lunedì 5 gennaio 2009

Salento come Napoli- Rifiuti per strada

di PIERO BACCA
UGENTO - I sacchetti dell’immonzia cominciano ormai ad accatastarsi accanto ai cassonetti stracolmi. E sono il campanello d’allarme di quello che potrebbe succedere se la situazione della discarica Burgesi di Ugento, «occupata» da due giorni dai manifestanti, non dovesse sbloccarsi. Il Sud Salento vive momenti di tensione e per una settantina di comuni aleggia lo spettro della Campania.
Con l’unica discarica indisponibile e senza nuovi impianti previsti dal Piano regionale, per il momento non resta altro da fare che tenere i rifiuti in casa. L’invito alle comunità locali è stato ribadito ieri dagli amministratori del terzo Ambito territoriale (Ato Lecce 3), che assieme all’Ato Lecce 2 (un bacino che assomma 46 comuni) si trova a dover fare i conti con una crisi senza precedenti.
Da oggi, infatti, i cassonetti non verranno più svuotati perché gli automezzi sono ormai stipati di rifiuti da alcuni giorni. Per tamponare la situazione ed evitare che i rifiuti finiscano ammassati per strada l’Ato Lecce 3 distribuirà stamattina in 24 comuni maxi-buste della spazzatura, dove le famiglie potranno temporaneamente sigillare gli scarti. In più, i comuni provvederanno a fornire adeguate istruzioni alla popolazione facendo girare propri addetti per le strade con i megafoni. Ma scenari di disagio cominciano a delinearsi già in qualche comune. A Specchia, Supersano, Presicce e Galatone, ad esempio, decine di sacchetti circondano da qualche ora i contenitori traboccanti. E anche a Galatina si corre ai ripari con un rimedio inventato al momento per scongiurare caos e sporcizia. Il sindaco Sandra Antonica ha fatto allestire un’aera di stoccaggio provvisoria vicino al quartiere fieristico. Qui sono stati sistemati duecento cassonetti vuoti dove i cittadini potranno portare i rifiuti con i propri mezzi, visto che le ditte non possono intervenire.
Ad Ugento, intanto, continua il blocco della discarica. La barricata è attuata giorno e notte dai cittadini che, assieme al sindaco Eugenio Ozza ed agli amministratori locali, si sono opposti alla proroga del funzionamento dell’impianto per un mese, autorizzata dal commissario per l’emergenza ambientale Nichi Vendola. Un provvedimento che, in seguito all’impugnazione del Comune, il Tar di Lecce ha riconosciuto legittimo. Ma se il Tribunale amministrativo ha dato il via libera al conferimento nell’impianto di Burgesi per i cittadini è tutt’altro che «semaforo verde» ed anche ieri notte, nonostante il freddo, hanno presidiato l’ingresso della struttura, accendendo dei falò per riscaldarsi nelle ore più fredde.
La situazione nel comune resta quindi difficile. E ieri il parroco don Stefano Rocca ha incontrato il presidente della Regione Vendola ed il presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino. Da loro ha avuto assicurazione che una soluzione alternativa verrà individuata già nel vertice istituzionale sull’emergenza fissato in Prefettura per dopodomani. Un confronto al quale interverrà anche l’assessore regionale all’Ambiente, Michele Losappio.
L’attenzione è ora puntata sul vertice del 7 gennaio, cui sono affidate le speranze di veder svanire quello che in molti cominciano a vivere come un incubo. In quell’occasione numerosi sindaci del Sud Salento «grideranno» il loro disagio, manifestando sotto la Prefettura con indosso la fascia tricolore.5/1/2009

3 commenti:

Hawkeye ha detto...

Rifiuti. Situazione in Puglia? Simile a quella in Campania. È così che la senatrice Adriana Poli Bortone e l'onorevole Ugo Lisi criticano l'ordinanza di Vendola.

Secondo la senatrice Adriana Poli Bortone e l'onorevole Ugo Lisi l'ordinanza di Vendola è una vera e propria autodenuncia della sua incapacità ad affrontare il problema dei rifiuti in Puglia. I due esponenti del centrodestra avevano già annunciato, mesi addietro, che la Puglia rischiava di avere la stessa sorte della Campania.

