giovedì 5 marzo 2009

Consiglio Comunale del 27-02-2009

Finalmente qualcuno ci aiuta ad avere una migliore visione su come gli Amministratori operano.
Per tutti gli assenti al Consiglio Comunale (non c'era quasi nessuno) ecco a voi gli atti.
Peccato manchino molte cose dette "fuori microfono".
E' un servizio INDISPENSABILE per chi si occupa della vita pubblica.
Leggete tutto con attenzione e fatevi un'idea di come le "nostre cose" vengono amministrate.
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
N° 3 del 27/02/2009
OGGETTO: Interrogazioni presentate dai consiglieri comunali ai sensi degli art. 48, 49 e 50 del regolamento Comunale.
L'anno duemilanove, il giorno ventisette del mese di febbraio alle ore sedici e trenta minuti, nella sala delle adunanze del comune, si è riunito il Consiglio Comunale, in sessione ordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione, nelle persone dei sigg.
Presenti
1) D`ARGENTO Salvatore
2) CAPUTO Rocco
3) PELLEGRINO Giusep. Francesco
4) PICCINNO Giovanni
5) RIA Stefano Maria
6) BELLONI Guerino Massimiliano
7) STEFANO Marco
8) SANTACROCE Germano Luca
9) D`ARGENTO Rocco
10) CORONESE Dante
11) MANNI Danilo
12) TANISI Giuseppe
13) PORTACCIO Carlo Deodato
14) BRUNO Salvatore
15) TUNNO Leonardo
16) CORVINO Luigi
17) PORTACCIO Massimo... Assenti...
Partecipa il Segretario Generale, Dr. Giancarlo Ria.
Il Presidente, riconosciuto legale il numero degli intervenuti, dichiara aperta la seduta e pone in discussione l'argomento in oggetto.
OGGETTO. Interrogazioni presentate dai consiglieri comunali ai sensi degli art. 48, 49 e 50 del regolamento del Consiglio.
Il Presidente dà lettura della prima interrogazione e cede la parola al Consigliere Belloni che relaziona sull’argomento come risulta dall’allegato resoconto stenotipografico.
Seguono gli interventi dei Consiglieri come da resoconto stenotipografico
Dichiarata chiusa la discussione il Presidente dà lettura della seconda interrogazione e cede la parola all’Assessore Caputo che relazione sull’argomento
Seguono gli interventi dei Consiglieri come da resoconto stenotipografico.
Allegato resoconto stenotipografico
CONSIGLIO COMUNALE DEL 27 FEBBRAIO 2009
PUNTO 2 O.D.G.
Risposta ad interpellanze ed interrogazioni presentate dai consiglieri comunali:
. Interrogazione in ordine ad una indagine conoscitiva sullo stato attuale degli edifici scolastici
(consiglieri Portaccio Carlo e Tunno Leonardo)
. Interrogazione in ordine a variante generale PRGC – Conferimento incarico
(consiglieri Bruno Salvatore, Palamà Biagio, Pasca Antonio)

PRESIDENTE – Do lettura dell’interrogazione. Oggetto: interrogazione ex Art. 48, 49 e 50 del Regolamento del Consiglio Comunale in ordine ad un’indagine conoscitiva sullo stato attuale degli edifici scolastici del nostro Comune di Taviano, e sui provvedimenti necessari ed urgenti che l’Amministrazione intende adottare.
“Noi sottoscritti Consiglieri comunali della Città di Taviano, premesso che in seguito alle piogge dei mesi di dicembre 2008 e gennaio 2009 e nonostante le numerose segnalazioni di infiltrazioni di acqua da alcuni tetti dei plessi scolastici (Aldo Loro, Martiri d’Otranto, Via Bellini, ecc) non ci risulta che l’Amministrazione ha proceduto a sopralluoghi ed ispezione e all’adozione di interventi urgenti e necessari
Ritenuto che tali interventi rivestono i caratteri d’urgenza in quanto la situazione potrebbe costituire grave pericolo per gli alunni,
Tanto premesso: chiediamo
- di conoscere se si è proceduto all’ispezione degli edifici scolastici
- di sapere che è intenzione dell’Amministrazione Comunale di adottare provvedimenti necessari e urgenti per la tutela degli scolari e del personale scolastico.
Con richiesta di risposta scritta e di inserimento nel prossimo Consiglio comunale nei tempi e modi previsti dalla Legge e dai Regolamenti in materia”.
(continua)

30 commenti:

Hawkeye ha detto...

Risponde l’assessore Belloni.

ASSESSORE BELLONI – Il Responsabile del settore Lavori pubblici e manutenzione del Comune di Taviano, Geom. Mosticchio, effettua abitualmente un monitoraggio presso gli edifici comunali al fine di verificare lo stato conservativo degli stessi. Si informano, inoltre, i consiglieri comunali, che a seguito di alcune segnalazioni da parte dei Dirigenti scolastici si è provveduto a effettuare tempestivamente alcuni interventi di manutenzione sui lastricati solari di alcuni edifici scolastici (Scuola Elementare “A. Moro” e Scuola Materna di via M. D’Otranto). Successivamente, l’Amministrazione, richiedeva all’Ingegnere De Marco Gianni, una consulenza tecnica atta a valutare lo stato conservativo globale degli edifici scolastici con l’obiettivo di poter definire gli interventi di manutenzione da effettuare nel breve, medio e lungo periodo.
Il 31.01.2009, e comunque prima della vostra segnalazione, l’Ingegnere De Marco e il Responsabile del Settore Lavori Pubblici e Manutenzione, Geometra Cosimo Mosticchio, alla presenza del Sindaco hanno effettuato un sopralluogo nei seguenti edifici scolastici:
- Scuola Materna “Don Milani” via C. Mauro;
- Scuola Elementare “Aldo Moro” via G. Bruno;
- Scuola Media “De Blasi” via Vitt. Emanuele III;
- Scuola Materna Via Rosmini;
- Scuola Elementare Via Bellini;
- Asilo Nido via Macchiaioli;
- Scuola Materna via M.L. King.
L’ingegnere De Marco ha redatto una relazione descrittiva del sopralluogo ed a stabilito un ordine di priorità degli interventi da effettuare nei prossimi mesi, in considerazione anche delle risorse che saranno messe a disposizione da questa Amministrazione nel bilancio per l’anno 2009. L’ingegnere De Marco, con riferimento all’aspetto fisico–strutturale degli edifici, non ha ravvisato particolari problemi di tenuta statica.
Inoltre, l’Amministrazione, al fine di poter reperire finanziamenti statali (FAS- Fondi per Aree Sottoutilizzate) per la messa a norma degli edifici scolastici, si è dotata, con delibera n. 36 del 31.01.2007 e così come previsto dalla Legge 23/96, di un progetto di “Anagrafe di Edilizia Scolastica”. In merito alla programmazione del Bilancio 2009, si informano gli stessi consiglieri firmatari dell’interrogazione, che l’Amministrazione sta provvedendo ad inserire in bilancio le risorse necessarie per poter effettuare gli interventi di manutenzione da realizzare con maggiore urgenza.
Inoltre, a dimostrazione che l’Amministrazione è sempre attenta ai problemi dei cittadini, ed in questo caso degli alunni e degli insegnanti, ha previsto, nel Bando riguardante “l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici” in corso di pubblicazione, che la ditta aggiudicataria della fornitura e posa in opera degli impianti fotovoltaici realizzi le seguenti opere di manutenzione straordinaria sui seguenti edifici:
- Adeguamento igienico – sanitario ed impiantistico dei servizi igienici della scuola elementare di via Bellini ( importo stimato 10 mila euro)
- Adeguamento igienico – sanitario ed impiantistico dei servizi igienici della Scuola Media “A. De Brasi” di via Vitt. Emanuele III (importo stimato 150 mila euro)
- Adeguamento degli impianti idrici, elettrici e termici di tutti gli edifici scolastici comunali (importo stimato 10 mila euro)
- Pitturazione degli ambienti interni e sostituzione delle porte interne della Scuola Media “a. De Blasi” (importo stimato 80 mila euro).

Hawkeye ha detto...

Entra il consigliere Palamà: presenti 18

PRESIDENTE – Gli interroganti? Prego, consigliere Portaccio.

CONSIGLIERE PORTACCIO C. – Io anticipo la conclusione, che non ci riteniamo assolutamente soddisfatti della risposta, anzi anticipo che al termine del mio intervento depositerò una mozione sull’argomento, perché si possa discutere nel prossimo Consiglio comunale, esprimendo un giudizio sull’operato della Giunta in questa materia. Mi risulta, è agli atti del Comune, che in più occasioni i dirigenti scolastici hanno sollecitato degli interventi anche di natura strutturale necessaria gli edifici scolastici. Oltre a tutte le altre cose, una nota del 5 dicembre 2008, segnalata in particolare (cito due – tre punti che ritengo importanti) che “al primo piano della sede Aldo Moro sono evidenti gravi e persistenti lesioni sulla struttura orizzontale e sulla muratura portante. In assenza di rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale, siamo tenuti a richiedere nuovamente la certificazione attestante l’idoneità statica dell’edificio e i risultati di eventuali prove di carico che saranno ritenute necessarie per valutare l’assenza di pericoli per l’incolumità delle persone che frequentano l’edificio in parola”.
Per quanto riguarda la sede Angelo D’Ambrosio: “ numerose porte dell’aula sono sprovviste della maniglia per l’apertura dal lato interno, pertanto in caso di emergenza non è possibile l'evacuazione dei presenti”, quindi dei nostri ragazzi delle scuole elementari e insegnanti. Sempre nella sede Aldo D'Ambrosio “una porta di emergenza ha il maniglione antipanico rotto.
Nella sede di via Carlo Mauro la porta destinata evacuazione dall’atrio ha ceduto nei cardini e non si può aprire o chiudere agevolmente. Le vie di fuga dell’edificio via M. L. King presentano pericolosi gradini e porte che necessitano di revisione” . E questo era il 5 dicembre 2008.
A questo è seguita anche una raccomandazione fatta da questi consiglieri di minoranza, alla quale il Sindaco nell'occasione del Consiglio comunale del 15 gennaio 2009, quando noi poi protocollammo la nostra interrogazione, rispondeva che anche all'Amministrazione stava a cuore il problema della sicurezza, quindi i consiglieri di minoranza potevano stare tranquilli che ci sarebbe stata l’attenzione. Poi abbiamo visto la risposta dell'assessore ai lavori pubblici, molto generica, molto poco pertinente, che è superata la risposta, perché parla di un intervento del 31 gennaio 2007, forse c'è un errore. A fronte di queste richieste, invece, c'è l’ennesima nota del dirigente scolastico del 4 febbraio di quest'anno, che in seguito al sopralluogo effettuato dall’ingegnere addetto alla sicurezza al servizio di prevenzione e protezione rischi della scuola elementare, ingegnere Oronzo Lezzi, si continuano a segnalare i problemi gravi di cui necessita l'intervento da parte dell'Amministrazione Comunale. Riassumo molto brevemente: l’edificio Aldo Moro (e siamo al 4 gennaio 2009, dopo un sopralluogo fatto dall’ingegnere delle scuole elementari): “Il solaio di copertura del piano primo dell’Aldo Moro presenta pericolose lesioni, che necessitano di un urgente esame per la verifica della stabilità dello stesso. I sotto finestre di tutte le aule e corridoi sono sedi di macchie di umidità, di muffa, escrescenze e infiltrazioni di acqua, dovute alla permeabilità della struttura portante verticale, costituite da conci porosi non idrorepellenti. Diverse aule sono sedi di infiltrazioni di acqua e di muffe, dalle coperture, in particolare l’aula della III A e l’aula n. 46. Il laboratorio informatico, oltre ai problemi di cui sopra, non dispone di riscaldamento funzionante. Al piano terra, in prossimità del WC del primo piano, si sono avuti distacchi di calcinacci, dovuti a visibile rigonfiamento per ossidazione del ferro d’armatura del solaio interpiano. Pertanto è necessario un attento esame delle cause dello stato sia acciaio che del calcestruzzo, a seguito di probabili e verosimili infiltrazioni.
Scuola dell’infanzia M. L. King, quasi tutte le porte d’uscita di emergenza sono bloccate. Inoltre evacuazione è ostacolata da numerosi gradini, in molte aule si notano infiltrazioni e macchie di umidità. Gli spazi esterni necessitano della rimozione di detriti e rami degli alberi tagliati. La pavimentazione esterna è sconnessa in molti punti. Scuola dell’infanzia Carlo Mauro: in tutti i servizi igienici sono presenti macchie di umidità per effetto di infiltrazioni. L’aula della seconda sezione presenta all’esterno una forte lesione in corrispondenza del solaio di copertura. All’interno è visibile la sagoma di travetti precompressi del solaio che per tale motivo necessitano di una verifica strutturale per la staticità dello stesso.
Scuola primaria, via Bellini: a causa di alcuni vetri rotti non riparati nella palestra di deposita quasi sempre in caso di pioggia acqua piovana che intralcia qualsiasi attività”. Sono sedi di macchie di umidità, dovute alla permeabilità della struttura, costituite da conci non idrorepellenti. E di muffe, dalle coperture, in particolare l'aula della terza. Il laboratorio informatico. Si sono avuti distacchi dovuti a visibile rigonfiamento per ossidazione del ferro del solaio interpiano. Pertanto, del calcestruzzo a seguito di probabili e verosimili infiltrazioni. Quasi tutte le porte di uscita sono bloccate. Inoltre evacuazione è ostacolata. Gli spazi esterni, è sconnessa in molti punti. Scuola dell'infanzia, sono presenti macchie di umidità. L'aula della seconda in corrispondenza del solaio di copertura. All'interno è visibile la sagoma che per tale motivo necessitano di una per la staticità dello stesso. A causa di alcuni vetri rotti non riparati nella palestra si deposita che intralcia qualsiasi attività. Stiamo parlando del 4 febbraio 2009, che sono sicuramente delle segnalazioni ripetute per l’ennesima volta, gravi, che, a mio parere, e credo a parere anche del gruppo di minoranza, non possiamo delegare o rimandare ancora una volta al prossimo Consiglio comunale, che credo, con un atto di prudenza e di buona amministrazione, dovrebbe intervenire l’amministrazione comunale, dovrebbe intervenire l'Amministrazione comunale a risolvere immediatamente e con urgenza, con gli strumenti che dispone, per risolvere questi problemi, che mi sembra che parlino di problemi strutturali e di sicurezza dei nostri ragazzi.
Quindi sicuramente per questo non siamo soddisfatti. In più, al termine di questa risposta, io deposito una mozione, in modo tale che al prossimo Consiglio comunale possiamo discutere in modo più approfondito e non nel tempo limitato che può avere la risposta all'interrogazione, e che leggo: “Mozione. I sottoscritti consiglieri comunali della città di Taviano propongono la discussione sul seguente argomento per il prossimo Ordine del giorno: Situazione degli edifici scolastici – giudizio negativo sull’operato del Sindaco e della Giunta comunale in relazione all’indagine conoscitiva sullo stato attuale degli edifici e strutture scolastiche e sui provvedimenti e interventi necessari e urgenti da adottare.
Taviano, 27 febbraio 2009, firmato: Portaccio Carlo, Giuseppe Tanisi, Corvino Luigi e Tunno Leonardo”.

PRESIDENTE – Volevo sollecitarti, Carlo, a depositare la proposta di delibera su quella mozione.

CONSIGLIERE PORTACCIO C. – Già l’ho sintetizzata, poi la concordiamo.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Altri interventi? Prego, Tunno.

Entra il consigliere Pasca: presenti 19

CONSIGLIERE TUNNO - Brevissimamente, perché mi sorprende solo un aspetto di questa interrogazione, per lo meno su un aspetto mi soffermo in modo particolare, perché non vorrei che passasse tra le righe dell’interrogazione e della risposta sotto silenzio. Un aspetto che secondo me è assolutamente di una serietà importante, allorquando si evince che addirittura due ingegneri, e quindi l'ingegnere della scuola, ingegnere Oronzo Lezzi, mette in evidenza, appunto, di suo pugno su quella sollecitazione, il pericolo della staticità degli edifici pubblici. In questo caso parliamo della scuola Aldo Moro, se non vado errato. Contemporaneamente l'ingegnere De Marco, così come è rilevato anche dalla risposta dell’assessore Belloni che testualmente dice: "L'ingegnere De Marco, con riferimento all’aspetto fisico e strutturale degli edifici non ha ravvisato particolari problemi di tenuta statica". Allora due sono le cose: o un ingegnere non conosce la materia, o ditemi voi. Io, ovviamente, non voglio assolutamente fare polemiche di nessuna natura, tanto più quando si parla di problemi serissimi che colpiscono ambienti che giornalmente vengono frequentati dai nostri figli e dagli insegnanti, ovviamente. Io penso che sia opportuno assolutamente chiarire questo aspetto, un aspetto di ambiguità incredibile, a dir poco, e di metterlo in evidenza, quindi con un intervento mirato, metterlo in evidenza nero su bianco per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco in merito.

PRESIDENTE - Interrogazione 2. Oggetto: Variante generale PRGC. CONFERIMENTO INCARICO.
“In riferimento a quanto in oggetto epigrafato, premesso che, con delibera di Giunta Municipale n. 131 del 4/6/2008, la Giunta Municipale incaricava il Servizio Urbanistica e Ambiente del Comune di Taviano per la costituzione di un gruppo di progettazione interno con ausilio di collaboratore esterno individuato nella persona dell’ing. Liviello Leonardo da Taviano, per il quale era previsto un compenso di 15 mila euro, oltre accessori;
Considerato che, con successiva delibera di Giunta Municipale n. 315 del 17/12/2008, la Giunta Municipale, da un lato confermava l’incarico al gruppo di progettazione interno all’Ente per il medesimo importo della deliberazione precitata e, per contro, nominava, in sostituzione dell’ing. Liviello, la Società Progetto – Paesaggio architettura Urbanistica srl da Bari, quale consulente esterno, stabilendo in 45 mila euro oltre ad accessori le competenze professionali di tale studio di progettazione.
Ritenuto infine, che tale ultimo atto, si appalesa ingiustificato, atteso che, a parità di attività professionale, l’Ente viene sottoposto a esborso economico maggiore di circa 30 mila euro.
Tutto ciò premesso, nell’ambito delle funzioni esercitate
Si sollecitano opportune informazioni per sapere:
a) Le ragioni sottese alla scelta di esporre l’Ente a maggiore esborso economico;
b) Le modalità di selezione del consulente esterno;
c) Se è rispondente alle esigenze della comunità affidare incarico a soggetti assolutamente avulsi dalla realtà territoriale;
d) Le ragioni che hanno portato a discriminare i professionisti locali nell’affidamento dell’incarico.
Con richiesta di inserimento nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio e con risposta scritta”.
Risponde l'assessore Caputo.

