venerdì 28 marzo 2008

SALMA PIATTA - di Marco Travaglio

Uliwood party in attesa di pubblicazione su l'Unità

E’ tornato lui. Contavamo i giorni, per vedere quanto avrebbe impiegato a riesumare i comunisti, Stalin, la Rai in mano alle sinistre, la par condicio illiberale.
L’ha rifatto. Anzi, ha voluto esagerare e ha rispolverato pure la laurea di Di Pietro, una gag che risale addirittura al 1995 e che è già costata condanne per diffamazione a decine di pennivendoli al seguito.
E’ bello e rassicurante ritrovare il vecchio Banana dei tempi migliori. “Berlusconi - osserva Ellekappa - tira fuori i suoi vecchi cavalli di battaglia. Vediamo se ritira fuori anche lo stalliere”. Come i guitti a fine carriera che cercano di strappare l’applauso col repertorio, l’anziana soubrette di Arcore provvede a smentire tutti i politici e gli opinionisti “riformisti” che negli ultimi mesi lo descrivevano trasformato, moderato, dialogante, insomma un uomo nuovo, uno statista col quale riscrivere le regole della Repubblica, forse anche il codice della strada, sicuramente il codice penale. Infatti da un paio di giorni Uòlter ha cominciato a parlare di tv, di conflitto d’interessi, perfino.
Ecco, dev’essere stata la parola mafia a mettere di cattivo umore il Cainano, insieme alle notizie dal Liechtenstein e dal resto d’Europa, dove i governi si stanno impegnando contro l’evasione fiscale che lui ebbe modo di definire alla festa della Guardia di Finanza “un diritto naturale che è nel cuore degli uomini”, soprattutto nel suo.
Lui, sui depositi di Vaduz, aveva dichiarato: “Il Liechtenstein non so nemmeno dove stia”. Ma l’altroieri, con una strana classica excusatio non petita, è intervenuto l’on. avv. prof. Gaetano Pecorella, sorprendentemente allarmato: “Gli elenchi dei titolari italiani di conti correnti in Liechtenstein sono inutilizzabili, perchè si tratta di prove raccolte illecitamente.
Il funzionario di banca ha commesso un illecito, sono informazioni coperte da segreto bancario”. Mavalà: se un topo d’appartamenti, svaligiandone uno, trovasse un filmato che immortala il mandante di un omicidio mentre assolda il killer, verrebbe certamente processato per furto; ma poi verrebbe processato anche il mandante dell’omicidio.
Lo stesso vale per gli elenchi dei furboni di Vaduz, tant’è che 37 procure italiane, come i giudici di tutt’Europa, li usano eccome. La spiegazione alternativa di tanto nervosismo è che l’ormai celebre “cordata italiana” per Alitalia stenti a decollare. A sentir lui, è tutto pronto. Tant’è che, col riserbo che lo contraddistingue, spiattella nomi e cognomi a chiunque incontri per strada, salvo meravigliarsi se Minzolini, appostato dietro la fioriera, ascolta e scrive tutto sulla Stampa. La terzultima versione della “cordata italiana” comprendeva Banca Intesa (che l’ha mandato a stendere) e la figliolanza (ma poi gli han votato contro persino Piersilvio e Marina). La penultima, Bracco, Tronchetti, Doris, Moratti, il mitico Carlo Toto (di cui il Pdl candida il figlio) e forse l’Aeroflot (tramite l’amico Putin). L’ultima, svelata ieri da Minzolini, schiera Mediobanca, Eni, Ligresti e Benetton (oltre, naturalmente, a Berty, sempre a disposizione). Malauguratamente il Cavaliere s’è scordato di avvertirli, per cui i quattro soggetti interessati, appena si son visti sul giornale, sono corsi a smentire tutto.
E lui naturalmente ha smentito se stesso. Ma c’è da giurare che è già pronta una quarta cordata: già si parla delle patatine Pai, della rivista Topolino, del titolare dei Chupa Chupa, di un produttore di mozzarelle di bufala e, come advisor, di Braccobaldo Bau. Si dirà: ma non hanno i mezzi. Che problema c’è: l’importante è sparare nomi a raffica fino alle elezioni, poi lui gli dà i soldi necessari prelevandoli dalle nostre tasche (parla di un “prestito ponte” del governo o, in alternativa, di un credito d’imposta ad Alitalia se resiste ai francesi un altro po’, tanto perde solo 1 milione al giorno). O farà come nelle campagne abbonamenti del Milan: prima annuncia l’acquisto di Ronaldinho, Droga, Eto’o; poi, quando tutti i tifosi han pagato la tessera, annuncia costernato che sarà per l’anno venturo. Qualcuno insinua infine che sia nervoso perché l’incedere degli anni è più forte di qualunque lifting, trapianto, asfaltatura (di qui la fuga dai confronti con Uòlter): l’altro giorno, di passaggio da Viterbo, il nostro ha sostato un’ora dinanzi alla salma di Santa Rosa. Secondo il Corriere, “una ricognizione medico-scientifica ha confermato lo straordinario grado di conservazione del corpo”.
Il quotidiano non specifica di quale salma.

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