lunedì 28 giugno 2010

In esclusiva per voi la seconda parte del discorso del Consigliere Francesco Pellegrino nell'ultimo Consiglio Comunale

Ill.mo Sig. Sindaco,
Ill..mo Sig. Presidente del Consiglio Comunale Di Taviano
Taviano, 22.06.2010 – Consiglio Comunale
Nella vita amministrativa, come in quella politica, la fase del bilancio si impone, da sempre, come necessaria e doverosa, specie per chi ha, ed avverte scrupolosamente, un ruolo in prima persona: ed oggi , è giorno di bilanci.
E’ il giorno in cui, guardando indietro, vedo l’impegno di una candidatura accettata all’origine insieme a tanti amici di sempre, intorno ad un progetto rivelatosi elettoralmente vincente, per merito di tutti.
Il ricordo, quindi, di un progetto nato come assolutamente politico, espressione della totalità delle forze partitiche di centrosinistra, che in tale forma spiegava e distribuiva le proprie espressioni anche sul piano della componente esecutiva.
A distanza di quattro anni da quel momento, nell’ottica del confronto, se ho imparato qualcosa, questo è innanzi tutto sapere riconoscere e rispettare il profilo e le qualità dei cosiddetti avversari e dei compagni di viaggio, laddove, agli amici di sempre, tali riconoscimenti e tale rispetto, non sono mai mancati.
In questi anni, soffermandomi per un attimo su qualcuno dei consiglieri che in quest’aula compongono la cosiddetta minoranza –intendiamoci, tutte persone per bene e rispettabilissime-, oggi non mi costa difficoltà alcuna riconoscere, ad esempio, che molti di loro hanno lavorato onestamente in questi anni, ed in un’ottica di opposizione costruttiva; alcuni hanno peraltro dimostrato in passaggi particolarmente delicati (anche strettamente personali) una sensibilità spiccata e veramente degna del munus che ci accomuna e che la città ha affidato a tutti noi.
Nello stesso tempo, però, non può tacersi che in altre e ripetute circostanze, io personalmente (ma non solo) mi sono invece ritrovato a dovere esortare qualcun altro a contribuire serenamente alla prosecuzione dei compiti di questo Consiglio Comunale, ognuno dalla propria parte, evitando di reiterare ed esacerbare lo scontro, mascherandolo, magari per quel che è peggio, con una cortesia di facciata e con la solita penombra.
Tra i banchi della minoranza, hanno purtroppo sempre aleggiato scorie di una campagna elettorale persa per una manciata di voti, che ancora brucia, con tutto ciò che a suo tempo la alimentava (compreso qualche volantino ancora più ingiallito dal tempo) troppe volte adoperato goffamente come una clava, o come un alone di consunto, per così dire “martirio” politico. Ma anche questo, laddove si fosse limitato su un terreno di confronto civile, sarebbe stato, se non condividibile, per certi aspetti da comprendere e compatire.
Rivedendo questi anni, sono costretto anche a riconoscere ad un collega consigliere, un professionista stimato, un ex primo cittadino di questa città, purtroppo un nuovo primato, che mi auguro resti a lungo imbattuto: il primato di avere voluto riportare nelle mani della Giustizia penale alcuni trascorsi passaggi dialettici di un gruppo consiliare e di un partito politico a lui avversi, dopo non avere peraltro mai esitato nell’attaccarli con altrettanta veemenza, e spesso per primo: salvo poi essere sconfessato sonoramente dalla Giustizia medesima.
A scanso di ogni equivoco, voglio quindi innanzi tutto ribadire, con forza, che da questo modo di vivere e costruire i propri percorsi personali e politici io sento di dovere sfuggire, oggi e sempre: dico questo anche per evitare facili e prevedibili strumentalizzazioni future.
Mi guardo indietro e non posso non vedere anche l’enorme lavoro svolto da questa amministrazione, ad esempio il grande impegno nel reperimento di fondi (attività oggi sempre più difficile), nel campo della programmazione e realizzazione di opere, di servizi primari, per una nuova concezione della città, e molto altro ancora.
Ai miei compagni di viaggio, oggi a maggior ragione, ho comunque più volte chiesto quanti di loro ancora condividessero le ragioni che ci portavano a costituire in corsa quel nuovo gruppo denominato “Taviano insieme”, nato per non disperdere il grande lavoro di questi due anni di esperienza, e, se possibile, ulteriormente qualificarlo e rilanciarlo, anche attraverso una fase di verifica politica, per vero mai intervenuta: tutto, si diceva, gestendo al meglio ogni singola componente delle fasi amministrative e consiliari, nonché gli strumenti previsti, ed insiti al loro funzionamento…….in un’ottica plurale e costruttiva di confronto.
Per tutto questo, proprio in questo Consiglio, ed era il settembre del 2009, mi permettevo già di richiamarmi a quella fase, pure avvertita da tutti noi come importante e costruttivamente propositiva, anche alla luce dei nuovi equilibri consiliari, laddove un gruppo del nuovo PD perdeva l’occasione di costituirsi, sino a quando, da questo partito, molti di noi consiglieri hanno addirittura preso le distanze. Proprio per questo ritenevamo opportuno, anzi doveroso, richiamare ogni forma possibile di riconsiderazione e coinvolgimento di tutte le energie a sostegno della maggioranza, anche nella ovvia necessità di tenere quel consenso e quella credibilità sul piano più strettamente politico, che ci aveva consentito di giungere, tutti insieme, al governo della città. Per le stesse ragioni, delle quali resto convinto, avevo ritenuto già di farmi da parte dalla Giunta Comunale, senza riserva né rimpianto, sicuro della legittimità delle aspettative di chi mi ha poi sostituito.
