giovedì 30 aprile 2009
mercoledì 29 aprile 2009
il premio invisibile
La premiazione si è svolta in un’atmosfera piacevole e in un clima di stima reciproca. Forse in virtù di questo il tg1 non ha ritenuto di dovere manifestare lo stesso interesse mostrato per Marco in altre occasioni. Forse, chissà. Preferiamo affidarci alle parole di Ilaria, una ragazza che ieri era a Berlino e che ha potuto seguire la premiazione in prima persona, condividendo con noi le sue riflessioni e alcuni scatti della serata. A lei e a tutti gli amici che hanno condiviso la bella notizia, grazie. La redazione
La lettera di Ilaria
Ieri ho assistito all'assegnazione del premio a Marco Travaglio qui a berlino. Con mio grande disappunto (ma il mio intuito già lo sospettava) ho visto che nessun giornale italiano ha parlato dell'evento. Nel mio piccolo, farò una piccola "azione di disturbo" per far sapere ai quotidiani italiani quello che è successo ieri (alla faccia di tutti i paggi e servitori!). Ieri ho conosciuto dei ragazzi che vivono qui in Germania e, tra registratori, foto e articoli su piccole riviste, ci daremo da fare con i mezzi che abbiamo a disposizione, per diffondere il più possibile la notizia. In fondo, siamo o non siamo la generazione che sta crescendo con facebook, flickr e blog vari?! Cordiali saluti, e ringrazio Travaglio della sua simpatia e disponibilità: per la prima volta in 23 anni mi sono sentita orgogliosa di essere italiana. La notizia sulla stampa esteraMarco Travaglio wurde ausgezeichnet (djv.de)Marco Travaglio mit DJV-Preis der Pressefreiheit ausgezeichnet (firmenpresse.de)Marco Travaglio mit DJV-Preis der Pressefreiheit ausgezeichnet (marketing-boerse.de)Une synthèse sur la situation politico-médiatique italienne (mediapart.fr)Italian journalist receives German press freedom award (earthtimes.org)
lunedì 27 aprile 2009
venerdì 24 aprile 2009
La "serietà" dei nostri politici 1 (articolo tratto da Lecce Prima.it)
martedì 21 aprile 2009
Niente dati sul premier in tv - di Pino Corrias
Mi dice piano: “Ho capito” e poi resta in silenzio.
Immagino stia consultando fogli, invece sento il suo respiro regolare e nessun altro rumore. Perché parla piano? gli chiedo. E lui: “Perché non dovrei essere al telefono con lei”, mi dice.
Poi va in pausa, come in un fermo immagine, anche se sento piccole voci in sottofondo: “Perché qui il clima è molto cambiato, mi spiego?…”.
Provo a sbloccarlo: perbacco, e come sarebbero questi dati? “I dati sono clamorosi…”.
Quando dice “clamorosi” rallenta di più. Clamorosi come?
Mi ignora: “Non credo che usciranno. Non ora”.
Non lo crede. E infatti di dati, fino a questo momento non ne girano affatto.
Dimostrerebbero come e quanto il Cavaliere abbia presidiato, senza alcuna interferenza, le sei reti nazionali ogni giorno e ogni notte, in diretta e in replica, nei tg e nei contenitori del mattino, del pomeriggio, nelle prime e nelle seconde serate.
Nei panni:
1. del capo carismatico che fonda il suo partito in nome del suo popolo, cantando sull’attenti sul palco, davanti alla platea in festa, con la mano sul cuore, inondato dalla luce dei riflettori e dai sorrisi delle sue giovani fanciulle governative;
2. del crocerista in gita internazionale, che fa gli scherzi alla comitiva, ride, disturba, arriva in ritardo alla foto di gruppo per fare il bullo al telefono e risolvere da solo crisi delicatissime;
3. del padre della patria sul luogo della tragedia nazionale che piange col suo popolo; del capo cantiere che organizza i lavori, le tende, la scuola, gli scavi; della guida che rassicura; del buon re che allevia e che promette; del dentista che cura; del timoniere che conduce.
