lunedì 2 marzo 2009
Io NON VOTERO' (e tanti altri di sinistra faranno come me!)
da Lecce Prima.it
L’ampia convergenza dei segretari del centrosinistra sul nome di Loredana Capone, quale candidata di coalizione alla prossima presidenza di Palazzo Celestini, sembra di fatto chiudere la lunga querelle mediatica sul toto nomi del dopo Pellegrino. L’attuale vicepresidente della provincia raccoglie il plauso e il favore di quasi tutti partiti della propria area, allontanando in un sol colpo, l’ombra di Blasi e delle primarie, che quasi certamente verranno riposte nel cassetto, con buona pace dei tantissimi sostenitori che le hanno invocate anche attraverso Facebook.
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Il centrosinistra dimostra di non aver capito nulla.
I nostri "amici affaristi" hanno trovato un amabile accordo tra di loro.
IO NON ANDRO' A VOTARE.
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2 commenti:
L’ampia convergenza dei segretari del centrosinistra sul nome di Loredana Capone, quale candidata di coalizione alla prossima presidenza di Palazzo Celestini, sembra di fatto chiudere la lunga querelle mediatica sul toto nomi del dopo Pellegrino. L’attuale vicepresidente della provincia raccoglie il plauso e il favore di quasi tutti partiti della propria area, allontanando in un sol colpo, l’ombra di Blasi e delle primarie, che quasi certamente verranno riposte nel cassetto, con buona pace dei tantissimi sostenitori che le hanno invocate anche attraverso Facebook.
La candidata in pectore ringrazia Pellegrino e le forze politiche per l’appoggio, e rivolge un pensiero anche agli ultimi “dissidenti” con riserva, i movimentasti di Vendola, che, pur apprezzando le doti della Capone, avevano richiesto a gran voce il ricorso alle primarie per la scelta del candidato: un ringraziamento per la “fiducia e stima” a Mps, che “pure prendendo atto della non volontà di ricorrere alle primarie da parte di tutte le forze politiche, ha ritenuto di riservarsi un momento di dialogo interno”.
La Capone, intanto, annuncia un incontro “proposito e costruttivo” con tutti i partiti. E mentre la Federazione leccese del Partito dei Comunisti italiani e Giuseppe Taurino, esprimono soddisfazione per i risultati del tavolo politico del centrosinistra e per la scelta della Capone, l’unica incognita resta quella legata a Sergio Blasi, a lungo visto come l’antagonista per una candidatura alla vicepresidente provinciale. Si attende di sapere se la Capone proverà ad incontrare il sindaco di Melpignano, prima dell’assemblea provinciale del Pd, per evitare fratture e divisioni, delle quali si vocifera da tempo.
Voci di corridoio narrano di un Blasi, pronto ad essere sostenuto dai vendoliani del Mps, che voglia comunque provare la via della candidatura, nonostante l’esito del tavolo, raccogliendo il sostegno tributatogli da sostenitori e da alcuni amministratori salentini, rimasti poco soddisfatti dal metodo usato dal Pd per la designazione della Capone. Fantapolitica o realtà? Si vedrà a breve: di certo, al centrosinistra serve la maggior coesione possibile, per tentare di rivincere, in questo clima complesso, le elezioni di giugno.
Nel centrodestra, si fatica ancora a trovare la sintesi: preoccupa la questione della possibile crisi al comune di Lecce, che sta destabilizzando la coalizione, dopo il recente botta e risposta al vetriolo tra il sindaco, Paolo Perrone, e la senatrice, Adriana Poli Bortone, sulla possibilità che quest’ultima venga esclusa dalla giunta. La Poli ha definito “arroganza politica” l’idea del primo cittadino di Lecce di mandarla fuori dall’esperienza amministrativa, qualora la decisione si rivelasse reale. E, intanto, si fa la conta sia in giunta che nel centrodestra provinciale, dove si cerca di capire chi di An seguirà la Poli nel percorso del Movimento per il Sud.
