martedì 15 aprile 2008

Non avete imparato nulla !



Come temevo...
Veltroni non ha imparato nulla da questa cocente sconfitta!

Non soltanto ci ha presi per i fondelli dicendo che i sondaggi riportavano un "testa a testa"
(e così facendo ha rubato migliaia di voti alla sinistra arcobaleno perchè ogni singolo voto avrebbe potuto decidere a favore dell'uno o dell'altro),
non soltanto ha fatto cadere il Governo Prodi con il suo annuncio che avrebbe "corso da solo",
non soltanto ci ha propinato delle liste vergognose,
non soltanto ha distrutto definitivamente la sinistra ed il centrosinistra,
non soltanto (col suo buonismo del cacchio) ha fatto dimenticare agli italiani chi è in realtà il signor Berlusconi,
non soltanto ... (potrei continuare per ore!)

... ma addirittura oggi ha detto che per il Partito Democratico è stato comunque un successo...
che vuol fare il "governo ombra" (se lo può ficcare dove dico io!),
che sono cresciuti ...
che si attendeva di meno...

Roba da pazzi...o ci prende per il culo o vuole soltanto salvare la sua poltrona!

NON AVETE IMPARATO NULLA !!!


Ps: parole da usare per Veltroni e la sinistra per descrivere queste elezioni:
Debacle, sconfitta clamorosa, disfatta, rotta, disastro, catastrofe, sfacelo, sbaraglio, tracollo, crollo, calamità, tragedia, caduta, fallimento,
grave insuccesso, distruzione, rovina, caduta pesante, frana, cedimento,…

2 commenti:

Hawkeye ha detto...

Da Liberazione di oggi
Articolo di Piero Sansonetti

Caro Walter Veltroni,
ti scrivo poche righe. Non so se le prenderai in considerazione. Magari lèggile, in virtù della nostra vecchia amicizia.
La devastante sconfitta subita dalla sinistra non può nascondere la sconfitta molto severa subita dal Pd. Tu avevi impostato la campagna elettorale su due o tre idee (e alcuni atti). Cominciamo dagli atti: la destabilizzazione del governo Prodi, che ha portato alla sua caduta; la rottura a sinistra, con l'accusa - alla sinistra - di essere massimalista e incompatibile con il governo. Le idee che hai proposto erano altrettanto chiare. Prima, l'Italia può essere governata solo con un sistema bipartitico, perché il pluralismo porta ad un eccesso di democrazia e a scarsa efficienza; seconda, l'Italia può essere solo governata dal centro, perché occorre mettere insieme un blocco costruito sulla borghesia-forte, che è garanzia di stabilità, e puntellato da politiche moderate, talvolta repressive, che ristabiliscano il principio di autorità, di selezione, di italianità, che rovescino, cioè, il guazzabiglio culturale e anarchico del sessantotto. Terza idea: per compiere questa operazione di "restaurazione" moderata occorre sconfiggere Berlusconi che è un borghese "anomalo", populista , un po' peronista.
Caro Walter, cosa ti è riuscito di questo tuo progetto? La rottura a sinistra ti è riuscita, ed ha portato alla cacciata della sinistra dal Parlamento. Ti è riuscita l'affermazione dello schema bipartitico. Ti è riuscito lo spostamento a destra dell'asse politico del paese. Punto e basta. La battaglia con Berlusconi, che avevi promesso di vincere - e su questa promessa hai conquistato il consenso di tanti elettori di sinistra.... - l'hai persa clamorosamente. Il risultato elettorale della destra è stato il più forte degli ultimi 15 anni. Il Pd non ha conquistato neppure un voto su quel fronte. Ma il suo comportamento conservatore - persino reazionario talvolta, pensa alle campagne contro i lavavetri, i mendicanti, i rom - ha sdoganato i sentimenti più di destra. Il trionfo della Lega si spiega anche così. La politica è questo: se rompe delle barriere poi succede che tutta l'opinione pubblica subisce uno spostamento a catena.
Caro Walter, questa tua linea ha portato l'Italia al disastro. Non credi di avere una porzione di responsabilità?