ASSESSORE CAPUTO – Si premette la conoscenza del contenuto delle deliberazioni della Giunta Comunale n. 131 del 04.06.2008 e n. 315 del 17.12.2008 inerenti, entrambe, il conferimento degli incarichi di progettazione (interna) e di consulenza (esterna) per la redazione della variante al vigente strumento urbanistico generale. La deliberazione G.C. n. 315/2008 riassume la vicenda che ha portato alla sostituzione del tecnico – precedentemente incaricato della consulenza urbanistica – con l’apposita rettifica introdotto alla deliberazione n . 131/2008. Ad integrazione di quanto riportato nella narrativa delle citate deliberazioni si rappresenta al Consiglio Comunale che l’Assessorato all’Urbanistica, a seguito della rinunzia all’incarico da parte del professionista incaricato (nota acquisita al prot. 17947 del 12.12.2008), ha verificato, insieme con il Settore Urbanistica, che il compenso per il consulente esterno, stabilito con deliberazione del 04.06.2008, risultava con propriamente congruo a fronte delle prestazioni richieste e riportate sul disciplinare d’incarico.
Tanto accertato, si è proceduto a rideterminare un compenso equo anche sulla base dell’ipotesi di commettere l’incarico ad una società di ingegneria presso la quale prestano l’attività professionale alcuni tecnici noti a questa Amministrazione per aver brillantemente predisposto il Progetto Integrato di Recupero della Periferia Urbana loc. “Gallari” che è risultato ai primissimi posti nella graduatoria regionale dei “non finanziati” ma che si sa che certamente potrà essere finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito di una specifica misura del Programma Operativo nel settennio in corso. Aggiungo che, nel periodo intercorso tra la pubblicazione della deliberazione 315/2008 e la sottoscrizione del disciplinare d’incarico (avvenuta in data 16.02.2009), è stata aperta una trattativa tra il Comune, nelle persone del Sindaco, del Responsabile del Settore Urbanistica e del Responsabile del Settore Servizi Finanziari, e la Società di Consulenza incaricata, a seguito della quale la Società ha accertato che l’importo stabilito dalla Giunta Comunale al netto dell’IVA e delle contribuzioni previdenziali e assistenziali, venisse considerato invece al lordo di tali altri importi per cui la somma impegnata con determinazione a firma dei responsabili dei Settori competenti (n. 1 del 12.01.2009), e pattuite nel disciplinare d’incarico, risulta di 45 mila euro omnicomprensive.
Sulla base di quanto esposto, si vuole rispondere ai Consiglieri interroganti che questa Amministrazione non può essere ritenuta in colpa di esporre l’Ente a maggiori esborsi finanziari piuttosto di aver inizialmente stabilito un importo che non è risultato sufficiente a coprire gli onorari e le spese per un tecnico professionista. Successivamente si è corretto l’errore cercando comunque di confermare l’incarico al professionista inizialmente incaricato e, soltanto a seguito della espressa comunicazione da parte di questi di rinunzia per ragioni connesse ad altri impegni professionali assunti, l’Amministrazione ha dovuto selezionare un altro consulente. La scelta, legittimata sul deliberato, di affidare l’incarico di consulenza alla Società Ricerca & Progetto di Bari non solo non porta alcuna discriminazione verso i professionisti locali – è noto quanto si prodiga questa Amministrazione per attivare iniziative che possano contribuire ad assegnare a giovani professionisti locali la progettazione di opere e lavori pubblici – ma risponde a esigenze pubbliche connesse alla necessità di selezionare alta professionalità nel settore urbanistico (esigenza che si riteneva soddisfatta anche con il precedente professionista consulente) e conoscenza diretta delle condizioni economiche, sociali ed urbanistiche della realtà territoriale cittadina e di area più vasta ben nota al gruppo di professionisti della Società incaricata per ultima (esperienza professionale di pianificazione di area vasta riconosciuta peraltro al tecnico originariamente incaricato) che ha avuto modo di acquisire durante la redazione del PIRP e durante l’attività di ricerca universitaria. Si ribadisce pertanto che l’Amministrazione ritiene di aver ben adempiuto nel pubblico interesse avendo affidato l’incarico affinché si provveda ad ottenere finalmente le opportune e necessarie modalità per dare concreta attuazione alle previsioni del Piano Regolatore Generale Comunale.
Aggiungo, fuori dalla risposta scritta, come contributo di chiarezza alle cifre che ho esposto prima, che la proposta che era stata sostanzialmente indirizzata all'ingegnere Liviello prima che questo ci dichiarasse la rinuncia all’incarico, era un po' più complessa rispetto a quella risultante dalla delibera richiamata del giugno 2008, e quindi non dei 15 mila euro risultanti dalla delibera, ma anche, ed era soltanto una proposta informale, ripeto, conosciuta e rinunciata comunque, dell'ausilio di un geometra locale, per un corrispettivo di 10 mila euro più IVA e cassa, inoltre della possibilità di un distacco, di un comando per 6 mesi per lo stesso ingegnere Liviello, completamente da carico di questa Amministrazione. Tutto questo per dire che il costo sarebbe stato comunque esattamente equivalente a quello che poi è stato concretizzato con l’affidamento di questo incarico. Coincide esattamente al centesimo.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Prego, Bruno.

CONSIGLIERE BRUNO - Rocco, la prima cosa che mi viene da pensare, amici consiglieri di maggioranza, Giunta, Sindaco, è che, se non ricordo male nei miei rudimenti di amministrativo, l'azione amministrativa si svolge con atti scritti, provvedimenti che hanno una vita propria e possono essere efficaci e sono efficaci fino a che non vengono revocati da chi lo ha redatto. Per cui, tutte queste condimenti ulteriori che ci hai voluto dare per dire che sostanzialmente gli importi sono uguali, in realtà non li riscontro in nessun atto, non li vedo. Non si possono fare trattative private, a ragione, etc.. Quindi, le acquisisco come notizie, ma non hanno una valenza immediatamente incisiva sull'attività amministrativa. Questo vale in particolare, poi arriverò al punto, per quanto detto in ordine al fatto che con determina dirigenziale si è portato il compenso al lordo delle ritenute, IVA e CAP. Cioè, la Giunta dice: "Oltre IVA e CAP" E il dirigente da solo decide di farlo dentro. Mi sembra che è un'attività questa che non possa fare, che in non sta in piedi. Poi parliamo della legittimità della Giunta, ma la Giunta ha determinato l'importo, giusto o sbagliato . Anche qui notiamo un'approssimazione generale nella programmazione. Perché se tu candidamente dici: "Avevo previsto 15 mila euro, ma mi rendo conto che erano pochi, ho sbagliato, ne prevedo 45", c'è quanto meno una leggerezza in materie così serie, così importanti, che dovrebbero meritare un'attenzione maggiore da parte della Giunta. Non voglio dire da parte dell’assessore, ma da parte della Giunta. Quindi questo non pone a favore dell'Amministrazione.
Ma l’interrogazione, la risposta, le delibere danno spazio a due spunti in particolare: uno spunto in termini di opportunità politica e di opportunità concreta di affidare a persone esterne alla nostra realtà territoriale l'incarico. Voglio solo ricordare a me stesso che la nostra comunità esporta tecnici urbanistici nei paesi limitrofi: Matino, Casarano, Copertino. Abbiamo noi esperti pianificatori che vanno a dare il loro contributo di professionisti esperti presso le altre amministrazioni. Noi dobbiamo ricorrere a Bari, non abbiamo professionisti in grado di fare una variante che è già scritta. Ricordo, sempre agli amici del Consiglio, che la passata Amministrazione volle scommettere su due-tre professionisti di Taviano per pianificare una zona di 80 ettari di territorio, in un momento delicatissimo e particolarissimo come era strutturata quella zona. Hanno fatto un lavoro in sinergia con gli uffici del Comune, io ritengo, perfetto, ottimo. E quindi non penso che si possa andare a questi luminari per fare qualcosa fuori. Sennò dovrei pensare male e non voglio.
Ma il problema è un altro: il problema di legittimità,. E qui vi prego di un’attenzione particolare, perché a mio avviso la Giunta si è già esposta per Legge dello Stato alla sanzione della Corte dei Conti, a responsabilità contabile. Perché la Finanziaria del Governo Prodi, la 244 del 2007 all'Art. 3, commi 54, 55 e 56, disciplina specificamente le modalità con le quali devono essere affidati gli incarichi esterni.
Il comma 55 dell'Art. 3 lo leggo a tutti noi, così ce lo rinfreschiamo: dice: "L’affidamento da parte degli enti locali di incarichi di studio o di ricerca, ovvero di consulenze a soggetti estranei all’amministrazione può avvenire solo nell'ambito di un programma approvato dal Consiglio ai sensi dell'Art. 42 Testo Unico degli Enti locali. Con il Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi emanati ai sensi dell’Art. 9 del Decreto Legislativo 267/2000, sono fissati, in conformità a quanto stabilito dalle disposizioni vigenti, i limiti, i criteri e le modalità per l'affidamento di incarichi di collaborazione, di studio o di ricerca, ovvero di consulenze, a soggetti estranei all'Amministrazione. Con il medesimo regolamento è fissato il limite massimo della spesa annua per gli incarichi e consulenze. L'affidamento di incarico o consulenze effettuato in violazione delle disposizioni regolamentari emanate ai sensi del precedente comma, costituisce illecito disciplinare determina responsabilità erariale". Allora, parto dall’illecito disciplinare perché la normativa nazionale, ormai, va nella direzione che gli incarichi spettano ai dirigenti. L’affidamento di consulenze esterne spetta ai dirigenti. Per cui, il dirigente che si muove contro questa normativa è soggetto a sanzione disciplinare e a danno erariale. Ovviamente noi in questo caso ci troviamo con la Giunta che opera contro la Legge, perché la Giunta non ha previsto, non ha fatto un programma previsto dalla 244 del 2007, non ha modificato il Regolamento degli uffici e dei servizi necessario per l'affidamento degli incarichi. Sostanzialmente, la ratio della norma, come dicono alcuni commentatori, qual è? È quello di limitare le spese, di far conoscere a monte, quindi nel bilancio di previsione bisogna allegare, come nell’elenco annuale delle opere pubbliche, tanto per capirci, bisognerebbe allegare a monte una ipotesi di consulenze nei vari settori. L'Amministrazione dice: "Io voglio incidere sul settore urbanistico, lavori pubblici, sul settore sportivo, sul settore commercio, e siccome …. voglio affidarmi a questi consulenti. Voglio affidarmi a dei consulenti esterni per un importo massimo di …" Questo è il ragionamento secondo la normativa attuale, come i migliori commentatori della materia hanno riferito. Perché si porta a razionalizzare a spesa, perché si porta a valorizzare le risorse interne dell’ente su questo aspetto normativo. D'altra parte, il Regolamento sotteso alla norma che ho appena letto deve essere trasmesso necessariamente alla Corte dei Conti per il controllo erariale. È un'attività che deve essere fatta. Noi oggi, invece, ci troviamo con una delibera di Giunta che espropria le funzioni proprie dei dirigenti e della scelta dei consulenti. Perché l'organo politico, secondo questa lettura della normativa che ho appena detto, non consente in alcun modo nemmeno l'indicazione dei nomi. E’ il dirigente del settore che decide e determina chi sono i consulenti esterni. D'altra parte, il 15 agosto 2007 “Italia Oggi”, una nota di uno esperto della materia dice: “Gli affidamenti spettano ai dirigenti, i Consigli non devono entrare nel merito”. Ecco perché la norma parla di illecito disciplinare, perché se il dirigente affida l’incarico senza il controllo a monte, che ci deve essere, del Consiglio comunale della programmazione, dell'attività programmatoria del Consiglio comunale, è evidente che incorre in illecito. In questo caso la Giunta non ha rispettato la Legge, è andata oltre ogni potere, ha creato un atto illegittimo, che espone l'Ente a danno e che espone la Giunta a un danno erariale, perché è previsto normativamente.
Quindi io, oltre ad aver danneggiato tutti i professionisti di Taviano, che legittimamente potevano aspirare … perché lo dice anche il comma 53 dell’Art. 3, una pubblicità per l'affidamento dell'incarico, una specie di selezione aperta, che nemmeno in questo caso è stata fatta. Per cui, questi modi quanto meno grossolani di procedere spero che vengano corretti immediatamente con la revoca di tutti gli incarichi, con l'attività programmatoria e pianificatoria che spetta al Consiglio e poi eventualmente dopo con la selezione delle persone da indicare.
Quindi, non posso che ritenermi assolutamente insoddisfatto della risposta data dall’assessorato.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Altri interventi? Prego, consigliere Palamà.

CONSIGLIERE PALAMÀ – Presidente, io mi sono determinato a firmare questa interrogazione al Consiglio comunale insieme ai consiglieri Bruno e Pasca perché ritengo che in questo momento di crisi economica, l’onda lunga di questa crisi, gli effetti di questa crisi dovremo ancora vederli, li vedremo tra breve e chissà per quanto tempo, in questo momento di crisi, dare una dimostrazione alla cittadinanza di Taviano di un atteggiamento collaborativo, un atteggiamento di comprensione delle esigenze di tutti i cittadini e anche di tutti quei professionisti che in questo momento, vi devo confessare, avvertono la difficoltà di questa profonda crisi economica, credo che fosse l’occasione giusta. Non lo è stato, prendendo atto di quello che la delibera a cui sto facendo riferimento, la n. 315 del 17 dicembre 2008. Sarebbe facile per me e credo che è facile per tutti fare una spicciola critica sull’atteggiamento avuto dalla Giunta comunale dei professionisti tavianesi, ma non posso esimermi dal farlo non perché avete adottato una scelta che è ricaduta su professionisti baresi e non su professionisti tavianesi. Io sono partito molto più in là, da questo argomento particolare, su cui, ripeto, è facile fare spicciola polemica. Sarebbe stato un atteggiamento collaborativo quanto meno interpellare i professionisti, tutti i professionisti tavianesi in grado di poter redigere una variante al Piano Regolatore Generale e porgli la stessa domanda che avete posto al professionista barese, così come l’avete posta al professionista che avete incaricato in prima battuta, l’ingegnere Liviello. Sarebbe stato opportuno quanto meno pubblicizzare, come vi ha detto il consigliere Bruno, questa volontà precisa politica e sicuramente indiscutibile. Opportuna ritiene questo Consigliere, in quanto una variante al Piano Regolatore Generale può dare la possibilità di riattivare il settore dell’edilizia, che è ormai fermo da parecchio tempo, visto che i comparti a Taviano sono saturi, visto che la possibilità della crescita urbanistica non è possibile perché il Piano Regolatore ha in sé dei limiti che conosciamo tutti. Questo non è stato fatto e di questo devo, per forza di cose, prendere atto e, non fosse altro per il ruolo che rivesto di consigliere di opposizione, devo sottolinearlo e stigmatizzarlo. Io devo sempre dare atto al consigliere Caputo che quando dà delle risposte scritte a delle interpellanze scritte è molto sintetico, è molto attento alle risposte, è molto attento a scegliere i termini con cui spiegare i motivi di una scelta anziché di un’altra. Poi, quando abbandona la razionalità della lettura della risposta scritta, si lascia andare a delle spiegazioni di cui dobbiamo prendere atto, ma come vi ha detto il consigliere Bruno, devono rimanere alveolo delle supposizioni, perché non sono assolutamente provate documentalmente. Come vi diceva, appunto, il consigliere Bruno, nella pubblica amministrazione ciò che conta sono gli documenti, ciò che conta sono le carte scritte. Le parole, gli incontri, gli accordi privati intercorsi tra soggetti e la pubblica amministrazione non hanno certamente diritto di cittadinanza nella pubblica amministrazione, non hanno diritto di cittadinanza in seno a un Consiglio comunale. Perché, se il consigliere Caputo vi riferisce, in seno a questo Consiglio comunale, di accordi che prevedevano il distacco del professionista dall’Ente pubblico presso cui svolge la sua attività professionale, presso l’ente pubblico Comune di Taviano per 6 mesi e quindi fa riferimento al fatto che l’importo della convenzione non era più 15 mila euro, ma era di 30 mila, perché il professionista era a carico dell’amministrazione del Comune, e che comunque non è soltanto 15 mila euro, ma c’era anche la nomina di un altro geometra quale ausiliario del professionista, sono tutte parole che io comprendo benissimo, che so che si sono verificate, che sono che effettivamente sono intercorse tra la pubblica amministrazione e i professionisti a cui hanno fatto riferimento, però sono parole, non sono dati di fatto. Così come parole sono quelle che sto per dirvi. Per esempio, che il professionista che era stato in un primo momento incaricato, non dico che sia stato costretto a rinunciare all’incarico che gli era stato conferito, ma solo parole. Come sono parole quelle del consigliere e dell’assessore Caputo, e ha detto che l’importo delle spese a carico dell’ente Comune di Taviano non sono 15 mila, ma sono 40 mila o 45 mila. Sono parole le sue, come sono parole le mie. Così come quello che sto per dirvi è possibile provarlo in un certo modo, in qualche modo. Il professionista, che con nota successiva a quella della n. 131, vi dice: “Mi dispiace, signori, io non posso accettare l’incarico che mi avete conferito per questioni personali, questioni di lavoro, per impegni professionali”. Questa è la versione ufficiale. Così come deve essere ufficiale quello che io leggo nel disciplinare contenente le norme di attuazione della delibera di conferimento di incarico, così come è ufficiale l’importo di 15 mila euro, oltre IVA e CAP con riferimento ai compensi del professionista incaricato. Poi c’è quello che non è ufficiale e che sappiamo tutti, che in realtà l’ingegnere Liviello non poteva più ottemperare all’incarico, perché se invece di un solo geometra gli si chiede di potergli accostare un altro geometra, l’importo deve essere diviso in tre e non può essere diviso in due. E che quindi materialmente non è neanche più possibile stampare i lucidi del progetto della variante al Piano Regolatore Generale. Cioè, voglio dire, qui siamo in una fase in cui tutto è possibile dire e si può esattamente dire il contrario di quello che si è detto cinque minuti prima. Quello che conta è che la documentazione che è stata posta all’attenzione dei consiglieri di opposizione è chiara, precisa, senza ombra di dubbio, indicativa di una scelta che in un primo momento imponeva il costo di 15 mila euro per il professionista e che poi, con una delibera successiva, ha gravato sull’erario pubblico comunale per un importo certamente superiore, pari a 45 mila euro. Ma ora, al di là di questo, c’è un elenco, e questa è una cosa che veramente mi lascia un po’ perplesso, predisposto, per la verità, fin dal 2006 o 2007 di tutti i professionisti, un elenco cosiddetto “aperto”. Da quello che ho capito, vuol dire che qualunque professionista voglia, in un certo senso, presentarsi alla pubblica amministrazione tavianese, deve inviare un curriculum vitae presso l’ufficio protocollo del Comune. Lo fa e ci ce ne sono tantissimi curriculum vitae di tanti professionisti, non solo tavianesi, ma anche di paesi limitrofi, leccesi, etc. etc.. Ora, io sono andato a verificare quando questo illustre sconosciuto studio di architettura o di ingegneria di Bari ha messo a disposizione della città di Taviano la sua prestigiosa attività professionale. Bene, la delibera di Giunta, la n. 131, quella che aveva già conferito l’incarico al professionista, ingegnere Liviello, è del 4 giugno 2008, in quella data, devo dire, sicuramente questa pubblica amministrazione non avrebbe potuto conferire l’incarico allo studio associato di ingegneria perché fino al 4 giugno 2008 ancora questo illustre professionista non era conosciuto alla Giunta comunale. Poi a un certo punto cominciano i problemi con il professionista incaricato. E qui bisogna trovare assolutamente una soluzione. Allora, cosa fa la pubblica amministrazione? Verifica dell’elenco aperto, nell’albo aperto chi sono gli altri professionisti disponibili? Aspetta che un professionista di Bari protocolli il suo curriculum vitae a novembre 2008. Cioè, pochi giorni prima che si determini la Giunta Comunale a rettificare, poi vi dirò i termini “rettificare” e “annullare” cosa vogliono dire, la delibera con cui aveva conferito l’incarico al professionista.

Hawkeye ha detto...

