(da http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/03/30/news/fitto-3023620/ )
Palese sconfitto, Fitto presenta le dimissioni
Vendola. "Era stato il mio miglior alleato"
Clamorosa decisione del responsabile dei rapporti con le Regioni che aveva imposto il suo ex assessore come sfidante al presidente uscente. Per alcune settimane si era anche discusso dell'ipotesi che il centrodestra appoggiasse l'ex ministro Adriana Poli Bortone che ha corso da terzo incomodo con l'appoggio dell'Udc.Il ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto, secondo quanto si è appreso, ha presentato le dimissioni dall'incarico.
Poche ore prima, così si era espresso su di lui il rieletto presidente della Regione Puglia Nichi Vendola alla luce della vittoria alle urne. "Oggi sconfitto Fitto? Questo è indubitabile. Spero che non lo dicano troppo perché non vorrei che Fitto subisse una estromissione dai luoghi del potere. Perché Fitto è stato per me un alleato troppo prezioso. La sua idea della lotta politica è talmente primitiva e insultante".
"La prima causa della crisi del centrodestra in Puglia si chiama Raffaele Fitto. Per quello io - ha detto Vendola - ho fondato questa associazione: 'Nessuno tocchi Raffaele'". Le dimissioni presentate dal ministro Fitto arrivano il giorno dopo le elezioni regionali, che hanno visto in Puglia l'affermazione del centrosinistra con Nichi Vendola e la sconfitta del candidato del centrodestra Rocco Palese, portato avanti e sostenuto proprio dal ministro. Fitto si è ampiamente speso nel corso della campagna elettorale a favore di Palese, è stato per molti versi l'artefice della sua candidatura. Parallelamente Adriana Poli Bortone, potenziale candidata del centrodestra, aveva deciso di correre autonomamente con l'appoggio dell'Udc.
Per la Poli Bortone le elezioni di domenica e lunedì sono state una beffa. Arrivata terza, l'ex ministro di An non è neanche entrata in consiglio regionale perché la legge non prevede l'elezione del terzo candidato e nel suo raggruppamento hanno preso più voti i candidati dell'Udc. Per alcune settimane si era discusso animatamente della possibilità che il Popolo della libertà appoggiasse la Poli Bortone ma alla fine Fitto era riuscito ad imporsi con Berlusconi appoggiando il suo ex assessore, anche lui originario della provincia di Lecce.
SCHITTULLI: DIMISSIONI DA RITIRARE
''Siamo di fronte ad un politico che sa prendersi tutte le responsabilita', anche e soprattutto quelle altrui, dando prova di seria appartenenza ad un partito e all'importanza di fare squadra''. Lo afferma il presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittelli, commentando le dimissioni del minsitro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. ''Al ministro Fitto - aggiunge in una dichiarazione - riconosco coraggio politico e sensibilita' umana, ma deve necessariamente ritirare le dimissioni presentate. In questo momento il centro destra pugliese ha bisogno di restare unito e di analizzare con serenita' e fiducia l'esito elettorale''. ''Con le dimissioni di Fitto, inoltre - dice Schittulli - la Provincia di Bari e l'Unione regionale delle Province pugliesi perderebbero un importante e determinante punto di riferimento in seno al governo nazionale proprio in un momento in cui la Puglia e l'intero Mezzogiorno hanno bisogno di un giovane ed autorevole rappresentante che puo' e deve farsi carico delle istanze e dei bisogni del nostro meridione''.
FITTO: TATARELLA, PAGA SCELTE PREPOTENTI E MIOPI
"Quello del ministro Fitto mi sembra un atto doveroso, oltre che una assunzione di responsabilità politicamente apprezzabile". Lo dichiara l'eurodeputato del Pdl Salvatore Tatarella. "Le scelte sbagliate del ministro di Maglie - spiega in una nota - imposte con prepotenza e con qualche furbizia a un riottoso e alla fine remissivo Silvio Berlusconi, hanno penalizzato innanzitutto la Puglia, ma hanno anche tolto al centrodestra la grande soddisfazione di uno storico sorpasso: il conto finale del 7 a 6 sarebbe stato un trionfo: il 6 a 7 è pur sempre un successo, ma se un pò di amaro ci resta in bocca dobbiamo dire grazie solo a Raffaele Fitto". "Se invece di obbedire a un miope e personale calcolo di potere personale - prosegue Tatarella - Fitto avesse accolto il paterno consiglio di Silvio Berlusconi di candidare Adriana Poli Bortone, allargando l'alleanza anche all'Udc, oggi staremmo festeggiando la vittoria del centrodestra anche in Puglia e Nichi Vendola, invece di una nuova icona della sinistra nazionale, sarebbe solo un ex presidente di Regione, sconfitto al pari dei suoi colleghi meridionali di Calabria e Campania: sommando i voti ottenuti dalla Poli e da Rocco Palese, Vendola sarebbe stato nettamente battuto".
"Così - conclude Tatarella - per quanto gli va dato merito per le dimissioni e la assunzione di responsabilità, questo atto non esaurisce la necessità che in Puglia si apra immediatamente un dibattito per ridisegnare scelte politiche e classe dirigente del Pdl". (ANSA).
GASPARRI: DIMISSIONI DA RESPINGERE
''Penso che sia il gesto di un dirigente responsabile, un gesto che deve essere respinto''. Lo afferma il Presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, sulle dimissioni da ministro di Raffaele Fitto. Gasparri aggiunge: ''Stimo Fitto e complessivamente il risultato del Pdl al sud e' ottimo. Il Pdl, visti i numeri, aveva diritto ad esprimere un proprio candidato in Puglia''.
POLI BORTONE: "DOPO SCONFITTA SONO UN ATTO DOVUTO"
''Le dimissioni di Fitto? Dopo una sconfitta del genere sono un atto dovuto''. E' la lettura che la senatrice Adriana Poli Bortone, che con Io Sud e Udc era in corsa per la poltrona di governatore in Puglia, da' delle dimissioni presentate dal ministro degli Affari Regionali. ''Se devo dare una lettura benevola - afferma Poli Bortone, interpellata telefonicamente - direi che dopo tre sconfitte, alle regionali del 2005, alle amministrative e, infine a queste ultime regionali in maniera cosi' eclatante e voluta, le sue dimissioni sono un atto dovuto. In Puglia si stava facendo un certo discorso con Udc e Io Sud, ma Fitto ha imposto in maniera ostinata una candidatura - prosegue Poli Bortone, riferendosi a Rocco Palese - e Berlusconi ha accettato. Per questo parlo di sconfitta voluta''. ''Se invece dovessi dare una lettura piu' benevola - prosegue la senatrice - quella di Fitto potrebbe essere un'abile mossa tattica per anticipare di decisioni che il presidente del Consiglio avrebbe preso lo stesso, nella segreta speranza che Berlusconi ci ripensi e le rifiuti. Certo, se il premier fossi io esonereei Fitto dal suo incarico, accetterei le dimissioni e penserei per la Puglia a una classe dirigente meno miope e piu' politica.
