto possano essere associate dimensioni di chioma assai diverse e, pertanto, il carico subito in una tempesta può variare moltissimo tra alberi cresciuti in aperta campagna (completamente esposti) e mai potati e altri che vivono in zone urbane e sono quindi protetti dal vento e con chiome non libere.Considerati tutti questi parametri e la loro evelata variabilità, la presenza di carie o di cavità nel tronco assume decisamente minore importanza nel metodo Sia rispetto al ruolo centrale che le viene riconosciuto nel Vta.Partendo sempre dai dati raccolti sperimentalmente sono stati elaborati alcuni grafici per rendere applicabile in maniera semplice e immediata il Sia sulle principali specie arboree. I grafici sono stati riuniti in un prontuario tecnico utile per una prima valutazione di stabilità senza l'impiego di alcuna specifica strumentazione.*3 - Statics Integrated Method - Sim Detto anche metodo dell’elastometro-inclinometro, si tratta di una prova statica che valuta la resistenza alla rottura e allo sradicamento di un albero sottoposto a trazione. Il metodo, non distruttivo, misura le risposte delle fibre legnose superficiali quando esse vengono sottoposte a un carico controllato.Con un paranco manuale, collegato a una fune fissata sulla parte alta del fusto o sui singoli rami della chioma, viene applicata una trazione, il cui valore è registrato da un dinamometro, utilizzando un elastometro sul tronco e un inclinometro sul colletto, vengono misurati i movimenti del tronco e della zolla radicale alle sollecitazione applicata. In particolare, l'elastometro, posizionato in diverse zone del tronco, consente di misurare, con la precisione di 1/1.000 di mm, l'allungamento o l'accorciamento delle fibre legnose. I valori ottenuti sono confrontati mediante appositi programmi informatici con quelli standard di resistenza alla compressione.Con l'inclinometro, che ha la precisione di 1/100 di grado ed è posizionato al colletto della pianta, si verifica la stabilità dell'apparato radicale allo sradicamento dell'albero sottoposto a sollecitazione. Valori assai elevati rilevati dallo strumento possono evidenziare eventuali anomalie (carie o tagli) sulle radici stesse, permettendo in questo modo di avere un'indicazione reale sull'ancoraggio della pianta. Poiché il carico applicato nella trazione è sempre molto inferiore a quello teorico di rottura del legno considerato, non vi è il rischio di danneggiare le fibre sollecitate. Il Sim, per arrivare a definire in maniera precisa il carico di vento sopportabile dalla pianta, si avvale di un apposito programma grafico.Tecniche strumentali di approfondimento per la diagnosi delle alterazioni del legno interne al troncoI metodi per la diagnosi non invasiva delle alterazioni del legno analizzano le proprietà fisiche e chimiche del legno: densità, resistività elettrica, modulo di elasticità, concentrazione ionica e contenuto di umidità.In anni recenti vi è stata un’evoluzione degli strumenti che utilizzano le sopradette tecniche, spesso sviluppate per applicazioni mediche e ingegneristiche, come penetrometri, misuratori di conduttività elettrica, strumenti a ultrasuoni, densitometri a raggi X e γ e risonanza magnetica nucleare. La maggior parte degli strumenti utilizzati per l’analisi del legname in opera e di tutti i materiali legnosi in genere forniscono un’informazione molto localizzata e influenzata da porzioni non definite del materiale che circonda i sensori. Per questo motivo, quando si applicano tali dispositivi sui tronchi, per l’individuazione di carie interne del legno, sarebbe opportuno effettuare misure in differenti punti in modo da avere più informazioni sulla sezione indagata, anche se ciò necessita di tempi più lunghi.Non a caso alcune delle suddette tecniche sono state recentemente sviluppate attraverso l’investigazione tomografica. La tomografia (dal greco tomos: sezione) consente di ricostruire una sezione trasversale di un oggetto per mezzo di misure effettuate sulla sua superficie, misurando l’energia che passa attraverso l’oggetto stesso. Differenti tipi di energia possono dare informazioni su diverse proprietà dell’oggetto esaminato: le onde ultrasoniche forniscono indicazioni sulle proprietà elastiche del legno, i campi elettrici e le onde elettromagnetiche alle frequenze radar sulla conduttività (a sua volta in relazione con il contenuto di umidità e la concentrazione ionica), i raggi γ e i raggi X danno informazioni sulla densità del legno.Molti studi riguardano le tecniche tomografiche, la maggior parte dei quali prendono in esame il legname e in generale le strutture legnose: la tomografia ultrasonica è stata applicata da Tomikawa et al. (1990) e Biagi et al. (1994) per analisi su pali e legname e da Comino et al. (2000b) su alberi in piedi; Dubbel et al. (1999), Weihs et al. (1999) e Comino et al. (2000a) hanno condotto numerosi esperimenti di tomografia elettrica su alberi in piedi; Rust e Gocke, (2000) hanno applicato la tomografia sonica su alberi in piedi; Temnerud e Oja (1998) e Guddanti e Chang (1998) hanno saggiato la tomografia computerizzata a raggi X e Rust (1999) ha utilizzato la medesima tecnica su pini silvestri viventi mentre Chambellan et al. (1994) hanno applicato la tomodensitometria a raggi γ su legno.Sugli alberi in piedi queste tecniche sono state applicate con particolare riferimento alle onde ultrasoniche, alle onde elettromagnetiche e ai campi elettrici.

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