Circa 10 anni fa pubblicai su internet ciò che pensavo in relazione alla "tematica rifiuti" (poi fu la volta della CINA, poi dell'ENERGIA, ecc.).
Tutti faldoni enormi studiati accuratamente. Il mio pensiero sul tema lo si dovrebbe ancora trovare da qualche parte, dato che alcuni attinsero. Al contrario di tanti (che pensavano bastasse fare una buca e buttarci dentro di tutto!)pensavo già allora che sarebbe divenuto un problema gravissimo (come anche l'acqua, l'energia, i fitofarmaci, ecc.) e che, se non fossimo intervenuti con intelligenza, ne saremmo rimasti travolti.
In alcune provincie della Germania hanno agito nello stesso modo che io consigliavo (come ha documentato REPORT in una splendida trasmissione!)... producendo ricchezza, zero inquinamento e tanto, tanto lavoro.
Qui da noi i politici hanno snobbato e deriso i progetti che tentavo di presentare con un laconico : "non si può fare!" (grande stronzata perchè non soltanto si poteva fare ma addirittura l' UE sollecitava ed incoraggiava ogni iniziativa in tal senso!).
Bene ... abbiamo avuto modo di verificare questi grandi "geni al lavoro" (loro si che sapevano il da farsi!!!) e ci ritroviamo ora col pagare cifre spaventose per la spazzatura ed il non aver alcuna certezza che tutto venga smaltito a tutela della nostra salute.
Quanto occorre ancora alla gente per comprendere affondo il potenziale di questi "geni al lavoro" ?!!!!
LECCE - Salento-pattumiera. L’emergenza rifiuti, a poche ore dal vertice in prefettura, è esplosa con virulenza in alcuni comuni del Basso Salento. E, in particolare, ha colpito Tricase. Ma la situazione comincia a diventare difficile anche a Gallipoli, Collepasso, Neviano, Galatone, Sannicola, Aradeo, Specchia, Presicce e Supersano. Anche a Nardò, il comune più popoloso dopo Lecce, cominciano ad «affiorare» i rifiuti in mezzo alla strada.
I comuni del Capo di Leuca, grazie ad una «differenziata» spinta, per il momento stanno reggendo all’urto. Si salvano, per il momento, anche Galatina, grazie ai 400 cassonetti dislocati nell’area della Fiera, Casarano e Maglie.
Il Salento, dunque, se non dovesse essere trovata una soluzione, rischia davvero il collasso. A Tricase - come detto - si è ormai all’emergenza. Quella di ieri è stata una lunga giornata di tensioni nei diversi rioni della città. Col passare delle ore i punti di raccolta dei rifiuti, nei pressi dei cassonetti, sono diventati vere e proprie discariche a cielo aperto. I cassonetti, infatti, non sono stati in grado di accogliere le buste dei rifiuti. Le periferie della città, poi, stanno subendo veri e propri assalti di gente proveniente dai paesi vicini che scaricano a Tricase i loro rifiuti.
Ed è questa una testimonianza diretta degli operatori ecologici che, sollecitati dagli amministratori, hanno lavorato fino a tarda sera per ripulire dei rifiuti i punti più sensibili e cioè l’a re a antistante l’ospedale «Cardinale Giovanni Panico», gli ingressi a Tricase e tutta l’area che da viale Stazione porta a Monte Orco, luogo del grande Presepe vivente. «Abbiamo riempito di rifiuti i camion a nostra disposizione - ha dichiarato il coordinatore degli operatori ecologici, Mario Verardo - Siamo stati sollecitati dall’assessore comunale all’ecologia e ai servizi di raccolta rifiuti urbani ad attivarci per sgombrare dei rifiuti almeno alcune zone di Tricase come quella dell’ospedale e del Presepe vivente. Abbiamo volutamente lasciato da parte alcune periferie, come le strade che portano a Tricase Porto e Marina Serra perchè i punti di raccolta che vi insistono oltre ad accogliere i rifiuti di Tricase sono interessati dai rifiuti che cittadini provenienti dai comuni del Capo di Leuca vi riversano. Non ci è stato possibile intervenire nel centro di Tricase se non marginalmente: impossibile intervenire nei pressi dell’ufficio postale su corso Roma, altrettanto su via Umberto I. La situazione è gravissima: siamo al collasso. Più di quanto abbiamo fatto è impossibile fare: abbiamo riempito di rifiuti tutti gli automezzi di raccolta a nostra disposizione».
Una situazione drammatica, dunque, che col passare delle ore e dei giorni rischia di diventare veramente esplosiva. Cassonetti stracolmi anche nel centro abitato di Aradeo. Via Marconi, via Leonardo da Vinci, via Colombo, via Trieste e molte altre strade ancora, contano già i primi cumuli di rifiuti abbandonati per strada vicino ai cassonetti che da tre giorni non vengono più svuotati dalla ditta Bianco che gestisce lo smaltimento. Anche se nei giorni scorsi, il sindaco Daniele Perulli, con annunci fonici, ha consigliato i residenti di tenere i rifiuti umidi in casa sino allo sblocco della situazione, i cittadini gli hanno disubbidito abbandonando ogni genere di spazzatura vicino ai contenitori. Non sono mancati neanche gli atti di teppismo. Non è chiaro se per protesta o semplice vandalismo; in prossimità della scuola di via Sereni, qualcuno ha pensato di disfarsi dei rifiuti nel modo più dannoso possibile, dando fuoco alla spazzatura e ai contenitori di plastica.
Anche la continuità del servizio di raccolta differenziata, che pur era stata assicurata, sembra si sia interrotta a giudicare dalla grande quantità di plastica, carta e vetro giacente nello spiazzo antistante il cimitero. Per il resto l’emergenza anche sul piano sanitario è aggravata dalla presenza di branchi di cani randagi che hanno già iniziato a cibarsi degli scarti abbandonati rovistando e spargendo per le strade la spazzatura. «Di questo passo, fra qualche giorno, saremo inondati dai rifiuti - afferma un residente - Il problema è che non sappiamo sino a quando durerà questa situazione né possiamo pensare di ternerci per tanti giorni la spazzatura in casa. In altri comuni, come Galatina, il sindaco ha trovato soluzioni alternative aumentando il numero dei cassonetti. Qui ad Aradeo solo l’annuncio di tenere la spazzatura in casa. E’ ora di fare qualcosa, siamo ancora in tempo per evitare di finire come in Campania».