“Soltanto l’arroganza di Vendola – affermano Poli e Lisi in un comunicato congiunto - ha potuto interpretare con gravissima superficialità quella che non voleva essere una critica ma soltanto un campanello d’allarme, sostenendo dapprima che non c’era l’emergenza e nello stesso tempo chiedendo poi la proroga del commissariamento che, invece, aveva detto di voler eliminare sin dalle sue prime battute della sua amministrazione.

La strategia del “tanto peggio-tanto meglio”, così testardamente portata avanti, contro tutto e contro tutti, soprattutto contro ogni buonsenso, adesso presenta il conto, un conto salatissimo che non è giusto paghino le popolazioni ugentine”.

La scelta, per gli esponenti del centrodestra, di ampliare la discarica di Ugento rendendola sede di ulteriori conferimenti di altri ambiti territoriali, dimostra quanto il Governo regionale abbia in scarsa cura il bene e la salute dei cittadini di questo comune del Sud Salento.

È stato sottolineato che si poteva arrivare solo a tanto nel momento in cui si è deciso di non costruire i termovalorizzatori, di rimandarne la loro entrata in funzione e di puntare tutto solo e soltanto sulla discarica.

Ma quando gli spazi delle discariche si esauriscono, cosa succede? È questo il quesito posto dalla maggioranza. “Dapprima si mendica alle discariche limitrofe… poi, quando anche queste rifiutano, si decide di sopraelevare le esistenti in spregio a qualsiasi logica di buon governo del territorio.

Oggi sono gli ugentini a dover pagare un prezzo salatissimo alla decisione di non decidere tipica della politica del Governatore di Puglia in tutti questi anni”.

Altri i quesiti di Poli e Lisi: A chi toccherà domani? Quali altri cittadini saranno costretti a pagare l’insipienza amministrativa di questa Giunta?

Quesiti, la cui risposta sta nell'andare avanti ad affrontare il problema dei rifiuti così come nell’affrontare tante altre vicende delicate, che rappresentano il giusto discrimine tra la buona e la cattiva amministrazione solo e soltanto aggirando i problemi con l’ottica miope della sola emergenza quotidiana. “Tutto il resto non conta – incalzano Poli e Lisi - Tutto il resto non importa. Non interessa assolutamente chi sarà costretto a subire le scelte dell’oggi. Nessuna visione d’insieme delle tematiche. La politica del barcollare per non crollare. Ci chiediamo fino a quando. Nel frattempo è bene che la Giunta Vendola sappia che non saranno gli ugentini a pagare l’amaro conto di una politica della gestione dei rifiuti assolutamente dissennata”.

“A meno che – concludono - non sia questo un disegno politicamente cinico di creare problemi al governo nazionale. Sia chiaro a tutti i cittadini pugliesi che la responsabilità esclusiva di una situazione che crea inquietudine nella popolazione di Ugento, Trani e di tante città pugliesi è da addebitare elusivamente alle incertezze ed all’irresponsabile gestione commissariale dell’attuale Presidente della Regione. Proprio per questo qualsiasi reazione delle cittadinanze, purtroppo, è giustificabile”.

Hawkeye ha detto...

Dal quotidiano

A circa sei chilometri da Ugento, in aperta campagna, tra la frazione di Gemini, ed i comuni di Acquarica del Capo e Presicce, sorge la megadiscarica di contrada Burgesi, gestita dalla Monteco Srl di Lecce. Qui, ormai da tre giorni, si avvicendano cittadini dei vari comuni interessati dalla sua ingombrante presenza. Notte e giorno, presidiano l’accesso al sito. I camion non devono versare, ed il sindaco di centrodestra Eugenio Ozza ha emesso a tale proposito un’ordinanza affinché la Monteco Srl non accetti i rifiuti del bacino Ato Le/2, vietando la circolazione ai mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti sul territorio comunale. Risultato: immondizia ferma negli autocompattatori e manifesti affissi sui muri per invitare i cittadini a non lasciare i sacchetti per strada. L’incubo dell’emergenza già vissuta in Campania si abbatte sul Salento. Circa metà dei comuni del leccese si trovano bloccati in questa condizione, anche se il vicepresidente regionale Sandro Frisullo monta su tutte le furie al solo pensiero che si possa paventare una prospettiva simile.

