martedì 21 ottobre 2008

Marco Travaglio- ...definitivo REQUIEM per Facci.

l'Unità, 21 ottobre 2008
"Gentile direttore, ai sensi della legge sulla stampa le chiedo di rettificare l'affermazione diffamatoria scritta da Marco Travaglio nel suo articolo a pagina 11 dell'Unità di venerdì 17. Dopo avermi definito «biondo mechato» (falsità trascurabile) egli scrive che io avrei subito «una caterva di processi persi, con abbondanti risarcimenti dei danni ai pm di Mani pulite per le balle diffamatorie che lui rovescia loro addosso da una vita». Ebbene, il mio casellario giudiziale non riporta nessuna (ripeto: nessuna) condanna penale da parte dei pm di Mani Pulite. L'unico risarcimento che compare nel mio casellario, inoltre, per decisione del tribunale di Trento, è un modesto risarcimento a beneficio dell'avvocato Giuseppe Lucibello per quanto scrissi in un mio libro del 1997. Filippo Facci
Ai sensi della legge sulla stampa, mi felicito per l’intuito di Facci che, mai nominato nel mio articolo, s’è riconosciuto nel “biondo mechato” e nella “Yoko Ono di Craxi”.
Si vede che è fisionomista. Purtroppo è altrettanto smemorato sulle sue cause perse e i suoi processi penali.
Finora non ho mai voluto usare, per polemizzare con questo o quel collega (o sedicente tale), i processi per diffamazione. So bene, anche sulla mia pelle, che sono incerti del mestiere poco rilevanti (salvo che riguardino parlamentari: nel qual caso, se le sentenze non sanzionano legittime opinioni, ma falsità conclamate, è giusto che gli elettori sappiano). Anche perché, per smontare le balle di chi mente sapendo di mentire, non c’è bisogno delle sentenze: basta conoscere i fatti. Come quando Facci venne ad Annozero a sostenere che Mangano non era mai stato condannato per mafia: fui costretto a rammentargli che era stato condannato in due processi istruiti da Falcone e Borsellino a 13 anni di reclusione per associazione a delinquere con la mafia e traffico di droga. Ma ora, visto che il mèchato naturale ci tiene tanto, mi corre l’obbligo di rinfrescargli la memoria.
Il suo casellario giudiziale non riporta “un modesto risarcimento”. Riporta una condanna penale definitiva per il reato di diffamazione per il libro “Di Pietro, biografia non autorizzata” (Mondadori), a 500 mila lire di multa e 10 milioni di provvisionale, più le spese, decisa dalla Cassazione il 20 novembre 2002.
Dunque il Facci che l’altro giorno mi dava del “pregiudicato” (falsamente: la mia condanna è solo in primo grado) è, lui sì, un pregiudicato. Quanto al “modesto risarcimento”, Facci non pagò i 25 milioni di provvisionale inflittigli in primo grado, anzi scrisse sul Foglio che li avrebbe spesi “in droga, orge, donne, financo uomini, piuttosto che darli a Lucibello”. Così si vide pignorare pure il Bancomat. E, nella successiva causa civile persa in primo grado, dovette pagare (lui o, più probabilmente la Mondadori, cioè Berlusconi) altri 50 mila euro all’avvocato diffamato, più 10 mila di spese legali e riparazione pecuniaria.
Alla faccia del “modesto risarcimento”. Quando, nel processo penale, il pm gli domandò dove avesse tratto le notizie diffamatorie sul lavoro di Lucibello a Vallo della Lucania, lui tentò di sostenere che il suo era “giornalismo di costume”, “descrizione pittoresca” di “fatti comici”; ma poi, messo alle strette, il presunto comico dovette ammettere: “Non ho svolto un approfondimento particolarmente intenso…mi sono rifatto a un paio di racconti e alla pubblicistica peraltro scarsa… qualcosa ho letto, qualcosa mi è stato detto, dovrei fare una disamina parola per parola…non sono mai andato a Vallo della Lucania”. Poi concluse che quel “passaggio non lo giudicherei diffamatorio neanche se fosse falso”. Il pm, allibito, domandò: “Ma lei ha fatto verifiche sul passato dell’ avv. Lucibello?”