FRATOIANNI (Sel): "GIUSTA DECISIONE"
''Le dimissioni di Raffaele Fitto sono la conseguenza naturale della situazione creatasi in Puglia: competitore nominale in questa campagna elettorale e' stato Rocco Palese ma il protagonista reale e' stato Raffaele Fitto''. Lo afferma il coordinatore regionale di Sinistra ecologia e liberta', Nicola Fratoianni, commentando la decisione del ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, di dimettersi dall'incarico dopo la sconfitta del candidato del centrodestra in Puglia, Rocco Palese. ''La sconfitta clamorosa di Raffaele Fitto mi pare che preveda - afferma Fratoianni - le possibili dimissioni''. ''Ci auguriamo che questa scelta - continua Fratoianni - segni la fine di una stagione nella quale la battaglia politica e' stata concepita come una punizione per il popolo pugliese da parte del governo nazionale''.
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Gli ELETTI
Lista: La Puglia per Vendola (6) - Angelo Disabato Alfonsino Pisicchio Giovanni Brigante Anna Nuzziello Dario Stefano Francesco Laddomada
Lista: Sinistra Ecologia Libertà (11) - Onofrio Introna Michele Ventricelli Michele Losappio Francesco Pastore Antonio detto Toni Matarrelli Giuseppe detto Pino Lonigro Arcangelo Sannicandro Donato Pellegrino Luigi Calò Alfredo Cervellera Cosimo Borraccino
Lista: Italia dei Valori-Lista Di Pietro Idv (6) - Giacomo Olivieri Lorenzo Nicastro Lorenzo Caiolo Orazio Schiavone Aurelio Antonio Gianfreda Patrizio Mazza
Lista: Pd-Partito Democratico (23) - Nicola Canonico Mario Cosimo Loizzo Antonio Decaro Gerardo De Gennaro Guglielmo Minervini Ruggiero Mennea Filippo Caracciolo Bartolomeo Cozzoli Fabiano Amati Giuseppe Romano Giovanni Epifani Elena Gentile Francesco Ognissanti Leonardo detto Dino Marino Sergio Clemente Sergio Blasi Loredana Capone Antonio Maniglio Enzo Russo Michele Pelillo Donato Pentassuglia Michele Mazzarano Anna Rita Lemma
Lista: I Pugliesi per Rocco Palese (2) - Davide Bellomo Antonio Buccoliero
Lista: Popolo della Libertà (20) - Massimo Cassano Michele Boccardi Domenico detto Domi Lanzilotta Giammarco Surico Ignazio Zullo Antonio Camporeale Nicola Marmo Giovanni Alfarano Maurizio Nunzio Cesare Friolo Pietro detto Piero Iurlaro Giacomo Diego detto Giandiego Gatta Lucio Rosario Filippo Tarquinio Leonardo Di Gioia Saverio detto Erio Congedo Roberto Marti Mario Domenico Vadrucci Antonio Barba Gianfranco Giovanni Chiarelli Arnaldo Sala Pietro Lospinuso
Lista: La Puglia Prima di Tutto (4) - Salvatore detto Tato Greco Francesco detto Franco De Biasi Francesco Maria Ciro Damone Andrea Caroppo
Lista: Casini Libertas-Unione di Centro (4) - Giuseppe detto Peppino Longo, Giovanni detto Giannicola De Leonardis Salvatore Negro Antonio Paolo Scalera.
martedì 30 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
Elezioni regionali 2010
Per un giorno ho voluto provare la sensazione dell'essere un politico.
In sede elettorale ho assicurato a tutti i candidati che mi si presentavano davanti, muniti di sorriso e stretta di mano opportunamente registrati alla SIAE, il mio sostegno.
In sede elettorale ho provato l'ebrezza del potere, immaginando i volti di chi in quel momento sperava in me, in realtà ho dato sfogo alla mia creatività, sulla scheda elettorale.
Una sensazione indescrivibile che mi porta ad affermare che io non sarò complice della mattanza di valori a cui assisteremo nei prossimi 5 anni.
In sede elettorale ho assicurato a tutti i candidati che mi si presentavano davanti, muniti di sorriso e stretta di mano opportunamente registrati alla SIAE, il mio sostegno.
In sede elettorale ho provato l'ebrezza del potere, immaginando i volti di chi in quel momento sperava in me, in realtà ho dato sfogo alla mia creatività, sulla scheda elettorale.
Una sensazione indescrivibile che mi porta ad affermare che io non sarò complice della mattanza di valori a cui assisteremo nei prossimi 5 anni.
venerdì 26 marzo 2010
Politici selvaggi, vittime i randagi
E' un periodo 'particolare', di fermento, come il Natale (ma nulla a che fare), sorrisi, strette di mano, comizi che promettono la svolta (la aspettiamo da oltre 50 anni), capaci, a parole, di dare un volto nuovo e più civile alla nostra Puglia, in brevissimo tempo (non sanno nemmeno il significato delle loro stesse parole).
Intanto, chi lavora e sul serio, senza perder tempo dietro al politicuccio di turno, vede la realtà dei fatti, ovvero che chi paga sono i buoni, i deboli, i coraggiosi e chi ha ancora senso civico.
Ogni giorno spendo il 50% del mio tempo (l'altro 50 lo dedico al lavoro produttivo e, produttivo si fa per dire) a cercare di alleviare le sofferenze di CHI NON VOTA, ma soffre, si addolora, nel fisico e nell'animo, nell'indifferenza dell'affarismo più meschino.
E' questa realtà, che combatto per rendere meno dura, che mi porta ad odiare, nel più profondo disprezzo, la maggior parte della razza umana, abituata al lusso, alle comodità, che di darsi da fare non ha assolutamente voglia e fa finta di non vedere per non dover provare l'amaro gusto della misericordia.
Da circa 20 giorni a questa parte, ho notato e confermato da alcuni dei miei collaboratori, la presenza in Taviano e Mancaversa, di 10/15 nuovi randagi, frutto di un abbandono di massa avvenuto in una sola notte, tra l'impunità e l'indifferenza più assoluta dei più.
La fonte dell'abbandono, a mio parere, deriva da parte di qualche canile, che spera nell'essere contattato per riprenderli e RIGUADAGNARE.
L'avvallo della mia tesi giunge dal fatto che le femmine pervenute, sono dotate di microchip (opportunamente non registrato all'anagrafe canina) e già sterilizzate.
