martedì 10 marzo 2009

Niente Primarie. Sergio Blasi si tira indietro per il bene del partito e della coalizione. "Mi impegnerò in prima linea – ha dichiarato – garantendo la mia disponibilità a far parte della squadra". La candidata alla carica di presidente della Provincia di Lecce è Loredana Capone, attuale vice
E' andato praticamente tutto come previsto, ieri a Lecce, all'assemblea provinciale del Pd. La candidata alla carica di presidente della provincia è Loredana Capone, attuale vice di Giovanni Pellegrino, presidente uscente, il quale più volte nel corso della serata ha ribadito la sua voglia di tornare, a 70 anni, a fare il nonno.
Tutto come previsto, con Sergio Blasi, sindaco di Melpignano, che ha fatto un passo indietro rinunciando alle Primarie, per il bene dell'unità e della coalizione ed ha lasciato campo libero alla Capone, assicurando con saggezza sottolineata da tutti gli intervenuti il proprio impegno in prima linea e la sua disponibilità a fare parte di una squadra.
Tutto come previsto. Con Teresa Bellanova, deputata Pd, che ha sostenuto a spada tratta le ragioni della Capone candidata: "è giovane, è la naturale prosecuzione dell'Amministrazione Pellegrino, è in gamba, e soprattutto è donna".
Concetto ripreso anche da Pellegrino che, della sua vice ha evidenziato tenacia e polso duro ed anche la giovane età: "Ha poco più della metà dei miei anni – ha dichiarato in tono scherzoso – e non mi sembra poco.
E poi – ha continuato – vedrete quando parte; non la fermerà nessuno". Tutto come previsto. Forse anche l'intervento, duro, di Lorenzo Ria che ai microfoni ha dichiarato di non trovare alcun elemento di novità rispetto al passato nel nome della Capone e poi ha abbandonato l'aula, ancor prima che questa avesse la possibilità di rispondere, in segno di disappunto.
Non era previsto, forse, l' "addio alle armi" di Flavio Fasano, assessore della Giunta Pellegrino che ha annunciato di ritirarsi dalla politica attiva e di non avere alcuna intenzione di candidarsi; "Spero che al mio posto ci sarà un giovane".
Insomma la campagna elettorale è ufficialmente partita ieri. Con divisioni interne che, se non sanate in tempo, potrebbero creare non pochi problemi. L'ha fatto notare la candidata: "Ringrazio Sergio – ha detto – per la sua disponibilità a rilanciare insieme la coalizione di centrosinistra. Mi auguro che queste diversità di vedute, che pure sono naturali in un partito così ampio, vengano messe da parte per il bene dei salentini che ci credono".
(da Il Tacco d'Italia)
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Inutile che stia qui a ripetervi che io non voterò.
Come me faranno centinaia di altre persone facendo perdere il centrosinistra.
Questi esponenti del centrosinistra se ne devono andare a casa .
Perderanno ora e continueranno a perdere.

1 commento:

Hawkeye ha detto...

Il terzo Polo nelle prossime provinciali leccesi non è più solo pane per discorsi giornalistici: da ieri sera, è una realtà a tutti gli effetti, dopo che Adriana Poli Bortone ha siglato un accordo romano con l’Udc di Pierferdinando Casini. Un patto programmatico che andrà ben oltre il territorio salentino, ma che prevede un’alleanza anche alle Europee, dove le liste dello Scudo crociato accoglieranno sotto il proprio simbolo gli esponenti del Movimento per il Sud della senatrice.

Dopo tante parole e ipotesi a fiume, dunque, ecco servito il Terzo Polo, che inevitabilmente sembra destinato ad aprire nuovi scenari. Restano sul tavolo della discussione molti dettagli, uno fra tutti e non di secondo conto il nome del candidato a Palazzo Celestini, ma l’accordo appare forte e pienamente condiviso dai contraenti: sui nomi da proporre alla provincia di Lecce, restano i soliti noti, dall’onorevole Luigi Pepe, già proposto a suo tempo dal segretario provinciale Udc, Salvatore Ruggeri, al consigliere regionale (considerato un ex Pd di fatto, anche se non ancora del tutto fuori dal partito) Dario Stefàno, già indicato in maniera informale dall’eurolady. Ma l’Udc sembra volere la stessa Poli candidata alla provincia, per garantirsi qualche possibilità in più di vittoria, vista l’appeal elettorale che la stessa senatrice ha sempre registrato, ogni qualvolta si è confrontata con le urne in prima persona: ma l’ex sindaco di Lecce continua a non gradire la soluzione e punta dritto per altri obiettivi.