. Risposta: “Non so cosa significhi ‘verifica del passato’…”. Un figurone.Altri 10 mila euro di danni il nostro ometto ha sborsato (lui o il suo santo protettore) in sede civile a Enzo Biagi, per averlo insultato sul Giornale dopo che era stato cacciato dalla Rai, già molto anziano e malato, chiamandolo “il non-giornalista per tutte le stagioni” e accusandolo di confezionare “insulsi brodini” e “insipide sbobbe” (sentenza del Tribunale di Milano, 12 luglio 2006, non appellata e dunque definitiva).Poi c’è una sfilza quasi interminabile di processi persi, in sede civile e penale, contro il pool Mani Pulite, che era solito diffamare a maggior gloria della sua carriera nel gruppo Fininvest. Se non sono giunti in Cassazione, e talora nemmeno a sentenza, è per un motivo molto semplice: Facci (anzi, il suo spirito guida) è solito pagare subito il risarcimento dei danni, ottenendo la rimessione delle querele. Lui dice che le transazioni avvengono regolarmente “senza il mio consenso”: segno che qualcuno decide e paga per lui (indovinate un po’ chi), anzi forse lo paga per diffamare. Ma poi, in calce alle lettere con le richieste di transazione ai denuncianti e le promesse di pagare i danni, compare regolarmente la firma autografa di Facci. Che firmi in stato di letargo? Non si tratta, beninteso, di opinioni negative sul Pool, magari orrende, ma legittime. Si tratta di balle a getto continuo, sempre all’insegna del motto professionale: “Verifica? Non so cosa significhi”. Per esempio le cause intentategli dagli ex pm Di Pietro (rimborsato tre volte in via transattiva), Davigo (idem, tre volte), e poi ancora Colombo e Ielo. Per una diffamazione contro Borrelli, Facci fu condannato in primo grado e in appello, poi in Cassazione lo salvò la prescrizione, ma il risarcimento danni fu confermato e pagato. Facci subì poi due processi, uno penale e uno civile, su denuncia dell’ex gip Andrea Padalino, diffamato a proposito del processo Caneschi. Nel primo, Facci fu condannato a 3 mesi e 30 milioni dal Tribunale di Brescia per un articolo sul Giornale in cui aveva - scrivono i giudici - “dolosamente sottaciuto o colposamente ignorato” fatti decisivi per la ricostruzione del caso e scritto “evidenti elementi di falsità”, anche perché le sue fonti erano “unicamente… la parte in causa: la famiglia Caneschi” e il suo avvocato. Nel processo civile Facci fu condannato definitivamente dalla Cassazione a rifondere 70 milioni di lire di danni per il libro “Presunti colpevoli” (Mondadori): “difetta - scrivono i giudici - sicuramente la verità delle notizie pubblicate”, visto che Facci è autore di “pura invenzione fantastica” e “finge di ignorare” i fatti veri “al fine evidente di seppellire il Padalino sotto un cumulo di ardimentosi equivoci, volti a minarne la credibilità… L’intento dell’Autore... si rivela precisamente quello di delegittimare il singolo magistrato… Il narratore si colloca all’interno dei Palazzi di Giustizia, ma non come un cronista obiettivo, e tanto meno come un ‘comune cittadino’, bensì come un abile sfruttatore di quelle innegabili anomalie del sistema, da cui trarre e alimentare l’onda della sfiducia verso la serietà del singolo operatore della giustizia, attraverso una trama sottile di espressioni calunniose … La diffamazione così perpetrata costituisce reato poiché la coscienza e la volontà del Facci di diffondere quella congerie di notizie inveritiere è fuori discussione”. Un bel ritrattino. Anche i giudici, evidentemente, sono fisionomisti.(Vignetta di Roberto Corradi)Precisazione:Nella puntata di Annozero del 19 aprile scorso, Facci non disse che Mangano non era mai stato condannato, anzi lo definì "mafioso", anche se difese Berlusconi che in quei giorni aveva raccontato la superballa. Poi però dimostrò di sapere ben poco della vicenda del presunto "stalliere": infatti scrisse sul Giornale che la famosa telefonata Mangano-Dell'Utri, a proposito di un certo "cavallo", "non vi fu mai". Invece vi fu eccome: fu intercettata dalla Criminalpol il 14 febbraio 1980 alle ore 15.44. Lo sa bene chi ha seguito il processo Dell'Utri, dove i pm ne fecero ascoltare l'audio e ne depositarono la trascrizione letterale.
(m.trav.)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Tanto ormai mi sembra che questa nazione si sia abituata ad avere scandali di questo genere....il Cav. banana ci sommerge ogni volta di voti....E' il momento dell'attesa che passi questo brutto vento....e temo che sarà un'attesa non breve..E poi non ci scandalizziamo...nel nostro piccolo abbiamo autori di reati contro lo stato che siedono nei banchi del Consigli Comunale...prossimi assessori all'Unione...Non ci sono condanne definitive, è vero....ma c'è abbastanza per sperare nella decenza e nel rispetto di certi ruoli...ma anche qui...aspetta e spera...