A novembre, se non vado errato il 16 novembre 2008, perviene un copioso curriculum vitae di tutti i professionisti associati a questo luminare docente universitario di Bari e pochi giorni dopo, il 17/12/2008, tra le centinaia di professionisti che dal 2006 al 2008 avevano presentato il loro curriculum vitae, chiedendo l’iscrizione in quell’albo aperto, la scelta ricade su questo professionista. Forse perché era il più voluminoso e forse perché era l’ultimo degli arrivati e quindi, tra la fila dei curriculum vitae, era il primo. Ricade esattamente su quello. Lo prendono e dicono: “Caspita, questo è uno studio associato. Questo sì che può dare un contributo certamente determinante per la soluzione dei problemi del nostro territorio. Lo conferiamo a questo”. E, sic et simpliciter, attraverso un’operazione che sa quasi di fantapolitica, rettificano una delibera, la delibera n. 131, nel termini che voi tutti conoscete. Cioè, prendono atto dell’impossibilità del professionista di portare a termine l’incarico conferitogli e conferiscono l’incarico a questo studio associato per un importo di 45 mila euro, più IVA, più CAP, più competenze, etc. etc.. Ora, io non entro mai nel merito delle valutazioni e delle scelte della pubblica amministrazione, ma così come avete attentamente posto in evidenza quali sono le difficoltà nel procedere alla variante di un Piano Regolatore Generale nella delibera 315, a cui ho fatto riferimento, così come avete dettagliatamente cercato di giustificare il perché del conferimento dell’incarico a un professionista docente universitario, etc. etc., altrettanto avreste dovuto spiegare il perché un professionista qualunque del nostro territorio non poteva svolgere, ottemperare, con la stessa professionalità, con la stessa attenzione, con la stessa dedizione all’incarico che eventualmente questa Giunta gli avrebbe affidato. Voglio solo aggiungere questo (ecco perché all’inizio del mio intervento parlavo della crisi economica): guardate che a volte fatte delle scelte che permettono ai consiglieri di sparare a zero su di voi senza … Avete affisso un manifesto con cui avvisate tutti i professionisti Avvocati di Taviano che è aperto un nuovo albo per l’iscrizione per poter partecipare a eventuale conferimento di incarichi professionali nel nostro Comune. Io vi chiedo, al di là della valutazione politica di scegliere un professionista anziché un altro: è possibile che abbiate mancato di tatto nei confronti dei nostri cittadini e dei nostri professionisti? Bastava soltanto che ci fosse stata una pubblica adunanza, con l’invito specifico ai professionisti interessati a redigere eventualmente un Piano Regolatore, una variante al Piano Regolatore, per chiedere agli stessi se per l’importo di 10 – 15 – 2 mila, da dividere in due , tre, cinque, 30 mila, 40 mila, se era possibile se questo tipo di attività potesse essere portata a termine? Anche perché non credo che un professionista di Bari possa conoscere le esigenze del territorio. Sicuramente il professionista di Bari sarà più bravo dei nostri professionisti perché tecnicamente può risolvere problemi che, magari, il professionista tavianese cerca di ottemperare con contrapposte esigenze, quelle del vicino di casa, etc.. Io mi rendo conto di tutto questo. Ma non può certamente sfuggire a questa amministrazione che in questo momento di crisi, interpellare i professionisti tavianesi per dare loro la possibilità di poter contribuire in maniera determinante alla variazione di un Piano Regolatore Generale, sarebbe stata certamente la scelta migliore. A meno che (e questo è un dubbio che si è insinuato negli ultimi minuti, prima di salire su questo Consiglio comunale) non si è voluto dare l’incarico a un professionista di prestigio barese, magari ben addentrato nelle maglie degli uffici burocratici della Regione Puglia per poter sperare di fare una variante al Piano Regolatore Generale che possa quanto meno superare gli scogli tecnici e quindi finalmente essere approvato dalla Regione Puglia.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Altri interventi? Prego, Pasca. Ti voglio solo richiamare …

CONSIGLIERE PASCA – Sarò brevissimo, non toccherò nessun tema che è stato già toccato da altri, perché mi sembra ovvio ciò che è stato già detto. Mi riferisco soltanto ad alcuni aspetti della risposta che hanno dato. Praticamente questa lettera sarebbe una integrazione della delibera, perché la parte emotiva della delibera … Qui si parla di un errore, cioè gli estensori della lettera riconoscono un errore di valutazione nella individuazione del compenso professionista. Però non ci dite perché è stato un errore e non ci dite in che modo l’avete superato. Cioè, quali criteri avete individuato per stabilire questo compenso? Chi vi dice che il compenso di 45 mila euro per una variante al PRG è congruo? Chi ve lo sta dicendo? A noi non ce lo state dicendo, e soprattutto non ve lo state dicendo a voi. Cioè, voi, se con la delibera di 10 mila euro vi esponevate, almeno avete rappresentato oggi la preoccupazione, e quindi l'errore, di esporre l'Ente ad una responsabilità patrimoniale, oggi, siccome non individuate i parametri, i criteri in base ai quali quell’importo che avete raggiunto … già mi vedo un'immagine: "… nel periodo intercorso tra la pubblicazione e la sottoscrizione è stata aperta una trattativa". Cioè, io li vedo venire questi professionisti, trattare. Ma quali parametri avete fornito? Su quelli numeri? Su quali riscontri quanto meno fattuali di esperienza c'è stata questa individuazione? Qui non ce lo dite. Per cui oggi posso tranquillamente temere che questa delibera esponga non soltanto gli estensori, non soltanto chi l'ha votata, ma anche l'ente a responsabilità patrimoniali. Perché se questa individuazione dei criteri non è quella giusta e quella corretta, o 10 o 45 non cambia niente. Oltre tutto, stiamo parlando di una variante al PRG. Poi mi dite: "Abbiamo scelto questi professionisti perché hanno brillantemente realizzato …”. Ma sapete quanti progettisti di Taviano hanno brillantemente svolto compiti importanti per privati, per Enti pubblici, non soltanto Enti pubblici di qua, ma Enti pubblici di fuori paese? Sapete quanti professori di Taviano sono accademici, parlo di tecnici. Abbiamo anche professori universitari. Forse lo avete dimenticato ed avete focalizzato l'attenzione al PIRP, che non sappiamo intanto se è cosa utile, perché non e stata posta all’attenzione di nessuno non sappiamo se verrà approvato. Ma comunque anche questo è un altro ragionamento. E poi, l'ultima cosa: siccome ci date una risposta e siccome io credo che il Consiglio comunale di divida per quanto riguarda la valutazione delle cose che vengono espresse su fatti concreti, veri, reali … Cioè qui voi dovete rappresentarci il fatto. Poi, sulla valutazione del fatto ci dividiamo. Cioè, voi avete detto che il professionista, al quale è stato revocato l'incarico (lo dite)…

ASSESSORE CAPUTO – Che ha rinunciato.

CONSIGLIERE PASCA – Che ha rinunciato, chiedo scusa. È stato posto nella condizione di accettare il nuovo importo? Cioè, questo è il fatto che voi state rappresentando al Consiglio comunale. Voi avete messo, avete proposto al professionista, al primo professionista, di accettare quell'incarico con il nuovo importo che è stato rappresentato nella delibera rinnovata? Io vorrei sapere… Questa è la risposta che voi oggi al Consiglio comunale, pro veritate, dovete dare. Perché quando ci dite: "…successivamente si è corretto l'errore - non risulta dagli atti, però, questo - cercando comunque di confermare l'incarico al professionista inizialmente incaricato”. Cioè qui, per quello che emerge, poi sappiamo che non è avvenuto questo... Qui dice: "Successivamente si è corretto l'errore dell'importo, cercando comunque di confermare l'incarico al professionista inizialmente incaricato. E soltanto a seguito delle espresse...”. Quindi, praticamente, l’ingegnere che era stato incaricato prima ha rinunciato a 45 mila euro.

ASSESSORE CAPUTO - Certo.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE PASCA – Questo emerge. Benissimo, ne prendo atto. Io vorrei che si desse atto Che tu stai parlando, ovviamente, non a nome tuo, ma a nome dell’intera Giunta. Questo non solo non ci risulta, ma se davvero poi non fosse vero, sarebbe una grave ingiustizia nei confronti di quel professionista, nei confronti dei professionisti di Taviano, ma soprattutto nei confronti della verità.

ASSESSORE CAPUTO – Presidente…

PRESIDENTE – No, assessore, non inseriamo questi elementi.

ASSESSORE CAPUTO – Non sto replicando, sto soltanto integrando…

PRESIDENTE – È chiaro, hai integrato… Scusami, Rocco, lo dico a te, come lo dico a tutti. Argomento è interessante, però se c’era la necessità di discutere con dovizia di particolari su un argomento, gli strumenti non solo quelli dell’interrogazione, sono quelli della mozione. Quindi, abbiate pazienza. Ci sarà modo, sicuramente, Rocco. Lo dico a te, perché non voglio inserire un elemento che domani possa ritorcersi contro di me per dire: “Quello l’hai fatto parlare, gli altri no”. Quindi, lo faccio con tutti, abbiate pazienza.
Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno.

CONSIGLIERE TANISI - Chiedo di intervenire per fatto personale.

PRESIDENTE - Non esiste il fatto personale sull'interrogazione. Tanisi, non hai la parola. Non ha la parola neanche l’assessore Caputo. Dovete avere rispetto delle regole comuni. È chiaro? Non esiste fatto personale sull’interrogazione. Lo farete nei modi e nei termini previsti dal Regolamento o trasformando in mozione questa cosa, oppure in altro modo, non certamente in questo.

Entra il consigliere Sabato: presenti 20

Verbale letto, confermato e sottoscritto.

Hawkeye ha detto...

(continua)

Hawkeye ha detto...

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE


N° 4 del 27/02/2009

OGGETTO: Proposta di delibera a seguito di mozione, presentata ai sensi dell`art. 51 del Regolamento del Consiglio Comunale riguardante la modifica della disciplina degli orari di attività degli esercizi di vendita al dettaglio (proposta dei consiglieri di mi


L'anno duemilanove, il giorno ventisette del mese di febbraio alle ore sedici e trenta minuti, nella sala delle adunanze del comune, si è riunito il Consiglio Comunale, in sessione ordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione, nelle persone dei sigg.

Presenti Assenti
1) D`ARGENTO Salvatore
2) CAPUTO Rocco
3) PELLEGRINO Giusep. Francesco
4) PICCINNO Giovanni
5) RIA Stefano Maria
6) BELLONI Guerino Massimiliano
7) STEFANO Marco
8) PASCA Antonio
9) SANTACROCE Germano Luca
10) D`ARGENTO Rocco
11) CORONESE Dante
12) MANNI Danilo
13) TANISI Giuseppe
14) PORTACCIO Carlo Deodato
15) SABATO Teresa
16) BRUNO Salvatore
17) TUNNO Leonardo
18) CORVINO Luigi
19) PALAMA` Biagio Salvatore
20) PORTACCIO Massimo
Partecipa il Segretario Generale, Dr. Giancarlo Ria.

Il Presidente, riconosciuto legale il numero degli intervenuti, dichiara aperta la seduta e pone in discussione l'argomento in oggetto.
IL Presidente introduce il terzo punto posto all’ordine del giorno dando lettura della proposta di delibera a seguito di mozione presentata dai Consiglieri di minoranza al termine della quale cede la parola al Consigliere Tanisi che illustra la mozione.

Seguono gli interventi dei Consiglieri Comunali come risulta dall’allegato resoconto stenotipografico

Dichiarata chiusa la discussione il Presidente pone a votazione l’argomento ottenendo il seguente risultato finale:

Voti favorevoli alla mozione 8 ( Tanisi, Portaccio Carlo, Tunno, Corvino, Bruno, Sabato Pasca)

Voti contrari 11

Astenuti 0


OGGETTO : Proposta di delibera a seguito di mozione, presentata ai sensi dell’art. 51 del Regolamento del Consiglio Comunale riguardante la modifica della disciplina degli orari di attività degli esercizi di vendita al dettaglio (proposta dei consiglieri di minoranza)


PROPOSTA PER IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO che l’art. 18 della L.R. 11 del 1.8.2003 e s.m.i. disciplina gli orari di apertura e chiusura al pubblico degli esercizi di vendita al dettaglio in sede fissa, disponendo, al 4° comma, la chiusura domenicale e festiva degli stessi, nonchè la mezza giornata di chiusura nei casi stabiliti dai Comuni, salva la possibilità, per i Comuni a economia prevalentemente turistica e nelle città d’arte, di derogare a tale obbligo nelle domeniche e festività, comprese nel periodo maggio-settembre e nel mese di dicembre, nonchè una ulteriore domenica o festività per ogni altro mese dell’anno, così come previsto dal 6° comma del suddetto art. 18 L.R. 11/2003;

CHE lo stesso art. 18 della citata legge Regionale nr. 11/2009, al comma 8 bis, prevede la possibilità di autorizzare ulteriori aperture, esclusivamente degli esercizi di vicinato, in base alle esigenze dell’utenza e delle caratteristiche del territorio, previa concertazione con le rappresentanze, le associazioni e le organizzazioni indicate dall’art. 2 , comma 2 bis, della L.R. nr. 11/2003;

CHE lo stesso dirigente dell’Ufficio commercio,dott. Pietro Trabace, con la nota prot. Nr. 38/C6472 del 30.10.2008, indirizzata all’ANCI PUGLIA, Confcommercio e Confesercenti, in merito alle deroghe di chiusura di esercizi commerciali tradizionali quali pescherie, vendita di prodotti tipici, frutta secca ed esotica, prodotti di artigianato locale e così via, ha ritenuto opportuno fare alcune precisazioni negli interessi degli operatori del settore, ovvero che “ la citata norma, applicata con buon senso e ragionevolezza, porta ad estendere la deroga alle pescherie, alla vendita di prodotti tipici locali o comunque prodotti che rientrino negli usi e costumi tradizionali locali;

VISTA l’ordinanza sindacale nr. 68 del 1 dicembre 2008 con la quale si ordina la chiusura domenicale e festiva degli esercizi commerciali, in esecuzione del combinato disposto dei commi 5 e 6 dell’art. 18 della richiamata L.R. 11/2003 e s.m.i.;

RILEVATO che per le peculiarità della Città di Taviano nel tempo sono venute a modificarsi le esigenze dell’utenza, si registra un incremento dei flussi in città e nella locale marina, soprattutto nei giorni domenicali e festivi, anche nel periodo invernale con una forte domanda a cui si ritiene debba rispondersi con altrettanta offerta;

CHE, peraltro,che per taluni cittadini, per la specificità di turnazioni di lavoro e per la singolarità di inderogabili impegni, quello della domenica resta l’unico giorno utile a provvedere all’acquisto di beni di primaria necessità;

CHE il particolare periodo di crisi in atto investa anche il settore del commercio, per cui è necessario che i Comuni, ai quali è demandata la cura degli interessi della collettività amministrata assumano iniziative idonee al rilancio dell’economia locale;

CHE , allo stato, i commercianti di particolari tipologia di prodotti, possono effettuare saldi sulla merce venduta in vari periodi dell’anno e per lunghi periodo sia nella fine stagione estiva che invernale,

CHE il periodi dei saldi oltre a risultare favorevole sotto il profilo economico per i commercianti che possono effettuare, per la tipologia degli articoli commercializzati, la vendita a saldo, può anche costituire motivo di richiamo e , quindi, possibile incremento delle vendite anche per gli esercenti che diversamente non possono effettuare vendite a saldo;

DATO ATTO che taluni Sindaci dei Comuni limitrofi hanno applicato la legge regionale nr. 11/2003 e s.m.i. emanando ordinanze che, salvaguardando gli usi e costumi delle tradizioni locali, consentono l’apertura domenicale degli esercizi commerciali, e che questo determina significative alterazioni delle condizioni della concorrenza, venendosi a creare una discriminazione tra gli esercizi posti nella città di Taviano e quelli posti a pochissimi chilometri di essa;
CHE la laboriosa fase e i lunghi tempi di preparazione di particolari prodotti, attinenti prioritariamente a generi alimentari, nonchè i brevi tempi di possibilità conservazione e consumazione degli stessi, non permettono la commercializzazione oltre il quotidiano, così come prescritto da apposite norme di carattere igienico-sanitario e suggerito dal buon senso,

RITENUTO che, ponderate le contrapposte esigenze, l’interesse generale e preminente di questa Amministrazione comunale dovrebbe essere quello di ampliare al massimo il carattere pro-concorrenziale per rimuovere situazioni si svantaggio tra operatori commerciali, venutesi a determinare a causa dell’attuale contesto socio-economico e a causa delle condizioni climatiche, che hanno ritardato le vendite invernali, il tutto in un contesto di nuove dinamiche competitive che si affermano sempre più e che vedono da una parte l’ampliamento della grande distribuzione e dall’altro il proliferarsi di iniziative concorrenziali nei comuni limitrofi;

CHE, a causa del progressivo cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori, il criterio dell’individuazione di regimi differenziati sul territorio potrebbe generare effetti distorsivi della concorrenza;

CHE pur nel rispetto delle leggi e dei regolamenti, debba sempre prevalere un fondamentale diritto sancito, peraltro, dalla nostra Carta Costituzionale, qual’è quello alla libertà, che si coniuga, altresì, anche nell’espletamento di una attività lavorativa, e che ha come unico limite il ledersi o la mutua esclusione delle diverse forme della stessa libertà nell’agire dei singoli individui;

CHE quanto rivendicato, con la mozione ai sensi dell’art. 51 del regolamento durante il Consiglio Comunale, è in linea con quella, oggi da più parti invocata, liberalizzazione del mercato del lavoro, quale idonea soluzione per un rilancio dell’economia e dei consumi, e che, nello specifico della nostra realtà locale, non può prescindere da una liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali;

CHE, in virtù di quanto sopra enunciato, nella nostra Città di Taviano è stata sempre garantita la possibilità di apertura domenicale di determinati esercizi, e , con essa, un elementare e qualificato servizio offerto ai cittadini;

PRESO ATTO dei numerosi e gravi disagi riscontratisi domenica 11 e 18 Gennaio, nonchè 1 e 8 febbraio u.s. in seguito all’ordinanza di chiusura, in conformità con il recente piano di disciplina degli orari di attività per gli esercizi per la vendita al dettaglio, disposta dal Sindaco di Taviano,

si propone quanto segue

Hawkeye ha detto...

si propone quanto segue

CHE l’amministrazione di Taviano faccia propri i principi di buon senso e ragionevolezza espressi dal Dirigente del Servizio Commercio della Regione Puglia;

CHE il Sindaco di Taviano riveda la propria intransigente posizione consentendo la modifica della propria ordinanza.

e definitivamente

si propone che il Consiglio Comunale deliberi

la modifica dell’ordinanza n. 68 del 01/01/2008, permettendo l’apertura facoltativa nelle giornate domenicali e festive agli esercizi di commercio al dettaglio di vicinato ( con superficie di vendita sino a 250mq) su aree private in sede fissa, su tutto il territorio comunale e della marina di Mancaversa.



PERTANTO


IL CONSIGLIO COMUNALE


VISTA l’antescritta proposta di deliberazione

UDITA la relazione del Consigliere Tanisi

UDITI gli interventi dei Consiglieri Comunali coma da reseconto stenotipografico;

VISTI i pareri di legge

VISTO l’esito della votazione

8 voti favorevoli (Tanisi, Portaccio Carlo, Tunno, Corvino, Bruno, Sabato, Pasca),
11 voti contrari
0 astenuti



DELIBERA

DI NON approvare la su estesa proposta di deliberazione



Allegato resoconto stenotipografico


CONSIGLIO COMUNALE DEL 27 FEBBRAIO 2009

PUNTO 3 O.D.G.

Proposta di delibera a seguito di mozione, presentata ai sensi dell’art. 51 del Regolamento del Consiglio Comunale riguardante la modifica della disciplina degli orari di attività degli esercizi di vendita al dettaglio (proposta dei consiglieri di minoranza)

PRESIDENTE - Relaziona il consigliere Tanisi, che si è fatto portatore del deposito della proposta di delibera allegata agli atti di questo Consiglio. Prego.

CONSIGLIERE TANISI - Io credo di poter intervenire e di aggiungere un altro aspetto, visto che ho la possibilità di parlare ...

PRESIDENTE - Non hai la parola sull'argomento interrogazioni.

CONSIGLIERE TANISI - Presidente, io ti chiedo: posso proporre una mozione?

PRESIDENTE - Adesso siamo sul punto 3.

CONSIGLIERE TANISI – Posso intervenire per fatto personale?

PRESIDENTE – Non esiste il fatto personale sulle interrogazioni.

CONSIGLIERE TANISI - Io non voglio assolutamente fare polemica con te.

PRESIDENTE - Ma non la fai con me, la fai con il Regolamento che più stesso hai approvato.

segue acceso dibattito tra il consigliere Tanisi e il Presidente

CONSIGLIERE TANISI - Siccome mi avete spaventato con la diffida...

PRESIDENTE - Non ti voglio spaventare, Vorrei solamente richiamare il tuo senso istituzionale, visto che hai fatto il Sindaco per cinque anni di questa città. Consigliere Tanisi, vuoi relazionare sul punto 3?

CONSIGLIERE TANISI – Io, proprio per essere rispettoso del Regolamento ho trasformato in mozione quando un gruppo di operatori commerciali di Taviano hanno raccolto una serie di firme, sentendosi danneggiati da un provvedimento legittimo...

PRESIDENTE – Lo farei dopo, alla fine lo farai. Intanto adesso relaziona sul punto 3, se vuoi, altrimenti vado vanti.

CONSIGLIERE TANISI - Io sto discutendo di una mozione.

PRESIDENTE – Stai discutendo della mozione che hai presentato, quindi relaziona su quella.

CONSIGLIERE TANISI – Di quella parlo. Non siete sereno, Presidente, non siete sereno.

PRESIDENTE – Pensavo che l’amicizia di lunga data ti avesse consentito di conoscermi come sono. E tu lo sai che io su certe questioni non transigo per nulla, prima di tutto nei miei confronti, da solo, e poi figurati… Non ho fatto parlare l’assessore Caputo per un chiarimento integrativo, che poteva essere utile, per rispetto alle norme, e non tu non hai rispetto di questo Consiglio e di questo Regolamento.