Ripete: “Clamorosi”. Clamorosi quanto? “Lei pensi a un tempo e poi lo raddoppi, lo triplichi”.L’opposizione?“Cosa intende per opposizione?”Franceschini, Di Pietro, chi altro?“L’opposizone che conta per lui è Bossi. Che infatti è sparito. E’ l’unico che gli faccia ombra insieme con la crisi, sparita anche lei, lo ha notato?”.
Mi dice questi numeri o no?
“Fossi matto. Il mio è un lavoro precario e ci tengo. Se mi cita vengo a mangiare a casa sua, d’accordo?”. Promesso.
venerdì 17 aprile 2009
giovedì 16 aprile 2009
Punirne uno, per educarne cento - di Peter Gomez
GABELLONE CANDIDATO DEL PDL: UNA MOSSA AL FOTOFINISH - da Lecce Prima.it
Qualcosa, insomma, si è mosso nelle strategie complesse del Pdl, dopo le ipocrite ostentazioni di sicurezza dei giorni scorsi attorno al “nodo Ria” e i conti fatti con i malumori crescenti dell’elettorato del centrodestra, poco convinto da soluzioni esterne alla logica della tradizione.
Ci si prepara, dunque, ad andare verso una soluzione diversa da quella andata per la maggiore negli ultimi tempi: non sarà Lorenzo Ria, l’uomo dell’ultima ora, strappato agli avversari storici, a guidare il centrodestra alla riconquista di Palazzo dei Celestini, dopo i quindici anni ininterrotti di centrosinistra; ma sarà una delle facce emergenti del Pdl salentino, il farmacista per dieci anni sindaco di Tuglie ed oggi assessore nel suo comune di origine, con alle spalle cinque anni di opposizione, da capogruppo del suo schieramento, in quel Palazzo dei Celestini, che proverà a strappare a chi oggi lo amministra.
Una candidatura che arriva al fotofinish e che sembra avere il benestare dello stesso Ria, che sempre, nella sua esperienza politica, si è fatto sostenitore di un’idea: che, cioè, per promuovere un reale cambiamento nelle istituzioni, sia comunque necessario promuovere classi dirigenti nuove (non è un caso che il deputato ex Pd, nella polemica sulle primarie interne al centrosinistra, avesse individuato nel sindaco di Melpignano, Sergio Blasi l’uomo del cambiamento).
Ma Gabellone non sarà solo, perché lo stesso Ria sarà al suo fianco come uomo forte, pronto a sostenere un progetto civico, allargato alla provincia, in nome di una discontinuità con la gestione vigente nell’ente: gli umori del popolo del centrodestra, insomma, emersi chiari ed inequivocabili anche agli occhi e alle orecchie dei più disattenti, e in aperto dissenso con l’ipotesi di una leadership consegnata al parlamentare di Taviano, sembrano aver avuto la meglio anche sui progetti dei vertici, che pure l’avevano a lungo caldeggiata come la mossa a sorpresa, destinata a scombinare tutti gli equilibri in gioco.
E, invece, la mossa a sorpresa viene dall’interno e l’accordo con Ria si prepara ad assumere i contorni di un patto più “soft” di collaborazione ad un rinnovamento della provincia, che passa, comunque sia, da un candidato presidente, che abbia i cromosomi dell’uomo di partito, di chiara matrice di centrodestra.
Come, per l’appunto, richiesto ad “alta voce” dal popolo del centrodestra.
Gabellone, insomma, è tutto questo e sembra, di fatto, poter soddisfare l’ala forzista del Pdl, che vede un proprio elemento, di tradizione centrista e democristiana, particolarmente apprezzato ed ammirato, ricevere un riconoscimento meritato, che sa di investitura fiduciosa nelle sue qualità amministrative e personali; dall’altra parte, questa scelta sembra poter spazzar via con una spugna i mal di pancia e le indigestioni evidenti degli ex aennini, traumatizzati alla sola idea che il proprio candidato potesse essere il rivale salentino di sempre Ria, e tentati dall’approdo silenzioso nelle urne tra le braccia della Poli, dopo aver perso, di fatto, il titolo ad avere un proprio esponente in corsa per Palazzo dei Celestini.
E si era attesa già in giornata di una comunicazione da parte del ministro Raffaele Fitto o del suo staff (ma si vociferava anche di un comunicato congiunto con Lorenzo Ria), per spiegare il senso di questa evoluzione, maturata nelle ultime ore e studiata con attenzione.