Arciere ha detto...

Facci è un giornalista?? Al massimo può fare la velina ...... azzz vuoi vedere che ce lo ritroviamo ministro?

Anonimo ha detto...

Andate a cagare con questi leader politici.... si proprio così!!!I costruttori della politica della sinistra sono i nomi illustri si fa per dire Roberto Benigni e Dario Fo (due pagliacci) Marco Travaglio, Michele Santoro, Gino Strada, Nanni Moretti si adoperano quotidianamente a tenere vivo il sentimento della sinistra.Soprattutto Travaglio vorrei vedere il suo conto in banca come sta lievitando scrivendo libri grazie ai soldi che elargiscono i partiti.

Anonimo ha detto...

Scusate avevo dimenticato di salutare il Pitbul e Nerone

Anonimo ha detto...

ricordo che Dario Fo è anche premio Nobel... per la cronoca

Anonimo ha detto...

Concordo con il rpimo utente: il pensiero di Travaglio, che leggo spesso sul suo blog, è difficilmente contrastabile, se non con dati di fatto (che però danno qusi sempre ragioni a lui).
Non sono dell'idea che tutte le personaità illustri del pensiero di sinistra abbiano rotto, o peggio ancora abbiano fatto soldi speculando sul loro pensiero. Chi scrive, con coraggio, non sempre può o deve sottrasri alle ogiche della comunicazione, o dal mercato. Questo purtroppo, è il modo di vivere di quest epoca.
Haw, dacci un pò di tregua...non siamo spariti..Saluti al Pittbull (apsettiamo di leggerti ogni tanto)
Zagor
Zagor

Anonimo ha detto...

Nessuno è sparito siamo tutti qui!!!!! Ciao Pittbul, Nerone, Zagor!!

Hawkeye ha detto...

Da parte di alcune persone noto gran confusione sull'argomento.

Annoverare Travaglio tra gli esponenti della sinistra vuol dire non sapere nemmeno di cosa si parla.

Di Travaglio, notoriamente, non si conosce l'appartenenza politica se non per il fatto che abbia attualmente simpatie per l'Italia Dei Valori di Di Pietro
(che notoriamente è di destra ma confluisce nel centrosinistra poichè ritiene Berlusconi un grave pericolo per la democrazia).

Travaglio ha infatti scritto sia su giornali di destra
(il Giornale di Indro Montanelli...quella si che era vera destra!)
che su giornali di sinistra (L'Unità e l'Espresso).

Travaglio, infatti, batosta sia esponenti di destra che di sinistra (famosi i suoi attacchi a baffo d'alema, a Veltroni, a Boato ed a tanti altri).

Per quanto mi riguarda sono SUPERFIERISSIMO che esistano voci come quelle di BENIGNI, Dario FO, Gino STRADA, ma anche tanti altri come Barbacetto, Gomez, Corrias, Massimo Fini, ecc.
...anzi ...
meno male che ci sono loro...
perchè tra Veltroni e company...
voci di sinistra non ne esistono.
E' tutto un bluff... ben congegnato per "fottere" i voti della sinistra,
ma solo un chiaro ed evidente bluff.

E' altrettanto chiaro che chi è di destra o "apolitico"
(ma se sapessero il vero senso di questo termine capirebbero che significa avere l'elettroencefalogramma piatto!)
detesta questi GRANDISSIMI personaggi.

Spero che continui a detestarli per tantissimo tempo.

Anonimo ha detto...

Prima o poi Travaglio lo impiccheranno!!!!