Cosa dire di Taviano? Non lo so, un paese così insipido, reso amaro da gestioni amministrative attaccatissime al potere e alla gloria e del tutto indifferenti al bene del paese, dei cittadini.
Il governo centrale non dà nessun esempio ai giovani per creare un paese dignitoso, le regioni latitano di qualunque iniziativa, le provincie (esistono ancora)?...e i comuni, obsoleti ed ignoranti.
Taviano non è da meno, la maggioranza (quello che ne resta) è tenuta in piedi da persone che non hanno mai avuto idea di come interpretare e cercare perlomeno di risolvere i veri problemi dei cittadini, grosse quantità di denaro, frutto di finanziamenti comunitari, sono stati spesi al rifacimento del centro.
Cittadini, guardate le vostre tasche, sono vuote, i vostri figli senza futuro, voi stessi non avete garanzie del domani, ma guardate che bella piazza avete, guardate il lastricato di quella via deserta da oltre 7 mesi.
Bisogna essere davvero ciechi per non capire che Taviano ha bisogno di ben altro.
Non posso che essere d'accordo con il caro amico Carlo, non solo perchè ne condivido la maggioranza dei valori e dei princìpi, ma perchè ha sempre fatto e farà un'attenta, minuziosa e, ahimè, realista analisi della realtà che ci circonda.
Le elezioni per il rinnovo della giunta sono alle porte ed il clima è rovente, ma (quasi) nessuno si accorge di nulla.
A chi affiderete nuovamente la vostra cittadina? Amate realmente il vostro paese o amate più voi stessi? I nomi son sempre quelli, rimpianti che hanno fatto rimpiangere i precedenti e con questo andazzo il voto non ha senso.
Agricoltura, randagismo, senso civico, argomenti che nessuno ha mai considerato perchè troppo preso dai "prodotti del proprio orto".
Allora cosa serve per poterci far rialzare, per risalire una voragine che purtroppo ancora pochi ne hanno chiara la profondità?
Serve gente nuova, preparata, anonima e non interessata ad apparire, lasciamo ai "parlatori" la scena della vita, ma fate che siano gli umili a lavorare.
1 commento:
Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: DI DOMAN NON V'E' CERTEZZA.
Lorenzo de' Medici.
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