CONSIGLIERE TANISI – Ma non è così!

PRESIDENTE – Te lo dico io, sennò avresti smesso di fare questa polemica.

CONSIGLIERE TANISI – Non te lo farò dire mai…

PRESIDENTE – Tanto lo sai che per quanto mi riguarda io ho acceso già il motore, posso stare qui tre giorni di fila a parlare con te.

CONSIGLIERE TANISI – Siccome ritengo che se l’assessore Caputo è rispettoso della indicazione puntuale che gli hai dato, io ritengo di avere titolo, evidentemente…

PRESIDENTE – Lo farai, adesso no.

CONSIGLIERE TANISI –… per non essere d’accordo con te. Poi mi darai il momento, il modo e la possibilità di depositare un atto che è pertinente all’argomento del Consiglio comunale, che è pertinente agli argomenti che un consigliere comunale evidentemente conosce.

PRESIDENTE – Evidentemente non conosci la differenza tra argomento all’ordine del giorno e interrogazione. Non la conosci, sennò non diresti le cose che stai dicendo.

CONSIGLIERE TANISI – Presidente, io ti ho chiesto di parlare per fatto personale…

PRESIDENTE – Non esiste il fatto personale! Farai un ulteriore ricorso perché questo Presidente non ti consente di parlare.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE TANISI – Io sto discutendo del terzo punto all’ordine del giorno, che parla di una mozione, e mi chiedo, e quindi per questo, per essere riguardoso e puntuale nel rispetto del Regolamento: quando potrò presentare una mozione?

PRESIDENTE – Ti ho già risposto, non sei attento. Non sei attento perché guardi dall’altra parte. Girati di qua, guardami negli occhi quando ti parlo.

CONSIGLIERE TANISI – Presidente, non sei sereno proprio.

PRESIDENTE – Ti ho detto tre volte che alla fine della discussione degli argomenti all’ordine del giorno presenterai la tua mozione. Ora relaziona sul punto 3. Te l’ho detto tre volte. Non sei attento perché ti giri dall’altra parte.

CONSIGLIERE TANISI – Io proporrò, evidentemente quando mi darai la possibilità, una mozione, quando mi darai la possibilità di parlare di qualcosa che riguarda il Consiglio, dal mio punto di vista. Allora volevo dirti auto, premesso che voglio essere rispettoso del Regolamento, ti chiedevo evidentemente se per fatto personale si poteva intervenire per andare ben al di là di quelle che sono le previsioni…

PRESIDENTE – Telegraficamente: non esiste il fatto personale, quindi non hai facoltà di parlare sull’argomento. Grazie.

CONSIGLIERE TANISI – Se mi consenti di parlare per fatto personale, ti chiedo interlocutoriamente, come abbiamo fatto sempre in questi ultimi 20 anni, come possiamo utilizzare i momenti del Consiglio comunale per degli argomenti…

PRESIDENTE – Utilizzando gli strumenti che il Regolamento ti offre.

CONSIGLIERE TANISI – L’argomento di oggi è quello della mozione.

PRESIDENTE – Giuseppe, non dire a me che non sto facendo parlare, che sulle interrogazioni per cinque minuti deve rispondere uno solo degli interroganti. Ho fatto parlare 3 persone per mezz’ora. Non dire questo, perché dici delle falsità! Sceglitene un altro, perché secondo me sbagli obiettivo con me.

CONSIGLIERE TANISI – È una cosa assurda che mi sembra di avere da parte del Presidente del Consiglio. Un atteggiamento

PRESIDENTE – Farai un ulteriore ricorso, che devo dirti?

CONSIGLIERE TANISI – Ragiono per la bontà dei momenti…

PRESIDENTE – Vai avanti, adesso?

CONSIGLIERE TANISI – Allora, se tu mi vuoi invitare a nozze per fare polemica con il sottoscritto, lo puoi pure tranquillamente fare. Siccome io non ho assolutamente voglia di fare polemiche con te, io guardo alla mia funzione di consigliere comunale…

PRESIDENTE – Consigliere Tanisi, forse non hai capito: di quell’argomento tu non parli.

continua discussione tra consigliere Tanisi e Presidente

CONSIGLIERE TANISI – Dopo questo premessa mi permetto di dire che l’ultimo Consiglio comunale è stato quello in cui evidentemente abbiamo utilizzato una mozione, una petizione, una raccolta di firme da parte degli operatori commerciali e l’abbiamo proposta come mozione, proprio perché non si andare oltre, come abbiamo sempre fatto in questo Consiglio comunale, di quelle che sono le previsioni regolamentari, e si potesse tenere conto di una parte della città, di un gruppo di operatori commerciali che chiedevano una rivisitazione di un’ordinanza, che era quella con cui si chiudeva la domenica gli esercizi commerciali.
E ti ho pure scritto e mi hai anche ringraziato. Per più volte ti ho detto: “Dammi la proposta di delibera” e così ho fatto…

PRESIDENTE – Te l’ho detto perché il Regolamento dice questo.

CONSIGLIERE TANISI – Ma io ti ho anche scritto dicendoti: “Colgo l’occasione, signor Presidente, per ringraziarla per la cortese sollecitazione rivoltami a riguardo e le invio cordiali saluti”. Poi, nello stesso tempo, io non condivido l’atteggiamento che state avendo oggi nei riguardi dei consiglieri comunali…

PRESIDENTE – Ma se tu stesso l’altra volta l’hai detto. C’era un’interrogazione, l’avete trasformata in mozione, se ne sta discutendo. Perché oggi vorrei fare le cose diversamente? Perché?

CONSIGLIERE TANISI – Io non voglio assolutamente fare qualcosa che è in contrasto con il Regolamento. Io ritengo che questo Consiglio comunale è sovrano di argomenti così importanti, per cui tre consiglieri comunali hanno proposto un’interrogazione, hanno dato un momento di discussione, una risposta che, per quanto mi riguarda, da consigliere ne prendo atto, ma è assolutamente insoddisfacente…

PRESIDENTE – Non sei firmatario dell’interrogazione, non puoi parlare. Quando non ho fatto intervenire l’assessore Caputo, non mi pare che tu ti sia strappato i capelli: “Fatelo parlare”. Perché vuoi parlare tu? Non sei firmatario dell’interrogazione, non puoi intervenire nel merito dell’interrogazione. È chiaro o no?

CONSIGLIERE TANISI – Se l’assessore Caputo non si scandalizza, né si strappa i capelli, io sicuramente mi strappo i capelli quando vedo che vi comportate così, Presidente, perché ne ho pochi, ma sicuramente non è un atteggiamento che…

PRESIDENTE – Tanisi, è mezz’ora che stiamo facendo polemica. Vuoi parlare di questo punto o no? Se vuoi parlare, parla.

CONSIGLIERE TANISI – Io parlerò quando il Presidente del Consiglio mi darà la possibilità di farlo.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Tanisi, ora mi ascolti 5 secondi. Io ho introdotto l’argomento al punto 3. O tu relazioni su quello, o tra dieci secondi io ti tolgo la parola e faccio relazionare un altro. Sia chiaro questo! Non inserire più l’argomento interrogazione, della quale non sei firmatario, non hai titolo a parlare.

CONSIGLIERE TANISI – Premesso, quindi, che nell’ultimo Consiglio comunale abbiamo proposto la mozione, ti ringrazio perché mi hai sollecitato più volte a formularla come atto di delibera proprio per il Consiglio comunale. Ho cercato di applicarmi per mettere in evidenza quelli che sono i riferimenti normativi della Regione Puglia, quello che è il comportamento, quelle che sono le delibere. Per altro, avevo pure scritto al Sindaco, ma pensando di fare qualcosa di utile dei commercianti, che insieme al Sindaco volevano trovare una soluzione per poter, evidentemente, chi ne aveva volontà, stare aperti nella giornata di domenica.
Io, Sindaco, ho scritto in questi termini a te, mandandoti la prima ordinanza del Comune di Lecce, con cui venivano consentite le aperture domenicali. Dal mio punto di vista, oppure sentendo alcuni operatori commerciali, noi riteniamo che ci sono le condizioni per andare oltre quelle prescrizioni rigidissime che si vuole interpretare con la chiusura domenicale e con l’ordinanza, la n. 68, se non sbaglio, che è stata adottata da parte del Comune di Taviano. Quindi, io ho poi cercato di fare riferimento a provvedimenti che non sono provvedimenti fatti da un consigliere comunale qualsiasi. Io mi riferisco, e l’ho scritto nella proposta di delibera alla nota del 30.10.2008, con cui il direttore del servizio, dottor Pietro Flambace, che è il dirigente della Regione Puglia, dà proprio un atto di indirizzo all’Anci e anche ai Sindaci perché si possa, evidentemente, fare una riflessione su questo provvedimento di chiusura nelle domeniche degli esercizi commerciali. Dal mio punto di vista io ritengo che siamo in una fase difficile. Chi è titolare di partita IVA, liberi professionisti, artigiani, commercianti vive un momento di difficoltà che il sistema economico… In un piccolo Comune come il nostro, in un piccolo Comune, circondato da Racale, Melissano, dal Comune di Lecce, che anche la domenica viene data facoltà a tutti gli operatori commerciali di stare aperti, per chi ha la possibilità, quindi io ritengo che noi possiamo cercare di trovare le giuste motivazioni per consentire le aperture domenicali a chi è autorizzato, a chi ha già l’autorizzazione antica. Abbiamo avuto da parte del dirigente Flambace , di cui citavo, un atto di indirizzo fatto ai Sindaci, all’Anci Puglia, categoria Confesercenti, categoria Confcommercio, in cui dice: “Preliminarmente si precisa che l’Art. 1 della Legge Regionale n. 11/2003, come modificata dalla 5 del 2008, precisa che la norma non si applica, tra altro, ai pescatori, alle cooperative di pescatori, ai produttori agricoli, agli artigianati locali. A parere dell’ufficio scrivente la citata norma, applicata con buon senso e ragionevolezza – quello che io chiedo di utilizzare anche per la città di Taviano – porta a estendere la deroga alle pescherie, alla vendita di prodotti tipici locali, comunque prodotti che rientrano negli usi e nei costumi tradizionali locali.
Nella nostra comunità a me sembra che si sta arrivando addirittura a fare quasi gli ispettori della guardia di Finanza , con cui nel momento in cui si presenza un certificato camerale, che è in perfetta armonia e in conformità con quelle che sono le norme per il funzionamento dell’attività commerciale, noi andiamo a chiedere i registri IVA, andiamo a chiedere l’attività quale può essere prevalente dal punto di vista tributario.
Non è questa la funzione, dal mio punto di vista, che deve avere una amministrazione comunale. E quindi la proposta di delibera, che va nel senso di favorire non soltanto nel periodo degli sconti, dei saldi, fino al 28 febbraio, mi sembra che anche il Sindaco Perrone nella città di Lecce ha consentito nel mese di marzo e nel mese di aprile la deroga per dare a tutti la possibilità di operare. E è una norma che non si rivolge ai supermercati, agli ipermercati, si rivolge a tutti gli operatori di vicinato con meno di 250 metri, che evidentemente vivono il disagio. Mi riferisco a tutti coloro che sono marito e moglie, figli, che durante la domenica si impegnano. Perché evidentemente quella domenica lavorativa è una domenica utile per quadrare il bilancio della piccola azienda commerciale o familiare che c’è all’interno di una piccola comunità come la nostra. Ma poi basta andare a Melissano, basta andare a Racale, basta andare a Alliste, che la domenica mattina gli esercizi commerciali sono tutti aperti. Non parlo di Lecce, città capoluogo, che evidentemente il Sindaco Perrone ha già deciso nel mese di febbraio e di gennaio di lasciare aperti gli operatori commerciali.
L’atto di indirizzo che abbiamo proposto al Consiglio comunale fa anche riferimento alla abitudine che c’è nella nostra città. Parliamo di mercato ortofrutticolo. Molti degli operatori commerciali, soprattutto chi ha frutta e verdura, avevano l’abitudine di andare la domenica mattina presto per offrire ai propri clienti i migliori prodotti, la migliore frutta, la migliore verdura, la migliore insalata, il migliore prodotto per la propria utenza. Noi stia finendo, invece, per impedire, con una volontà che è di chiusura assoluta rispetto a una interpretazione diversa che possiamo dare della Legge regionale, non consentire a chi, viceversa, volesse stare aperto durante la domenica, di poter continuare a operare. Allora noi abbiamo proposto che l’amministrazione di Taviano faccia propri i principi del buon senso e della ragionevolezza, che non sono i principi miei, sono i principi della dirigente della Regione Puglia, in cui dà un atto di indirizzo all’Anci, dà un atto di indirizzo a tutti i Sindaci perché vi vada al di là della norma. Una lettura non chiusa, una lettura aperta, con una capacità di interpretare veramente i bisogni di una comunità. Allora, cosa dovremmo fare? Dovremmo andare a non tenere conto della nostra comunità, del mercato ortofrutticolo, di quanti operatori la domenica sono aperti da decenni, che riescono a dare un servizio alla comunità? Chi lavora sabato e la domenica ha la possibilità di considerarlo un servizio. Considero gli operatori commerciali come occasioni che danno alla comunità di arricchirsi dei servizi. Per chi lavora, la domenica mattina uscire dalla chiesa significa prendere la frutta per chi ha la difficoltà a farlo durante la settimana, per chi ha la volontà, il sacrificio di continuare ad operare. Sono operatori commerciali che non vanno in ferie, non prendono cassa integrazione, non prendono mobilità, non prendono nessun beneficio, non si possono ammalare, e la domenica sono nei loro piccoli esercizi commerciali. E io credo che di queste persone, di questi operatori, contribuenti della nostra città noi dobbiamo tenerne conto, poiché era consolidata anche l’abitudine per queste piccole imprese di continuare a lavorare nella nostra comunità. Quindi proponiamo che l’amministrazione di Taviano faccia propri i principi di buon senso e ragionevolezza espressi dal dirigente del servizio commercio della Regione Puglia; che il Sindaco di Taviano riveda la propria intransigente posizione, consentendo la modifica della propria ordinanza; e definitivamente si proponi che il Consiglio comunale deliberi la modifica dell’ordinanza n. 68, mi sembra, permettendo l’apertura facoltativa nelle giornate domenicali agli esercizi di commercio al dettaglio di vicinato, con quindi una superficie inferiore a 250 metri quadrati, su aree private in sede fissa su tutto il territorio comunale e nella marina di Mancaversa.

PRESIDENTE – Chi deve prendere la parola sull’argomento? Prego, consigliere Pasca.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE PASCA – Se fosse possibile sentire adesso la valutazione…

PRESIDENTE – Io sto chiedendo se ci sono interventi, consigliere. Prego, Belloni.

