Questi rancorosi dissipatori di voti della sinistra italiana puntavano (proprio come il Cavaliere) nell’implosione del partito democratico di Dario Franceschini per incassare qualche vantaggio elettorale.
Paolo Ferrero (Rifondazione) Nichi Vendola (Sinistra e Libertà), Grazia Francescato (Verdi) sono riusciti nella notevole impresa di buttare dalla finestra 2 milioni di voti (più o meno il 6 per cento) e perdere per la seconda volta il quorum.
La sinistra radicale era unita.
Si è divisa per ragioni che nessun elettore di media cultura politica sarebbe in grado di riassumere.
Forse solo uno psichiatra, e con un milione di parole a disposizione, saprebbe spiegarci quali sono le differenze tra i sogni politici di Vendola e gli incubi di Ferrero.
Che insieme sono riusciti a cancellare i Verdi.
Impresa titanica in una Europa dove il voto verde cresce ovunque.
E in una Italia devastata dalle massime incurie ambientali.
Dove prosperano i denari e i disastri delle ecomafie.
Dove le coste vengono distrutte, le periferie abbandonate, le campagne inquinate.
Dove Napoli e Palermo, sconciate dai rifiuti, diventano casi planetari di disastro.
E dove il governo progetta centrali nucleari (di vecchia fabbricazione francese) mentre tutto il mondo, a cominciare dagli Usa di Obama, si orienta verso le energie rinnovabili.
Purtroppo questa sinistra autoreferenziale e rissosa incasserà i rimborsi elettorali, ai quali si accede quando si supera il 2 per cento: soldi per le sedi, per gli stipendi dei funzionari, per i piccoli privilegi dei molti leader, che sopravvivranno generando altri danni futuri.
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