Per diversi esponenti della Giunta regionale (e non solo) tutto il trambusto di questi giorni sarebbe frutto di una montatura politica del centrodestra a fini elettorali. E così l’emergenza ambientale diventa pretesto per un infinito scontro fra coalizioni. Che si complica in considerazione del fatto che anche a sinistra qualcuno storce il naso verso la gestione Nichi Vendola. Una circostanza delicata, quella attuale, sotto il profilo politico. E questo, mentre ieri il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva dell'ordinanza emessa dal presidente della Regione e commissario delegato per l'emergenza rifiuti. Ordinanza legittima, dunque, per i giudici regionali, quella per il conferimento dei rifiuti nella discarica di Burgesi, in via temporanea, fino al termine di gennaio.

Ma intanto una soluzione ancora non si vede e a tre giorni di distanza, la situazione assume una piega difficile e a tratti caotica, nella battaglia del “tutti contro tutti”, alla ricerca di responsabilità vere e presunte. Certo è che buona parte del Salento è a limite della sopportazione, e si attende la data del 7 gennaio, giorno fissato per l’incontro fra le parti in Prefettura, per una soluzione, alla quale sta lavorando anche la Provincia, con l’intermediazione dell’assessore all’Ambiente Gianni Scognamillo, in un quadro complessivo d’incertezza e in cui notizie e contro-notizie si rincorrono. Restano così per le strade della contrada i capannelli di persone, con auto e mezzi agricoli, ragazzi della zona e contadini, a scaldarsi con il fuoco di piccoli falò dal gelo.

Sono un centinaio in tutto, con delegazioni dei comuni interessati. Il primo capannello sosta all’inizio della strada che conduce alla discarica dalla parte di Ugento. Il secondo su quella che porta verso Presicce e Lido Marini. I gruppi sono organizzati per la notte (una ventina quelli che rimangono, dandosi il cambio), hanno tavoli, sedie, gruppi elettrogeni, tendoni per ripararsi. Si oppongono all’ingresso dei mezzi, perché, dicono, il loro territorio ha già pagato a caro prezzo, in termini di salute e vivibilità. Per loro parlano eloquenti striscioni: "Chiuso per malattia", o ancora "I vostri figli al sicuro, i nostri senza futuro", un laconico "chiuso per malattia" e altri ancora stesi su pareti o tenuti a mano. Lo stesso motivo che spinge i rappresentanti della maggioranza di centrosinistra, a Nardò, a “blindare” il sito di Castellino. Per il sindaco Antonio Vaglio la discarica non si apre, o tutto andrà a finire con le dimissioni della sua Giunta.

Un gran guazzabuglio che dovrà necessariamente trovare una soluzione definitiva. Una possibile programmazione prevede infatti che dal 1° febbraio, a Cavallino, vadano a finire i rifiuti della parte secca del bacino Le/2, mentre che la biostabilizzazione dell’umido sia svolta a Poggiardo. Ma le prospettive non escludono che parte del secco, secondo il presidente della Provincia Giovanni Pellegrino e l’assessore regionale all’Ambiente Michele Losappio, possa essere conferita a Nardò, almeno in modo temporaneo. Fatto che farebbe infuriare, come già detto, il sindaco Antonio Vaglio e la sua Giunta. E così, da Ugento l’emergenza si riflette su gli altri comuni, dove nelle case si ammonticchiano i sacchetti neri della spazzatura. Tanto che a Galatina il sindaco Sandra Antonica ha dovuto emettere urgentemente un’ordinanza in cui si stabilisce che la società Centro Salento Ambiente, gestore del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani in città, debba presidiare con il suo personale l’area recintata adibita a parcheggio nella zona del quartiere fieristico per consentire ai galatinesi di conferire qui i rifiuti, sino a quando l’emergenza non sarà rientrata.

Per salvaguardare la salute pubblica, infatti, sono stati individuati nella zona delle fiere alcuni contenitori vuoti. I cittadini dovranno recarsi di persona nell’area del quartiere fieristico e consegnare i rifiuti al personale della società che detiene l’appalto per lo smaltimento. Ad Uggiano La Chiesa, invece, Salvatore Piconese, leader del gruppo consiliare d’opposizione “Uggiano cambia”, si scaglia decisamente contro Ozza, e coglie l’occasione per chiedere al sindaco Luigi Licci l’avvio del servizio di raccolta “porta a porta”.

