sabato 25 ottobre 2008

Immobilita'

Dal Corriere della Sera di oggi...editoriale che mi ha messo sulla faccia un sorriso (triste)!

PRIGIONIERI DEL PASSATO
L'Italia Immobile

di Ernesto Galli della Loggia

Un Paese fermo, consegnato all'immobilità: ecco come appare oggi l'Italia. Non già nella cronaca convulsa del giorno per giorno, nell'agitazione della lotta politica, nei movimenti sempre imprevedibili di una società composita, frammentata e priva di inquadramenti istituzionali forti. Ma un Paese fermo perché anche nelle sue élites prigioniero dei luoghi comuni, incapace di pensare e di fare cose nuove in modo nuovo, di sciogliere i nodi che da tanto tempo ostacolano il suo cammino.

Da trent'anni ci portiamo sulle spalle un debito pubblico smisurato che non riusciamo a diminuire neppure di tanto. Da decenni dobbiamo riformare la scuola, la Rai, la sanità, le pensioni, la magistratura, la legge sulla cittadinanza, e siamo sempre lì a discutere come farlo. Da decenni dobbiamo costruire la Pedemontana, le prigioni che mancano, il sistema degli acquedotti che fa acqua, il ponte sullo Stretto, le metropolitane nelle città, la Salerno- Reggio Calabria, la Tav del corridoio 5, e non so più cos'altro. Ma non lo facciamo o lo facciamo con una lentezza esasperante. Nel tempo che gli altri cambiano il volto di una città, costruiscono una biblioteca gigantesca, un museo straordinario, noi sì e no mettiamo a punto un progetto di massima sul quale avviare discussioni senza fine.

Perché in Italia le cose vanno così? I motivi sono mille ma alla fine sono tutti riconducibili a una sensazione precisa: siamo una società prigioniera del passato. Con lo sguardo perennemente rivolto all'indietro, che ama crogiolarsi sempre negli stessi discorsi, nelle stesse contrapposizioni, nelle stesse dispute, assistere sempre allo spettacolo degli stessi gesti e degli stessi attori. Da noi il passato non diviene mai inutile o inutilizzabile. Non si butta via mai niente. Ogni cosa è potenzialmente per sempre: ogni ruolo, ogni carica è a vita, e pure se siamo reduci da qualcosa lo siamo comunque in servizio permanente effettivo. In un'atmosfera di soffocante ripetitività siamo sempre spinti a conservare o a replicare tutto: idee, appuntamenti stagionali, parole d'ordine, comizi, titoli di giornali.
Ci domina una sorta di freudiana ritenzione anale infantile: paurosi di abbandonarci alla libertà creativa e innovativa dell'età adulta, a staccarci dalla comodità del già noto, solo noi, nella nostra vita pubblica, abbiamo inventato la figura oracolare e un po' ridicola del «padre della patria» con obbligo di universale reverenza. È, il nostro, l'immobilismo di un Paese abbarbicato a ciò che ha vissuto perché non riesce a credere più nel proprio futuro, di un Paese che sotto la vernice di un'eterna propensione alla rissa in realtà fugge come la peste ogni rottura e conflitto veri, e desidera solo continuità. Che come un vecchio Narciso incartapecorito anela solo a rispecchiarsi nel già visto.

Un Paese, come c'informa La Stampa di qualche giorno fa, dove Guido Viale, antico giovane di un remoto «anno dei portenti », si compiace — invece di averne orrore — che oggi «le occupazioni delle scuole si fanno assieme ai genitori», e che «questi ragazzi lottano accanto ai professori e ai presidi». Già, «accanto ai professori e ai presidi»: che lotte devono essere! E comunque è con queste, buono a sapersi, che l'Italia si allena ai duri cimenti dell'avvenire.

14 commenti:

Hawkeye ha detto...

Io temo che la situazione sia peggio di quella descritta da Ernesto Galli della Loggia.

L'immobilismo (fisico, economico, culturale, ecc) non è (a mio avviso) casuale,
ma orchestrato ad arte per essere tale.

Ricordiamo che (a tutti i livelli, anche comunale) chi ha un minimo di potere non ha nessuna voglia di metterlo in discussione.
Ennesima prova ne è questo blog.

Perchè mai dovrebbero dar prova di DEMOCRAZIA
mettendosi in discussione...
quando invece,
orchestrando sottobanco,
possono tranquillamente e tacitamente non solo continuare a tenere il proprio potere ma addirittura moltiplicarlo ?

Quindi da decenni
(quasi secoli, oramai)
vediamo sempre gli stessi politici...
gli stessi tecnici...
gli stessi raccoglitori di consenso...
gli stessi seminatori di cultura,
ecc.