ASSESSORE BELLONI – Io faccio una breve premessa su questa vicenda, per il semplice fatto che poi se n’è parlato anche nel precedente Consiglio, a seguito dell’interrogazione presentata dai consiglieri di minoranza di questo Consiglio comunale. La premessa consiste in questo, nel senso dell’ordinanza n. 68 che è stata fatta dalla nostra amministrazione riguarda la Legge Regionale n. 11, l’Art. 18, modificato con la Legge Regionale n. 5 del 2008, che prevede l’apertura e la chiusura degli esercizi di vicinato in tutti i Comuni. Il 27 novembre noi, prima di recepire questa Legge regionale, avevamo fissato un incontro con tutti gli operatori commerciali di Taviano, che sono stati invitati sulla casa comunale per cercare di parlare di questa Legge Regionale e cercare anche, insieme a loro direttamente, quali potevano essere le eventuali esigenze che poi la nostra amministrazione poteva anche accogliere. Sono stati invitati tutti gli operatori commerciali di Taviano e hanno partecipato 60 – 65 operatori, dove in quella sede l’amministrazione, in questo caso l’assessore, che ero io, aveva invitato anche gli altri rappresentanti dei Comuni limitrofi, intesi come Melissano, Racale e Alliste, per parlare proprio di questa Legge. Anche perché questa Legge è stata dibattuta da tempo in tutti i Comuni, in particolar modo nella città di Lecce. E quindi si chiedeva anche agli operatori quali fossero le loro intenzioni o eventualmente le loro esigenze. In quella sede io presentai questa Legge regionale, chiedendo, eventualmente, quali fossero le esigenze degli operatori. Risposero sul fatto che all’eventuale deroga alla chiusure a domenicale degli esercizi commerciali, fissata dalla Legge Regionale, il Sindaco poteva eventualmente dare la possibilità a questi operatori di restare aperti anche un’altra domenica, quindi un festivo per ogni mese. Perché poi la Legge fissa dei giorni ben precisi in cui gli esercizi commerciali devono restare aperti. E in questo caso può derogare a un’altra domenica del mese per l’apertura domenicale. Non c’è stato da parte degli operatori un accoglimento di questa possibilità dei partecipanti, naturalmente, a quella assemblea. Comunque si fissò, anche di concerto con gli altri rappresentanti degli altri Comuni, di eventualmente derogare alla Legge Regionale e consentire agli operatori commerciali l’apertura di un’altra domenica di ogni mese. Pensando anche di poter dare la possibilità agli esercizi commerciali del nostro Comune, che ha una marina, di poter restare aperti da maggio a settembre. Si è parlato di questo. Gli operatori commerciali in quella sede non erano così disponibili a essere aperti ulteriormente, e quindi la domenica, per il semplice fatto che dicevano di sostenere dei costi ulteriori nella loro attività. O chi aveva dei lavoratori o delle commesse doveva anche pagare lo straordinario o il giorno domenicale per poter lavorare.
Comunque, di questo si prese la decisione di far aprire gli esercizi commerciali l’ultima domenica di ogni mese. E così fu fatta questa ordinanza per tutti gli esercizi commerciali. Questa è una breve premessa per dire ai consiglieri, e a tutti i partecipanti a questo Consiglio comunale, come sia stata dibattuta la questione prima di fare l’ordinanza n. 68 che riguarda il nostro Comune.
In merito alla proposta, poi, di delibera fatta dai consiglieri di minoranza in questa seduta, si parla di buonsenso e ragionevolezza. Sicuramente il buonsenso e ragionevolezza è un argomento che può essere dibattuto quanto vogliamo. Noi, come amministrazione, stiamo soltanto adottando una Legge Regionale. Noi non siamo né contro chi vuole stare aperto o a favore di chi vuole stare chiuso. Noi siamo un’amministrazione, siamo amministratori e in questo caso dobbiamo rispettare la Legge, quello che viene previsto dalla normativa e della Legge. E il già Sindaco Giuseppe Tanisi sa benissimo, avendo fatto il Sindaco, che a una Legge non si può dire di no, altrimenti si può pure essere accusati di inadempienze in atti di ufficio. Quindi, in questo caso, se parla di Comuni limitrofi che sono gli esercizi pubblici dei Comuni limitrofi che risultano aperti, diciamo che questo non è sicuramente vero. Noi ci siamo permessi, proprio perché nell’ultimo Consiglio comunale era venuto fuori questo tipo di discorso, il fatto che i Comuni di Melissano, Racale e Alliste, gli esercizi commerciali fossero aperti ogni domenica, noi abbiamo scritto ai Sindaci degli altri tre Comuni, chiedendo come stessero le cose. I Sindaci, caro consigliere Tanisi, ci hanno risposto che loro anche hanno adottato la Legge Regionale e ci comunicano che tutti gli esercizi commerciali sono chiusi, nessuno è aperto. Qui ho le risposte dei Sindaci, che sono agli atti di questo Comune, per dire che non c’è nessuna inadempienza. Vi leggo che cosa scrive il Comune di Alliste: “In riferimento, la Signoria Vostra invita a far osservare le disposizioni della Legge n. 11. Si comunica che nel nostro territorio comunale non risulta vi siano aperture domenicali arbitrarie e che a tutti gli esercenti l’attività di commercio al dettaglio di vicinato è stata notificata l’ordinanza n. 2 emessa da questo Comune in aderenza alle disposizioni dell’Art. 18 della Legge Regionale n. 11, così come modificato e integrato dalla Legge Regionale n. 5 del 2008”. Questo è il Comune di Alliste. Poi, la città di Melissano: “Oggetto: in risposta alla nota del… inviata dal Comune di Taviano. In merito alla disciplina degli orari e l’attività degli esercizi di vendita al dettaglio del nostro territorio, si comunica che questa amministrazione ha adottato, dal 16 giugno 2008, con l’ordinanza sindacale – quindi anche prima di noi – n. 51/2008 le modifiche apportate dalla Legge Regionale. Modifiche e integrazioni, nuova disciplina del commercio. In particolare ha trasmesso a tutti gli esercizi commerciali la rideterminazione della disciplina degli orari, dei riposi, delle aperture domenicali e festive infrasettimanali per gli esercizi di vendita al dettaglio, e ha disposto, inoltre, la disciplina degli orari di attività degli esercizi di vendita al dettaglio per l’anno 2009 con l’ordinanza sindacale n. 80 del 20/11/2008”. Vi leggo anche quella del Comune di Racale, dove il Comune dice che ha partecipato l’assessore Flavio Carlino alla riunione: “Con la presente la informiamo che i commercianti di questo Comune non hanno usato alcuna arbitrarietà in merito all’apertura domenicale. In data 30 dicembre 2009 io stesso ho emesso l’ordinanza n. 49, riguardante gli orari di cui all’oggetto, sentite le associazioni di categorie, indicate nella stessa Legge, le quali hanno espresso parere favorevole. Le ricordo, fra l’altro, che alla riunione del 27 novembre ha partecipato l’assessore alle attività Produttive Flavio Carlino, da me delegato, e in quell’occasione propose ai vostri commercianti di scegliere una domenica diversa da quella dei commercianti racalini, affinché i cittadini dell’Unione potessero usufruire di un servizio migliore, sapendo che ogni domenica gli esercizi di uno dei Comuni che ne fanno parte sarebbero rimasti aperti.
Ma nonostante la proposta in quell’occasione, nulla fu stabilito a riguardo, perché i commercianti di Taviano non presero nessuna decisione. A ogni buon conto, le invio in allegato un estratto dell’ordinanza in cui vengono ripresi i punti salienti…” etc. etc.. A dimostrare di questo, nelle ordinanze fatte nei Comuni limitrofi, a differenza della nostra, per esempio, che abbiamo previsto anche la non chiusura infrasettimanale, proprio per essere ancora più aperti alle esigenze dei commercianti, al contrario di quello che ci prescrive la Legge Regionale, noi come Comune di Taviano nell’ordinanza n. 68 abbiamo anche permesso agli esercizi commerciali di restare aperti durante la settimana e di non rispettare il turno infrasettimanale. Cosa che negli altri Comuni, invece, obbligano a fare. Quindi, un ulteriore apertura agli esercizi commerciali di Taviano. Ma vi dirò di più: che alla fine io devo anche, sotto certi aspetti, capire, e capisco anche le esigenze di alcuni esercizi commerciali, che si sono lamentati per il fatto che ci sia stata questa ordinanza, e degli esercizi commerciali che si sono lamentati, e lo dissi anche nell’altra seduta di Consiglio comunale, si tratta di ditte, esercenti che, con tutte le loro ragioni, sicuramente in quella riunione, invitati da questa amministrazione, non hanno partecipato. Ammesso e non concesso che in quella riunione, sentite le loro esigenze, noi potevamo essere contro una Legge regionale e quindi non ottemperare alla stessa Legge Regionale.
Si tratta anche di esercizi commerciali di macellerie, praticamente, che riguardano il settore alimentare che tu, carissimo consigliere Tanisi, che sei commercialista come me e come altri in questo Consiglio comunale, sai benissimo che le macellerie fanno parte del settore alimentare. Quindi, quello che dicono alcuni macellai è il fatto che non possano fare la domenica il servizio che facevano prima, quello di rosticceria. Il problema è questo, che da quando hanno tolto anche le tabelle merceologiche, anche i macellai sono passati nel settore alimentare. E quindi alla fine, se noi permettiamo l’apertura oppure la cottura di determinati prodotti ai macellai, lo dovremmo permettere a tutti gli esercenti del settore alimentare. Perché due settori ci sono nel settore commercio: quello degli alimentari e quello dei non alimentari. Quindi, fare una cosa del genere vuol dire fare un’ordinanza ad hoc, ma farla estendere a tutti e estenderla a tutto il settore alimentare. Sempre considerando il fatto che noi questa cosa la possiamo fare. Perché alla fine noi stiamo solo e esclusivamente rispettando una normativa, una Legge e basta, abbiamo adottato solo quella cercando in tutti i modi di venire incontro agli operatori e sentendo anche gli stessi operatori. Poi il consigliere Tanisi parla anche di tradizioni popolari. In questo caso bisogna anche capire che cosa si intende. Perché poi mi devi citare quale può essere la tradizione popolare riferita a determinati prodotti. Perché, se me lo citi, eventualmente noi possiamo anche considerare il fatto di prendere in considerazione questo. Perché dirlo così “tradizioni popolari”, oppure citare la città di Lecce e dire: “L’ordinanza fatta dal Sindaco Perrone”… Io ho qui degli articoli riguardo la città di Lecce, dove l’apertura domenicale è solo per pochi. A Lecce è successo, e ve lo dico tranquillamente, questo: alcuni commercianti, come è successo a Taviano, si sono lamentati sull’apertura domenicale, sul fatto che questa ordinanza prevedeva la chiusura domenicale degli esercizi. Altri commercianti, in questo caso, una volta che il Sindaco Perrone ha fatto un’ordinanza per i mesi di gennaio e febbraio, che sono dei mesi riferiti ai saldi, e stiamo parlando della città di Lecce, dove si sposta tutta la provincia la domenica per andare a fare compere o a visitare la città, c’è stata, da parte di altri esercenti commerciali, il fatto che non erano d’accordo su questa nuova ordinanza fatta dal Sindaco Perrone, che permetteva anche l’apertura domenicale. È chiaro che non possiamo sicuramente… se prendiamo delle decisioni o se facciamo un’ordinanza, dobbiamo rispettare un po’ tutti. Quindi, noi l’ordinanza l’abbiamo fatta sulle disposizioni fatte da una normativa e fatte da una Legge. Non l’abbiamo fatta perché ci siamo svegliata una mattina e volevamo compire il macellaio oppure il fruttivendolo o chi altro. Noi l’abbiamo fatta solo e esclusivamente perché stiamo rispettando la Legge e vogliamo far rispettare la Legge fino in fondo. Questo è poco, ma sicuro. Tornando al discorso di Lecce, questi sono stati gli articoli di rimostranze fatte da parte di esercizi pubblici che volevano stare chiusi la domenica. Perché dicevano anche loro che la domenica è giorno di chiusura, di passare in relax, di stare con la famiglia. E poi, Giuseppe, sei anche cattolico, alla fine fattelo dire: don Antonio e qualche altro prete di Taviano ti potrà dire: “La domenica è il giorno del Signore”. Alla fine dobbiamo anche dire questo e pensare questo. Oltre a questo, tu mi parlavi di associazioni di categoria. Le aperture domenicali sono illegittime, nessuna concertazione con le associazioni di categoria. Una scelta pericolosa. Quindi, la Legge parla anche di sentire le associazioni di categoria. Sono le associazioni di categoria stesse che non vogliono che ci sia l’apertura domenicale. Queste sono le risultanze, Giuseppe, ma non voglio sicuramente entrare in polemica con nessuno, perché alla fine l’interesse dei commercianti deve essere un interesse di tutti i commercianti e deve essere l’interesse di tutta la città. Noi non vogliamo impedire a nessuno di fare il proprio lavoro, ma vogliamo soltanto che sia rispettata la Legge, come la rispettiamo noi. E noi amministriamo questo Comune e faremo rispettare la Legge. Punto.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Prego, Bruno.

CONSIGLIERE BRUNO – Mi verrebbe da iniziare proprio dalle ultime affermazioni dell’assessore Belloni “Vogliamo far rispettare la Legge”. Per far rispettare la Legge, mi permetti, Rino, amichevolmente, bisognerebbe ance conoscerla e capirne la ratio e capirne il significato, perché sennò si rischia di fare dei provvedimenti abnormi. Ringrazio intanto gli amici di minoranza che hanno proposto la mozione, della quale proposta di delibera, per altro, non condivido il deliberato, come spiegherò, e che chiedo che venga modificato, facendo un emendamento alla fine del mio intervento. Perché non è che noi dobbiamo proporre al Consiglio comunale di deliberare, al Sindaco di modificare l’ordinanza. No. Secondo me noi dovremmo, Consiglio comunale, chiedere al Sindaco… Anzi, il Consiglio comunale deve dare indirizzo al Sindaco di revocare l’ordinanza, perché è illegittima. Io ho avuto la fortuna di approfondire l’argomento sia come consigliere comunale, ma anche perché onorato e onerato dai cittadini che sono stati verbalizzati dall’apertura domenicale, e quindi ho dovuto approfondire, anche per ragioni professionali, la vicenda, partendo dalla norma base, il decreto legislativo 114 del ’98. Art. 11: “Orari di apertura e chiusura. Gli orari di apertura e di chiusura al pubblico degli esercizi di vendita al dettaglio sono rimessi alla libera determinazione degli esercenti nel rispetto delle disposizioni del presente Articolo e dei criteri emanati dai Comuni, sentite le organizzazioni locali dei consumatori, delle imprese del commercio e dei lavoratori dipendenti, in esecuzione di quanto disposto dall’Art. 36, comma 3, n. 142/90”. Oggi l’Art. 36 è ripreso dall’Art. 50 della Legge 267/2000 degli Enti Locali. L’Art. 36, nuova formulazione, dice al terzo comma: “Competenze del Sindaco e del Presidente della Provincia. Il Sindaco coordina e riorganizza, sulla base degli indirizzi espressi dal Consiglio comunale e nell’ambito dei criteri eventualmente indicati dalla Regione, gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercenti e dei servizi pubblici, nonché d’intesa…” etc. etc..
Quindi, mi fermo già qui, ma poi c’è la delibera regionale che approfondisce ancora di più questo ragionamento. Il Sindaco è vero che può fare l’ordinanza in materia di chiusura, ma per fare questa ordinanza presuppone necessariamente un criterio dato dal Consiglio comunale e sentite le organizzazioni di categoria. E questo è con fermato dalla Legge Regionale n. 5/2008 che ha modificato la Legge Regionale n. 11/2003, laddove, con la delibera di Giunta Regionale, la n. 1.448 dell’1 agosto 2008, l’assessore Frisullo che relazionava diceva: “A proposito della rappresentatività, la Legge recepisce una forte esigenza rappresentata sia dalle associazioni di categoria che dalle organizzazioni sindacali di rafforzare il ruolo di responsabilità della concertazione, individuando con un criterio altamente qual qualitativo le associazioni e organizzazioni responsabili nella concertazione”. Vi risparmio alcune parti, poi dice: “In sintesi, la Regione, sia per le procedure di modifica e di approvazione dei Regolamenti attuativi previsti dalla Legge Regionale, che per le procedure della conferenza servizi sociali, è obbligata a acquisire parere obbligatorio delle rappresentanze degli enti locali, e previa consulta regionale consumatori, utenti, etc.”. E questo per l’attività che deve fare la Regione. Però poi dice, continuando: “Le medesime associazioni e organizzazioni saranno chiamate dalle amministrazioni comunali per l’adozione degli atti di programmazione di propria competenza, inclusi i provvedimenti in materia di orari e deroghe alla chiusura domenicale. Sostanzialmente, la Legge Regionale stabilisce, cosa? Anzi, la Legge Nazionale, la n. 114 dice: il Sindaco può fare questo secondo i propri poteri previsti dall’Art. 36, oggi Art. 50, Testo Unico Enti Locali, però deve sentire i criteri del Consiglio Comunale. La Legge Regionale conferma questo aspetto, e addirittura rafforza questa norma con una esigenza di rappresentatività e di concertazione, obbligando il Comune a fare i provvedimenti in materia di orari, etc. etc., previa concertazione con l’Anci Puglia, l’Upi, Confcommercio, Confesercenti, federazioni regionali. Cioè, indica tassativamente quali sono le associazioni di categoria maggiormente rappresentative sul territorio regionale per poter poi attuare i criteri che il Sindaco ha adottato con la sua ordinanza, a mio avviso assolutamente illegittima. Questo è il modus procedendi che si sarebbe dovuto attuare per una corretta applicazione degli orari. D’altra parte, i criteri del Consiglio comunale, che il Consiglio comunale si dà, rispondono a un’esigenza di conoscenza del territorio. Perché oggettivamente il Sindaco emana ordinanza come ufficio, come organo, ma deve rispettare i criteri del Consiglio, perché il Consiglio decide se è una città a vocazione turistica o se non lo è, se è una città che abbia l’esigenza di rispettare la tradizione locale, come citato anche dal dirigente del servizio commercio il 30 ottobre 2008, dove dice: “Mi raccomando, quando parlate con le associazioni, fate presente, per tentare di tutelare al meglio le varie territorialità e per dare una uniformità di pensiero su tutto il territorio regionale, queste categorie e queste esigenze. Perché, per esempio, sui prodotti tipici o sugli usi e costumi delle tradizioni, caro Rino, ti posso dire che la frutta secca, per esempio, la domenica, fa parte della tradizione locale e riconosciuta anche dal dirigente regionale e non dal sottoscritto. Non ridere, Rocco. Leggiti le carte prima di ridere! È il dirigente regionale che la tua Giunta ha messo lì, e ti dice questo. Fermati un attimo a ragionare su quello che ti sto dicendo, Rino. Perché tu, siccome sei una persona attenta, come tutti i consiglieri comunali, sono convinto che converrai con me che, essendo ordinanza violativa della Legge Regionale, della Legge Nazionale, visto che tu vuoi far rispettare la Legge, tu dovresti avere più interesse di me a evitare che questa ordinanza produca ancora i suoi effetti. E quindi immediatamente, come Consiglio deliberare, ecco poi l’emendamento, si propone al C.C. affinché revochi l’ordinanza n. 68 dell’1 dicembre 2008 perché in contrasto con la Legge, perché non emessa senza i criteri emanati… Si cambia l’emendamento, se siamo d’accordo, sul deliberato. O quanto meno dobbiamo rimandare a un altro Consiglio per deliberare una revoca dell’ordinanza. Io lo pongo al Consiglio, poi lo decideremo insieme, di modificare il deliberato, che vada nella direzione di revoca dell’ordinanza e di rimandare al prossimo Consiglio una discussione ampia, per determinare i criteri in virtù dei quali il Sindaco può poi emettere la sua legittima ordinanza. Questo è il ragionamento che voglio fare.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Interventi? Prego, Sindaco.

SINDACO – Per dare maggiore chiarezza su determinate situazioni e su interventi che sono stati testè enunciati. Io innanzitutto esprimo un ringraziamento all’ufficio delle attività produttive, allo sportello unico e al suo responsabile Francesco Trianni, Antonio Tenuzzo e Salvatore Campeggio e anche Massimo Lezzi per la competenza e per la professionalità dimostrata in questa circostanza, non ultima, chiaramente, però a me piace sottolineare un indirizzo, una collaborazione anche grazie all’impegno ed alla professionalità dell’assessore Belloni e di tutti i consiglieri, assessori, che hanno collaborato. Perché ci rendiamo conto, ci siamo resi conto, quando è stata fatta la riunione, che l’operatore commerciante principalmente chiedeva alla pubblica amministrazione, come quello che deve essere, il rispetto delle regole, il rispetto dei principi della correttezza e delle varie opportunità per gli imprenditori e per i consumatori e per gli utenti.
Allora, da qui siamo partiti come istituzioni. Io non ripeto quello che ho detto l’altra volta, perché da questa parte non ci sono le persone che vogliono che gli operatori commerciali non lavorino, anche per la mia storia personale. Soltanto che quando guidi un’amministrazione, quando sei un amministratore, devi far prevalere la ragione rispetto al sentimento di ognuno di noi. In questo caso, per chi ha ruoli istituzionali, anche per dare dignità alle istituzioni, rispetto, autorevolezza nelle istituzioni, perché questo poi è il ruolo che il cittadino… Noi ci siamo resi conto che, andando ad applicare una Legge Regionale modificata, non ultima dal 2008 con dei chiarimenti anche che venivano dati dalla Regione, chiaramente si andava ad incidere su abitudini consolidate nella città, dove c’era praticamente una libertà assoluta, ognuno fa quello che vuole. Quindi, rendendoci conto che si passava da “ognuno fare quello che vuole” a una regolamentare per rispettare quel principio di concorrenza, di pari opportunità per gli imprenditori, quindi per gli operatori, per i consumatori e anche per gli utenti. Da qui siamo partiti. Si è fatta la riunione, erano presenti 60 commercianti, quindi anche la partecipazione, la consultazione prima di prendere decisioni, consigliere Bruno. Il fatto di andare a fare un atto deliberato… Poteva anche non essere fatta un’ordinanza, perché già la Legge bastava senza nessuna ordinanza. A mio avviso bastava. Quindi, nessun atto illegittimo, l’ordinanza è perfetta da un punto di vista giuridico e amministrativo, proprio perché non tocca.. Cioè, non è che l’ordinanza ha aggiunto qualche criterio. Allora, se l’ordinanza avesse aggiunto qualche criterio, mi si potrebbe dire: “Come ti sei permesso, Sindaco, quando l’Art. 50 del Testo Unico dice che devi fare l’ordinanza con i criteri che vengono stabiliti dal Consiglio comunale?”. Quindi non c’era bisogno, né in questo caso, anche se è stata fatta l’ordinanza, perché non è stato modificato nessun criterio rispetto a quello che è previsto dalla Legge. Quindi, non c’è nessun atto di illegittimità, l’ordinanza è perfettamente legittima, a mio avviso. Poi, ognuno fa il suo mestiere e tutto può essere rivisto, giudicato in altre sedi, oppure anche in queste sedi, se la prontezza tecnica e amministrativa va nella giustezza del rispetto di certi principi che sono stati detti. E io, proprio in virtù, cito questo: che proprio tra i suggerimenti della Legge regionale dice: “Le novità possono essere così sintetizzate: le aperture domenicali e festive sono limitate a una sola domenica al mese, oltre dicembre. Per i Comuni inclusi nell’elenco delle città turistiche, si aggiungono le festività incluse nel periodo” come nel caso di che trattasi nella marina di Mancaversa, perché è stato reso questo principio, oltre che gli obblighi di chiusura per determinate festività che sono previste dalla Legge. Quindi l’ordinanza ha ripreso di fatto quello che la Legge prescrive. Dove l’ordinanza ha inciso maggiormente, rispetto alle abitudini del passato e ha chiarito, a mio avviso, proprio quel rispetto del principio della concorrenza? Cioè, ci sono macellerie che , oltre alla possibilità di vendere prodotto crudo, la Legge gli dà la possibilità di vendere prodotto cotto. Allora qui, per la questione dell’apertura domenicale, si innesta un principio, che è quello dell’attività prevalente. Quindi, nessuna persecuzione, consigliere Tanisi, di finanza. Non è nostro costume, noi siamo abituati a dettare delle regole, essere rispettosi delle regole, rispetto a chi si nasconde dietro a una libertà, che è poi quello che dicevo prima: ognuno fa quello che ritiene giusto e molto spesso serve anche a tutelare le proprie clientele di ognuno di noi.

CONSIGLIERE TANISI – (Fuori microfono).

SINDACO – “Clientele politiche” sennò può darsi che non capisci. Io sono convinto che sono … Scusami, io non ti ho interrotto. Quando parli tu io non ti interrompo.

CONSIGLIERE TUNNO – (Fuori microfono).

Hawkeye ha detto...

