sabato 28 marzo 2009

Manganelli canterini - di Marco Travaglio

Il vicequestore Gioacchino Genchi, da 20 anni consulente dei giudici in indagini di mafia e corruzione, è stato sospeso dal servizio.
Motivo: ha rilasciato interviste per difendersi dalle calunnie e ha risposto su facebook alle critiche di un giornalista. «Condotta lesiva per il prestigio delle Istituzioni» che rende «la sua permanenza in servizio gravemente nociva per l’immagine della Polizia».
Firmato: il capo della Polizia, Antonio Manganelli.
Se Genchi avesse massacrato di botte qualche no global al G8 di Genova, sarebbe felicemente al suo posto e avrebbe fatto carriera (Massimo Calandri, «Bolzaneto, la mattanza della democrazia»): Vincenzo Canterini, condannato a 4 anni in primo grado per le violenze alla Diaz, è stato promosso questore e ufficiale di collegamento Interpol a Bucarest. Michelangelo Fournier, 2 anni di carcere in tribunale, è al vertice della Direzione Centrale Antidroga. Alessandro Perugini, celebre per aver preso a calci in faccia un quindicenne, condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi per le sevizie a Bolzaneto e a 2 anni e 3 mesi per arresti illegali, è divenuto capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente in quella di Alessandria.
Le loro condotte non erano «lesive per il prestigio delle Istituzioni» e la loro presenza è tutt’altro che «nociva per l’immagine della Polizia».
Ma forse c’è stato un equivoco: Manganelli voleva difendere Genchi e sospendere Canterini, Fournier e Perugini, ma il solito attendente coglione ha capito male. Nel qual caso, dottor Manganelli, ci faccia sapere.

3 commenti:

Hawkeye ha detto...

Balla a Balla - di Marco Travaglio

Ferve sui giornali il dibattito sulla crisi dei giornali. Intanto gli stessi giornali continuano a nascondere le notizie (solo Repubblica e il Manifesto han raccontato la vittoria in appello di Santoro contro la Rai che si era opposta al suo reintegro deciso dal Tribunale) e a gonfiare le non-notizie. Per esempio la puntata di «Porta a Porta» con Karol Ratz, arrestato per gli stupri della Caffarella e di Primavalle, poi scarcerato per non averli commessi. Una puntata talmente arrapante da raccogliere appena il 9% di share (1 milione di spettatori). Eppure i giornali le hanno dedicato intere paginate, così i lettori che avevano girato alla larga da Vespa imparano. Non l'avete voluto vedere? Beccatevelo sul giornale.

La sera prima, l'insetto celebrava il Quindicennio Berlusconiano con un servizietto che attribuiva la caduta del primo governo del Cavaliere a «un avviso di garanzia della Procura di Milano» e quella del secondo governo Prodi a «un'inchiesta rivelatasi poi infondata su Mastella e la moglie». Due balle al prezzo di una. Il Berlusconi I cadde perché Bossi gli ritirò la fiducia, in dissenso sulla riforma delle pensioni, anzi su tutto. Il Prodi II cadde perché Mastella s'era accordato con Berlusconi e aveva preso a pretesto l'inchiesta di S.Maria Capua Vetere. Che non s'è rivelata affatto infondata: la Procura di Napoli ha appena depositato gli atti - preludio alla richiesta di rinvio a giudizio - a carico dei coniugi Mastella per concussione. Ma pareva brutto raccontare la verità. Intanto il dibattito sulla crisi dell'informazione prosegue, più appassionante che mai.

Hawkeye ha detto...

Bassolino l'erbivoro - di Pino Corrias

La fissità erbivora che Antonio Bassolino esibisce mentre tutti gli interlocutori lo sommergono di accuse che lui ascolta senza muovere né muscoli, né occhi, andrebbe segnalata agli etologi.
I rendiconti più drammatici gli passano sul viso come acqua sui vetri. Nei quindici anni del suo regno, la Campania e Napoli sono diventati un miserabile inferno e uno scandalo perpetuo. Complice la gran parte dei cittadini che disconosce l’interesse collettivo, in sintonia con la propria classe dirigente.

Nella comune rassegnazione (e omertà dei molti) in questi anni è accaduto il peggio. La violenza dilagata come un virus. La camorra che comanda sulla vita e sulla morte. Il narcotraffico che avvelena. Il racket che governa il lavoro e l’economia. La prostituzione diventata schiavitù. E poi l’illegalità come norma. Gli scandali dell’edilizia e della politica. Del denaro pubblico dissipato. Del disastro edilizio. Del dissesto ambientale. Delle periferie abbandonate. Che hanno trasformato questo territorio un tempo bello, in paesi miserabili, periferie invivibili, con strade devastate dal traffico, dai centri commerciali orrendi, dalle discariche a cielo aperto, dal traffico perpetuo, dal disordine universale. E infine sommerso dalla spazzatura, tracimata come un’onda di fango e di detriti umani, raccontata con incredulità da tutti i giornali del mondo, da tutte le televisioni del mondo. Suscitando ribrezzo, scandalo, rabbia. In tutti.

Meno che nel nostro imperturbabile Bassolino che sempre ascolta in silenzio, con gli occhi fissi all’interlocutore. L’altro giorno il Cavaliere lo ha umiliato in pubblico, convocandolo all’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra (di cui si vantava) ma poi dandogli una sedia in platea.
Era una gogna.
Ma Bassolino, quella stessa sera in tv, si affannava a decantare “i successi del premier”. A applaudirlo.
A inchinarsi al suo cospetto.
E solo raddoppiando la propria pubblica umiliazione, sembrava contento.

Hawkeye ha detto...

Lo scopone scientifico - di Marco Travaglio

Oltre a raccontare, per la prima volta in tv, lo scandalo Rete4-Europa7, lo strepitoso Report di domenica ha fornito un'imperdibile galleria di mostri da far impallidire il museo Lombroso. Perché dei furbastri che per 25 anni han regalato al Cainano il monopolio dell'etere, ciò che più preoccupa non sono le azioni o le parole: ma le facce. La faccia muschiosa di Mammì, oggi dedito allo scopone scientifico («grande lascito dell'Illuminismo»). La faccia biforcuta di Violante, che si vanta di aver «garantito a Berlusconi e Letta di non toccare le tv fin dal '94». La faccia sulfurea di Amato, che sogghigna sull'illegalità legalizzata all'italiana: «I decreti Craxi? C'ero, ma non ricordo. Da noi le cose sono “tendenzialmente vietate”, eh eh..».

La faccia di tolla del cosiddetto Garante dell'Agcom: «Noi resistiamo, andiamo avanti come la spada». La faccia inciucesca dei ministri Maccanico, Cardinale e Gentiloni, sotto i cui nasi è transitato il più colossale conflitto d'interessi della storia senza incontrare resistenza alcuna. La faccia impunita dell'Avvocato dello Stato che copia le memorie degli avvocati Mediaset. La faccia godereccia di Confalonieri, che li ha messi nel sacco tutti (senza faticare granchè) e ora mente sui 50 mila euro che avrebbe «piluccato» al sottoscritto; sul «pretore di Avellino» che nel 1984 avrebbe bloccato le sue tv (erano quelli di Torino, Pescara e Roma); e sul povero Di Stefano, destinatario di «favori politici enormi, diversamente da noi» (ha detto anche questo). Intanto, in sottofondo, Jannacci canta «Meno male che ho trovato te».