Le menti valide è meglio che fuggano all'estero.
Non vi sono segnali di ravvedimento culturale...
i giovani fanno la fila per "dare una leccatina"...
e si allenano a darla nel migliore dei modi.

Emilio Fede docet.

ica ha detto...

caro haw, mi sa che hai proprio ragione!
stamattina mi sono capitati sott'occhio i dati sulle lauree precoci e l'appello di visco per un nuovo innalzamento dell'eta' pensionabile! della serie il buongiorno si vede dal mattino!
alla faccia dell'eccellenza, della competizione e di milioni di precari..
forse hai ragione tu! e' tutto deciso dall'alto, dal grado di istruzione a cui dobbiamo aspirare al quando (e se) saremo DEGNI di contratti seri..
purtroppo ancora non ho insegnato alla mia pelle che non vale la pena di accaponarsi!

Hawkeye ha detto...

Taranto, forniture gonfiate
al Comune: quattro arresti



TARANTO - Quattro persone sono state arrestate dagli agenti della Digos di Taranto per forniture gonfiate di materiale di cancelleria e attrezzature informatiche commissionate dal Comune di Taranto a una ditta privata. Si tratta di Luigi Lubelli, ex dirigente della Direzione Risorse Finanziarie del Comune, Francesco Portone, legale rappresentante della 'Nuova Promosport', Fernanda Prenna, funzionaria dell'Ufficio Economato, e Carlo Patella, ex responsabile del Servizio Economato del Comune.

I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del Tribunale di Taranto, Giuseppe Disabato, su richiesta del pubblico ministero Remo Epifani. Gli indagati sono accusati di concorso in associazione per delinquere, truffa aggravata e falso ideologico. Il raggiro ammonterebbe a oltre 6 milioni di euro.

25/10/2008 Gazzetta del Mezzogiorno

Hawkeye ha detto...

Diossina, a Taranto
il record nazionale



BARI – La provincia di Taranto è la più inquinata d’Italia, seguita, ma a grande distanza, da Livorno, Nuoro, Venezia e Caltanissetta: è quanto emerge da una ricerca dell’associazione ambientalista «Peacelink» che ha aggregato i dati sulle emissioni industriali in Italia ricavati dall’Inventario nazionale sulle emissioni e loro sorgenti (Ines).

Lo studio è stato fatto creando un «paniere» di inquinanti considerati cancerogeni, mutageni, teratogeni e neurotossici, vale a dire diossine e furani, mercurio, idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), benzene, policlorobifenili, piombo e arsenico. Gli inquinanti sono stati considerati, per la loro pericolosità, indicatori della potenziale compromissione ambientale.

Lo studio fa quindi risultare in vetta Taranto che, con il suo macro-indicatore statistico, accumula circa 527,61 punti, frutto della somma, tra gli altri, del 92% di emissioni di diossine e furani in aria e del 95,8% di Ipa nell’aria. Al secondo posto c'è Livorno (101,20 punti) seguita da Nuoro (92,73), Venezia (82,79) e Caltanissetta (78,11).

21/10/2008
Gazzetta del mezzogiorno

Sto cercando l'articolo odierno in cui i controllori ambientali della ASL pare siano stati rimossi (non ho capito se perchè hanno finalmente fatto BENE il loro lavoro o se perchè si son resi conto che hanno fin'ora mistificato i dati...)

ica ha detto...

Questo viene da Salento Sostenibile

Il ministero rimuove i tecnici anti-diossina.
Il presidente della Regione Vendola si ribella: "Bloccheremo l'impianto".
E sulle emissioni accusa il padrone Emilio Riva, ora socio Cai

Sul loro tavolo c'era il futuro del più grande stabilimento siderurgico d'Europa, l'Ilva di Taranto. E la salute di centinaia di migliaia di cittadini. Avrebbero dovuto decidere, infatti, se concedere o meno alla fabbrica l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), una carta necessaria per la prosecuzione dell'attività. Invece, non decideranno nulla. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, li ha rimossi: al loro posto ha nominato tecnici di sua fiducia. "Una decapitazione del sapere tecnico-scientifico che dà forte ragione di inquietudine" attacca il presidente della Regione, Nichi Vendola.

Che a questo punto ha deciso di fare da solo: nelle prossime settimane il governatore presenterà infatti al consiglio regionale una legge che imporrà all'Ilva, così come a tutte le altre aziende che producono in Puglia, la riduzione delle emissioni inquinanti. "Stabiliremo un cronoprogramma: più passa il tempo - dice Vendola - e più dovranno tagliare. Altrimenti saremo costretti a farli chiudere".

Anonimo ha detto...