E - come detto - si verificano già i primi atti di vandalismo. A Poggiardo, infatti, ignoti avrebbero gettato un sacchetto della spazzatura all’interno del giardino dell’abitazione del sindaco Silvio Astore. Gli animi, dunque, cominciano a surriscaldarsi per quella che rischia di diventare una vera e propria emergenza. Anche a Galatone, accanto ai cassonetti ormai stracolmi, i cittadini stanno gettando i rifiuti lungo il marciapiede. Stessa situazione anche a Specchia, Supersano e Presicce, con i rifiuti che ormai la fanno da padroni.
Ed è dell'ultim'ora la notizia che ignoti nella notte hanno dato fuoco ad alcuni cassonetti a Gallipoli. Le fiamme sono divampate in luogi divesi del comune (dal lungomare Galileo galilei al centro storico) ed hanno interessato cinque cumuli di rifiuti, fra cui materie plastiche, che stazionano da giorni
Il quarto giorno è quello della tensione. Sul Salento dei miasmi soffia il vento della polemica inarrestabile e ormai fuori controllo. Con sindaci che si strattonano a vicenda in un gioco al massacro sulle responsabilità, mentre una settantina di comuni, per oltre 450mila abitanti, quelli che ricadono nel territorio delle Ato Le/2 e Le/3, annaspano sotto una coltre di immondizia. L’invito delle autorità ai cittadini, espresso tramite manifesti e ordinanze, è di resistere fino alla soluzione dell’emergenza, non lasciando i sacchetti per strada. Resistere, certo: ma fino a quando? Si spera non oltre il 7 gennaio, quando in Prefettura, al cospetto del massimo rappresentante di Governo sul territorio, Mario Tafaro, si terrà un incontro a dir poco vitale per le sorti di buona parte della provincia di Lecce. Perché il rischio di arrivare ad una situazione simile a quella della Campania è ormai una prospettiva evidente e quasi la logica conseguenza, senza una decisa risoluzione. Un pensiero che fa tremare.
Ad Ugento, dove nasce il focolaio che investe come un’onda, di riflesso, ormai metà del Salento, i manifestanti continuano a bloccare l’accesso ai camion della spazzatura, opponendosi energicamente all’utilizzo della discarica che ricade in contrada Burgesi, gestita dalla Monteco Srl di Lecce, per la quale il commissario per l’emergenza ambientale in Puglia, il presidente Nichi Vendola, aveva deciso con una sua ordinanza di conferire in via temporanea, fino al 31 gennaio, i rifiuti delle due Ato. Anche a costo di un aumento della volumetria. L’opposizione del sindaco di Ugento Eugenio Ozza, con una sua ordinanza per il divieto di transito ai mezzi nell’area, e la discesa in campo di cittadini provenienti soprattutto dalla frazione ugentina di Gemini, da Presicce e da Acquarica del Capo, hanno impedito l’accesso. Circa un centinaio le persone divise in gruppi, che ostruiscono le strade che conducono alla discarica. Gente di tutte le età. Mangiano e dormono nella zona, sfidano il freddo con fuochi di fortuna e gruppi elettrogeni portati da casa, imprecano contro tumori e malattie alla tiroide, i fantasmi rievocati più spesso e che secondo loro sarebbero il frutto amaro della vicinanza con quell’immenso deposito di rifiuti.
E intanto, nel resto del Salento è frattura netta, con il centrodestra in guerra aperta contro il centrosinistra, e prese di posizione contro Vendola anche presso diversi alleati. Questo, mentre ogni città resiste all’assedio dell’immondizia come può. A Galatina il sindaco Sandra Antonica ha fatto disporre circa 400 cassonetti nel parcheggi del quartiere fieristico, e si dice pronta anche a far costruire delle vasche, qualora la situazione perdurasse. I galatinesi devono così portare di persona l’immondizia nell’area delle fiere, affidandola agli operatori della ditta che ha in gestione l’appalto della nettezza urbana. Ma altrove si inizia già a temere il peggio, e a Neviano e Gallipoli sono andati a fuoco alcuni cassonetti stracolmi. In più di qualche località sono stati distribuiti alla popolazione immensi sacchetti e si richiede la massima pazienza e collaborazione, per non far precipitare un quadro già di suo molto delicato. Proprio come accadeva fino a qualche mese addietro a Napoli. Se Burgesi è chiusa dai cittadini insorti (i quali, in un volantino, hanno spiegato che vogliono precise assicurazioni scritte dal prefetto: via il blocco solo se lo smaltimento dei rifiuti ad Ugento sarà revocato, dato che la discarica sarebbe ormai al colmo, con buona pace di Vendola e del Tar che gli ha dato ragione) Castellino, a Nardò, non si tocca. Parola di Antonio Vaglio.
Il sindaco e la sua Giunta hanno già minacciato dimissioni se la discarica neretina verrà riaperta, e oggi l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio risponde a muso duro ad alcune accuse mosse dal primo cittadino di Racale, Massimo Basurto. “La disinformazione regna sovrana in merito alla questione dei rifiuti e della discarica di Castellino in particolare. Sostenere che Castellino è stata chiusa per ragioni politiche vuol dire non conoscere i fatti o mentire per ragioni politiche. Affermare poi, come fa Basurto, che Castellino non è stata sopraelevata significa ignorare colpevolmente la realtà dei fatti”, tuona Natalizio. “Purtroppo dobbiamo prendere atto che nell’intera provincia sono in molti ad aver dimenticato quanto avvenuto a Nardò a partire dal 1992 e fino al 2007, quando la discarica è stata chiusa. Per ricordare solo le ultime vicende, basti fare riferimento ai continui aumenti di volumetria, l’ultimo di 300mila metri cubi, autorizzati dall’allora commissario per l’emergenza rifiuti, Raffaele Fitto. Aumenti che, è inutile dirlo, sono stati dati in sopraelevazione. A quanti accusano la città di Nardò di non essere ecosolidale con le altre realtà del Salento – prosegue - vorremmo ricordare che Castellino era nata per lo smaltimento dei rifiuti di soli sei Comuni, e questo sarebbe dovuto durare solo 5 anni, mentre è arrivata ad ospitare i rifiuti di 46 Comuni ed è stata chiusa dopo oltre 15 anni di attività”.