17/04/2008

Hawkeye ha detto...

da Peter Gomez

Festa Triste

Nessun festeggiamento, o quasi. Nessun carosello di auto e di bandiere. Solo i militanti e i simpatizzanti della Lega hanno (giustamente) brindato. Gli altri, a partire da quelli del Pdl, sono invece rimasti zitti e muti: persino nelle sedi di partito, che erano già praticamente vuote alle 10 di lunedì sera, l'entusiasmo è stato moderato. Non è un caso: il voto che ha portato per la terza volta Silvio Berlusconi a palazzo Chigi, questa volta non è stato un voto (solo) ideologico. È stato un voto di disperazione.

Anche per questo il cammino per Berlusconi, nonostante la schiacciante maggioranza parlamentare, si preannuncia difficilissimo. Il Cavaliere, infatti, ha dalla sua uno zoccolo duro di un 15-20 per cento di cittadini-fans sfegatati. Gli altri lo hanno invece premiato o perché stavano con la Lega o perché consideravano il centro-destra un po' meno peggio del centro-sinistra.

Walter Veltroni, come ho scritto un mese fa, aveva la possibilità di ribaltare il risultato, o quantomeno di ridurre il margine di sconfitta. Ma per farlo avrebbe dovuto presentare delle liste di candidati radicalmente nuove, prive di condannati ed inquisiti, piene di giovani e di amministratori locali radicati sul territorio. Solo così avrebbe potuto rimarcare le differenze con lo schieramento avversario. E condurre, come si fa nelle democrazie mature, una campagna elettorale d'attacco. Che questa fosse l'unica strada percorribile lo dimostra quello che è accaduto in Sicilia, dove la donna di apparato Anna Finocchiaro, è riuscita a raccogliere il 15 per cento di consensi in meno, rispetto a quanto aveva fatto Rita Borsellino nel 2006. Invece la novità non c'è stata, e il centrosinistra ha perso. Di brutto.

Veltroni farà tesoro della lezione? Per il momento c'è da dubitarne. La discussione che si è aperta nel Pd per la sostituzione di Prodi sulla poltrona di presidente del partito, lascia presagire il peggio. Quel posto è infatti reclamato a gran voce dagli uomini di Franco Marini e Massimo D'Alema, i quali vogliono sbarrare la strada a Rosy Bindi. E il tutto si sta svolgendo all'interno delle più perfette e vecchie logiche della nomenklatura.

Berlusconi, però, ha poco da gioire. Oggi, soprattutto grazie alla Lega, si trova ad avere a che fare con una base realmente popolare che chiede un miglioramento delle condizioni di vita, aumenti di stipendio e più sicurezza. Difficile che sia in grado di dare queste risposte. La congiuntura economica internazionale è quel che è e inoltre nelle prime settimane di governo il Cavaliere si troverà a dover risolvere i problemi di sempre: i suoi processi (due in corso a Milano, uno a Napoli più un'inchiesta a Roma) e quelli dei suoi amici. Non è insomma difficile pensare che tra qualche mese anche gli elettori di centro-destra ricominceranno a ricordare come a Roma si sia insediato un parlamento non di eletti, ma di nominati dalle segreterie dei partiti. Un parlamento oltretutto pessimo sotto il profilo delle biografie di moltissimi deputati e senatori.

Per questo la lotta per un sistema elettorale che consenta in qualche modo di scegliere direttamente i propri rappresentanti, dovrebbe diventare il cavallo di battaglia delle opposizioni. Una parola d'ordine semplice, immediatamente comprensibile, capace di raccogliere consensi sia a destra che a sinistra. Sempre che non ci pensi prima Berlusconi: quale aria tiri nel paese lui lo sa benissimo. Non per nulla garantisce che dimezzerà i parlamentari e abolirà le province. Dell'elezione "diretta" di deputati e senatori, invece, parla poco o niente: se passasse una riforma del genere dopo pochi mesi, infatti, il nuovo parlamento, il suo parlamento, dovrebbe andare a casa. Anche per questo sarebbe forse il caso di capire se al ritorno al voto di preferenza (o al maggioritario), si può arrivare attraverso un referendum. Una consultazione del genere riserverebbe molte piacevoli sorprese. E sarebbe senz'altro molto più efficace delle 350.000 firme raccolte per una legge d'iniziativa popolare che nessuno nei palazzi della Capitale vuole discutere.