“L'attuale crisi della gestione dei rifiuti è un vero e proprio piano di delegittimazione della Giunta regionale da parte della nomenclatura del centrodestra salentino, a partire dai singoli ‘sindaci–vassalli’ che svolgono un ruolo di primo piano nell’Ato Le2 e Ato Le3”, accusa Piconese. “L’ordinanza del sindaco Ozza, così come la campagna di veleni orchestrata dalle amministrazioni comunali guidate dal Pdl, nutre sentimenti di chiara strumentalizzazione politica in vista delle prossime tornate elettorali previste nella primavera del 2009 e 2010, tant’è che proprio la richiesta di sospensiva avanzata dal comune di Ugento è stata bocciata dal Tar di Lecce, il quale ha stabilito che l’ordinanza del governatore Vendola risponde interamente all’emergenza”, ricorda ancora Piconese.

“Il gruppo consiliare ‘Uggiano cambia’ chiede al sindaco Luigi Licci di evitare forme di coinvolgimento irresponsabile prendendo così le distanze dai sindaci ‘agitatori’, perseguendo, invece, nell’immediato l'avvio della raccolta differenziata ‘porta a porta’, con la convocazione di un Consiglio comunale aperto che informi la cittadinanza di Uggiano e Casamassella sulla reale situazione paradossale venutasi a creare negli ultimi giorni nel sud Salento, e – conclude - sull'importanza di un nuovo modello di raccolta dei rifiuti sul territorio”. Il Salento come la Campania? I prossimi giorni saranno decisivi per capire come svolterà una vicenda a dir poco spinosa e in cui le ore che scorrono lasciano trasparire all’orizzonte scenari inquietanti che finora, da queste parti, si sono visti soltanto in televisione.
Emilio Faivre

Hawkeye ha detto...

L’amministrazione provinciale, nel prendere atto della ordinanza del presidente della regione Puglia con la quale si dispone, per il solo mese di Gennaio 2009, il conferimento dei rifiuti delle ATO LE/2 e LE/3 nella discarica autorizzata di Ugento, conferma il proprio impegno a sostegno delle ATO e dei comuni per la corretta gestione dei rifiuti in provincia di Lecce.

“In questa direzione – dichiarano il presidente della Provincia Pellegrino e l’assessore alle risorse ambientali Gianni Scognamillo - va visto l’affidamento alla Provincia dell’attivazione di un tavolo tecnico, con la partecipazione di tutti i soggetti pubblici interessati, per la individuazione entro il 23 gennaio 2009 della soluzione transitoria di gestione dei rifiuti per tutto il 2009. Questo tavolo sarà convocato con urgenza sin dai prossimi giorni”.

“La realizzazione dei nuovi impianti a servizio dell’Ato Le/1 è sostanzialmente conclusa e nelle prossime settimane sarà attivato anche l’impianto di produzione del combustibile da rifiuto (cdr) a servizio dell’intera provincia. L’impiantistica dell’Ato le/3, a seguito dei ritardi dovuti alle problematiche geologiche emerse nel corso dei lavori, accusa un ritardo stimato il circa sei mesi ed è pertanto ragionevole prevederne l’avvio nella seconda metà del prossimo anno.
Per quanto riguarda l’Ato le/2, si è provveduto alla consegna dei cantieri ed il termine dei lavori è fissato alla fine del 2009.
“In questo contesto – concludono - certamente migliorato rispetto ai due anni trascorsi, è doveroso da parte di tutti assicurare ogni collaborazione per utilizzare al meglio gli impianti di gestione dei rifiuti disponibili o in fase di completamento. Tanto anche al fine di concludere o limitare al minimo il ricorso ad impianti collocati fuori dal territorio provinciale limitando i costi che gravano sui nostri cittadini. La Provincia fa un appello ai salentini ed, in particolare, agli amministratori comunali perchè vogliano collaborare con spirito costruttivo ad una gestione condivisa delle problematiche sul tappeto. Questa amministrazione conferma tutta la propria attenzione alle proposte che verranno prospettate nelle sedi istituzionali”.