E intanto, anche a Nardò come altrove, l’amministrazione comunale invita tutti i cittadini ad evitare il conferimento dei rifiuti nei cassonetti e a tenerli in casa fino alla fine dell’emergenza. Quello che sta accadendo anche in un’altra popolosa realtà, quella di Gallipoli. “Mai come in questi giorni è necessario manifestare un alto senso di responsabilità per superare un momento difficile, che rischia di produrre conseguenze nocive sul versante ambientale e sanitario”, dichiara il sindaco Giuseppe Venneri. Già da ieri mattina ha fatto affiggere manifesti con cui si invita la comunità a potenziare l'attività di differenziazione dei rifiuti e ad evitare il continuo conferimento presso i cassonetti pubblici della raccolta di nettezza urbana. “Siamo in emergenza e quindi è necessario che ciascuno, nel territorio, faccia la sua parte per evitare ulteriori conseguenze dannose che vadano a incrinare ulteriormente equilibri già precari. Ho invitato la cittadinanza a osservare alcune precauzioni perché la nostra città possa dare il suo contributo, in termini di responsabilità, in una vicenda a dir poco delicata”.
“Ho informato dello stato di disagio in cui versa Gallipoli – prosegue il sindaco – le istituzioni direttamente coinvolte in questa vicenda, vale a dire la Regione, la Provincia e la Prefettura di Lecce e il dipartimento generale della Protezione Civile, segnalando loro i rischi ambientali e sanitari che stiamo correndo e soprattutto manifestando la necessità di individuare con tempestività ulteriori allocazioni in cui conferire e smaltire i rifiuti. La tempistica giocherà un ruolo prioritario per risolvere una vicenda già di per sé assai complessa”, sostiene Venneri. E in campo scende anche il Centro per i diritti del cittadino (Codici), il cui presidente nazionale, Ivano Giacomelli, dice: “Il ricordo di Napoli e dell’emergenza che a lungo ha interessato la città, non può non ritornare nelle menti dei cittadini che temono che la situazione possa persistere ancora. Ad essere intessenti non solo i territori limitrofi, ma l’emergenza potrebbe colpire totalmente l’intera regione. Pertanto il Codici invita la Regione Puglia e gli organi di competenza a trovare tempestivamente la risoluzione del problema nel rispetto del territorio e della salute dei cittadini che ‘pagano’ per avere un servizio al quanto più efficiente possibile”. E intanto i rifiuti restano a marcire negli autocompattatori, che già nelle prossime ore potrebbero non essere più in grado di trattenerli.
NARDO' - Ieri, circa 500 persone hanno partecipato a Nardò alla marcia silenziosa organizzata dal Comitato per la tutela del paesaggio (Ctp) per dire "no" a una eventuale riapertura della discarica di Castellino, per far fronte alla emergenza rifiuti che si è creata nel Salento.
La "passeggiata pacifica" si è conclusa davanti ai cancelli della discarica, che si trova a 400 metri di distanza da Nardò, a 250 metri in linea d’aria dall’ospedale e da abitazioni.
Alla manifestazione hanno partecipato, tra gli altri, anche il sindaco di Nardò, Antonio Vaglio, alla guida di una giunta di centrosinistra. Nel '94, quando ricopriva lo stesso incarico, Vaglio, di notte, scese in strada con i suoi concittadini per fare barricate davanti alla discarica, allora funzionante, e impedire che i camion provenienti dal Nord e da altri Paesi Europei scaricassero ancora rifiuti nella cava.
"La chiusura di quel mostro, nel 2007 – raccontavano – è stata una vittoria raggiunta con tutti i cittadini e anche oggi condivido le loro preoccupazioni, le loro ragioni. L’ipotesi di una riapertura della discarica sarebbe incredibile". "Vogliamo – aggiunge il sindaco di Nardò – far sentire la nostra voce con pacatezza, ma siamo pronti a combattere ancora per dire no a una riapertura: non vogliamo che il mostro torni a far sentire la sua voce".
''Questa discarica e' una bomba ecologica che può scoppiare da un momento all’altro e noi vogliamo dare, con la nostra presenza qui, un segnale preciso su quella che è la volontà della popolazione: la gente non vuole la riapertura di questo posto". Così Francesco Muci, componente del Comitato per la tutela del paesaggio (Ctp) di Nardò, spiega i motivi della manifestazione organizzata davanti ai candelli della discarica che si trova nella contrada Castellino. Tutto questo mentre gran parte del Salento è ormai quasi al collasso per l’aggravarsi della crisi dei rifiuti che attanaglia settanta comuni delle Ato Lecce 2 e Lecce 3. In tutti i centri interessati, ormai da giorni la spazzatura non viene ritirata a causa del blocco della discarica «Burgesi» di Ugento da parte di dimostranti. Il sito, in base a una ordinanza del presidente della Regione Nichi Vendola, avrebbe dovuto recepire la spazzatura delle due Ato fin dall’inizio dell’anno, da quando, cioè, non è stato più possibile utilizzare le discariche tarantine di Fragagnano e Grottaglie.
La situazione va peggiorando con i sacchetti che si accumulano sempre di più in prossimità dei cassonetti. Particolari disagi sono registrati nella zona di Tricase, ma anche a Gallipoli, Neviano e Leuca. Va meglio laddove funziona la raccolta differenziata, come a Maglie. Qui il ritiro dell’umido è stato effettuato regolarmente fino a ieri e i rifiuti solidi vengono, per il momento, stoccati nel centro a disposizione dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Ma a breve gli spazi saranno esauriti e si ricorrerà agli autocompattatori come ultimo rimedio.
L’emergenza è destinata ad aggravarsi se, nel frattempo, non saranno trovate soluzioni. Per questo i sindaci sperano nel vertice che domani in prefettura, a Lecce, vedrà riuniti i rappresentanti delle Ato, Provincia e Regione. A Galatina, nel piazzale del quartiere fieristico sono stati posizionati duecento cassonetti dove i cittadini hanno cominciato da ieri a depositare la spazzatura. A Casarano, per il momento, si è riusciti a svuotare i bidoni ricolmi, ma si è al limite. Sono in tanti, però, a non raccogliere l’invito delle amministrazioni comunali a trattenere il più possibile in casa la spazzatura che spesso viene abbandonata nelle campagne. Per scongiurare, quindi, anche i problemi ambientali a Matino, Parabita e Casarano, Protezione civile e Vigili urbani sono stati mobilitati per pattugliamenti notturni.