Cara Ica anche io sono convinto che Vendola quanto più rimane più fa danni!!!!! Per non parlare delle sue falsità sulla sanità.Possibile che per avere un pò più di accoglienza nei nostri ospedali c'è bisogno di privati e aziende (tra cui il sottoscritto) grazie all'associazione Angela Serra stiamo dando un pò di sollievo a chi soffre. Provate a fare un giro nella hall dell'oncologico del Vito Fazzi per vedere cosa abbiamo realizzato in poco tempo, una sala d'attesa che sembra un hotel a 5 stelle!!!!. Addirittura abbiamo pronti 80.000 euro raccolti grazie alle nostre donazioni per sistemare le sale dove i pazienti effettuano la chemio (poltrone più comode, dei televisori e quanto altro per dare un pò di forza a chi soffre) ma la burocrazia o meglio il direttore dell'ospedale nonchè amico del Vendolino si oppone!!!! Sai il perchè!!!! Perchè su quei soldi non ricavano nemmeno un centesimo, invece se danno mandato loro.... ecco la Tangente!!!!!!

Arciere ha detto...

Hawk, rimossi perchè stavano cercando di fare il loro lavoro.

Hawkeye ha detto...

...arciere...
CI AVREI SCOMMESSO!!!!

E poi c'è ancora chi sbandiera i risultati (chiaramente FASULLI!!!)di rilievi di tecnici per aumentare il numero delle antenne...
per evitare di intervenire sulle industrie, per lo smog, per i fitofarmaci,
ecc.

E' VERGOGNOSO !
(quante volte avrò fatto questa affermazione?!)

Hawkeye ha detto...

Dalla Gazzetta del mezzogiorno

Controlli all'Ilva di Taranto
rimosso il comitato tecnico

BARI - L'azzeramento da parte del ministero dell’Ambiente del Comitato tecnico che avrebbe dovuto decidere entro il 31 marzo prossimo se concedere all’Ilva di Taranto l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), secondo Legambiente Puglia è un “ulteriore favore” all’azienda e rischia di allungare ulteriormente i tempi a disposizione di Emilio Riva entro i quali adeguare i processi di produzione alle Bat, le migliori tecnologie possibili.

Così Legambiente Puglia commenta la notizia della rimozione da parte del ministero del comitato tecnico che si stava occupando della concessione dell’Aia all’Ilva.

Leo Corvace, tarantino e dirigente regionale di Legambiente, interpellato in proposito, sostiene che questa decisione
“invalida tutti i lavori fatti da oltre un anno su questo tema” e che ora “il rischio è che si arrivi al 31 marzo, data fissata per la definizione delle procedure Aia, senza trovarsi nelle condizioni di poter definire questo cammino, concedendo ulteriore tempo all’Ilva per adeguarsi alle prescrizioni. Insomma, un ulteriore favore all’azienda”.

Corvace ricorda che una ventina di associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, da oltre un anno hanno inviato al ministero diverse note con considerazioni critiche a proposito della documentazione che l’Ilva ha prodotto per certificare l’adeguamento dei suoi impianti alle Bat.

“Documentazione nella quale – dice – non sono chiari gli obiettivi e non si trovano dati importanti”.

Legambiente Puglia ritiene ora necessario che Regione Puglia, provincia di Taranto, Comuni di Taranto e Statte, interessati dalla presenza dell’insediamento industriale, e associazioni, facciano un blocco unico per sostenere le ragioni della difesa dell’ambiente.

“Con l’Aia – rileva Corvace – è tra l’altro possibile indicare prescrizioni sui valori delle emissioni ancora più restrittive di quanto previsto dalle leggi vigenti”. Invece ora – afferma – “il rischio è che le prescrizioni siano molto blande. I segnali in questa direzione ci sono e sono molto preoccupanti”.

26/10/2008

Hawkeye ha detto...

LA LETTERA DI UN LETTORE SUL CASO ILVA



DA UN LETTORE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


Chi vi scrive è un normalissimo cittadino senza alcun impegno politico o sindacale. Quello che mi spinge a scrivervi è la mia totale indignazione per il silenzio assoluto che vige sul “caso Taranto”. C’è stato un gran clamore per il caso diossina a Napoli e in tutta la campagna, un clamore che ha determinato l’intervento del commissario straordinario per i rifiuti e devo dire un clamore giustificato. Come ho apprezzato la bontà dell’intervento del governo.

Adesso però chiedo una simile attenzione anche sul “caso Taranto”. Settimanalmente avvengono chiusure di allevamenti ovini con conseguente soppressione dei capi di bestiame per contaminazione eccessiva di diossina; molte mamme non possono allattare i propri piccoli perché il latte è contaminato dalla diossina. I tumori del sangue sono aumentati del 40% nell’ultimo decennio, nascono bambini già ammalati di tumore, il male colpisce ormai quasi un terzo della popolazione. Di tutto questo chi parla?