Purtroppo, per quelle che non presentano evidenti segni di sterilizzazione (cicatrice e\o sovrappeso), si rischia, in fase di sterilizzazione, di sventrare la cagnetta per l'ennesima volta senza motivo, creandole ulteriore trauma e problemi di salute.
Questo purtroppo è successo pochi giorni fa.
In poche parole, i canili (non tutti) rilasciano su territorio straniero, diverse decine di cani per poi sperare nell'essere ricontattati per poter guadagnare nuovamente sull'intervento, oppure i cani vengono rilasciati in maniera selvaggia perchè il canile è in sovrannumero e soggetto a controllo ASL a breve termine.
Questa è una mia ipotesi, che non importa quanto sia vicina alla realtà, ma che scopre, ancora una volta i nostri amministratori, degli incapaci gestori, menefreghisti dei problemi che non portano profitto e indifferenti verso animali e cittadini, che si trovano ad essere in egual modo, vittime incoscienti del problema (si consideri il fatto che i comuni pagano di tasca propria e quindi, proventi dei cittadini, il lavoro dei canili).
Siamo in campagna elettorale, lo so, i politici sembrano comuni mortali scesi tra la gente per opere di bene...ma farò più che bene, domenica e lunedì prossimi, a starmene con chi non vota, ma ha solo bisogno di AIUTO.
Buon voto a tutti!
Intanto, chi lavora e sul serio, senza perder tempo dietro al politicuccio di turno, vede la realtà dei fatti, ovvero che chi paga sono i buoni, i deboli, i coraggiosi e chi ha ancora senso civico.
Ogni giorno spendo il 50% del mio tempo (l'altro 50 lo dedico al lavoro produttivo e, produttivo si fa per dire) a cercare di alleviare le sofferenze di CHI NON VOTA, ma soffre, si addolora, nel fisico e nell'animo, nell'indifferenza dell'affarismo più meschino.
E' questa realtà, che combatto per rendere meno dura, che mi porta ad odiare, nel più profondo disprezzo, la maggior parte della razza umana, abituata al lusso, alle comodità, che di darsi da fare non ha assolutamente voglia e fa finta di non vedere per non dover provare l'amaro gusto della misericordia.
Da circa 20 giorni a questa parte, ho notato e confermato da alcuni dei miei collaboratori, la presenza in Taviano e Mancaversa, di 10/15 nuovi randagi, frutto di un abbandono di massa avvenuto in una sola notte, tra l'impunità e l'indifferenza più assoluta dei più.
La fonte dell'abbandono, a mio parere, deriva da parte di qualche canile, che spera nell'essere contattato per riprenderli e RIGUADAGNARE.
L'avvallo della mia tesi giunge dal fatto che le femmine pervenute, sono dotate di microchip (opportunamente non registrato all'anagrafe canina) e già sterilizzate.
Purtroppo, per quelle che non presentano evidenti segni di sterilizzazione (cicatrice e\o sovrappeso), si rischia, in fase di sterilizzazione, di sventrare la cagnetta per l'ennesima volta senza motivo, creandole ulteriore trauma e problemi di salute.
Questo purtroppo è successo pochi giorni fa.
In poche parole, i canili (non tutti) rilasciano su territorio straniero, diverse decine di cani per poi sperare nell'essere ricontattati per poter guadagnare nuovamente sull'intervento, oppure i cani vengono rilasciati in maniera selvaggia perchè il canile è in sovrannumero e soggetto a controllo ASL a breve termine.
Questa è una mia ipotesi, che non importa quanto sia vicina alla realtà, ma che scopre, ancora una volta i nostri amministratori, degli incapaci gestori, menefreghisti dei problemi che non portano profitto e indifferenti verso animali e cittadini, che si trovano ad essere in egual modo, vittime incoscienti del problema (si consideri il fatto che i comuni pagano di tasca propria e quindi, proventi dei cittadini, il lavoro dei canili).
Siamo in campagna elettorale, lo so, i politici sembrano comuni mortali scesi tra la gente per opere di bene...ma farò più che bene, domenica e lunedì prossimi, a starmene con chi non vota, ma ha solo bisogno di AIUTO.
Buon voto a tutti!
giovedì 25 marzo 2010
Voto... non voto...
La mia decisione di astenermi dal voto è stata resa nota a tutti da tempo...
l'incapacità di un centrosinistra chiaramente dedito all'AFFARE
(ma oserei dire al MALAFFARE !)
mi ha sconcertato a tal punto da decidere che non voterò poichè non paiono esistere candidati validi e situazioni affidabili.
Ma un Berlusconi che indica queste elezioni come un referendum PRO o CONTRO di lui...
stimola non poco il mio senso del dovere.
In fondo l'ho sempre detto...
accetto compromessi oramai SOLTANTO se c'è da "mandare a casa" questo individuo che svergogna la nostra Democrazia.
La definitiva "macellazzione dei miei zebedei"
l'ha compiuta con quel vergognoso comizio a Bari di ieri.
Dire che affermo con grande convinzione che oramai merita una "camicia di forza" non è una esagerazione.
Mai visto o sentito nulla del genere (se non da lui stesso).
Non l'ho mai ritenuto un politico...
ma, attualmente, temo sia divenuto "materia preziosa da studio" per ottimi psichiatri.
l'incapacità di un centrosinistra chiaramente dedito all'AFFARE
(ma oserei dire al MALAFFARE !)
mi ha sconcertato a tal punto da decidere che non voterò poichè non paiono esistere candidati validi e situazioni affidabili.
Ma un Berlusconi che indica queste elezioni come un referendum PRO o CONTRO di lui...
stimola non poco il mio senso del dovere.
In fondo l'ho sempre detto...
accetto compromessi oramai SOLTANTO se c'è da "mandare a casa" questo individuo che svergogna la nostra Democrazia.
La definitiva "macellazzione dei miei zebedei"
l'ha compiuta con quel vergognoso comizio a Bari di ieri.
Dire che affermo con grande convinzione che oramai merita una "camicia di forza" non è una esagerazione.
Mai visto o sentito nulla del genere (se non da lui stesso).
Non l'ho mai ritenuto un politico...
ma, attualmente, temo sia divenuto "materia preziosa da studio" per ottimi psichiatri.
lunedì 22 marzo 2010
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi- Borrega se ne va !
domenica 21 marzo 2010
Ulivi protetti per legge: ora anche la potatura nel mirino della Gdf-Puglia
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=320286&IDCategoria=470
FASANO - Sui controlli attuati dalla Guardia di Finanza nelle campagne, soprattutto nella zona tra Fasano e Cisternino, dove gli agricoltori stanno procedendo alla bruciatura dei residui di potatura di ulivo, bisogna fare chiarezza. È quanto chiede la Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Puglia.