Nel frattempo si ipotizzano le possibili soluzioni, come la riapertura della discarica «Castellino» di Nardò chiusa nel gennaio del 2007 con ordinanza del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Nel sito vi sarebbe ancora disponibilità per circa 30mila tonnellate di materiale, ma popolazione locale e Comune annunciano proteste. «La città diventerebbe una scheggia impazzita se si dovesse decidere di riaprire la nostra discarica», ha ammonio il sindaco di Nardò, Antonio Vaglio.
Nel frattempo restano i presìdi presso la discarica di Ugento. I comitati spontanei che finora hanno impedito il passaggio dei camion, sorvegliano la discarica anche di notte.
Ma quali sono le ragioni della crisi dei rifiuti nel basso Salento? Gli impianti per lo smaltimento non sono ancora pronti e il ciclo non potrà essere chiuso prima del secondo semestre di quest’ anno. In particolare, va a rilento la costruzione dei biotunnel e della discarica di servizio-soccorso a Poggiardo e Corigliano d’Otranto (Ato Lecce 2), mentre ad Ugento (Ato Lecce 3), dove sono previsti biostabilizzatori e discarica, i lavori sono stati rallentati da problemi geologici. Intanto a Cavallino (Ato Lecce 1) la piattaforma di smaltimento, che prevede biostabilizzatori, discarica di servizio-soccorso e impianto per la produzione del cdr (combustibile da rifiuti), è pronta.
La discarica è stata chiusa nel gennaio del 2007, in ottemperanza a ordinanze emesse dai commissari per l’emergenza ambientale, prima Raffaele Fitto, quando era presidente della Regione Puglia, e, successivamente dal suo successore, Nichi Vendola, attuale governatore della Puglia, che ha confermato la volontà del precedente organismo commissariale. La discarica presenta delle volumetrie residue che – secondo alcuni – potrebbero essere colmate per far fronte all’emergenza, volumetrie esistenti "non per una conformazione naturale – fanno notare gli ambientalisti che partecipano alla manifestazione – ma per i sopralzi e gli scavi che sono stati creati nel tempo all’interno della discarica". 6/1/2009
Tengo a precisare che, a questo punto, NON ESISTONO SOLUZIONI VALIDE!!!!
Inquinare i cittadini di Ugento o di un altro posto non è una scelta valida o civile.
Sarebbe importante NON INQUINARE... ma su questo i politici non hanno competenza alcuna... quindi ...non possono fare alcuna scelta valida e futuristica.
L’emergenza rifiuti è ancora al centro della cronaca locale. Dopo le parole di ieri del presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, che ha sostenuto come il Salento abbia dato prova di grande maturità, attraverso l’intesa raggiunta tra le istituzioni, non sembrano tuttavia smorzarsi i toni della polemica. La “vittoria della ragionevolezza”, come definita da Pellegrino, ha fatto da contrasto, infatti, secondo quanto riferito dallo stesso presidente, ad un atteggiamento non sempre trasparente da parte del centrodestra locale: l’accusa più energica è stata quella rivolta al ministro pugliese, Raffaele Fitto, e al suo “silenzio” nella vicenda. Ipse dixit.
E non si fa attendere una nuova replica del consigliere regionale Pdl, Saverio Congedo, alle affermazioni del presidente provinciale: “Dai resoconti dell’infelice conferenza-stampa di ieri del presidente Pellegrino sulla questione-rifiuti – afferma -, apprendiamo che egli avrebbe sostenuto la tesi per la quale Vendola non avrebbe fatto altro che attuare in materia il piano-Fitto, cui peraltro indirizza ormai scontatissimi elogi. Noi in verità ricordiamo un altro Pellegrino che - in un’intervista del 16 settembre 2007- da un lato lamentava i gravi ritardi da parte di Vendola nell’attuazione di quel programma, dall’altro contestava allo stesso Vendola di avere tagliato da quel piano i termovalorizzatori pubblici, senza i quali non si completa il ciclo di smaltimento, e dichiarava financo la propria disponibilità ad ospitare nella nostra Provincia un termovalorizzatore privato”.
“Dispiace – prosegue Congedo - che il secondo Pellegrino abbia perso l’occasione della bella figura che gli avrebbe fatto fare il primo, non rivendicando le verità d’allora per sostituirle con le inesattezze di oggi. Delle due l’una: o, da galantuomo d’antico stampo, è stato troppo buono con Vendola, che non se lo merita affatto, o si è messo a sbagliare proprio quando i fatti gli stavano dando ragione, per di più con una caduta di stile che non s’addice al galantuomo di cui sopra, minacce di querele comprese. Quanto alla questione-rifiuti – conclude Congedo -, è intollerabile l’auto-incensazione di chi l’ha determinata e non la ha affatto risolta, che dovrebbe limitarsi a ringraziare in ginocchio i sindaci soprattutto di centro-destra che, a differenza di quanto normalmente fa la sinistra, hanno fatto prevalere gli interessi generali a quelli di parte”.
Ma intanto da Ugento arrivano nuove dichiarazioni in merito all’emergenza rifiuti: a rilasciarle sono il coordinatore dell’Italia dei Valori Puglia, Pierfelice Zazzera, ed il consigliere comunale di Ugento, Gianfranco Coppola, che parlano di “senso di responsabilità” che impone di accettare il “male minore per non ridurre il Salento come la Campania”. Ed affermano: “Il prossimo 14 gennaio ricominceranno i carotaggi nel territorio Burgesi attorno alla discarica che la procura ha disposto a seguito di un'autodenuncia sullo smaltimento di rifiuti tossici e speciali in quell'area. Siamo dalla parte dei cittadini e intendiamo vigilare sulla loro salute. Ci risultano nell’area interessata dati allarmanti sull’incidenza di tumori alla tiroide e leucemie. Tutto ciò sta esasperando i cittadini, li ha portati a picchettare la discarica, a fischiare i politici in passerella che facevano dichiarazioni alla stampa, dopo decenni di non- decisioni, di non-soluzioni, le cui responsabilità ben evidenti”. Ed assicurano massima attenzione nei confronti dell’attuazione del piano che prevede la chiusura definitiva entro il 30 giugno prossimo della discarica Burgesi. La Redazione
6 commenti:
Circa 10 anni fa
pubblicai su internet ciò che pensavo
in relazione alla "tematica rifiuti"
(poi fu la volta della CINA, poi dell'ENERGIA, ecc.).