In tutto ciò, non ho mai posto in discussione, sino ad oggi, l’adesione al progetto originario ed al patto elettorale: non ho mai avanzato istanze o posto condizioni, nell’interesse di tutti.
Registro oggi purtroppo che, anche in questi ultimi mesi, questo appello è rimasto inascoltato, come se soffermarsi su tali argomenti certamente primari non fosse essenziale, ma costituisse quasi una perdita di tempo, il distrarsi da chissà quali obiettivi: ed oggi non rimane che riscontrate ancora con enorme amarezza, che ha prevalso tra noi una politica dalla memoria corta, laddove valori come la militanza, la lealtà e il lavoro, e perfino la sicurezza del nostro appoggio, sono stati abusati e sviliti: valori che continuano a cedere il passo alla logica, per qualcuno, dell’essere protagonisti a qualunque costo, dell’esserci comunque per conseguire piccoli obiettivi e piccole affermazioni personali, anche attraverso malcelati percorsi trasversali.
Ha prevalso, caro Totò, la politica dove il consenso degli elettori (che storicamente è stata la stella polare del Tuo cammino politico) non è più considerato come un valore: una politica dove la rappresentatività e quindi la voce di molti, è stata sacrificata alle esigenze ed alle posizioni di pochi, anzi di pochissimi: dove la rappresentanza originaria delle forze politiche, si è vista stravolgere ignorando ogni e qualsiasi mutamento anche fisiologico, di gruppo o di partito, che in questi anni si è registrato.
Ciò è stato, e si è lasciato che fosse….
E’ rimasto inascoltato, cari amici Consiglieri, l’auspicio, formulato in questo stesso consiglio, che intervenissero cambiamenti nello stare insieme, per stimolare un rilancio complessivo dell’attività e del metodo di confronto politico e ideale in questa città: inascoltato il richiamo al rispetto di ruoli e di valori reali, non per favorire qualcuno, ma esclusivamente per il risveglio degli entusiasmi forse un po’sopiti, nonostante l’enorme lavoro e lo sforzo concreto profuso da tutti nell’interesse esclusivo della nostra città, che comunque, come detto, non va taciuto.
Ma ciò è stato, e si è lasciato che fosse..
Occorreva uscire da una sorta di ineluttabilità delle cose, facendo scelte coraggiose misurate sulle effettive risorse disponibili, e questo comportava l’obbligo di fare delle scelte di priorità, che, a parer mio, non sono mai state operate secondo criterio: non vi è stato il necessario equilibrio sotto il profilo dei rapporti tra le forze politiche stesse, che potesse fondarsi sul lavoro serio che pure è stato fatto, ma anche sul confronto franco e leale.
Su questo terreno, in questa esperienza, non si è trovato elemento di condivisione, a mio giudizio per volere di pochi, ma mi auguro sarà possibile muoversi in futuro per chi lo vorrà, perché questa ritengo sia l’unica strada percorribile per ricostruire lo scenario di una politica, nel complesso sempre più sfilacciata e sorda alle pressanti esigenze sociali.
Per queste ragioni, caro sig. Sindaco, cari assessori, e non senza grande sofferenza, sento di comunicarvi che da oggi non costituirò più parte organica di questa Maggioranza: lo faccio certo di non avere lasciato nulla di intentato e quindi di non esserle in alcun modo in debito, e di non essere mancato ai miei doveri di Assessore prima, di Consigliere poi, e comunque di persona su cui tutti i miei compagni di viaggio hanno sempre potuto contare.
Lo faccio, forse addirittura con ritardo (di cui non posso comunque sentirmi colpevole) perché lo devo a me stesso, dopo avere scelto di sacrificare parte del mio ruolo per scelta personale e convinta.
Voglio oggi ricordare però che tale scelta era mossa da un convincimento più ampio e complessivo, tesa al rafforzamento del gruppo e ad un maggiore coinvolgimento di risorse umane che meritavano di essere valorizzate: una scelta che certamente non poteva essere utilizzata –come invece è stato- per rafforzare o ratificare l’esserci o l’agire, sempre e comunque, da parte di pochi, a dispetto delle regole fondamentali dello stare insieme.
Ringrazio tutti gli amici che hanno condiviso con me questo percorso, specie quelli di Taviano Insieme, e quanti avranno la bontà, non dico di condividere questo mio sentire, ma quanto meno di comprenderlo e non strumentalizzarlo inutilmente.
Valuterò liberamente le occasioni e gli argomenti di confronto in Consiglio, così come liberamente deciderò di esprimere il mio voto, certo di dovere rendere conto oggi, prima di tutto alla mia coscienza, a quanti mi sono stati sempre davvero vicini, e quindi ai miei elettori nel cui esclusivo interesse continuerò ad operare.

(Francesco Pellegrino)

(ps: le aree evidenziate lo erano anche nel documento originale)

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