Sul nodo candidature, si prova a stringere il cerchio: dopo l’indirizzo dato dai dirigenti regionali del Pdl su un candidato da ricercare nella società civile, non si sprecano nomi autorevoli, tanto che, nei giorni scorsi, sono stati tirati in ballo come possibili scelte sia l’avvocato Pietro Quinto, sia l’ex presidente dell’ordine degli avvocati leccesi, Antonio De Giorgi, che il preside della Facoltà di Economia dell’Università del Salento, Stefano Adamo. Dei tre, l’ultimo ha fatto ampiamente capire di non essere interessato all’idea, ed il primo, seppur animosamente caldeggiato da molti, sembra voler seguire le orme di Adamo e rispondere con un semplice “No, grazie”. L’unico davvero interessato è per ora De Giorgi, che si è esposto pubblicamente, ma ha chiesto una larga condivisione della propria eventuale candidatura: i primi sentori, però, non sembrano particolarmente favorevoli, visto il gelo dimostrato sull’argomento per ora dai coordinatori provinciali del centrodestra. Si spera ancora in una soluzione “politica”, che, al di là dei discorsi di massima, appare sempre la soluzione più gradita agli schieramenti. Incertezza ormai “cronica” sul nome di Gianni Garrisi, da tempo appeso ad una decisione della coalizione, non ancora arrivata.
Ed è su questo punto che torna a chiedere chiarezza l’associazione politico culturale, interna ad An, “Destra di Base”, sollecitando la Federazione a sciogliere il nodo “Garrisi”, non ritenendo più possibile “procrastinare questa situazione di incertezza in cui An sembra aver smarrito la propria personalità politica e la propria autorevolezza”, proprio in virtù della scelta già maturata nel centrosinistra: “Il candidato presidente per il Pdl alle prossime provinciali tocca ad An – spiega Adriano Napoli, presidente di DdB -, ed a questo sacrosanto diritto, già peraltro riconosciutoci dallo stesso ministro Raffaele Fitto, la Federazione di Lecce non può e non deve rinunciarvi a nessun costo. Se la candidatura di Gianni Garrisi ai nostri alleati non va bene, An deve solo fare una cosa: riunire di nuovo immediatamente, anche prima del prossimo congresso provinciale, i propri presidenti di circolo, gli stessi che avallarono questa proposta di candidatura e vedere una volta per tutte se ci sono nel partito altri nomi più prestigiosi e autorevoli da proporre agli alleati”.
Napoli che ritiene “durissimo” riconquistare la Provincia, specie “con l’incognita dell’Udc e del Movimento per il Sud” sottolinea come ad An spetti il compito “di sciogliere tutti i nodi”, affinché le scelte non vengano fatte a Bari o a Roma, col rischio “più che fondato di scegliere il candidato presidente sbagliato, frutto solo di logiche correntizie e non territoriali, con risultato che non sentendosi rappresentati i nostri elettori non vadano a votare o, peggio ancora, votino altrimenti. Abbiamo già fatto questo errore, non possiamo ripeterlo”.
Pertanto, il direttivo di Destra di Base annuncia che, domani martedì 3 marzo, alle 19, presso il circolo An di Matino, ci sarà un incontro tra dirigenti, iscritti e militanti di An, per chiarire le questioni ancora irrisolte: oltre alla candidatura per Palazzo Celestini, si discuterà l’approvazione della mozione di An per il Pdl, del congresso nazionale di An e del costituendo Pdl e della lista identitaria che Ddb sta predisponendo a sostegno del centrodestra alle prossime provinciali, ormai completa per tutti i 36 collegi del territorio e che sta riscuotendo sempre più interesse e sostegno nel partito.
Mauro Bortone
da Lecce Prima.it
E' questo il modo in cui si vuole cambiare, questa è la democrazia. Esiste solo l'interesse e l'affarismo. Se i cittadini sono i primi coinvolti, in periodo di elezioni per il rinnovo dell'organico, è giusto che siano i cittadini a stabilire a monte chi scegliere per essere rappresentati. Le primare sono un importante strumento di democrazia e mettendole da parte si dà modo di capire che và avanti solo chi ha il potere più grande. A che proposito si dovrebbe votare una persona che pur essendo (presumibilmente) il rappresentante della mia appartenenza politica, io non conosco e non stimo. Che mansione hanno in tutto questo i cittadini?
Non si può cambiare così, non si cambierà mai continuando a perseguire la strada dell'indifferenza.
Niente voto!
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