Tutti faldoni enormi studiati accuratamente.
Il mio pensiero sul tema lo si dovrebbe ancora trovare da qualche parte, dato che alcuni attinsero.
Al contrario di tanti
(che pensavano bastasse fare una buca e buttarci dentro di tutto!)pensavo già allora che sarebbe divenuto un problema gravissimo (come anche l'acqua, l'energia, i fitofarmaci, ecc.)
e che, se non fossimo intervenuti con intelligenza, ne saremmo rimasti travolti.
In alcune provincie della Germania hanno agito nello stesso modo che io consigliavo
(come ha documentato REPORT in una splendida trasmissione!)...
producendo ricchezza, zero inquinamento e tanto, tanto lavoro.
Qui da noi i politici hanno snobbato e deriso i progetti che tentavo di presentare con un laconico : "non si può fare!" (grande stronzata perchè non soltanto si poteva fare ma addirittura l' UE sollecitava ed incoraggiava ogni iniziativa in tal senso!).
Bene ...
abbiamo avuto modo di verificare questi grandi "geni al lavoro" (loro si che sapevano il da farsi!!!)
e ci ritroviamo ora col pagare cifre spaventose per la spazzatura ed il non aver alcuna certezza che tutto venga smaltito a tutela della nostra salute.
Quanto occorre ancora alla gente per comprendere affondo il potenziale di questi "geni al lavoro" ?!!!!
Dal sito della Gazzetta del mezzogiorno
Salento-pattumiera
Comuni nel caos
LECCE - Salento-pattumiera. L’emergenza rifiuti, a poche ore dal vertice in prefettura, è esplosa con virulenza in alcuni comuni del Basso Salento. E, in particolare, ha colpito Tricase. Ma la situazione comincia a diventare difficile anche a Gallipoli, Collepasso, Neviano, Galatone, Sannicola, Aradeo, Specchia, Presicce e Supersano. Anche a Nardò, il comune più popoloso dopo Lecce, cominciano ad «affiorare» i rifiuti in mezzo alla strada.
I comuni del Capo di Leuca, grazie ad una «differenziata» spinta, per il momento stanno reggendo all’urto. Si salvano, per il momento, anche Galatina, grazie ai 400 cassonetti dislocati nell’area della Fiera, Casarano e Maglie.
Il Salento, dunque, se non dovesse essere trovata una soluzione, rischia davvero il collasso. A Tricase - come detto - si è ormai all’emergenza. Quella di ieri è stata una lunga giornata di tensioni nei diversi rioni della città. Col passare delle ore i punti di raccolta dei rifiuti, nei pressi dei cassonetti, sono diventati vere e proprie discariche a cielo aperto. I cassonetti, infatti, non sono stati in grado di accogliere le buste dei rifiuti. Le periferie della città, poi, stanno subendo veri e propri assalti di gente proveniente dai paesi vicini che scaricano a Tricase i loro rifiuti.
Ed è questa una testimonianza diretta degli operatori ecologici che, sollecitati dagli amministratori, hanno lavorato fino a tarda sera per ripulire dei rifiuti i punti più sensibili e cioè l’a re a antistante l’ospedale «Cardinale Giovanni Panico», gli ingressi a Tricase e tutta l’area che da viale Stazione porta a Monte Orco, luogo del grande Presepe vivente. «Abbiamo riempito di rifiuti i camion a nostra disposizione - ha dichiarato il coordinatore degli operatori ecologici, Mario Verardo - Siamo stati sollecitati dall’assessore comunale all’ecologia e ai servizi di raccolta rifiuti urbani ad attivarci per sgombrare dei rifiuti almeno alcune zone di Tricase come quella dell’ospedale e del Presepe vivente. Abbiamo volutamente lasciato da parte alcune periferie, come le strade che portano a Tricase Porto e Marina Serra perchè i punti di raccolta che vi insistono oltre ad accogliere i rifiuti di Tricase sono interessati dai rifiuti che cittadini provenienti dai comuni del Capo di Leuca vi riversano. Non ci è stato possibile intervenire nel centro di Tricase se non marginalmente: impossibile intervenire nei pressi dell’ufficio postale su corso Roma, altrettanto su via Umberto I. La situazione è gravissima: siamo al collasso. Più di quanto abbiamo fatto è impossibile fare: abbiamo riempito di rifiuti tutti gli automezzi di raccolta a nostra disposizione».
Una situazione drammatica, dunque, che col passare delle ore e dei giorni rischia di diventare veramente esplosiva.
Cassonetti stracolmi anche nel centro abitato di Aradeo. Via Marconi, via Leonardo da Vinci, via Colombo, via Trieste e molte altre strade ancora, contano già i primi cumuli di rifiuti abbandonati per strada vicino ai cassonetti che da tre giorni non vengono più svuotati dalla ditta Bianco che gestisce lo smaltimento. Anche se nei giorni scorsi, il sindaco Daniele Perulli, con annunci fonici, ha consigliato i residenti di tenere i rifiuti umidi in casa sino allo sblocco della situazione, i cittadini gli hanno disubbidito abbandonando ogni genere di spazzatura vicino ai contenitori. Non sono mancati neanche gli atti di teppismo. Non è chiaro se per protesta o semplice vandalismo; in prossimità della scuola di via Sereni, qualcuno ha pensato di disfarsi dei rifiuti nel modo più dannoso possibile, dando fuoco alla spazzatura e ai contenitori di plastica.
Anche la continuità del servizio di raccolta differenziata, che pur era stata assicurata, sembra si sia interrotta a giudicare dalla grande quantità di plastica, carta e vetro giacente nello spiazzo antistante il cimitero. Per il resto l’emergenza anche sul piano sanitario è aggravata dalla presenza di branchi di cani randagi che hanno già iniziato a cibarsi degli scarti abbandonati rovistando e spargendo per le strade la spazzatura. «Di questo passo, fra qualche giorno, saremo inondati dai rifiuti - afferma un residente - Il problema è che non sappiamo sino a quando durerà questa situazione né possiamo pensare di ternerci per tanti giorni la spazzatura in casa. In altri comuni, come Galatina, il sindaco ha trovato soluzioni alternative aumentando il numero dei cassonetti. Qui ad Aradeo solo l’annuncio di tenere la spazzatura in casa. E’ ora di fare qualcosa, siamo ancora in tempo per evitare di finire come in Campania».