L’investitura ha effettivamente ricevuto il crisma dell’ufficialità poco prima delle 20, quando le redazioni hanno ricevuto un fax a nome del gruppo consiliare del Pdl alla Provincia che testualmente riferisce: “I consiglieri provinciali del Popolo delle libertà esprimono piena soddisfazione per la designazione di Antonio Gabellone a candidato per la presidenza della Provincia. Tale indicazione – riferiscono -, negli scorsi mesi, è stata fortemente voluta dal gruppo consiliare, che ha più volte sollecitato i partiti del centrodestra a voler valorizzare le risorse umane e la classe dirigente formatasi negli ultimi anni sui banchi dell’opposizione di Palazzo dei Celestini”. “Con grande responsabilità – prosegue la nota dei consiglieri – ed acume politico, i dirigenti provinciali del Pdl e i responsabili delle liste alleate hanno voluto tener conto di siffatta proposta, ascoltando le indicazioni dei consiglieri uscenti e premiando il lavoro svolto da Antonio Gabellone nelle sue vesti di capogruppo dell’ultimo quinquennio.
A questo punto le attenzioni del centrodestra dovranno concentrarsi sull’elaborazione e la presentazione agli elettori di un nuovo progetto di amministrazione, che distaccandosi fortemente dall’esperienza Pellegrino, esalti un diverso modello fondato sull’idea condivisa di autonomia dell’ente locale e di forte responsabilità politica nella gestione amministrativa. Il candidato presidente, Antonio Gabellone – concludono i consiglieri del Pdl a Palazzo dei Celestini -, forte dell’esperienza del passato e della sua riconosciuta preparazione, saprà interpretare al meglio questo gravoso ed esaltante compito portando ai migliori successi la coalizione di centrodestra”.
Gabellone sbaraglia Ria. L’ira della Poli sul Pdl - da Il Paese Nuovo
Ieri sera l’annuncio ufficiale con l’accordo di Mantovano, dello stesso Ria e di tutti i consiglieri provinciali del Pdl. Intanto è scontro tra la leader del movimento, che critica la scelta di Fitto, e Raffaele Baldassarre. Gallo e Congedo ufficializzano la candidatura “alternativa”.
L’annuncio ufficiale è arrivato ieri con una nota congiunta di Gallo e Congedo.
Sarà Antonio Gabellone il candidato del Pdl alle elezioni provinciali di giugno.
La Poli si scaglia contro questa scelta e il mancato appoggio a lei e Baldassarre risponde aspramente. E’ oggi il giorno di Antonio Gabellone e della sua investitura a candidato del Pdl per la presidenza della Provincia.
L’annuncio ufficiale è arrivato però già ieri in serata con una nota congiunta del coordinatore provinciale del Pdl Cosimo Gallo e del suo vice Saverio Congedo e in più stamattina dovrebbe svolgersi una conferenza stampa “ad hoc”.
Lorenzo Ria e Raffaele Fitto saranno invece protagonisti di un’altra conferenza nel corso della quale parleranno dell’avvio della loro collaborazione per la crescita del Salento.
Lo stesso Ria, d’altra parte avrebbe dato il suo pieno accordo alla candidatura di Gabellone, così come anche tutti i consiglieri provinciali del Pdl, nonchè il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano.
La candidatura del capogruppo di Forza Italia a Palazzo dei Celestini avrebbe infatti incontrato anche il favore della destra del Popolo delle Libertà, “indispettita” fino ai giorni scorsi della quasi certezza relativa alla candidatura dell’ex deputato del Pd, Lorenzo Ria.
Ma la spinta decisiva al “lancio” di Gabellone, oltre alla sua esperienza alla Provincia (cinque anni all’opposizione) e alle sue capacità amministrative politiche sulle quali praticamente tutti nel centrodestra sono d’accordo, sarebbe arrivata da una semplice considerazione: è vero che Antonio Gabellone non è molto conosciuto, ma i sondaggi elettorali danno il Pdl in forte vantaggio anche per la conquista di Palazzo dei Celestini.