A parte un articolo su Repubblica.it, un servizio di Uno Mattina e una puntata di Rosso Malpelo su La 7, nessuno ne ha parlato. Come ben vedete si tratta di programmi, di ottima fattura, ma al di fuori degli orari di grande seguito di ascoltatori. Perché nessun telegiornale della fasce orarie 12.30-14.00, 19.30-21.00 hanno dato risalto a questa informazione? Perché noi tarantini non abbiamo diritto alla salute come i cittadini napoletani?

Perché nessuno (solo il sito di Repubblica) parla della rimozione dei tecnici dell’Arpa Puglia che indagano sulle emissioni di diossina dell’Ilva? Perché nessun telegiornale o quotidiano (repubblica.it unico esente) ha riportato le reazioni indignate dell’Arpa Puglia e del governatore della Regione?

Spero che si tratti soltanto di una svista e non di una scelta e spero di trovare la risposta nei vostri Telegiornali e negli editoriali dei vostri giornali. Il mio non è un rimprovero, ma un appello: NON LASCIATE MORIRE TARANTO E I TARANTINI!



Pierluigi Pozzessere



Per le istituzioni che leggono per conoscenza:

L’appello è rivolto anche all’Istituzioni affinché pongano fine a questo silenzio che in un paese democratico non dovrebbe verificarsi.

Hawkeye ha detto...

LA LETTERA DEI BIMBI A NAPOLITANO: NON VOGLIAMO MORIRE



TARANTO - L'Associazione di Volontariato «Bambini contro l'Inquinamento di Taranto» ha inviato al Presidentre della Repubblica una lettera aperta per sollecitare la sua attenzione sulle problematiche ambientali della città.
A scrivere la nota ufficiale il presidente dell'associazione, il pediatra Giuseppe Merico, che invita il presidente Napolitano a venire a Taranto ed insieme allega una letterina scritta dai bambini della Scuola Elementare Giusti, nel Quartiere Tamburi, a ridosso della zona industriale di Taranto. Una letterina scritta su un foglio di quaderno, in cui i bambini chiedono aiuto «come ad un nonno».

«Noi dell’associazione - sottolinea Merico - siamo certi che soltanto attraverso la voce dei bambini si possa sensibilizzare maggiormente la triste realtà in cui viviamo, per garantire a loro stessi un futuro migliore. A Taranto viviamo in una situazione di degrado ambientale davvero incredibile ed inconcepibile, a causa delle emissioni, incontrollate, di polveri altamente inquinanti da parte della grande industria. Si stima che a Taranto, e questi sono dati ufficiali, venga immesso il 92% della diossina nazionale, il 49% del mercurio immesso in aria ed il 62% del mercurio immesso nell’acqua, il 95,8% di idrocarburi policiclici aromatici, il 40% di benzene ed il 67% di piombo.
Tutto ciò è davvero inaccettabile, ma continua ad esserci imposto dalla grande industria che, per favorire un minimo di livello occupazionale, chiede un prezzo troppo alto, la perdita del dono più prezioso: “la vita”».

«La nostra amata città è diventata una polveriera a cielo aperto, dove, tristemente, si registrano dei dati impressionanti di morti per tumori al polmone, di bambini che presentano neoplasie alla faringe, come se fumassero da decenni, di bambini che si ammalano sempre più di forme leucemiche...Come associazione, nel nostro piccolo, con il solo sostegno dei nostri iscritti, cerchiamo di fare il possibile, promuovendo iniziative, manifestazioni, e tutto ciò continueremo a farlo per amore della nostra città, ma purtroppo a Taranto non accade nulla, se non svegliarci la mattina e continuare a respirare nei ns. polmoni sempre più diossina e polveri sottili, che uccidono i nostri figli, i nostri nipoti e noi stessi.

Le chiedo a nome di tutti i cittadini di Taranto, di venirci a trovare o di poter ricevere una nostra delegazione al Palazzo del Quirinale, per aiutarci e darci un sostegno concreto a risolvere un problema la cui soluzione dovrà essere trovata in tempi brevi, a livello politico ed imprenditoriale».

Arciere ha detto...

Come ricorda Ica, Riva il padrone di ILVA, è socio CAI e come ben sapete e come si è potuto capire da REPORT su rai3 la partita "Alitalia" è tutt'altro che conclusa, quindi....

Anonimo ha detto...

Credo sia il caso di promuovere una iniziativa, anche di Consiglio Comunale, che faccia sentire la vicinanza della nostra città alla Associazione dei Bambini di Taranto, la nostra voce alle istituzioni regionali e la nostra condanna a questo ennesimo colpo di mano di una certa ....politica.. Proverò a lanciare l'idea e mi auguro nasca un gesto al di là delle connotazioni politiche.
gfp

Hawkeye ha detto...

...potrebbe essere un inizio importante di iniziativa che... potrebbe prendere spessore con il tempo e con altre adesioni.