E - come detto - si verificano già i primi atti di vandalismo. A Poggiardo, infatti, ignoti avrebbero gettato un sacchetto della spazzatura all’interno del giardino dell’abitazione del sindaco Silvio Astore. Gli animi, dunque, cominciano a surriscaldarsi per quella che rischia di diventare una vera e propria emergenza. Anche a Galatone, accanto ai cassonetti ormai stracolmi, i cittadini stanno gettando i rifiuti lungo il marciapiede. Stessa situazione anche a Specchia, Supersano e Presicce, con i rifiuti che ormai la fanno da padroni.
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Ed è dell'ultim'ora la notizia che ignoti nella notte hanno dato fuoco ad alcuni cassonetti a Gallipoli. Le fiamme sono divampate in luogi divesi del comune (dal lungomare Galileo galilei al centro storico) ed hanno interessato cinque cumuli di rifiuti, fra cui materie plastiche, che stazionano da giorni
da Lecce Prima .it
Il quarto giorno è quello della tensione. Sul Salento dei miasmi soffia il vento della polemica inarrestabile e ormai fuori controllo. Con sindaci che si strattonano a vicenda in un gioco al massacro sulle responsabilità, mentre una settantina di comuni, per oltre 450mila abitanti, quelli che ricadono nel territorio delle Ato Le/2 e Le/3, annaspano sotto una coltre di immondizia. L’invito delle autorità ai cittadini, espresso tramite manifesti e ordinanze, è di resistere fino alla soluzione dell’emergenza, non lasciando i sacchetti per strada. Resistere, certo: ma fino a quando? Si spera non oltre il 7 gennaio, quando in Prefettura, al cospetto del massimo rappresentante di Governo sul territorio, Mario Tafaro, si terrà un incontro a dir poco vitale per le sorti di buona parte della provincia di Lecce. Perché il rischio di arrivare ad una situazione simile a quella della Campania è ormai una prospettiva evidente e quasi la logica conseguenza, senza una decisa risoluzione. Un pensiero che fa tremare.
Ad Ugento, dove nasce il focolaio che investe come un’onda, di riflesso, ormai metà del Salento, i manifestanti continuano a bloccare l’accesso ai camion della spazzatura, opponendosi energicamente all’utilizzo della discarica che ricade in contrada Burgesi, gestita dalla Monteco Srl di Lecce, per la quale il commissario per l’emergenza ambientale in Puglia, il presidente Nichi Vendola, aveva deciso con una sua ordinanza di conferire in via temporanea, fino al 31 gennaio, i rifiuti delle due Ato. Anche a costo di un aumento della volumetria. L’opposizione del sindaco di Ugento Eugenio Ozza, con una sua ordinanza per il divieto di transito ai mezzi nell’area, e la discesa in campo di cittadini provenienti soprattutto dalla frazione ugentina di Gemini, da Presicce e da Acquarica del Capo, hanno impedito l’accesso. Circa un centinaio le persone divise in gruppi, che ostruiscono le strade che conducono alla discarica. Gente di tutte le età. Mangiano e dormono nella zona, sfidano il freddo con fuochi di fortuna e gruppi elettrogeni portati da casa, imprecano contro tumori e malattie alla tiroide, i fantasmi rievocati più spesso e che secondo loro sarebbero il frutto amaro della vicinanza con quell’immenso deposito di rifiuti.
E intanto, nel resto del Salento è frattura netta, con il centrodestra in guerra aperta contro il centrosinistra, e prese di posizione contro Vendola anche presso diversi alleati. Questo, mentre ogni città resiste all’assedio dell’immondizia come può. A Galatina il sindaco Sandra Antonica ha fatto disporre circa 400 cassonetti nel parcheggi del quartiere fieristico, e si dice pronta anche a far costruire delle vasche, qualora la situazione perdurasse. I galatinesi devono così portare di persona l’immondizia nell’area delle fiere, affidandola agli operatori della ditta che ha in gestione l’appalto della nettezza urbana. Ma altrove si inizia già a temere il peggio, e a Neviano e Gallipoli sono andati a fuoco alcuni cassonetti stracolmi. In più di qualche località sono stati distribuiti alla popolazione immensi sacchetti e si richiede la massima pazienza e collaborazione, per non far precipitare un quadro già di suo molto delicato. Proprio come accadeva fino a qualche mese addietro a Napoli. Se Burgesi è chiusa dai cittadini insorti (i quali, in un volantino, hanno spiegato che vogliono precise assicurazioni scritte dal prefetto: via il blocco solo se lo smaltimento dei rifiuti ad Ugento sarà revocato, dato che la discarica sarebbe ormai al colmo, con buona pace di Vendola e del Tar che gli ha dato ragione) Castellino, a Nardò, non si tocca. Parola di Antonio Vaglio.
Il sindaco e la sua Giunta hanno già minacciato dimissioni se la discarica neretina verrà riaperta, e oggi l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio risponde a muso duro ad alcune accuse mosse dal primo cittadino di Racale, Massimo Basurto. “La disinformazione regna sovrana in merito alla questione dei rifiuti e della discarica di Castellino in particolare. Sostenere che Castellino è stata chiusa per ragioni politiche vuol dire non conoscere i fatti o mentire per ragioni politiche. Affermare poi, come fa Basurto, che Castellino non è stata sopraelevata significa ignorare colpevolmente la realtà dei fatti”, tuona Natalizio. “Purtroppo dobbiamo prendere atto che nell’intera provincia sono in molti ad aver dimenticato quanto avvenuto a Nardò a partire dal 1992 e fino al 2007, quando la discarica è stata chiusa. Per ricordare solo le ultime vicende, basti fare riferimento ai continui aumenti di volumetria, l’ultimo di 300mila metri cubi, autorizzati dall’allora commissario per l’emergenza rifiuti, Raffaele Fitto. Aumenti che, è inutile dirlo, sono stati dati in sopraelevazione. A quanti accusano la città di Nardò di non essere ecosolidale con le altre realtà del Salento – prosegue - vorremmo ricordare che Castellino era nata per lo smaltimento dei rifiuti di soli sei Comuni, e questo sarebbe dovuto durare solo 5 anni, mentre è arrivata ad ospitare i rifiuti di 46 Comuni ed è stata chiusa dopo oltre 15 anni di attività”.