«Da qualche settimana, soprattutto a nord della Provincia di Brindisi – si legge in una nota -, alcuni olivicoltori sono oggetto di controlli da parte della Guardia di Finanza che sta intervenendo su appezzamenti sui quali si sta procedendo, così come accade da secoli, alla bruciatura dei residui di potatura di olivo. I controlli si stanno concludendo con l’apertura di procedimenti penali a carico degli olivicoltori per la violazione delle norme sui rifiuti. Agli agricoltori viene contestata - secondo la Cia Puglia impropriamente - la violazione del Decreto legislativo 152/2006, riguardo lo smaltimento, commercio e intermediazione dei rifiuti, che prevede notevoli pene pecuniarie e risvolti di carattere penale.
La Cia Puglia – prosegue la nota - sulla questione ha già sollecitato nelle settimane scorse l’Assessorato regionale alle risorse agroalimentari chiedendo che venga fatta piena chiarezza, considerata l’inesistenza di una norma specifica a riguardo e considerato anche che altri corpi dello Stato non stanno applicando tali sanzioni. A riguardo proprio l’Assessorato regionale alle risorse agricole sta procedendo, su richiesta della Cia, ad uno studio legislativo in materia, in modo da informare correttamente sia gli agricoltori che gli organi preposti ai controlli».
Proprio l’altro ieri la Cia con una nota a firma del vicepresidente regionale vicario Donato Petruzzi ha interessato della questione anche l’Assessore regionale alla Ecologia Onofrio Introna.
«La nostra preoccupazione – scrive la Cia ad Introna - è notevole in quanto già l’olivicoltura pugliese viene fuori dall’annata più disastrosa della sua storia recente; gli olivicoltori potrebbero anche non potare i propri ulivi ma sono costretti a farlo sia in virtù della Legge regionale 14/2007 sugli ulivi monumentali che li costringe alla manutenzione, ma anche in virtù degli impegni previsti dal regime di “Condizionalità” approvati con Delibera di giunta regionale 525/2010. Pertanto, se a tutto questo si aggiungono i suddetti controlli attuati dalla Guardia di Finanza o da altri corpi dello Stato preposti, come potrebbe essere il Corpo Forestale, rischiamo di rendere le nostre campagne invivibili e di creare un clima di allarme sociale. Siamo anche convinti che – conclude la nota a firma di Petruzzi -, laddove vi fosse la possibilità di smaltire diversamente detti residui di potatura, senza aumentare i costi, gli agricoltori lo farebbero, ma ad oggi mancano le strutture e i mezzi anche finanziari per poterlo fare».
«In conclusione la Cia Puglia – si legge ancora nel comunicato - ha chiesto ad Introna, nell’ambito delle competenze dell’assessorato alla Ecologia, di intervenire per fare in modo, anche attraverso la convocazione di un incontro, di arrivare ad un chiarimento, in modo da fornire agli agricoltori le giuste informazioni e da tranquillizzare gli olivicoltori, che da sempre hanno utilizzato il metodo della bruciatura per eliminare i residui della potatura, senza dimenticare che residuo della potatura di ulivo è anche la legna da ardere che si utilizza nei caminetti domestici».
20 Marzo 2010
FASANO - Sui controlli attuati dalla Guardia di Finanza nelle campagne, soprattutto nella zona tra Fasano e Cisternino, dove gli agricoltori stanno procedendo alla bruciatura dei residui di potatura di ulivo, bisogna fare chiarezza. È quanto chiede la Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Puglia.
«Da qualche settimana, soprattutto a nord della Provincia di Brindisi – si legge in una nota -, alcuni olivicoltori sono oggetto di controlli da parte della Guardia di Finanza che sta intervenendo su appezzamenti sui quali si sta procedendo, così come accade da secoli, alla bruciatura dei residui di potatura di olivo. I controlli si stanno concludendo con l’apertura di procedimenti penali a carico degli olivicoltori per la violazione delle norme sui rifiuti. Agli agricoltori viene contestata - secondo la Cia Puglia impropriamente - la violazione del Decreto legislativo 152/2006, riguardo lo smaltimento, commercio e intermediazione dei rifiuti, che prevede notevoli pene pecuniarie e risvolti di carattere penale.
La Cia Puglia – prosegue la nota - sulla questione ha già sollecitato nelle settimane scorse l’Assessorato regionale alle risorse agroalimentari chiedendo che venga fatta piena chiarezza, considerata l’inesistenza di una norma specifica a riguardo e considerato anche che altri corpi dello Stato non stanno applicando tali sanzioni. A riguardo proprio l’Assessorato regionale alle risorse agricole sta procedendo, su richiesta della Cia, ad uno studio legislativo in materia, in modo da informare correttamente sia gli agricoltori che gli organi preposti ai controlli».
Proprio l’altro ieri la Cia con una nota a firma del vicepresidente regionale vicario Donato Petruzzi ha interessato della questione anche l’Assessore regionale alla Ecologia Onofrio Introna.
«La nostra preoccupazione – scrive la Cia ad Introna - è notevole in quanto già l’olivicoltura pugliese viene fuori dall’annata più disastrosa della sua storia recente; gli olivicoltori potrebbero anche non potare i propri ulivi ma sono costretti a farlo sia in virtù della Legge regionale 14/2007 sugli ulivi monumentali che li costringe alla manutenzione, ma anche in virtù degli impegni previsti dal regime di “Condizionalità” approvati con Delibera di giunta regionale 525/2010. Pertanto, se a tutto questo si aggiungono i suddetti controlli attuati dalla Guardia di Finanza o da altri corpi dello Stato preposti, come potrebbe essere il Corpo Forestale, rischiamo di rendere le nostre campagne invivibili e di creare un clima di allarme sociale. Siamo anche convinti che – conclude la nota a firma di Petruzzi -, laddove vi fosse la possibilità di smaltire diversamente detti residui di potatura, senza aumentare i costi, gli agricoltori lo farebbero, ma ad oggi mancano le strutture e i mezzi anche finanziari per poterlo fare».
«In conclusione la Cia Puglia – si legge ancora nel comunicato - ha chiesto ad Introna, nell’ambito delle competenze dell’assessorato alla Ecologia, di intervenire per fare in modo, anche attraverso la convocazione di un incontro, di arrivare ad un chiarimento, in modo da fornire agli agricoltori le giuste informazioni e da tranquillizzare gli olivicoltori, che da sempre hanno utilizzato il metodo della bruciatura per eliminare i residui della potatura, senza dimenticare che residuo della potatura di ulivo è anche la legna da ardere che si utilizza nei caminetti domestici».