Meglio dunque un candidato che “toglie meno luce possibile” al simbolo del Pdl come lui che uno, come Lorenzo Ria, che potrebbe far rischiare di perdere molti consensi tra l’elettorato meno intransingente del Pdl.
Su questa scelta giungono invece gli strali di una delle due avversarie di Gabellone, ovviamente della leader del Terzo Polo, Adriana Poli Bortone: “Se sarà confermata la notizia della candidatura di Antonio Gabellone - dice la Poli - si dovrà riflettere sul comportamento del Pdl. Quella di Gabellone è successiva alla mia candidatura, che era ritenuta soprattutto dal ministro la migliore candidatura nel centrodestra e quindi ci sarebbe da dire che è stata fatta contro di me. Io avevo lasciato aperte le porte al Pdl. L’ho ribadito più volte. Ma il Pdl non ha inteso accettare questa disponibilità e ha fatto un’altra candidatura”.
La critica della senatrice si incentra poi sulla “scarsa partecipazione” della componente di An alla scelta del candidato: ““C’è un altro fatto su cui riflettere – prosegue – Non so quanto sia stata coinvolta la base della componente di destra su questa scelta. Il che la dice lunga su quanto possa contare all’interno del Pdl una componente che come premessa ha visto messo da parte l’ex segretario provinciale di Alleanza Nazionale”.
La risposta al fulmicotone alle parole della Poli Bortone arriva invece dal consigliere regionale e provinciale Raffaele Baldassarre: “La senatrice - afferma - crede che le elezioni provinciali siano una partita a Risiko, fatta di mosse e contromosse ma per noi sono invece una cosa seria. Lei non può sperare di avere al suo fianco il Pdl se poi a Brindisi e a Casarano va ad allearsi con il Partito Democratico. Lei non ha voluto essere la nostra candidata quando il partito glielo ha convintamente chiesto ed ora è troppo tardi per tornare indietro. E comunque sia non capisco ora questo suo “legame” con la Provincia, un Ente che lei ha sempre avversato e ritenuto superfluo se non inutile. E’ inutile che ora venga a dirci che lei parlava così perchè questo punto era uno di quelli del programma del Pdl, si poteva distinguere anche allora come spesso fa. E poi non è un caso che in questi anni non si sia mai fatta sentire o vedere a Palazzo dei Celestini per interloquire con l’opposizione in Consiglio. Ha avuto più rapporti con il presidente Giovanni Pellegrino che con noi”.
E sulla candidatura di Gabellone Baldassarre afferma: “E’ una scelta coerente e che convince tutti nel Pdl. Conosce la Provincia molto bene e si avvia a guidare Palazzo dei Celestini per il bene nel Salento e non per avere “visibilità” come per qualcun altro”.
mercoledì 15 aprile 2009
Situazione delle Provinciali sui giornali
Lecce: Il Pdl lancia Gabellone alla Provincia
Ore decisive per l’ultima candidatura a Palazzo dei Celestini. Stefàno garantisce l’appoggio alla Poli e Perrone rinvia l’azzeramento di Giunta. Colloquio Ria-Fitto, l’ex presidente costituirà una sua lista che si affiancherà al centrodestra.
Via libera a Gabellone. L’ok alla candidatura per il Pdl del capogruppo di Forza Italia alla Provincia sarebbe arrivato dopo un colloquio tra Ria e Raffaele Fitto. L’ex presidente del centrosinistra garantirà il proprio appoggio, con un’apposita lista, al centrodestra ma l’uomo che correrà per la presidenza sarà proprio Gabellone.
Troppo “forzata” la candidatura di Ria che in molti nel centrodestra non avrebbero accettato. Intanto anche Stefàno fa un passo indietro e si dice “totalmente al fianco del progetto di Adriana Poli Bortone per “Io Sud”. Paolo Perrone invece rinvia ancora l’azzeramento della Giunta: “Ora c’è la campagna elettorale”.