E intanto, anche a Nardò come altrove, l’amministrazione comunale invita tutti i cittadini ad evitare il conferimento dei rifiuti nei cassonetti e a tenerli in casa fino alla fine dell’emergenza. Quello che sta accadendo anche in un’altra popolosa realtà, quella di Gallipoli. “Mai come in questi giorni è necessario manifestare un alto senso di responsabilità per superare un momento difficile, che rischia di produrre conseguenze nocive sul versante ambientale e sanitario”, dichiara il sindaco Giuseppe Venneri. Già da ieri mattina ha fatto affiggere manifesti con cui si invita la comunità a potenziare l'attività di differenziazione dei rifiuti e ad evitare il continuo conferimento presso i cassonetti pubblici della raccolta di nettezza urbana. “Siamo in emergenza e quindi è necessario che ciascuno, nel territorio, faccia la sua parte per evitare ulteriori conseguenze dannose che vadano a incrinare ulteriormente equilibri già precari. Ho invitato la cittadinanza a osservare alcune precauzioni perché la nostra città possa dare il suo contributo, in termini di responsabilità, in una vicenda a dir poco delicata”.
“Ho informato dello stato di disagio in cui versa Gallipoli – prosegue il sindaco – le istituzioni direttamente coinvolte in questa vicenda, vale a dire la Regione, la Provincia e la Prefettura di Lecce e il dipartimento generale della Protezione Civile, segnalando loro i rischi ambientali e sanitari che stiamo correndo e soprattutto manifestando la necessità di individuare con tempestività ulteriori allocazioni in cui conferire e smaltire i rifiuti. La tempistica giocherà un ruolo prioritario per risolvere una vicenda già di per sé assai complessa”, sostiene Venneri. E in campo scende anche il Centro per i diritti del cittadino (Codici), il cui presidente nazionale, Ivano Giacomelli, dice: “Il ricordo di Napoli e dell’emergenza che a lungo ha interessato la città, non può non ritornare nelle menti dei cittadini che temono che la situazione possa persistere ancora. Ad essere intessenti non solo i territori limitrofi, ma l’emergenza potrebbe colpire totalmente l’intera regione. Pertanto il Codici invita la Regione Puglia e gli organi di competenza a trovare tempestivamente la risoluzione del problema nel rispetto del territorio e della salute dei cittadini che ‘pagano’ per avere un servizio al quanto più efficiente possibile”. E intanto i rifiuti restano a marcire negli autocompattatori, che già nelle prossime ore potrebbero non essere più in grado di trattenerli.
Emilio Faivre
Da La Gazzetta del Mezzogiorno
Rifiuti, oggi vertice
in prefettura
NARDO' - Ieri, circa 500 persone hanno partecipato a Nardò alla marcia silenziosa organizzata dal Comitato per la tutela del paesaggio (Ctp) per dire "no" a una eventuale riapertura della discarica di Castellino, per far fronte alla emergenza rifiuti che si è creata nel Salento.
La "passeggiata pacifica" si è conclusa davanti ai cancelli della discarica, che si trova a 400 metri di distanza da Nardò, a 250 metri in linea d’aria dall’ospedale e da abitazioni.
Alla manifestazione hanno partecipato, tra gli altri, anche il sindaco di Nardò, Antonio Vaglio, alla guida di una giunta di centrosinistra. Nel '94, quando ricopriva lo stesso incarico, Vaglio, di notte, scese in strada con i suoi concittadini per fare barricate davanti alla discarica, allora funzionante, e impedire che i camion provenienti dal Nord e da altri Paesi Europei scaricassero ancora rifiuti nella cava.
"La chiusura di quel mostro, nel 2007 – raccontavano – è stata una vittoria raggiunta con tutti i cittadini e anche oggi condivido le loro preoccupazioni, le loro ragioni. L’ipotesi di una riapertura della discarica sarebbe incredibile". "Vogliamo – aggiunge il sindaco di Nardò – far sentire la nostra voce con pacatezza, ma siamo pronti a combattere ancora per dire no a una riapertura: non vogliamo che il mostro torni a far sentire la sua voce".
''Questa discarica e' una bomba ecologica che può scoppiare da un momento all’altro e noi vogliamo dare, con la nostra presenza qui, un segnale preciso su quella che è la volontà della popolazione: la gente non vuole la riapertura di questo posto". Così Francesco Muci, componente del Comitato per la tutela del paesaggio (Ctp) di Nardò, spiega i motivi della manifestazione organizzata davanti ai candelli della discarica che si trova nella contrada Castellino.
Tutto questo mentre gran parte del Salento è ormai quasi al collasso per l’aggravarsi della crisi dei rifiuti che attanaglia settanta comuni delle Ato Lecce 2 e Lecce 3. In tutti i centri interessati, ormai da giorni la spazzatura non viene ritirata a causa del blocco della discarica «Burgesi» di Ugento da parte di dimostranti. Il sito, in base a una ordinanza del presidente della Regione Nichi Vendola, avrebbe dovuto recepire la spazzatura delle due Ato fin dall’inizio dell’anno, da quando, cioè, non è stato più possibile utilizzare le discariche tarantine di Fragagnano e Grottaglie.
La situazione va peggiorando con i sacchetti che si accumulano sempre di più in prossimità dei cassonetti. Particolari disagi sono registrati nella zona di Tricase, ma anche a Gallipoli, Neviano e Leuca. Va meglio laddove funziona la raccolta differenziata, come a Maglie. Qui il ritiro dell’umido è stato effettuato regolarmente fino a ieri e i rifiuti solidi vengono, per il momento, stoccati nel centro a disposizione dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Ma a breve gli spazi saranno esauriti e si ricorrerà agli autocompattatori come ultimo rimedio.
L’emergenza è destinata ad aggravarsi se, nel frattempo, non saranno trovate soluzioni. Per questo i sindaci sperano nel vertice che domani in prefettura, a Lecce, vedrà riuniti i rappresentanti delle Ato, Provincia e Regione.
A Galatina, nel piazzale del quartiere fieristico sono stati posizionati duecento cassonetti dove i cittadini hanno cominciato da ieri a depositare la spazzatura.
A Casarano, per il momento, si è riusciti a svuotare i bidoni ricolmi, ma si è al limite. Sono in tanti, però, a non raccogliere l’invito delle amministrazioni comunali a trattenere il più possibile in casa la spazzatura che spesso viene abbandonata nelle campagne.
Per scongiurare, quindi, anche i problemi ambientali a Matino, Parabita e Casarano, Protezione civile e Vigili urbani sono stati mobilitati per pattugliamenti notturni.