Per ora, dunque, è andato a vuoto l’appello del coordinatore provinciale di Forza Italia, Cosimo Gallo, che aveva chiesto pochi giorni fa alla senatrice di sostenere il candidato del Pdl alla provincia. A proposito di Udc, intanto, perviene una richiesta di chiarimento da Barbara Ferrari: lo scorso venerdì, una nota trasmessa dallo scudo crociato, nella quale il commissario provinciale esprimeva soddisfazione per il passaggio nelle fila del proprio partito di alcune persone, provenienti da paesi ed esperienze diverse, veniva inserito anche il suo nome. Ferrari smentisce categoricamente il contenuto di quella comunicazione riguardo alla propria adesione al partito predetto e precisa di non aver mai partecipato all’incontro svoltosi presso la segretaria dell’Udc, cui alludeva nel comunicato il segretario Ruggeri. “Con l’occasione – afferma Ferrai - ribadisco il mio impegno nel percorso verso il partito del Popolo della Libertà, confermando la mia partecipazione alla fase congressuale ed alle successive scadenze elettorali”.

Il centrodestra, dal canto suo, appare davvero in una fase di profonda inquietudine, al di là delle frasi di circostanza di molti esponenti, che annunciano lo scioglimento imminente di ogni riserva sul candidato della coalizione: sorge il sospetto che, in realtà, non esistano rose di nomi tanto ampie provenienti dalla cosiddetta società civile e che le scelte siano di fatto ridotte all’osso. Gli interpellati in merito hanno già glissato, poco convinti della convenienza di un proprio coinvolgimento in una campagna elettorale, che appare composita e rischiosa per la caratterizzazione tripolare della contesa. Non c’è più la certezza di qualche mese fa di poter vincere ad occhi chiusi la partita, sfruttando il vento favorevole del centrodestra a livello nazionale, anche perché, prima della fuoriuscita della Poli di An, tutti o molti erano certi che la stessa senatrice, costretta dagli eventi, si sarebbe turata il naso e candidata alla provincia per il Pdl.

L’incredibile rivoluzione dello scenario politico non permette oggi di credere che basti il solo vento favorevole del centrodestra per imporre legge alle prossime provinciali, sapendo soprattutto che gli antagonisti si adoperano ad offrire una battaglia serrata con liste forti: serve necessariamente un candidato condiviso, capace di sbaragliare gli altri schieramenti. Ma, fino ad ora, si è assistito all’incredibile processione di “passi indietro” di tutti i personaggi, tirati in ballo. E forse ora, la fase è quella di un fucile senza troppe cartucce. Resta sul tavolo, Gianni Garrisi, il quale chiede di sciogliere i dubbi circa la sua candidatura, per dare risposte concrete agli elettori del centrodestra.
Nel centrosinistra, fatta la candidata, occorre rifare la coalizione.

E non perché ci siano grossi sfaldamenti, ma a causa del tentennamento di alcuni big della coalizione, che, al di là della tregua sancita a Novoli, restano ancora perplessi sulle scelte fatte. Lorenzo Ria, di fatto, resta l’unico vero strappo da ricucire, ma qualche malumore serpeggia qua e là: anche Flavio Fasano, assessore provinciale, sembra intenzionato, ad esempio, a ritirarsi a vita privata, prendendo atto con amarezza che il partito non voglia riconoscergli altro ruolo che quello ricoperto nella giunta Pellegrino.

La questione di un ricambio generazionale nella squadra di Loredana Capone si pone con forza: ed è per questo che la stessa candidata è andata a trovare il suo ex “antagonista”, Sergio Blasi, per chiedergli collaborazione per la stesura di un programma, che coinvolga le giovani generazioni nella vita politica provinciale. Riuscirci potrebbe fare la differenza.
da Lecce Prima.it