20 Marzo 2010
giovedì 18 marzo 2010
Sandro Frisullo arrestato!!!
Ultim'ora...leggo ora su telerama:
SANDRO FRISULLO (ex vicepresidente della Regione Puglia) ARRESTATO
"Associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta"
... e buona notte a tutti.
Quando dico che "questa sinistra" (a mio avviso vergognosa) rovina la SINISTRA
credo di non sbagliare.
SANDRO FRISULLO (ex vicepresidente della Regione Puglia) ARRESTATO
"Associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta"
... e buona notte a tutti.
Quando dico che "questa sinistra" (a mio avviso vergognosa) rovina la SINISTRA
credo di non sbagliare.
martedì 16 marzo 2010
Il caso Genchi a Casarano
3 marzo 2010 Casarano
La sala dell'incontro alle 19:40 contiene circa 130-150 persone contando le file di sedie piene e le persone in piedi, ma la sala continua a riempirsi. Addirittura sono presenti dei ragazzi (probabilmenti nell'età degli ENTI ed ENTA) con magliette a tema "grillino" e uno striscione che inneggia alla legalità. Pochi sono i volti che trovo familiari, abito qui da 4 anni e conosco ancora poca gente. A un tavolino di lato l'edicolante della via della stazione di Casarano vende libri: Il caso Genchi e molti titoli dell'editore Chiarelettere. Verso le 20:00, la sala piena che non conto più le persone, calano le luci e viene proiettato uno spezzone del film "I 100 passi". Poi una sequela di volti che per me sono molto più familiari di quelli che ci sono in sala: Falcone Borsellino, Sanoro, Travaglio, Don Mazzi...
Spero che le persone sedute qui intorno a me credano almeno un po' alla LEGALITA' che siamo venuti ad ascoltare in questa sala.
E' finito il video, è entrato il signor Genchi. Un applauso, un saluto, un soriso gentile e inizia a parlare.
Potete trovare l'intervento su youtube a questo canale di GCVIDEO75. Qui sotto il video di presentazione.
La sala dell'incontro alle 19:40 contiene circa 130-150 persone contando le file di sedie piene e le persone in piedi, ma la sala continua a riempirsi. Addirittura sono presenti dei ragazzi (probabilmenti nell'età degli ENTI ed ENTA) con magliette a tema "grillino" e uno striscione che inneggia alla legalità. Pochi sono i volti che trovo familiari, abito qui da 4 anni e conosco ancora poca gente. A un tavolino di lato l'edicolante della via della stazione di Casarano vende libri: Il caso Genchi e molti titoli dell'editore Chiarelettere. Verso le 20:00, la sala piena che non conto più le persone, calano le luci e viene proiettato uno spezzone del film "I 100 passi". Poi una sequela di volti che per me sono molto più familiari di quelli che ci sono in sala: Falcone Borsellino, Sanoro, Travaglio, Don Mazzi...
Spero che le persone sedute qui intorno a me credano almeno un po' alla LEGALITA' che siamo venuti ad ascoltare in questa sala.
E' finito il video, è entrato il signor Genchi. Un applauso, un saluto, un soriso gentile e inizia a parlare.
Potete trovare l'intervento su youtube a questo canale di GCVIDEO75. Qui sotto il video di presentazione.
Periodo-caos per taviano
Sabato notte gravissimo incidente per 2 quattordicenni a Mancaversa
uno dei quali è ancora in pericolo di vita...
Oggi alle 15 (pochi minuti fa...)
rapina alla banca unicredit.
Pare che il ladri abbiano sfondato una vetrata laterale
entrando nella banca con un'auto...
uno dei quali è ancora in pericolo di vita...
Oggi alle 15 (pochi minuti fa...)
rapina alla banca unicredit.
Pare che il ladri abbiano sfondato una vetrata laterale
entrando nella banca con un'auto...
venerdì 12 marzo 2010
pressioni del Cavaliere per bloccare Annozero in un'intercettazione della Gdf (da Repubblica)
Tar, no a stop dei talk show
Santoro in diretta a Rep tv
E scoppia un caso Agcom
Il Fatto: pressioni del Cavaliere per bloccare Annozero in un'intercettazione della Gdf.
Accolto il ricorso di Sky e Telecom Italia media per la sospensiva della normativa dell'Authority sui programmi politici.
No al ricorso dei consumatori contro la Vigilanza.
Gentiloni (Pd): "La Rai prenda atto" DIRETTA REP TV
L'Authority: il Pdl dilaga nei tg di Rai e Mediaset (di A. D'ARGENIO)
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/12/news/par_condicio_il_tar_boccia_lo_stop_ai_talk_show-2601682/
Inchiesta a Trani, telefonate per bloccare Annozero
"Berlusconi fece pressioni su Tg1 e Agcom"
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/12/news/inchiesta_a_trani_telefonate_per_bloccare_annozero_berlusconi_fece_pressioni_su_tg1_e_agcom-2602943/
Santoro in diretta a Rep tv
E scoppia un caso Agcom
Il Fatto: pressioni del Cavaliere per bloccare Annozero in un'intercettazione della Gdf.
Accolto il ricorso di Sky e Telecom Italia media per la sospensiva della normativa dell'Authority sui programmi politici.
No al ricorso dei consumatori contro la Vigilanza.
Gentiloni (Pd): "La Rai prenda atto" DIRETTA REP TV
L'Authority: il Pdl dilaga nei tg di Rai e Mediaset (di A. D'ARGENIO)
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/12/news/par_condicio_il_tar_boccia_lo_stop_ai_talk_show-2601682/
Inchiesta a Trani, telefonate per bloccare Annozero
"Berlusconi fece pressioni su Tg1 e Agcom"
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/12/news/inchiesta_a_trani_telefonate_per_bloccare_annozero_berlusconi_fece_pressioni_su_tg1_e_agcom-2602943/
si inizia finalmente a parlare di...
VOTO DI SCAMBIO...
la maggiore piaga (a parte la mancanza di cultura) della politica in ITALIA !
A voi questi articoli:
http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=19280
http://www.ilpaesenuovo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=846:voto-scambio-marta-sindaco-indagini-anche-su-matino-e-maglie&catid=69:politica&Itemid=120
Magari sul tema iniziassero serie indagini
senza dimenticare alcun fatto di ogni singolo paese!
la maggiore piaga (a parte la mancanza di cultura) della politica in ITALIA !
A voi questi articoli:
http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=19280
http://www.ilpaesenuovo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=846:voto-scambio-marta-sindaco-indagini-anche-su-matino-e-maglie&catid=69:politica&Itemid=120
Magari sul tema iniziassero serie indagini
senza dimenticare alcun fatto di ogni singolo paese!
mercoledì 10 marzo 2010
tempo reale: Taviano è allagata!!!!