Nel frattempo si ipotizzano le possibili soluzioni, come la riapertura della discarica «Castellino» di Nardò chiusa nel gennaio del 2007 con ordinanza del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Nel sito vi sarebbe ancora disponibilità per circa 30mila tonnellate di materiale, ma popolazione locale e Comune annunciano proteste. «La città diventerebbe una scheggia impazzita se si dovesse decidere di riaprire la nostra discarica», ha ammonio il sindaco di Nardò, Antonio Vaglio.
Nel frattempo restano i presìdi presso la discarica di Ugento. I comitati spontanei che finora hanno impedito il passaggio dei camion, sorvegliano la discarica anche di notte.
Ma quali sono le ragioni della crisi dei rifiuti nel basso Salento? Gli impianti per lo smaltimento non sono ancora pronti e il ciclo non potrà essere chiuso prima del secondo semestre di quest’ anno. In particolare, va a rilento la costruzione dei biotunnel e della discarica di servizio-soccorso a Poggiardo e Corigliano d’Otranto (Ato Lecce 2), mentre ad Ugento (Ato Lecce 3), dove sono previsti biostabilizzatori e discarica, i lavori sono stati rallentati da problemi geologici. Intanto a Cavallino (Ato Lecce 1) la piattaforma di smaltimento, che prevede biostabilizzatori, discarica di servizio-soccorso e impianto per la produzione del cdr (combustibile da rifiuti), è pronta.
La discarica è stata chiusa nel gennaio del 2007, in ottemperanza a ordinanze emesse dai commissari per l’emergenza ambientale, prima Raffaele Fitto, quando era presidente della Regione Puglia, e, successivamente dal suo successore, Nichi Vendola, attuale governatore della Puglia, che ha confermato la volontà del precedente organismo commissariale. La discarica presenta delle volumetrie residue che – secondo alcuni – potrebbero essere colmate per far fronte all’emergenza, volumetrie esistenti "non per una conformazione naturale – fanno notare gli ambientalisti che partecipano alla manifestazione – ma per i sopralzi e gli scavi che sono stati creati nel tempo all’interno della discarica".
6/1/2009
Tengo a precisare che,
a questo punto,
NON ESISTONO SOLUZIONI VALIDE!!!!
Inquinare i cittadini di Ugento o di un altro posto
non è una scelta valida o civile.
Sarebbe importante NON INQUINARE...
ma su questo i politici non hanno competenza alcuna...
quindi ...non possono fare alcuna scelta valida e futuristica.
Auguri, salentini!
...ne avete bisogno!
da Lecce Prima.it
L’emergenza rifiuti è ancora al centro della cronaca locale. Dopo le parole di ieri del presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, che ha sostenuto come il Salento abbia dato prova di grande maturità, attraverso l’intesa raggiunta tra le istituzioni, non sembrano tuttavia smorzarsi i toni della polemica. La “vittoria della ragionevolezza”, come definita da Pellegrino, ha fatto da contrasto, infatti, secondo quanto riferito dallo stesso presidente, ad un atteggiamento non sempre trasparente da parte del centrodestra locale: l’accusa più energica è stata quella rivolta al ministro pugliese, Raffaele Fitto, e al suo “silenzio” nella vicenda. Ipse dixit.
E non si fa attendere una nuova replica del consigliere regionale Pdl, Saverio Congedo, alle affermazioni del presidente provinciale: “Dai resoconti dell’infelice conferenza-stampa di ieri del presidente Pellegrino sulla questione-rifiuti – afferma -, apprendiamo che egli avrebbe sostenuto la tesi per la quale Vendola non avrebbe fatto altro che attuare in materia il piano-Fitto, cui peraltro indirizza ormai scontatissimi elogi. Noi in verità ricordiamo un altro Pellegrino che - in un’intervista del 16 settembre 2007- da un lato lamentava i gravi ritardi da parte di Vendola nell’attuazione di quel programma, dall’altro contestava allo stesso Vendola di avere tagliato da quel piano i termovalorizzatori pubblici, senza i quali non si completa il ciclo di smaltimento, e dichiarava financo la propria disponibilità ad ospitare nella nostra Provincia un termovalorizzatore privato”.
“Dispiace – prosegue Congedo - che il secondo Pellegrino abbia perso l’occasione della bella figura che gli avrebbe fatto fare il primo, non rivendicando le verità d’allora per sostituirle con le inesattezze di oggi. Delle due l’una: o, da galantuomo d’antico stampo, è stato troppo buono con Vendola, che non se lo merita affatto, o si è messo a sbagliare proprio quando i fatti gli stavano dando ragione, per di più con una caduta di stile che non s’addice al galantuomo di cui sopra, minacce di querele comprese. Quanto alla questione-rifiuti – conclude Congedo -, è intollerabile l’auto-incensazione di chi l’ha determinata e non la ha affatto risolta, che dovrebbe limitarsi a ringraziare in ginocchio i sindaci soprattutto di centro-destra che, a differenza di quanto normalmente fa la sinistra, hanno fatto prevalere gli interessi generali a quelli di parte”.
Ma intanto da Ugento arrivano nuove dichiarazioni in merito all’emergenza rifiuti: a rilasciarle sono il coordinatore dell’Italia dei Valori Puglia, Pierfelice Zazzera, ed il consigliere comunale di Ugento, Gianfranco Coppola, che parlano di “senso di responsabilità” che impone di accettare il “male minore per non ridurre il Salento come la Campania”. Ed affermano: “Il prossimo 14 gennaio ricominceranno i carotaggi nel territorio Burgesi attorno alla discarica che la procura ha disposto a seguito di un'autodenuncia sullo smaltimento di rifiuti tossici e speciali in quell'area. Siamo dalla parte dei cittadini e intendiamo vigilare sulla loro salute. Ci risultano nell’area interessata dati allarmanti sull’incidenza di tumori alla tiroide e leucemie. Tutto ciò sta esasperando i cittadini, li ha portati a picchettare la discarica, a fischiare i politici in passerella che facevano dichiarazioni alla stampa, dopo decenni di non- decisioni, di non-soluzioni, le cui responsabilità ben evidenti”. Ed assicurano massima attenzione nei confronti dell’attuazione del piano che prevede la chiusura definitiva entro il 30 giugno prossimo della discarica Burgesi.
La Redazione
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