venerdì 4 dicembre 2009

L'Economist boccia Silvio come nel 2001

(da Repubblica)
Il settimanale britannico addebita al premier bilanci negativi in politica economica e estera

"E in più deve pensare al divorzio da Veronica e alle accuse dei pentiti"
 L'Economist boccia Silvio come nel 2001
"Troppi guai, è ora di dare le dimissioni" dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


LONDRA - "Time to say addio", ora di dire addio: così, con un titolo mezzo in inglese mezzo in italiano, il settimanale britannico The Economist chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi.
Nel numero domani in edicola, l'autorevole periodico, che la sua base a Londra ma vanta una diffusione in tutto il mondo, pubblica un lungo editoriale dedicato agli ultimi sviluppi della vicenda italiana.
"E' stata una brutta settimana" per il premier, scrive l'Economist, enumerandone le ragioni:
la decisione del tribunale di Milano di costringere la Fininvest a versare una garanzia dei 750 milioni che è stata condannata a pagare come risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti per il controverso acquisto della Mondadori;
i 43 milioni l'anno chiesti da sua moglie Veronica come alimenti per il divorzio;
il processo per corruzione e quello su presunti legami mafiosi che stanno per riprendere;
la protesta di piazza del "No-Berlusconi day";
infine le dichiarazioni di Gianfranco Fini su Berlusconi che si crede "un monarca assoluto" e sulla "bomba atomica" rappresentata dalle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza.
L'Economist ricorda di essersi opposto a Berlusconi, criticando il suo debutto politico nel 1993-'94, giudicandolo "unfit", inadatto, a governare l'Italia nel 2001, suggerendo agli elettori italiani fin dalla copertina di dirgli "Basta!" nel 2006 ed esprimendosi a favore del centro-sinistra nelle elezioni del 2008.
Ora il settimanale chiede le sue dimissioni, non tanto per gli scandali privati, quanto per il conflitto d'interessi, l'ombra dei processi e la cattiva gestione di politica economica e politica estera.
In un secondo articolo, una corrispondenza da Roma, l'Economist cita Beppe Grillo secondo cui "per Berlusconi è cominciato il conto alla rovescia", pur notando subito dopo che il premier potrebbe avere un asso nella manica: decidere di indire elezioni anticipate e presentarsi al popolo come una vittima di "macchinazioni di giudici di sinistra, esibizionisti di destra e Cosa Nostra", per cui la rivista non fa previsioni su come andrà a finire.
Ma si augura, nell'editoriale, che Berlusconi si dimetta, sostituito da Fini, da Casini o da Bersani: "Chiunque prenda il suo posto potrebbe completare la trasformazione del paese che Berlusconi interruppe quando entrò nell'arena politica negli anni '90. L'Italia starebbe meglio se il Cavaliere uscisse di scena".
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Un editoriale del più importante quotidiano finanziario europeo

"Il premier italiano è sotto assedio e per lui i problemi sono seri" Il Financial Times su Berlusconi
"Non può governare l'Italia" dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Dopo l'editoriale di venerdì scorso dell'Economist, l'autorevole settimanale globale britannico, che gli ha chiesto di dimettersi, stamane anche il Financial Times, più importante quotidiano finanziario d'Europa, afferma che Silvio Berlusconi "non può governare l'Italia". In un commento non firmato nella pagina degli editoriali, espressione della direzione del giornale secondo lo stile della stampa anglosassone, il quotidiano della City afferma che il premier italiano è stato a lungo in grado di restare a galla a dispetto delle controversie che lo circondano; "ma le cose adesso, finalmente, stanno diventando serie per il Cavaliere", osserva l'articolo.
Il FT ricorda che nei giorni scorsi Berlusconi è stato accusato in tribunale da un mafioso pentito di avere avuto legami con Cosa Nostra nel mezzo della campagna di attentati dei primi anni '90, accuse negate dal primo ministro ma che "ciononostante mettono in rilievo i suoi legami con Marcello Dell'Utri, un suo stretto collaboratore che sta facendo appello contro una condanna a nove anni di prigione per associazione mafiosa". Il quotidiano londinese elenca quindi gli altri processi che gravano sul leader del Pdl: quello per la corruzione dell'avvocato inglese David Mills, uno riguardante Mediaset, a cui si somma la richiesta di ancora un'altra corte di giustizia del pagamento di una garanzia bancaria sui 750 milioni di euro che la Fininvest è stata condannata a pagare come risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti per la controversa battaglia sull'acquisizione della Mondadori.
"Berlusconi è sotto assedio", riassume il Financial Times. Ai suoi problemi giudiziaria si aggiungono la richiesta di sua moglie di un accordo di divorzio "punitivo", la "grande dimostrazione" di protesta del No Berlusconi Day e il fatto che "perfino il suo alleato, Gianfranco Fini, un possibile successore, è stato sentito dire che Berlusconi confonde la leadership con la monarchia assoluta".
"E' prematuro dare per spacciato questo scaltro uomo politico, ma sta pattinando su un ghiaccio sottile", conclude l'editoriale. "La lamentela da lui spesso citata secondo cui non può governare e al tempo stesso affrontare una serie di casi in tribunale contro di lui è sicuramente giusta. Il suo governo sta cominciando a trascorrere più tempo a fare i conti con i problemi di Berlusconi che con quelli del paese. Le dure decisioni necessarie per riformare l'economia e le istituzioni italiane non verranno prese finché egli rimane primo ministro".

3 commenti:

Hawkeye ha detto...

Ma lui non mollerà mai.
Secondo me sa che finirebbe in galera!

Anonimo ha detto...

Ma i nostri amici bacchettoni inglesi hanno i politici migliori dei nostri........Ho come al solito il male di tutto e berlusconi?

Hawkeye ha detto...

E' il concetto di "società" che in Inghilterra (come altrove!) è differente.
Da noi chi riesce a frodare il fisco se ne fa un vanto e vorrebbe una medaglia,
altrove chi evade viene punito SEVERAMENTE.

L'abilità dei politici viene giudicata da ognuno asseconda i propri parametri e le proprie convinzioni, tenendo presente le REGOLE che esistono nei vari Paesi.

Non essendo noi i giudici dei Tribunali che "aspettano" Berlusconi, atteniamoci ai fatti: se Berlusconi è stato definito nel mondo "Mister 1%"
(perchè mantiene si e no l'1 per cento delle promesse che fa!)
di certo i motivi ci sono (e sono TANTI!)!
Oramai bisognerebbe esser ciechi per non vedere in maniera EVIDENTE
in quale modo questo signore tenta di sfuggire alle maglie della legge,
...non vedere tutti i suoi strani traffici passati, tutti i modi in cui ha aggirato le leggi con le sue Tv, ecc.
Però è anche evidente che anche i leader della parte opposta andrebbero rinchiusi in un armadio e buttati da una rupe.

Non ci si può avvicinare ad una società civile con questi politici-affaristi (che di "politico" non hanno nulla)!