Decine se non centinaia le auto ferme nelle strade...
idem per le case allagate.
Situazione assurda per una pioggia
certamente forte ...
ma non folle!
Mi farebbe piacere conoscere il nome di chi (nel tempo)
ha progettato in materia.
La rabbia dei cittadini spero non si reclini su loro stessi
ma venga espressa con forza!
idem per le case allagate.
Situazione assurda per una pioggia
certamente forte ...
ma non folle!
Mi farebbe piacere conoscere il nome di chi (nel tempo)
ha progettato in materia.
La rabbia dei cittadini spero non si reclini su loro stessi
ma venga espressa con forza!
martedì 9 marzo 2010
Da Lecce Prima.it : Bomba a Taviano
[08/03/2010]
BOATO NELLA NOTTE: ORDIGNO ALL'AGENZIA DI PRATICHE AUTO
Uno scoppio, che ha svegliato di soprassalto i residenti di via Manzo, a Taviano, dove ha la sede un’agenzia di pratiche automobilistiche. Lì è stato fatto esplodere l'ordigno di medie proporzioni
TAVIANO – Un boato nella notte, che ha svegliato di soprassalto i residenti di via Carabiniere Martino Manzo, a Taviano. Dove, al numero civico 8, la sede di un’agenzia di pratiche automobilistiche, il cui titolare è Antonio Portaccio, 67 anni, del luogo, è stato piazzato e poi fatto esplodere, da ignoti, un ordigno di costruzione rudimentale di medie proporzioni.
L’esplosione ha procurato ingenti danni alle strutture dell’ufficio: distrutta la porta d’ingresso e le finestre, ma lo spostamento d’aria, causato dalla deflagrazione, ha anche mandato in frantumi i vetri delle finestre dell’abitazione di fronte, sempre su via Manzo.
Ad avvertire di quel che era accaduto, lo stesso titolare dell’agenzia, che abita nell’appartamento attiguo al suo ufficio. Sul luogo sono giunti i carabinieri della compagnia di Casarano, che hanno avviato subito le indagini per risalire agli autori dell’attentato. Stando a quanto rilevato dai militari, il gesto non sarebbe legato a richieste estorsive indirizzate al titolare dell’agenzia di pratiche automobilistiche
BOATO NELLA NOTTE: ORDIGNO ALL'AGENZIA DI PRATICHE AUTO
Uno scoppio, che ha svegliato di soprassalto i residenti di via Manzo, a Taviano, dove ha la sede un’agenzia di pratiche automobilistiche. Lì è stato fatto esplodere l'ordigno di medie proporzioni
TAVIANO – Un boato nella notte, che ha svegliato di soprassalto i residenti di via Carabiniere Martino Manzo, a Taviano. Dove, al numero civico 8, la sede di un’agenzia di pratiche automobilistiche, il cui titolare è Antonio Portaccio, 67 anni, del luogo, è stato piazzato e poi fatto esplodere, da ignoti, un ordigno di costruzione rudimentale di medie proporzioni.
L’esplosione ha procurato ingenti danni alle strutture dell’ufficio: distrutta la porta d’ingresso e le finestre, ma lo spostamento d’aria, causato dalla deflagrazione, ha anche mandato in frantumi i vetri delle finestre dell’abitazione di fronte, sempre su via Manzo.
Ad avvertire di quel che era accaduto, lo stesso titolare dell’agenzia, che abita nell’appartamento attiguo al suo ufficio. Sul luogo sono giunti i carabinieri della compagnia di Casarano, che hanno avviato subito le indagini per risalire agli autori dell’attentato. Stando a quanto rilevato dai militari, il gesto non sarebbe legato a richieste estorsive indirizzate al titolare dell’agenzia di pratiche automobilistiche
da la gazzetta del mezzogiorno.it
Romeo, cucciolo disperato
fa ritrovare Nerone ucciso
di GIANPAOLO BALSAMO
CORATO - «Cane che abbaia non morde», recita un vecchio proverbio. Noi aggiungiamo: uomo che spara ad un cane che abbaia, è privo di cuore. Lo ha dimostrato l’ignoto «killer» che, l’altro pomeriggio, ha freddato alla periferia di via Don Minzoni (su un terreno tra via Lama Inglese e via Strada esterna De Girasoli) probabilmente con un fucile da caccia, Nerone, un vispo barboncino di appena dieci mesi perché, forse, lo infastidiva con il suo abbaiare. Un gesto gravissimo, dettato da una ferocia inaudita. Inconcepibile. Non solo. Chi ha premuto il grilletto ha avuto anche premura di far scomparire la carcassa del povero quattrozampe. Una uccisione apparentemente senza un perché. Un occultamento altrettanto misterioso.
Il «bruto» non ha affatto avuto compassione di una povera bestia che, mentre giocava con un altro cucciolo, suo fratello, probabilmente ha infastidito la sua pennichella quotdiana. Il «cecchino» ha imbracciato il suo fucile da caccia, ha puntato l’arma ed ha fatto fuoco una, due volte. Probabilmente avrebbe voluto ucciderli entrambi. Chissà, forse Nerone lo ha anche guardato e ha scodinzolato prima di accasciarsi insaguinato sul terreno, a pochi passi dall’abitazione dei suoi padroni che, avendo udito gli spari, si sono subito affacciati sulla veranda, preoccupati e terrorizzati.
«Erano le 17 circa - racconta il 36enne Claudio Petrone, proprietario dei due barboncini -. Abbiamo udito due spari, a pochi minuti l’uno dall’altro. Dopo il secondo, anche alcuni guaiti nitidi che mi hanno fatto subito pensare al peggio. Nel giardino c’era solo Romeo (il fratello di Nerone) che, abbaiando, ha richiamato la mia attenzione. Voleva che lo seguissi ed è stato proprio il barboncino a condurmi lì dove giaceva, privo di vita, il fratellino. Lo leccava, piangeva. È stata una scena toccante». A quel punto Claudio Petrone, ci racconta, si è recato dal medico veterinario, Paolo Colella, e dalla polizia. «Mi sono reso conto di quello che era successo. Qualcuno aveva sparato inconscientemente tra le case, qualcuno a Corato si diverte a fare il tiro a segno sui poveri cani».