SINDACO – Io parlo di clientele politiche, così siamo molto più chiari, così non ci sono infingimenti di nessuna natura. Che poi, oltre tutto, molto spesso alle clientele politiche voi fatte più danno che utile, pure alle vostre stesse clientele, che hanno avuto dei danni per colpa di una vostra strumentalizzazione.
Allora, di fronte a queste cose, chi maggiormente ha creato delle difficoltà… Allora, il fatto di chiedere, come è stato chiesto dall’ufficio, il discorso della prevalenza, perché se è prevalente un tipo di attività, quindi la prevalenza non è un fatto di natura fiscale, perché la prevalenza, come viene chiarito da chi ha approfondito questa materia, viene stabilito dal volume di affari. Il volume di affari come si fa a determinarlo, se non si entra in merito a certe questioni? Quindi non c’è nessuna persecuzione.
Noi pensiamo che questi sono gli elementi che hanno chiarito l’impostazione. E mi dispiace che alcune persone non hanno percepito queste comunicazioni dell’ufficio che sono state fatte alle persone. Infatti, c’è chi pensava che un semplice cambio di visura camerale poteva risolvere i problemi invece, come è stato detto sempre nella richiesta, non è così, perché tra un’attività commerciale e un’attività artigianale, per fare discorso di prevalenza oppure di esclusione per poter dare la possibilità di aperture domenicali, bisognava dimostrare anche questo dato, che è stato ulteriormente chiarito anche da parte delle autorità, anche di chi si interessa in questo settore. Quindi, un’amministrazione che cerca dare ordine a un settore, molto spesso poi non viene… Chiaramente non potevo aspettarmi diversamente, diversi comportamenti rispetto a chi fa un tipo di amministratore in modo diverso. E quindi è chiaro che non è concepibile l’attività di questa amministrazione. Noi pensiamo che questo sia il modo di dare ordine alla nostra comunità, alle attività e che ci sia maggiore trasparenza e che sia rispettato quel principio di concorrenza e di pari opportunità per gli operatori e per gli utenti del nostro territorio.

CONSIGLIERE BRUNO – Presidente, una brevissima replica.

PRESIDENTE – Per secondo intervento.

CONSIGLIERE BRUNO – Anche per secondo intervento. Perché secondo me il Sindaco non ha risposto ai rilievi che ho mosso, se permette. E vorrei non risottoporli, per carità, ma vorrei che il Consiglio riflettesse appieno su quello che ho detto. Perché il Sindaco ha parlato di opportunità, di norme, di rispetto della Legge. Non ha rispettato la Legge, non perché non poteva fare l’ordinanza. L’ordinanza la poteva fare. Io voglio che venga chiarito questo aspetto. Però, Sindaco, a monte dell’ordinanza ribadisco… Doveva farla… Allora facciamo così, giriamo il discorso: mi dice quali sono i criteri emanati dal nostro Comune in questa materia? Dove stanno i criteri?

SINDACO – Non ce ne sono, c’è la Legge.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE BRUNO – Non voglio ripercorrere tutto, ma la Legge Regionale, all’Art. 18 “orari di apertura e chiusura” dice: “Gli orari di apertura e chiusura sono rimessi alla libera determinazione degli esercenti nel rispetto delle disposizioni del presente articolo e dei criteri emanati dai Comuni”. Quindi, ammette a una funzione importantissima: il criterio del Comune, intendo non il Sindaco… Ancora non siamo nell’età in cui lo Stato o il Comune è rappresentato dal Sindaco. Grazie a Dio ancora ci sono i Consigli comunali, ancora siamo fuori da quella fase del “Re sole” per fortuna. Però il discorso è semplice: molto semplice. Io credo che la sua ordinanza, pur atto dovuto, tra virgolette, sarebbe stato legittimo se seguito a dei criteri. Perché il nostro Consiglio comunale può tranquillamente deliberare e dire: “Va bene, allora rispettiamo pedissequamente la Legge” oppure: “deroghiamo in questa parte”. Rino, l’ordinanza può dire quello che vuole, a monte manca una delibera del Consiglio comunale. Tu stesso, in una delibera che hai citato, tu stesso in una delle risposte ai Comuni viciniori hai detto che hanno sentito le organizzazioni di categoria. Le organizzazioni di categoria non sono i singoli commercianti, che voi pure avete convocato, giustamente. Voi dite di averli convocati, 50 – 60 – 70, ma le sigle sindacali alle quali voi, come parte politica, attribuite una valenza eccessiva, e la Legge Regionale lo ripete, non le avete convocate.
Questo è il problema: non avete convocato, non avete determinato, non avete concertato.
Sindaco, non basta riunirsi con dieci persone e dire: “Vogliamo fare così” e lei fa la concertazione. Non è quello. La concertazione segue dei parametri ben previsti dalla norme.

ASSESSORE BELLONI – Ti interrompo un attimo, se è possibile, Presidente. Penso di interpretare bene anche quello che aveva detto il Sindaco prima quando parlava di “clientele” a livello politico.

CONSIGLIERE BRUNO – Non interessano a me le clientele, non mi offendo per questo.

ASSESSORE BELLONI – Ti dico, perché poi alla fine la difesa o la strumentalizzazione sotto certi aspetti, perché poi qua è nell’interesse di tutti, di tutta la città… Scusami, ti dico questo: la difesa o la strumentalizzazione di determinati operatori in questo caso non è che è nell’interesse generale della città. Io ti sto dicendo che chi ha torto è colui che non partecipa e non dà modo neanche all’amministrazione di accogliere determinati tipi di esigenze. Quindi, nel momento in cui ci si è chiamati a un confronto con altri operatori, poi non si può dire: “Io non sono venuto e le cose devono essere fatte così; io ho questa esigenza”. Quel giorno, Salvatore, in questa riunione c’erano più di 60 operatori, non erano 10.

CONSIGLIERE BRUNO – 60?

ASSESSORE BELLONI – 60 – 70, quelli che erano, erano. Voglio dire, era la maggioranza delle persone, né tanto meno in quella riunione…

CONSIGLIERE BRUNO – Scusa, Rino, tu che sei assessore: quanti sono gli operatori commerciali a Taviano? Saranno 300 almeno? Allora, 60 sono rappresentativi di 300? Li hai invitati tutti?

ASSESSORE BELLONI – Ma neanche 6 o 7 operatori sono rappresentanti di 400 operatori, di 400 esercizi pubblici a Taviano.

CONSIGLIERE BRUNO – Ma io non faccio questione di numeri, non mi interessa. Ti prego di seguirmi, davvero. Non sono bravo a spiegare molto le cose che voglio dire, me la prendo con me stesso, però vi prego di seguire. Non è una questione di numeri. Io vi sto ponendo una questione di legittimità, che è completamente diversa dal merito. Ecco la preoccupazione che un consigliere, tutti, di maggioranza o di minoranza dovrebbero avere. Perché se è un atto illegittimo produce degli effetti. E se qualche cittadino lo impugna, subiamo un danno alla collettività. Perché poi il Comune è costretto a difendersi. Come fu per la questione, scusami se lo ripeto, del Presidente del Consiglio; come fu per la questione della pianta organica di Mimino Mosticchio. Fate degli atti legittimi, se volete, scelte vostre, ma fatelo legittimamente. Questo vi sto chiedendo. Perché sennò poi riverberano sulle casse comunali. Questa è la differenza, Rino. Perché, se uno impugna l’ordinanza per le ragioni che dico io e se per assurdo io dovessi avere ragioni, noi dobbiamo subire un danno economico. Questo vi sto chiedendo, non altro. Le scelte li merito le fate voi. Voi governate. Noi possiamo suggerire, possiamo dare dei criteri, possiamo aderire, non possiamo aderire, però se tu mi rifai, come io ti ribadisco, l’elezione del Presidente del Consiglio, ti dico che è illegittima, te ne freghi, facciamo ricorso al TAR, vai pure al Consiglio di Stato, hai speso 20 mila euro della nostra comunità. Se tu mi notifichi la pianta organica (è scelta legittima, ripeto, giusto) e non segui certi… della norma e la persona va al TAR e vince la causa, voi dovete pagare le spese legali. Questo è il concetto. E se qui vanno ad impugnare l’ordinanza, voi andrete a pagare le spese legali, sia del vostro che dell’Avvocato avversario. Questa è la preoccupazione, non di clientele. La preoccupazione dei consiglieri è quella di evitare che l’Ente subisca danni per scelte che a volte non si vogliono. A volte l’umiltà è una cosa seria, basterebbe che si dicesse: “Revochiamo quest’ordinanza, rifacciamo il procedimento nelle forme” e lo rifate come volete. Discuteremo in altra sede. Questo è quello che vi sto chiedendo.

ASSESSORE BELLONI – Indipendentemente dal fatto che ognuno poi può fare quello che vuole, può ricorrere, può andare al TAR, è nel suo diritto, nessuno sta qui a dire qualcosa di diverso, quindi al di là di questo, non c’è bisogno che un consigliere dica in quest’aula che può succedere una cosa del genere, perché è all’ordine del giorno e può succedere in qualsiasi momento. Ma di questo, se parli di associazioni di categoria, io ti leggo la dichiarazione fatta da Antonio Schipa, che è il rappresentante di Confesercenti.

CONSIGLIERE BRUNO – (fuori microfono).

ASSESSORE BELLONI – Salvatore, non parliamo di cose che non hanno motivo di esistere. Allora, il rappresentante di CONFESERCENTI contesta la scelta dell’amministrazione comunale che ieri ha emanato, quindi si riferisce a Lecce, l’ordinanza di concedere ai commercianti la facoltà di apertura dei negozi per le prossime 6 domeniche. “La Legge regionale sul commercio – spiega Schipa – stabilisce un calendario di apertura domenicali che va da maggio a settembre, che comprende tutto il mese di dicembre e prevede l’apertura di una domenica al mese. Sono consentite deroghe per le città d’arte in limitate zone della città o per particolari categorie”. A Gallipoli, ad esempio, è stata prevista una deroga per le pescherie. Mi sembra una deroga alquanto logica l’apertura a Gallipoli delle pescherie. È stata concessa una deroga all’apertura delle pescherie. E stiamo parlando di Gallipoli. Questo è il risultato, tu dici, delle associazioni di categoria e del rappresentante delle associazioni di Categoria.

PRESIDENTE – Altri interventi sull’argomento? Prego, consigliere Tanisi, per secondo intervento.

CONSIGLIERE TANISI – Io, Presidente, ti chiedo di intervenire per fatto personale. Mi sembra di aver interpretato, nell’intervento del Sindaco, che avessimo…

PRESIDENTE – Va bene, non avevo capito su che cosa.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE TANISI – Sto cercando di essere rispettoso del Regolamento. La parola me la stai dando questa volta.

PRESIDENTE – Volevo capire dove stava il fatto personale.

CONSIGLIERE TANISI – A meno che il Sindaco non ci chiarisce che forse parlava d’altro. Io, invece, ho interpretato in questo modo. L’iniziativa che abbiamo preso è fondata sulla tutela di clientele politiche oppure professionali. Non l’ho capito. Intanto, assolutamente mi sento offeso dall’ipotesi che qualsiasi iniziativa che abbiamo preso fosse…

SINDACO – (fuori microfono).

CONSIGLIERE TANISI – Io te lo chiedo. Siccome evidentemente la sede è questa, non è una valutazione che io ritengo corretta. Noi abbiamo interpretato una parte della città. Potrà pure essere una minoranza di questi operatori commerciali. Non tuteliamo clientele, pensiamo di parlare a tutela degli interessi generali. Tanto che nella proposta di delibera che abbiamo portato alla vostra attenzione c’è il servizio che noi mettiamo al primo posto, il servizio che queste attività commerciali rivolgono alla nostra comunità. Abbiamo fatto l’esempio del mercato ortofrutticolo, della frutta fresca che arriva nelle tavole la domenica attraverso questi operatori commerciali che accanto alle noccioline ci offrono la frutta più fresca che riescono a prendere la mattina presto la domenica. Quindi io non ho voglia di… è la terza volta che si ritorna su questo concetto. Noi non abbiamo messo al primo posto interessi particolari. Il nostro impegno, chi ci conosce, chi ci verifica tutti i giorni, in ogni circostanza, nella famiglia, nelle attività professionali, nell’impegno anche politico, non pone al primo posto interessi, che non siano gli interessi generali. Al primo posto dell’iniziativa di questo Consigliere comunale e di questo gruppo consiliare. Nel momento in cui hanno sottoposto all’attenzione del Consiglio la proposta di deliberazione, esiste soltanto e esclusivamente il bene comune. E qualsiasi tipo di valutazione diversa che il Sindaco fa nei suoi giudizi superficiali, io ne prendo atto durante i lavori del Consiglio con amarezza, perché mi si può dire tutto quello che si vuole, che la delibera è sbagliata, che come faceva il consigliere Bruno, ha verificato la norma, che cosa può fare il Consiglio comunale, chi ha la competenza, parliamo di chewingum, la norma tributaria, la norma amministrativa sono elementi che possono essere interpretati in mille modi. Io sono offeso sempre in ogni circostanza, e con l’ATO , e con tutte le o occasioni in cui noi sposiamo l’idea di perseguire sempre il bene comune. Viene a essere ventilata l’ipotesi, smentita. In modo chiaro bisogna dire. Se il sottoscritto o questi consiglieri comunali hanno mai perseguito interessi personali, bisogna dirlo chiaramente. Perché, altrimenti, il dubbio comporta che il sottoscritto… intanto con amarezza constata per l’ennesima volta questo tipo di atteggiamento e poi confermo per l’ennesima volta che noi, in tutte le iniziative, in tutti gli atteggiamenti, in tutte le proposte, in tutti gli emendamenti poniamo al primo posto il bene comune.

PRESIDENTE – Altri interventi sull’argomento?

CONSIGLIERE TUNNO - Presidente, adesso ho riacquisito la mia serenità che mi consente di dire quello che voglio dire, e lo dico per fatto personale. Io, caro Sindaco, non accetto nel modo più assoluto (siccome non è la prima volta, lo ha ribadito due minuti fa il consigliere Tanisi) che si venga a insinuare che il gruppo consiliare di minoranza, e quindi anche il sottoscritto consigliere comunale, tuteli lobbi, interessi partitici, politici, non so a cosa si volesse riferire, francamente. Io non accetto, Sindaco, anzi mi aspetterei da parte sua una totale smentita. La mia storia personale è lì, Sindaco. Io non ho ricoperto ruoli di incarico di nessuna natura, sono al servizio di questa cittadinanza con umiltà negli ultimi 20 anni e cerco di dare quello che posso dare oggi facendo anche il consigliere Comunale. Quindi io non accetto, Sindaco, nel modo più assoluto, e chiedo scusa al Consiglio comunale dell’accanimento nel tono, non fa parte del mio costume, però, francamente, sono stanco di ritrovarmi in Consiglio comunale di volta in volta per la terza volta con le ennesime insinuazioni che vengono lanciate. Io non le accetto, Sindaco. Anzi, le dirò di più: è giunto il momento che lei chieda scusa.

Esce il consigliere Pellegrino: presenti 19

PRESIDENTE – Ci sono altri interventi sull’argomento. Prego, Pasca.

CONSIGLIERE PASCA – Brevemente. Io non entro nel merito tecnico della questione, perché è stato bene rappresentato da Salvatore, anche da altri interventi. Ho ascoltato con grande attenzione il contributo piuttosto complesso data dall’assessore. Non nego che ci sia stato un intervento dell’amministrazione di comprensione, prima ancora che succedessero questi fatti. Rilevo una cosa, me lo dicevano alcuni operatori commerciali e forse è bene verificarlo, anche per compiutezza di quella riunione che avete fatto, che molte di quelle lettere sono pervenute giorni dopo la riunione. Questo è per il solito fatto che molte volte ho lamentato in questo Consiglio comunale, non soltanto in questo Consiglio comunale, anche in altri, che le poste, che oggi sono un ente privato, purtroppo, nonostante le grandi sollecitazioni, nonostante le denuncie penali… Personalmente mi sono recato dal maresciallo dei Carabinieri per depositare una denuncia penale, personalmente, per interruzione di pubblico servizio nei confronti delle poste, una delle tante carte buttate, forse, sicuramente, non abbiamo avuto esiti, e questo mi dispiace. Non mi rivolgo, ovviamente, ai Carabinieri, mi rivolgo agli organi giudiziari che dovrebbero valutarle con grande attenzione queste vicende. Anche per colpa delle poste, a quella riunione forse non hanno partecipato tutte le persone che potevano farlo. Però, lasciando i toni triviali dei clientes, perché questo effettivamente non ha alcun senso, è chiaro che le opposizioni, proprio per concetto chiaro di democrazia, debbono rappresentare gli interessi diffusi delle persone che si contrappongono alle scelte fatte dalla maggioranza. Ci mancherebbe altro. Ma questo fa parte di qualsiasi democrazia compiuta. Se le minoranze non facessero questo, intanto non svolgerebbero il loro compito, non darebbero concretezza agli impegni assunti con l’elettorato che rappresentano e soprattutto non darebbero a questo Consiglio comunale, agli organi dove sono rappresentati, quella completezza di informazione che soltanto in questo modo si ha. Per cui, irridere all’intervento e alla iniziativa dei consiglieri comunali, insinuando che ci siano rapporti, che non siano quelli di tutela o di rappresentanza di volontà, mi sembra una cosa che va assolutamente abbandonata. Detto questo, io vorrei rappresentare all’assessore e al Consiglio comunale il problema, perché qui siamo per gli interessi diffusi ma anche per i piccoli problemi dei cittadini. Il problema di un pizzicagnolo di Taviano, ce ne sono tanti, che purtroppo, a causa della crisi che oggi investe il settore, investe le famiglie, etc., riesce soltanto, avendo accanto, a margine, a latere, dell’attività di pizzicagnolo, di droghiere, di alimentarista, un bancone per arrostire i polli, per fare... E che soltanto grazie a quella iniziativa, grazie a quella domenica, grazie a quel servizio che fornisce ai cittadini riesce a vivere. Cioè, qui oggi ci troviamo… Guardate, fanno Leggi, lo Stato dà provvidenze, grazie a Dio, il Signore benedica tutti coloro i quali, Destra e Sinistra, hanno fornito aiuti economici alla FIAT, alla Filanto, all’Adelchi, salvo poi a ritrovarci… Questo perché veniva fatto? Perché garantissero il lavoro, perché garantissero posti di lavoro. Soldi, milioni, miliardi di euro sperperati certe volte. E noi oggi abbiamo il dovere, che dovrebbe condizionare il nostro impegno, di trovare la soluzione a quel pizzicagnolo. Cioè, noi, se ci fermiamo a una applicazione… Perché io non ho sentito né da te né dal Sindaco dire se quella Legge che voi state applicando è una Legge giusta. Cioè, se è una Legge giusta, io vi dico: “Fate bene a fare ciò che fate, siete convinti, ovviamente, aspettandovi che le opposizioni, che non la pensano come voi…”. Se è una Legge giusta. Se è una Legge ingiusta, come diceva Rocco, come io ho continuamente ripetuto in questo Consiglio comunale, l’ho ripetuto fino alla noia: avete il dovere dell’appello al cielo, avete il dovere, come rappresentanti del potere amministrativo che sta più vicino ai cittadini, di ribellarvi, non attraverso la violazione della Legge, attraverso l’applicazione della Legge, ma attraverso quelle iniziative che servono a tutelare il cittadino e, nel contempo, a rappresentare all’organo che ha emanato la Legge, le nostre perplessità, le nostre ribellioni, i nostri punti di contrasto e di criticità. Questo non c’è stato assolutamente. Per cui io sa questa casa comunale non li ho chiamati. A parte che penso che nessuno di noi abbiamo chiamato gli alimentaristi o… Nessuno è stato chiamato, sono venuti spontaneamente. Sicuramente all’inizio hanno fatto fuori dal rapporto di rappresentanza con i consiglieri, anche quelli di opposizione, sono venuti personalmente a chiedervi: “Ma è successo? Ma perché ci fate chiudere? Ma perché fate circolare due – tre pattuglie di vigili per controllare?”. Questo va bene, cioè io non sto irridendo a questa iniziativa, la Legge si rispetta così. Ma ve l’hanno detto, ve l’hanno chiesto. Io personalmente ti chiamai per dirti: “Ma che è successo?”, non sapevo niente, e tu mi spiegasti: “C’è una Legge Regionale”. “Ne prendo atto”. A quel signore che mi aveva chiesto ho detto: “Chiudi perché questa è la Legge, non si può fare diversamente”.
Per cui, non è che stia mettendo in derisione ciò che hai fatto o criticando ciò che si è fatto. Però le risposte che avete dato sono risposte che non hanno convinto questi signori, si sono rivolti alle parti politiche, non a me, ma alle parti politiche correttamente e poi sono venuti da soli sul Consiglio comunale. E non ce n’era uno, ce n’era più d’uno.
Ora, io personalmente mi preoccuperei di quelle famiglie. Ne so qualcuno di quelli che sarà costretto a chiudere, proprio in ragione dell’applicazione di quella Legge, che poi diventa un’applicazione pedissequa, fredda, informale, priva di contenuto. Allora, se ci mettiamo d’accordo in quest’aula o anche nella vostra Giunta, perché se la fate da soli va bene lo stesso, date la risposta a questi cittadini. Non è possibile che possano arrivare a fine mese e non avere proprio la possibilità di poter crescere la propria famiglia, che con difficoltà in questi anni hanno mantenuto con decoro. Non è possibile. Poi un’altra cosa, io ve l’ho detto: avremmo sicuramente potuto sospenderla. Non ci sarebbe stata nessuna omissione d’atti d’ufficio, in attesa di una valutazione più efficace, in attesa… Parliamo tanto di Unione dei Comuni, salvo poi a dire ciò che diremo nel prossimo Punto. Avremmo potuto come Unione dei Comuni, così come correttamente hai letto una lettera in tal senso, che sperava che l’apertura domenicale di un Comune fosse diversa dall’altro. E non l’avete portata all’attenzione dell’Unione dei Comuni? E non avete chiesto una scelta comune su un problema che riguarda l’economia del nostro territorio? Questo andava fatto. Io vi ho detto perché non avete investito l’unione dei Comuni. È cosa molto diversa, perché investire l’unione dei Comuni significava che l’unione dei Comuni e tutti i Comuni avrebbero avuto una decisione comune su questo argomento, un atto di indirizzo. Allora il pizzicagnolo di Taviano e quello di Racale e quello di Mielissano, di Alliste e Beline, oggi anche quello di Matino, potevano sperare in una valutazione più corposa, forse anche più efficace di questa Legge. Per questo motivo io faccio miei tutti i ragionamenti che sono stati fatti e che tendono all’annullamento di quella ordinanza e una nuova valutazione già da oggi. Domenica saranno aperti questi negozianti, perché è l’ultima domenica del mese…

Hawkeye ha detto...