Ma giunti sul posto insieme al medico ed ai poliziotti di una volante, della carcassa del sfortunato cane nessuna traccia. Qualcuno, infatti, nel frattempo aveva provveduto a far sparire la carcassa di Nerone che, ci raccontano i padroni, «si faceva avvicinare e accarezzare da tutti». «Non so perché l’abbiano fatto. Non so perchè abbiano ucciso il mio cane». Conclusione: l’ennesimo cagnolino è stato ucciso. L’ennesimo «assassino» senza cuore si è messo in evidenza. Ma, per sua fortuna, è ancora libero e può vantarsi di aver fatto «centro». Di aver freddato una bestiola, uccisa forse per puro divertimento. L’ennesimo atto di crudeltà ai danni di un essere indifeso che lascia tutti sbigottiti e ammutoliti.
fa ritrovare Nerone ucciso
di GIANPAOLO BALSAMO
CORATO - «Cane che abbaia non morde», recita un vecchio proverbio. Noi aggiungiamo: uomo che spara ad un cane che abbaia, è privo di cuore. Lo ha dimostrato l’ignoto «killer» che, l’altro pomeriggio, ha freddato alla periferia di via Don Minzoni (su un terreno tra via Lama Inglese e via Strada esterna De Girasoli) probabilmente con un fucile da caccia, Nerone, un vispo barboncino di appena dieci mesi perché, forse, lo infastidiva con il suo abbaiare. Un gesto gravissimo, dettato da una ferocia inaudita. Inconcepibile. Non solo. Chi ha premuto il grilletto ha avuto anche premura di far scomparire la carcassa del povero quattrozampe. Una uccisione apparentemente senza un perché. Un occultamento altrettanto misterioso.
Il «bruto» non ha affatto avuto compassione di una povera bestia che, mentre giocava con un altro cucciolo, suo fratello, probabilmente ha infastidito la sua pennichella quotdiana. Il «cecchino» ha imbracciato il suo fucile da caccia, ha puntato l’arma ed ha fatto fuoco una, due volte. Probabilmente avrebbe voluto ucciderli entrambi. Chissà, forse Nerone lo ha anche guardato e ha scodinzolato prima di accasciarsi insaguinato sul terreno, a pochi passi dall’abitazione dei suoi padroni che, avendo udito gli spari, si sono subito affacciati sulla veranda, preoccupati e terrorizzati.
«Erano le 17 circa - racconta il 36enne Claudio Petrone, proprietario dei due barboncini -. Abbiamo udito due spari, a pochi minuti l’uno dall’altro. Dopo il secondo, anche alcuni guaiti nitidi che mi hanno fatto subito pensare al peggio. Nel giardino c’era solo Romeo (il fratello di Nerone) che, abbaiando, ha richiamato la mia attenzione. Voleva che lo seguissi ed è stato proprio il barboncino a condurmi lì dove giaceva, privo di vita, il fratellino. Lo leccava, piangeva. È stata una scena toccante». A quel punto Claudio Petrone, ci racconta, si è recato dal medico veterinario, Paolo Colella, e dalla polizia. «Mi sono reso conto di quello che era successo. Qualcuno aveva sparato inconscientemente tra le case, qualcuno a Corato si diverte a fare il tiro a segno sui poveri cani».
Ma giunti sul posto insieme al medico ed ai poliziotti di una volante, della carcassa del sfortunato cane nessuna traccia. Qualcuno, infatti, nel frattempo aveva provveduto a far sparire la carcassa di Nerone che, ci raccontano i padroni, «si faceva avvicinare e accarezzare da tutti». «Non so perché l’abbiano fatto. Non so perchè abbiano ucciso il mio cane». Conclusione: l’ennesimo cagnolino è stato ucciso. L’ennesimo «assassino» senza cuore si è messo in evidenza. Ma, per sua fortuna, è ancora libero e può vantarsi di aver fatto «centro». Di aver freddato una bestiola, uccisa forse per puro divertimento. L’ennesimo atto di crudeltà ai danni di un essere indifeso che lascia tutti sbigottiti e ammutoliti.
lunedì 8 marzo 2010
IO NON VOTO...
perchè non ho un candidato valido ed affidabile da votare...
perchè mi son rotto del "male minore"...
perchè tutti han già mille volte dimostrato di farsi i "cazzi propri"...
perchè ritengo che in Italia non vi sia Democrazia...
perchè ritengo ingiusta ed illegale la legge elettorale...
perchè ritengo vergognoso che in una "Democrazia" possa esservi lo sbarramento (al 4%)...
perchè una Democrazia è tale se ogni pensiero ha rappresentanza...
perchè i candidati vengono scelti come "raccoglitori di voti" e non per le loro "qualità politiche"...
perchè la gente è ignorante o idiota ed io non voglio mescolarmi ed essere confuso con loro...
perchè il "male minore" si è sempre dimostrato un male eccessivo ed io non voglio più avallarlo con il mio voto...
perchè con la scusa che in politica bisogna negoziare (FALSO!!!) trovano tutti il modo di vendersi...
perchè nessuno dei candidati merita un decimo del rispetto che nutro per me stesso ...
perchè si credono furbi (loro SI che han capito come funziona il MONDO!) ed invece nella "catena naturale" svolgono il ruolo dei funghi o dei parassiti...
perchè non sono un idiota pronto a soccorrere il "profeta" di turno che apre la "fabbrichetta di dementi" nel momento del bisogno e poi si dimentica di loro appena viene eletto...
perchè non sono un LECCACULO...
perchè "RAGIONO", non "conto"...
perchè ai CANI (ultimi miserabili dell'umanità) ed ai deboli non ci ha mai pensato nessuno... non Vendola, non Fitto, non Berlusconi, non D'Alema...
perchè la sinistra corrotta con il mio voto RESTA al suo posto invece che dimettersi e lasciare spazio a chi merita...
perchè la politica è una cosa seria e non va lasciata in mani incapaci...
perchè è necessario lanciare un messaggio CHIARO ai "fetenti della politica"... è ora di ANDARE A CASA!!!