ASSESSORE BELLONI – È stata l’ultima la scorsa.

CONSIGLIERE PASCA – Peggio. Allora fatelo prima di domenica, perché possano davvero continuare a svolgere il proprio ruolo, non soltanto di negozianti, ma anche di padri di famiglia.

PRESIDENTE – Altri interventi?

CONSIGLIERE TANISI – Invece, siccome il Sindaco ha la facoltà insieme di tenere conto… Io chiedevo di modificare l’ordinanza n. 68, permettendo l’apertura facoltativa nelle giornate di domenica e festive agli esercizi di commercio al dettaglio di vicinato con superficie di vendita fino a 250 metri quadrati su aree private e in sede fissa su tutto il territorio comunale nella marina di Mancaversa. Quindi, motivando con le stesse motivazioni di Lecce, con le stesse motivazioni di Taviano, mettendo in considerazione gli aspetti proprio particolari della nostra città rispetto anche a Lecce, e quindi giustificando una fase iniziale di valenza della Legge.

SEGRETARIO – Chiedo scusa, tanto per essere chiari: il deliberato non è vincolante per il Sindaco. Quindi il Consiglio delibera la modifica o meno, etc. etc., però, siccome è competenza del Sindaco, il Sindaco può tenerne conto come può non tenerne conto.

PRESIDENTE – Tecnicamente il Consiglio non delibera… Mi pare che le posizioni siano acquisite. Se ritenete, possiamo alle dichiarazioni di voto sull’argomento. Prego, Tanisi.

CONSIGLIERE TANISI – Le considerazioni ultime che faceva il consigliere Pasca sono di chi evidentemente interpreta effettivamente per molte piccole attività commerciali, non parliamo dei supermercati, degli ipermercati… Questo tipo di provvedimento doveva servire per favorire proprio i piccoli servizi commerciali. La domenica è fondamentale, perché la domenica la famiglia si impegna per poter pagare l’affitto, per chi principalmente non è in locale di proprietà. La domenica è fondamentale, perché cambia il bilancio di piccole imprese, che sono al margine del mercato spesso e che sacrificano non la messa domenicale, perché a messa ci si può andare anche il sabato sera o la domenica sera, sacrificano il loro tempo libero, la famiglia, in virtù del bisogno, della necessità, della urgenza di stare aperti la domenica, perché è un bisogno che serve per poter modificare il contenuto dei bilanci di queste piccole aziende. Questa è la sensazione che abbiamo colto, questo è il tipo di riflessione che abbiamo fatto la prima e la seconda volta in Consiglio comunale, raccogliendo al volo una petizione, che era la petizione di alcuni operatori commerciali di Taviano. E parlando in termini semplici, senza voler dimostrare nulla ma tentando di rappresentare un bisogno, anche di una piccola minoranza di commercianti, che pere ò rappresentano effettivamente quello che il consigliere Pasca in modo semplice ha raccontato al Consiglio comunale. Per questo motivo è necessario trovare le motivazioni, per questo motivo è necessario modificare in modo più elastico il contenuto dell’ordinanza n. 68, perché è nell’interesse della città, secondo me, che si adotta un provvedimento di questo tipo.

PRESIDENTE – Per dichiarazione di voto, Bruno.

CONSIGLIERE BRUNO – Per dichiarazione di voto, ovviamente, non può che andare in linea con quanto appena abbiamo detto. Quindi io sono favorevole al deliberato sottoposto alla nostra attenzione. Mi piacerebbe, tuttavia, che il Sindaco, motu proprio, potesse anche bloccare gli effetti di quella ordinanza, sospenderla, etc., per ripercorrere il nuovo procedimento anche riportando in Consiglio comunale l’argomento e ridiscutendo i criteri ai quali poi far attenere il Sindaco per la formazione di una futura ordinanza. Quindi il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE – Altre dichiarazioni di voto? Mi pare che le posizioni siano chiare. Prego, Pasca.

CONSIGLIERE PASCA – Io penso che, proprio per quello che si è detto, perché alla fine il giudizio che questo Consiglio comunale darà non sarà un giudizio negativo sull’operato del Sindaco, ma di collaborazione con l’iniziativa del Sindaco, io credo che se la mettiamo sotto questo punto di vista la possiamo approvare un’unanimità la mozione. Approvata all’unanimità diamo un indirizzo al Sindaco, praticamente condividiamo insieme con il Sindaco eventuali conseguenze sul piano tecnico, sul piano amministrativo, anche, perché no, sul piano penale. Mettiamola sotto questo punto di vista. Sindaco, sei avvalorato nella scelta di una iniziativa diversa da quella che è contenuta nell’ordinanza che oggi ti stiamo chiedendo di modificare, di cambiare. Sei anche confortato da questa nostra disponibilità a far nostri tutti gli atti conseguenti che possano derivare a te da questa nuova valutazione. Noi siamo al tuo fianco. Non solo al tuo fianco, ma siamo pronti a subire qualsiasi conseguenza ce dovesse essere determinata da questo.
In ragione di questa nuova valutazione, io penso, sono convinto, sono proprio oltremodo convinto, che il Consiglio comunale all’unanimità saprà fare propria questa mozione e il senso di questa mozione.

PRESIDENTE – Altre dichiarazioni di voto? Prego, assessore Belloni.

ASSESSORE BELLONI – Per dichiarazione di voto, praticamente, noi pensiamo che la proposta di delibera fatta dai consiglieri del gruppo di minoranza, dei firmatari della proposta di delibera, non abbia validi motivi per poter far sì che possa essere modificata l’ordinanza n. 68 fatta dalla nostra amministrazione. E quindi si chiede di non prendere in considerazione la proposta di delibera a seguito di proposta presentata.

PRESIDENTE – Udite le dichiarazioni di voto, pongo ai voti la delibera, così come proposta. Chi è favorevole?

votazione : favorevoli 8 (Tanisi, Portaccio C., Tunno, Corvino, Bruno, Sabato, Pasca, Palamà)
Contrari 11
astenuti 0

Hawkeye ha detto...

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
N° 5 del 27/02/2009
OGGETTO: Unione dei Comuni A.M.R.T. Adesione del Comune di Matino e conseguenti modifiche statutarie. Determinazioni.


L'anno duemilanove, il giorno ventisette del mese di febbraio alle ore sedici e trenta minuti, nella sala delle adunanze del comune, si è riunito il Consiglio Comunale, in sessione ordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione, nelle persone dei sigg.

Presenti Assenti
1) D`ARGENTO Salvatore
2) CAPUTO Rocco
3) PICCINNO Giovanni
4) RIA Stefano Maria
5) BELLONI Guerino Massimiliano
6) STEFANO Marco
7) PASCA Antonio
8) SANTACROCE Germano Luca
9) D`ARGENTO Rocco
10) CORONESE Dante
11) MANNI Danilo
12) TANISI Giuseppe
13) PORTACCIO Carlo Deodato
14) SABATO Teresa
15) BRUNO Salvatore
16) TUNNO Leonardo
17) CORVINO Luigi
18) PALAMA` Biagio Salvatore
19) PORTACCIO Massimo
Partecipa il Segretario Generale, Dr. Giancarlo Ria.

Il Presidente, riconosciuto legale il numero degli intervenuti, dichiara aperta la seduta e pone in discussione l'argomento in oggetto.

Hawkeye ha detto...

OGGETTO: Unione dei Comuni A.M.R.T Adesione del Comune di Matino e conseguenti modifiche statutarie. Determinazioni.
proposta per il consiglio comunale

PREMESSO che l’Unione dei Comuni con deliberazione n. 8 del 05/08/2008 ha espresso parere favorevole all’ingresso del Comune di Matino nell’ Unione dei Comuni di Taviano, Racale, Alliste e Melissano;

CHE in conseguenza di quanto sopra con il medesimo provvedimento l’Unione dei Comuni ha apportato alcune modifiche al vigente statuto come risulta dall’allegato provvedimento;

RITENUTO di doversi esprimere in relazione all’ingresso del Comune di Matino nell’ Unione dei Comuni di A.M.R.T. e alle conseguenti modifiche statutarie;

VISTI i pareri previsti dall’ art. 49 comma 1 del D.Lgs 267/2000;

A VOTI

D E L I B E R A

DI ESPRIMERE parere favorevole all’ingresso del Comune di Matino nell’ Unione dei Comuni di Taviano, Racale, Alliste e Melissano;

DI APPROVARE, di conseguenza, le modifiche apportate al vigente Statuto dell’ Unione così come riportato nella delibera del Consiglio n. 8 del 05/08/2008;

DI TRASMETTERE il presente provvedimento all’ Unione dei Comuni per i successivi provvedimenti.

Il Presidente introduce il 4° punto posto all’ordine del giorno e cede la parola al Consigliere Portaccio Massimo che relaziona sull’argomento.

Seguono gli interventi dei Consiglieri Comunali come risulta dall’allegato resoconto stenotipografico.

Il Presidente ultimata la discussione pone a votazione il punto posto all’ordine del giorno precisando che per la validità dell’argomento occorrono 14 voti favorevoli.

Quindi:
-voti favorevoli 11
-voti contrari 8 (Tanisi, Portaccio C., Tunno, Corvino, Bruno, Sabato, Pasca, Palami)
-astenuti 0

Pertanto

IL CONSIGLIO COMUNALE

VISTA l’antescritta proposta di deliberazione predisposta dall’Ufficio AA.GG.;

UDITI gli interventi che precedono;

VISTI i pareri di legge;

VISTO l’esito della votazione proclamato dal Presidente ed innanzi riportato:

Con 11 voti favorevoli e nr. 8 contrari (Tanisi, Portaccio C., Tunno, Corvino, Bruno, Sabato, Pasca, Palamà);

D E L I B E R A

Hawkeye ha detto...

D E L I B E R A


DI DARE ATTO che il presente provvedimento non ha riportato l’esito necessario favorevole di nr. 14 voti.

Allegato resoconto stenotipografico

CONSIGLIO COMUNALE DEL 27 FEBBRAIO 2009

PUNTO 4 O.D.G.

Unione dei Comuni A.M.R.T. – Adesione del Comune di Matino e conseguenti modifiche statutarie. Determinazioni

PRESIDENTE - Relaziona l’assessore all’unione, consigliere Portaccio.

CONSIGLIERE PORTACCIO M. – Questa è una delibera già proposta a questo Consiglio comunale il 30 settembre 2008, ma ci si è accorti che servivano i due terzi del Consiglio comunale perché potesse essere accettata l’entrata del Comune di Matino nell’Unione dei Comuni Ionica Salentina Di conseguenza, bisogna riproporre a questo Consiglio la stessa delibera, perché servono i due terzi dei voti, in prima e in seconda seduta. Successivamente servirà poi la maggioranza qualificata. Si chiete di accettare l’entrata del Comune di Matino, con le dovute modifiche dello Statuto che regolamentava la vecchia Unione Ionica Salentina.

CONSIGLIERE PASCA – Massimo, possiamo sapere perché? Cioè, quale è il motivo che sostiene questa delibera dell’ingresso del Comune di Matino?

CONSIGLIERE PORTACCIO M. – Perché il Comune di Matino, il Consiglio comunale di Matino ha espressamente deliberato di voler entrare nell’Unione Ionica Salentina. C’era già una delibera antecedente del Consiglio dell’Unione che accettava la proposta fatta da Matino stessa. Gli altri Comuni in Consiglio comunale hanno avuto la loro maggioranza qualificata. Il Comune di Taviano non ha avuto la maggioranza qualificata dei due terzi, perché dovesse entrare. Sono state anche fatte delle valutazioni tecniche e anche logistiche, e si è anche capito che l’entrata del Comune di Matino, anche se distante, perché molte sono state le critiche mosse su questa entrata del Comune di Matino, permetterebbe anche all’Unione stessa di essere un’Unione più forte e che rappresenterebbe una comunità di 50 mila abitanti, sperando di poter operare in modo migliore, più a ampio raggio su quella che è l’attività amministrativa delle unioni stesse.
Ci sono state anche ultimamente nei Consigli nazionali dell’Anci dell’Unione… si cerca di rafforzare l’unione stessa, che va a essere… Leggevo pure precedentemente le critiche mosse ad Area Sistema. È vero, sì, che Area Sistema esiste e ha ragione di esistere e opera bene, ma queste concertazioni e queste unioni… E’ l’indirizzo nazionale dell’Anci a voler rafforzare queste situazioni amministrative.

PRESIDENTE – Interventi? Prego, Pasca.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE PASCA – Presidente, l’argomento sollecita la mia memoria, non soltanto quella politica, non soltanto quella umana, ma una memoria per certi versi modestamente culturale. Nel senso che questa Unione dei Comuni ha rappresentato per molti di noi un momento di grande attesa, di grandi speranze, che poi si sono rivelate del tutto inadeguate. Avevamo riposto in questa nuova organizzazione amministrativa sogni di uno sviluppo del territorio, che fosse uno sviluppo integrato, che fosse uno sviluppo economico, civile, morale, culturale. La scoperta della identità del territorio stesso, la scoperta della memoria comune, dei valori che hanno determinato la interazione di questi Comuni. Così non è stato. Il fatto che ciò non sia avvenuto, non vuol dire che il futuro non possa determinare una nuova valutazione e nuovi percorsi.
Però, certo, oggi ci troviamo di fronte a scelte assolutamente confliggenti con l’idea dell’Unione dei Comuni. Quando penso che il Comune di Taviano partecipa a tutta una serie di iniziative, di aggregazioni di Comuni per prendere fondi di qua, fondi di là, dimenticando l’Unione dei Comuni, quando penso a tante iniziative che vengono assunte all’interno di questa comunità… Perché l’Unione dei Comuni a che cosa doveva servire? Doveva servire a gestire servizi, quanto meno insieme, perché questo significava risparmiare, significava avere la ricchezza della collaborazione di più enti. Quando penso che tanti servizi pubblici nostri oggi, non solo li gestiamo da soli, ma li abbiamo dati a privati, senza tener conto che forse potevamo dare una risposta come Unione dei Comuni, penso, per esempio, alla pubblica illuminazione, abbiamo fatto un bando da soli, dimenticando che forse potevamo gestirla in Comune, e nel contempo rimproveravamo a altri Enti di autorizzare i Comuni a fare appalti privati. Cioè, proprio l’incongruenza di questa amministrazione, che da un lato persegue obiettivi che sono l’unità con altri Comuni, d’altro, invece, fa da sola. Questo è un ragionamento.
Veniamo all’Unione dei Comuni. Finché non ci spiegate che cosa ci unisce con il Comune di Matino, che non è soltanto la possibilità di poter aggredire fondi, aggredire risorse economiche. Noi non stiamo insieme per le risorse economiche, che poi non vengono neanche. Noi stiamo insieme perché abbiamo una storia comune, perché abbiamo un’identità comune. Questo è il ragionamento. Allora, se voi mi dite che noi accettiamo che il Comune di Matino entri nell’Unione dei Comuni perché ha fatto la domanda, allora prendiamone una decina, stanno liberi: il Comune di Ugento, il Comune di Sternatia. Giacché siamo unione dei Comuni dell’arco ionico salentino, caro Massimo, possiamo andare a Giuggianello, possiamo andare… Non lo so. Possiamo trovare tanti Comuni che stanno nell’arco Ionico salentino e chiediamo di far parte di questa Unione dei Comuni, dal momento che abbiamo scelto questo nome assolutamente anonimo. Non c’è bisogno che ci facciano la domanda. Ora, finché non ci date la prova che serve alla identità di questa unione dei Comuni, che, per inciso, spero che lo sappiate e le sapete, ma comunque ve lo dico perché questo Consiglio comunale lo deve sapere che è stata la prima Unione dei Comuni che ha avuto il voto unanime, il consenso unanime di questo Consiglio comunale e di tutti i Consigli comunali, che per molti anni ha rappresentato davvero le speranze di questo territorio e che non può essere bistrattata con scelte anonime, con scelte prive di qualsiasi significato, prive di qualsiasi identità, non può avere questo tipo di risposte da parte di un consesso comunale. Il fatto che abbia fatto la domanda, che vuol dire? Per cui io personalmente oggi chiedo al Consiglio comunale di respingere questa delibera, di approvarla, perché parta dal Consiglio comunale di Taviano un’idea nuova di Unione dei Comuni. Io vi dico che, siccome questa maggioranza non sarà in grado di venire meno agli impegni assunti anche con il nome, sicuramente il prossimo Consiglio comunale si sforzerà di ridare un prestigio che oggi è venuto meno a questa unione dei Comuni. Lo farà con grande attenzione.