(continua)
perchè mi son rotto del "male minore"...
perchè tutti han già mille volte dimostrato di farsi i "cazzi propri"...
perchè ritengo che in Italia non vi sia Democrazia...
perchè ritengo ingiusta ed illegale la legge elettorale...
perchè ritengo vergognoso che in una "Democrazia" possa esservi lo sbarramento (al 4%)...
perchè una Democrazia è tale se ogni pensiero ha rappresentanza...
perchè i candidati vengono scelti come "raccoglitori di voti" e non per le loro "qualità politiche"...
perchè la gente è ignorante o idiota ed io non voglio mescolarmi ed essere confuso con loro...
perchè il "male minore" si è sempre dimostrato un male eccessivo ed io non voglio più avallarlo con il mio voto...
perchè con la scusa che in politica bisogna negoziare (FALSO!!!) trovano tutti il modo di vendersi...
perchè nessuno dei candidati merita un decimo del rispetto che nutro per me stesso ...
perchè si credono furbi (loro SI che han capito come funziona il MONDO!) ed invece nella "catena naturale" svolgono il ruolo dei funghi o dei parassiti...
perchè non sono un idiota pronto a soccorrere il "profeta" di turno che apre la "fabbrichetta di dementi" nel momento del bisogno e poi si dimentica di loro appena viene eletto...
perchè non sono un LECCACULO...
perchè "RAGIONO", non "conto"...
perchè ai CANI (ultimi miserabili dell'umanità) ed ai deboli non ci ha mai pensato nessuno... non Vendola, non Fitto, non Berlusconi, non D'Alema...
perchè la sinistra corrotta con il mio voto RESTA al suo posto invece che dimettersi e lasciare spazio a chi merita...
perchè la politica è una cosa seria e non va lasciata in mani incapaci...
perchè è necessario lanciare un messaggio CHIARO ai "fetenti della politica"... è ora di ANDARE A CASA!!!
(continua)
domenica 7 marzo 2010
Gli italiani non imparano mai
"Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia.
Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale.
Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine.
Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia era legata da patti (1935), la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938).
Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti. Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani). Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto. Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo.
Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine.
In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano.
Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita.
Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare.
Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.
Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando.
Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Il grassetto l'ho inserito io.
Questo testo di Elsa Morante è stato scritto nel 1945.
Ringrazo Claudio e Maurizio per avermelo fatto conoscere, e Lorenzo per i riferimenti bibliografici.
Il testo di Elsa Morante si trova anche su Google Books.
Pagina di diario, pubblicata su Paragone Letteratura, n. 456, n.s., n.7, febbraio 1988, poi in Opere (Meridiani), Milano 1988, vol. I, pp. L-LII; e anche in Alfonso Berardinelli, Autoritratto italiano, Donzelli, 1998, pp. 29-31.
Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale.
Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine.
Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia era legata da patti (1935), la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938).
Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti. Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani). Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto. Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo.
Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine.
In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano.
Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita.
Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare.
Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.
Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando.
Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Il grassetto l'ho inserito io.
Questo testo di Elsa Morante è stato scritto nel 1945.
Ringrazo Claudio e Maurizio per avermelo fatto conoscere, e Lorenzo per i riferimenti bibliografici.
Il testo di Elsa Morante si trova anche su Google Books.
Pagina di diario, pubblicata su Paragone Letteratura, n. 456, n.s., n.7, febbraio 1988, poi in Opere (Meridiani), Milano 1988, vol. I, pp. L-LII; e anche in Alfonso Berardinelli, Autoritratto italiano, Donzelli, 1998, pp. 29-31.
sabato 6 marzo 2010
furto con scasso nella notte - di Marco Travaglio
Come i ladri professionisti, che agiscono nottetempo con passo felpato, il Pdl (Partito dei Ladri) ha svaligiato ieri notte un altro pezzo di legalità e di democrazia.
Il decreto che fornisce la cosiddetta “interpretazione autentica” delle leggi elettorali stravolgendole ex post a immagine e somiglianza delle illegalità commesse presentando la lista del presidente Formigoni in Lombardia e quella del Pdl nel Lazio, è un obbrobrio giuridico, l'ultimo sputo sulla Costituzione.
La consueta firma di Ponzio Napolitano è anche peggio di quelle apposte su altre leggi vergogna come il Lodo Alfano, le norme razziali anti-immigrati e lo scudo fiscale. Stavolta cambiano in corsa le regole della partita elettorale per riammettere in campo chi ne era stato espulso per evidenti illegalità.
Cioè per consentire di vincere a chi, secondo la legge, non dovrebbe proprio giocare. Il tutto in barba ai diritti di coloro che hanno rispettato le regole, raccolto firme autentiche, presentato le liste in tempo utile. Senza contare la legge (nr. 400/1988) che vieta espressamente i decreti in materia elettorale.
Personalmente era da un pezzo che non mi sentivo più rappresentato da Giorgio Napolitano e nutrivo sempre maggiore nostalgia per i veri garanti della Costituzione come Einaudi, Pertini, Scalfaro e persino Ciampi. Da ieri – a giudicare dai centralini intasati del Quirinale – ho l'impressione di essere in ottima compagnia.
Per 50 anni Napolitano è stato accompagnato dal nomignolo di “figlio del Re” per la sua straordinaria somiglianza con Umberto II di Savoia.
Ma era il re sbagliato: Napolitano è il degno erede di Vittorio Emanuele III, il sovrano che nel 1922 non mosse un dito contro la marcia su Roma e nel 1943 fuggì a Brindisi. Anche lui, nella notte.
Il decreto che fornisce la cosiddetta “interpretazione autentica” delle leggi elettorali stravolgendole ex post a immagine e somiglianza delle illegalità commesse presentando la lista del presidente Formigoni in Lombardia e quella del Pdl nel Lazio, è un obbrobrio giuridico, l'ultimo sputo sulla Costituzione.
La consueta firma di Ponzio Napolitano è anche peggio di quelle apposte su altre leggi vergogna come il Lodo Alfano, le norme razziali anti-immigrati e lo scudo fiscale. Stavolta cambiano in corsa le regole della partita elettorale per riammettere in campo chi ne era stato espulso per evidenti illegalità.
Cioè per consentire di vincere a chi, secondo la legge, non dovrebbe proprio giocare. Il tutto in barba ai diritti di coloro che hanno rispettato le regole, raccolto firme autentiche, presentato le liste in tempo utile. Senza contare la legge (nr. 400/1988) che vieta espressamente i decreti in materia elettorale.
Personalmente era da un pezzo che non mi sentivo più rappresentato da Giorgio Napolitano e nutrivo sempre maggiore nostalgia per i veri garanti della Costituzione come Einaudi, Pertini, Scalfaro e persino Ciampi. Da ieri – a giudicare dai centralini intasati del Quirinale – ho l'impressione di essere in ottima compagnia.
Per 50 anni Napolitano è stato accompagnato dal nomignolo di “figlio del Re” per la sua straordinaria somiglianza con Umberto II di Savoia.
Ma era il re sbagliato: Napolitano è il degno erede di Vittorio Emanuele III, il sovrano che nel 1922 non mosse un dito contro la marcia su Roma e nel 1943 fuggì a Brindisi. Anche lui, nella notte.
mercoledì 3 marzo 2010
Signore e Signori Buonasera 1976
Questo lo dedico a tutti coloro che fanno finta di non capire. Tra l'altro, Dell'Utri (che stranamente assomigia all'attore della scena qui sotto) ha detto praticamente le stesse identiche cose in un'intervista rilasciata a Il Fatto.
Buona visione.
Buona visione.
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