PRESIDENTE – Interventi? Prego, Portaccio.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE PORTACCIO C. – Allora, era quello che ognuno doveva rinunciare al proprio campanile per cercare di fondere ancora di più il comune sentire che c’era tra queste quattro Comunità. Io ho avuto modo di dire: due sono le cose: o ponete la parola "fine" su questa scatola vuota, così come è, così come si è ridotta negli ultimi due – tre anni l’unione dei Comuni, oppure andiamo verso quello che è lo spirito della Legge, la ratio legis, quello di arrivare alla fusione, fusione dei quattro Comuni, in cui ognuno perde un po’ di sovranità, però si raggiunge quell’obiettivo che anche lo stesso Presidente attuale dell’Unione dice: “Formare il secondo nucleo abitativo della nostra provincia con oltre 40 mila abitanti, con importanti insediamenti produttivi nella filiera agro – alimentare e nel manifatturiero, tali da costituire un polo significativo e determinante nel sistema produttivo e economico dell’intera provincia”. Perché solo con la fusione dei Comuni si può raggiungere quel risultato di avere un’istituzione che è seconda solo alla città di Lecce, con importanti sviluppi. Importanti sviluppi che la Legge sull’Unione dei Comuni all’Art. 15 prevede addirittura che per 10 anni, se questi quattro Comuni volessero rinunciare al proprio campanile e avviarsi verso la fusione, per 10 anni dalla fusione, oltre ai trasferimenti che ogni Unione dei Comuni riceve, riceverebbe dei contributi straordinari da parte dello Stato e della Regione, quindi probabilmente questa fusione porterebbe a un benessere, a uno sviluppo economico e sociale del nostro territorio. A questo si aggiunge che l’unione dei Comuni è nata per cercare fare insieme delle funzioni che ha ogni singolo Comune. Io credo che due sarebbero quelle prevalenti, oltre quella culturale, che sarebbe da cemento a queste quattro Comunità: la prima è quella di creare (e anche questo ho avuto modo di dire, ma oltre il Sindaco di Alliste non mi sembra che ci sia stato nessun altro che abbia recepito questo), un unico PUG, un unico strumento urbanistico che faccia quello che attualmente delle quattro comunità è centro e lo faccia diventare centro e non periferia, come con i quattro singoli strumenti urbanistici lo è. Per cercare di non avere quattro zone industriali, ma di averne una, di avere un mercato dell’ortofrutta… Cioè, ognuno, in base alla propria vocazione naturale della singola comunità. Noi andiamo a modificare lo Statuto, e lo sappiamo tutti, probabilmente, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, ormai l’Unione dei Comuni è diventata, per quello che è, perché è giusto ribadirlo in questa occasione, così rimarrà traccia, i bilanci sono all’incirca di 100 mila euro annui, in cui si pagano soltanto le indennità degli assessori e l’indennità dei dipendenti che lavorano, per non far nulla a livello di servizi. L’unico di servizio che c’era, quello della manutenzione del verde, da mesi è cessato, neanche quello si sta facendo. E io credo che questo sia mortificante sia per i consiglieri che vanno in questi Consigli dell’Unione, sia per gli assessori che probabilmente vorrebbero lavorare, ma non so su quali servizi devono lavorare, perché sul bilancio c’è zero, tutte le poste sono uguali a zero, tranne quelle dell’indennità di carica. E è mortificante per la realtà di questi quattro Comuni, in cui, in un periodo di crisi, sperperare risorse per mantenere questa scatola vuota, questa struttura inesistente, che l’unico vero obiettivo, lo sappiamo, lo diciamo, però è bene che si dica anche pubblicamente, è quello di assicurare un posto di assessore, in modo tale da consentire ai singoli 5 Consigli comunali un’alzata di mano in più, perché possa supportare la maggioranza di ogni singolo Comune. Ma la cosa grave, qual è? Che purtroppo in questi anni, e da sempre, probabilmente, non si è mai tenuto conto di quello che dice la norma sull’Unione dei Comuni. L’unione dei Comuni dice che quando si va a eleggere la Giunta bisogna, e questo è l’Art. 32, garantire all’interno della Giunta, quindi tre dovrebbero essere assessori di maggioranza e uno di minoranza. Siete in palese violazione di una Legge dello Stato. E questo conferma qual è il vostro obiettivo, qual è la vostra intenzione. Io vi leggo testualmente l’Art. 32 che prevede l’Unione dei Comuni nel Testo Unico aggiornato. E dice al quarto comma: “Lo Statuto deve comunque prevedere il Presidente dell’Unione, scelto tra i Sindaci dei Comuni interessati, e deve prevedere che gli altri organi siano formati da componenti delle Giunte o dei Consigli comunali associati, garantendo la rappresentanza all’interno delle minoranze”. Cioè, significa che il nostro Statuto, perché deve sottostare alla Legge, deve prevedere necessariamente, e questa è una modifica importante, che all’interno della Giunta ci deve essere un assessore eletto dalle minoranze dei singoli quattro Comuni. E questo lo dice la Legge. E fino a prova contraria, io non so sulla base di quali criteri… Questo è significativo, anche perché le regole bisogna rispettarle con i fatti, non a parole, dicendo “i nostri atti sono legittimi”. Le auto autoreferenze non servono a niente. Bisogna rispettare la norma e prevedere quel controllo democratico che fa la minoranza. Altro che clientele politiche o personali. Qua, dal momento in cui sono spariti i Coreco, l’unica cosa ch è rimasta nella vita democratica del Comune è il controllo delle minoranze, di qualche consigliere che cerca di esercitare il proprio ruolo, nel rispetto delle regole, cercando di portare all’attenzione gli interessi generali. Altro che “clientele politiche”. E’ vergognoso che si sentano dire queste cose.

Hawkeye ha detto...

(Continua Carlo Portaccio)
Due sono le alternative: o dobbiamo ogni volta fare ricorsi al Tar, fino adesso tutti vincenti verso i vostri atti deliberativi, in cui ci costa 750 euro o 500 euro di contributi di marche da bollo. Tanto a voi non costa nulla, pagano sempre i cittadini delle vostre scelte scellerate. Altro che! Questo è l’unico controllo. In una democrazia, se non c’è il controllo all’interno della Giunta o all’interno della maggioranza, rimane solo quello dell’opposizione. Se vogliamo far finta che non è previsto… La Legge lo Noi dobbiamo far bene questo nostro lavoro. Altro che tutelare. Non l’abbiamo fatto quando eravamo in maggioranza, non lo abbiamo fatto quando eravamo all’opposizione. Allora, innanzitutto voi siete inadempienti, come quattro Sindaci, come Unione dei Comuni a questa norma statutaria, perché non avete rispetto delle minoranze. Lo dimostrate anche nei Consigli comunali di Taviano, lo dimostrate nei Consigli dell’Unione, ma non avete rispetto soprattutto delle risorse economiche delle nostre 4 comunità, perché state mantenendo in piedi una scatola vuota, un ente inutile, per fare che cosa? Per ottenere finanziamenti? Questa non è la funzione e la ratio legis. L’Unione dei Comuni non nasce per aggredire finanziamenti, ben altre sono le forme associative. Leggetevi la norma e capirete a cosa serve l’unione dei Comuni. Non servono certo per aggredire finanziamenti o per aggredire risorse. C’è l’Area Sistema, ci sono altre associazioni per farlo. Quindi, rispondere in questo modo, è una presa in giro verso il Consiglio comunale, verso la gente che ci sta a sentire, perché l’unico scopo è quello di portare il Comune di Matino a far parte dell’Unione dei Comuni, dove credo che non ci sia molta affinità con le nostre quattro Comunità, a ottenere, anche in questo modo, facendo questi Consigli comunali, questi Regolamenti, questi Statuti, a ottenere un posto nella Giunta. Perché non rispetterete, continuerete a non rispettare la norma che prevede una rappresentanza anche da parte della minoranza, per garantire anche alla maggioranza di Matino di avere un posto in Giunta all’Unione dei Comuni. Fate soltanto questo. Per ciò io sono fortemente… O mettiamo nella motivazione di avviarci verso la fusione dei quattro Comuni, che ha un senso, ha una logica, rispetta l’auspicio della Legge, e potremmo, sì, ottenere dei contributi straordinari per 10 anni per le nostre comunità e fare degli strumenti urbanistici unitari, fare uno sviluppo concertato fra queste quattro realtà, oppure veramente andare a scomodare il Consiglio comunale per fare entrare un’altra realtà locale solo per sistemare un altro posto in Giunta, mi sembra veramente squallido.

Hawkeye ha detto...

PRESIDENTE – Altri interventi? Prego, Tunno.

CONSIGLIERE TUNNO – Sarò veloce, anche perché non mi ripeterò su moltissime cose che ha detto Carlo Portaccio, ma anche prima Antonio Pasca, assolutamente condivise, almeno per quanto mi riguarda. In coerenza con quanto ho sempre detto in questo Consiglio comunale, o comunque in altre sedi, mi pare che lo strumento “Unione dei Comuni”, per lo meno, da quello che mi è parso di vedere, leggendo carte, ma del resto è così evidente, se le risorse dell’Unione sono così esigue da garantire a mala pena il pagamento delle competenze agli assessori e di comunque lavora all’interno dell’Unione, e quindi non consentono di effettuare scelte e tanto meno di incidere e di arricchire in qualche modo le comunità di cui si compone la stessa Unione dei Comuni… Direbbe qualcuno che questo è uno strumento che non serve assolutamente, per lo meno, questo ha dimostrato in questi anni, incontrovertibile da questo punto di vista, qualsiasi discussione, gli atti sono lì. Io condivido assolutamente, già una dichiarazione fatta anche dallo stesso amico Rino, io sono convinto che è rimasto di questa ideacerto non era una persona sprovveduta e con capacità politiche riconosciute, frutto anche della sua esperienza quasi ventennale, sia pur di giovane età, nei vari Consigli comunali, soprattutto in questo Consiglio comunale, lo stesso assessore Belloni dichiarava la sua astensione alla votazione, perché dice: “Anche se le cose vanno un po’ meglio in questo momento, l’unione non ha raggiunto gli scopi prefissati al momento della sua nascita”. Io condivido in pieno, in totale questa affermazione. Tra l’altro lo stesso Assessore Belloni dice e aggiunge: “Vedo addirittura distaccato lo stesso territorio di Matino rispetto alla componente Unione dei Comuni Taviano, Racale, Alliste e Melissano”. Non aggiungo niente altro, perché prima ho detto che io condivido in pieno questa affermazione, con le motivazioni che ho dato precedentemente, cioè che i frutti dati in questi anni dalla stessa Unione dei Comuni, prima ancora che intervenisse la richiesta, così come ci ha detto Massimo Portaccio, la richiesta del Comune di Matino, ha dato frutti se non zero, pari a zero. E quindi è pari a uno spreco di risorse pubbliche.
Per questo motivo personalmente io voterò contro l’adesione del Comune di Matino all’unione stessa.

PRESIDENTE – Interventi ulteriori? Passiamo alle dichiarazioni di voto.

CONSIGLIERE PORTACCIO M. – Io invito tutto il Consiglio a votare per l’entrata del Comune di Matino nell’Unione stessa. Il gruppo di maggioranza voterà favorevolmente. Poi devo fare un inciso, perché non bisogna mistificare quelle che sono le verità e quella che è la storia. Nell’Unione dei Comuni Taviano, Racale, Alliste e Melissano non ci sono state mai né maggioranze né minoranze. E questo è stato… Forse si sono avute nelle lunghezze nei tempi, perché bisognava arrivare a una decisione unanime su tutte le scelte che faceva l’Unione. I consiglieri che hanno fondato l’unione, fra cui c’era anche il consigliere Carlo Portaccio, hanno accettato questo stato dei fatti, e perché non ci sono né maggioranze né minoranze. Nell’ultima consiliatura il consigliere Portaccio ha inteso creare una minoranza all’interno dell’Unione stessa, dove hanno aderito tre consiglieri di Taviano e uno di Alliste. Gli altri consiglieri dei Comuni di Melissano e dei Comuni di Racale, vigendo questo principio di assenza di maggioranze e di minoranze, non si è avuto… il richiamo alla Legge è giustissimo, però bisogna vedere quello che è stato il cammino dell’Unione stessa, e è troppo facile arrivare poi nell’ultimo consiliatura e dire: “Io sono la minoranza” perché dobbiamo appigliarci a quelli che sono i principi sacrosanti di una Legge. Sull’intervento del consigliere Pasca c’è poco da commentare. L’unica cosa che forse mi ha infastidito è stata la risata sarcastica sempre del consigliere Carlo Portaccio. Perché forse il Comune di Taviano è l’unico Comune che avrebbe più affinità politiche col Comune di Matino. Questi commenti fatti in quest’aula consiliare possono essere fatti forse da Racale, Alliste e Melissano, ma non da Taviano, perché le affinità amministrative, perché il collegio alle provinciali è fatto fra Taviano e Matino. Forse saremmo gli unici a non dover commentare in negativo il rapporto che abbiamo col Comune di Matino. Perciò queste risate sarcastiche, forse quando arriveranno elezioni provinciali dovranno essere un po’ modellate, perché siamo un unico collegio. Grazie.

PRESIDENTE – Per dichiarazione di voto, prego, Portaccio.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE PORTACCIO C. – Capisco che l’assessore all’Unione dei Comuni, Massimo Portaccio, deve difendere il suo posto. Poi gradiremmo, come consiglieri comunali, che ci facesse una relazione di tutta la grande attività che sta facendo come assessore all’Unione dei Comuni, per capire tutto il suo impegno che profonde, come tempo, come impegno amministrativo che fa per questa grande Unione dei Comuni.
Per quanto riguarda il collegio amministrativo, probabilmente questa cosa delle quattro comunità (Taviano, Racale, Alliste, Melissano) abbiano un comune sentire, diversamente da Matino, la dico io, la dice l’attuale Presidente, nonché Sindaco di Melissano, l’ha detta nel Consiglio dell’Unione in cui si è insediato come Presidente. Quindi probabilmente non è neanche molto attento dicembre i Consigli dell’Unione. Il fatto che poi, perché ci sia stato qualcuno che abbia creato al collegio Taviano – Matin alle elezioni provinciali, non significa che fra Taviano e Matino ci sia quell’intesa che c’è fra Taviano e Racale, quel Comune sentire che c’è fra Taviano e Melissano, che è un espediente fatto sulla scrivania da qualche politico o da qualche funzionario che sicuramente in questo modo non è che ha portato mai a una grande integrazione fra questi due Comuni. Perché la stessa cosa ci potrebbe essere con Parabita, con Supersano. Cioè, non so. Io credo, e penso che lo pensiate tutti quanti voi, che fra questi 4 Comuni c’è qualcosa in più, c’è quel quid pluris che giustificava l’unione dei Comuni per un’eventuale (fra 10 – 20 – 100 anni) fusione. Cosa che non c’è. Solo il cartello amministrativo fra le elezioni provinciali c’è tra Taviano e Matino che ci accomuna, non mi sembra che ci sia niente altro di quello che propende l’assessore all’Unione dei Comuni, contrariamente tiene tanto a questo ente sovra comunale. Poi sarebbe opportuno come assessore che ci dicesse che oltre a quel servizio del verde, previsto nel bilancio, che non funziona dell’agosto 2008, non c’è stato nulla. Io vorrei capire in Giunta che cosa deliberate. Vorrei capire giornalmente che fate come assessori all’Unione dei Comuni. Quando ho capito questo, probabilmente potrei anche cambiare idea, perché io non mi affeziono idee. Perché, finché so che questa struttura, questa scatola vuota, che è stata mantenuta negli ultimi anni solo per assicurare un posto di assessore all’Unione dei Comuni, per non fare nulla, secondo me, è mortificante per chi è assessore. Perché io credo che uno vuole essere nominato essere per fare qualcosa per lo sviluppo della sua comunità, non certo per prendersi l’indennità di carica. Quindi, finché qualcuno non mi smentisce queste cose, io credo che il nostro gruppo voterà contro questa vostra delibera.

PRESIDENTE – Ci sono ulteriori dichiarazioni di voto? Prego, Pasca.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE PASCA – Io volevo dire che la mia riflessione partiva da un dato storico, di memoria. Cioè, l’unione dei Comuni non nasce così per caso. L’Unione dei Comuni, la cosiddetta T.R.A.M., quella che io definisco la valle di Taviano, ma non io, la definisce lo storico De Giorgi nel 1870, riconoscendo a questo territorio una identità, che è una identità particolare, che poteva certamente, Biagio, rappresentare il punto fondamentale dello sviluppo anche economico del territorio. Perché, guardate, oggi come oggi la cultura è sviluppo economico. Attraverso i moti della cultura, noi possiamo raggiungere la stragrande maggioranza… L’attenzione di moltissime persone che potrebbero trovare in questi posti, in queste ricchezze di centri storici fondamentali, fondamentalmente belli e forse anche sconosciuti da parte di tutti noi, potrebbero trovare motivo di interesse, motivo che li porta a recuperare case, terre, a acquistare, quindi a interagire con noi.
Ora, se noi riusciamo davvero a dare una impostazione, che è stata quella profetica impostazione che la Grecia Salentina ha dato al suo territorio… Guardate, io vorrei soltanto dirvi questo, e non lo dico perché sono un modestissimo volontario, operatore culturale. Vorrei dirvi che la nostra storia, la nostra identità di Unione dei Comuni di valle di Taviano non è da meno di quella della Grecia Salentina. Sapete che cosa è mancato qui da noi? È mancato chi avesse basato lo sviluppo su quella identità e su quella memoria storica.
Se immaginate che la Grecia Salentina ha avuto un finanziamento di 200 mila euro per riscoprire le nenie cantate durante il periodo Pasquale, se immaginate le stragrande messe di finanziamenti avuta soltanto per ragioni esclusivamente, squisitamente culturali, voi vi accorgerete che non c’è spazio per valutazioni che non solo quelle della cultura. Per cui, io non dico “no” a Matino, ma non dico “sì” a Matino, in un modo assolutamente inconsistente sul piano delle motivazioni. Ma scusatemi, si può venire in un Consiglio comunale, quale il nostro, quello di Taviano, che ancora rimbomba delle voci dei grandi politici di questa comunità e venire a giustificarci, a motivarci un provvedimento… e poi, oltre tutto, a ricevere il plauso del Sindaco! Per cosa? Per una motivazione che non esiste. Non c’è una motivazione in questa scelta fatta dall’amministrazione, caro Rino. Non c’è. Allora, se non c’è, recuperate quella identità. Guardate, il sottoscritto… Come dice il Vangelo, non sappia la destra quello che fa la sinistra, perché sennò ha già avuto la sua ricompensa. Ma io faccio l’operatore culturale con i soldi miei, checché dica qualche sciacallo che va cianciando in questa comunità.

ASSESSORE BELLONI – Confermo.

Hawkeye ha detto...

CONSIGLIERE PASCA – Confermi perché tu guardi le carte. Lo faccio con i soldi miei e lo faccio anche con il mio rischio di vedere o non vedere la gente. Voi potete fare gli operatori culturali con i soldi della comunità, ma fatelo. Ma fatelo davvero! Ma fatelo riscoprendo quelle radici che daranno lavoro ai nostri giovani, che daranno la possibilità ai grandi turisti… Voi sapete che Ostuni o la Grecia Salentina ha una marea di richieste di acquisto… Felline. A Felline oggi a acquistare un metro quadro di case costa l’ira di Dio. Perché? Perché lì hanno saputo, io non so se consapevolmente o meno, dare dignità culturale a quel centro. Quest’anno io sono stato alle sagre estive, non credo di uscire fuori tema, Presidente. È una cosa raccapricciante. La Pro- Loco (lo dico perché l’ho detto pubblicamente in altre sedi) di Felline, che pure con i guadagni costruisce iniziative per Felline, alla sagra della patata ha dato un piatto contenente patate surgelate: polpette acquistate sicuramente ai grandi magazzini, ai grandi supermercati. Costava 5 euro. Proprio migliaia di persone, perché ormai ha l’attenzione di tutto il Salento intorno a questo centro.
Ora, io vi chiedo di non venire sprovveduti ad affrontare tematiche che sono importanti. L’unione una tematica importante, che non si può affrontare in questo modo disarmante con il quale l’assessore (con tutto il rispetto, disarmante nel senso delle motivazioni) e il Sindaco hanno fatto. Non lo si può fare. Perché investe i nostri destini. Investe il futuro di questo territorio. Allora c’è bisogno di una inversione di tendenza. O lo fate voi o lo farà chi viene dopo di voi. Decidetevi. Io sarei anche contento se lo faceste voi. Però, se voi non lo fate, prenderete atto.

PRESIDENTE – Chi è favorevole alla delibera così come proposta?

votazione favorevoli 11
contrari 8 (Tanisi, Portaccio C., Tunno, Corvino, Bruno, Sabato, Pasca, Palamà)
astenuti 0

PRESIDENTE – A proposito di questo, entro dieci giorni sarà convocato il Consiglio con quest’unico punto all’ordine del giorno.
Date lettura delle mozioni. A proposito delle mozioni, io non ho difficoltà a inserirle, purché arrivi la proposta di delibera. Fatela arrivare al protocollo, in modo che io possa poi metterla all’ordine del giorno del prossimo Consiglio.

CONSIGLIERE BRUNO – “Mozione presentata dai consiglieri comunali Bruno, Palamà, Pasca, sull’argomento di incarico di variante generale al PRG”.
Vi chiedo che al prossimo Consiglio venga inserito il seguente ordine del giorno: “Invito al Sindaco e alla Giunta municipale di revocare la delibera n. 135/08 perché l’argomento è di competenza del Consiglio. Riserva di depositare le relative proposte di delibera”.

PRESIDENTE – Prego, Tanisi.

CONSIGLIERE TANISI – Il senso era quello, era la conseguenza dell’interrogazione: “I sottoscritti consiglieri comunali, a seguito della discussione sull’argomento posto al secondo punto dell’ordine del giorno del Consiglio comunale del 27.02.2009 "Interrogazione in ordine a variante generale al PRGC", sentita la risposta all’interrogazione da parte del Sindaco e dell’assessore all’urbanistica del Comune di Taviano, rilevati i puntuali rilievi mossi al comportamento della Giunta ai consiglieri firmatari all’interrogazione, Bruno, Palamà e Pasca, si propone di tornare alla discussione dell’argomento nella seduta del prossimo Consiglio comunale, con un atto di indirizzo alla Giunta comunale di Taviano, affinché si adotti in autotutela un provvedimento di revoca della delibera”.

PRESIDENTE – Nei prossimi 5 giorni devono pervenire le proposte di delibera, altrimenti non sarò nelle condizioni di metterla all’ordine del giorno. Grazie.