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da Lecce Prima.it
Ria o non Ria, questo è il problema. Il dubbio amletico del Pdl salentino è alla stretta finale: dopo rinvii, annunci di accordi in pompa magna, frenate improvvise e dubbi latenti come i mal di pancia degli ex aennini, sono queste le ore decisive che daranno risposta al tormentone pasquale. Nessun candidato Pdl è venuto fuori dall’uovo di Pasqua, nonostante le attese dell’elettorato in pena per un nome, che tarda ad arrivare. L’ottimismo divenuto cauto intorno all’indicazione dell’ex deputato Pd ed ex presidente della provincia di Lecce, al di là delle prese di posizione ufficiali, ha subito qualche rallentamento, dovuto a dubbi evidenti sull’opportunità politica dell’operazione: due “partiti”, interni al centrodestra, si confrontano su Lorenzo Ria. Da una parte, c’è chi ritiene oggettivamente superata ogni resistenza al deputato, proveniente dal centrosinistra, “assimilato” ormai come “uomo di Fitto”; ma sono molti, soprattutto tra gli ex An, a tenere il polso dell’elettorato e ad evidenziare che la mossa sia tutt’altro che gradita al popolo del centrodestra e che la pista Ria tornerebbe utile in un discorso più a lungo termine (per esempio le regionali), dopo, cioè, un periodo di militanza nel Pdl, di cui, tra l’altro, il deputato di Taviano ha rifiutato la tessera. E così il matrimonio atteso, usando un gergo giuridico, non è stato né rato né consumato, risultando al momento invalido. Di certo, si studiano altre piste, alternative a quella più discussa: la prima porta inevitabilmente alla più accreditata e, cioè, alla candidatura di Ugo Lisi, ultimo presidente della federazione leccese di An, con un forte coinvolgimento dello stesso Ria, a supporto del candidato presidente, con una forte lista personalizzata; le controindicazioni del caso sono tutte riassumibili nel gran rifiuto del parlamentare, più volte peraltro ribadito, a scendere in campo per la contesa provinciale. La seconda pista porta alla strada del rinnovamento, con l’opzione Antonio Gabellone, capogruppo di Forza Italia in provincia: di lui si dice un gran bene, i colleghi di partito lo stimano e gli riconoscono capacità importanti, che meriterebbero premio e spazio; il dazio, che, però, si potrebbe pagare è quello che pagò Baldassarre, cinque anni fa, e, cioè, la mancanza di una forte notorietà presso gli elettorati; un’ipotesi, sotto quest’ultimo punto di vista, più collaudata sarebbe quella che conduce a Luigi Lazzari, uomo del ministro agli affari regionali, anche geograficamente vicino a Fitto: dalla sua, avrebbe una certa esperienza, maturata in qualche anno di attività parlamentare ed una maggiore popolarità sul territorio; non sarebbe una candidatura propriamente di “primo pelo”, ma il vero problema sulla sua discesa in campo sembra essere la “sindrome Lisi”, ossia la non volontà di mettersi in gioco nella sfida per Palazzo dei Celestini, anche se, qualora gli fosse richiesto, sarebbe uno pronto a “sacrificarsi” per il partito. Soluzioni intermedie e forse non debitamente valutate, uscite già nei mesi scorsi (ed accantonate forse con troppo anticipo) portano a due volti spendibili, che potrebbero essere gli outsider dell’ultima ora: Francesco Bruni, per un decennio sindaco di Otranto, e per cinque consigliere di opposizione; dalla sua, l’età, una certa esperienza, la sua preparazione culturale ed un certo l’interesse raccolto, nel suo impegno otrantino, da più parti per alcune scelte in materia d’ambiente. L’altra ipotesi porta a Silvano Macculi, sindaco uscente di Botrugno: il suo nome è lanciato per una candidatura a consigliere provinciale nel suo collegio; è presidente dell’Ato Le2 e di tutti gli Ato pugliesi: ha, quindi, ruoli istituzionali, una certa notorietà, è giovane e soprattutto è uno di quelli che non avrebbe problemi a mettersi a disposizione della causa del centrodestra. Cinque possibilità che si presentano, di fatto, come candidature di centrodestra, in qualche modo più aderenti alle esigenze di un elettorato confuso dall’opzione Ria: di certo, la scelta dell’ex presidente della Provincia, per quanto autorevole e forte possa sembrare, rappresenterebbe la dimostrazione logica della sconfitta della classe dirigente del Pdl salentino, che risulterebbe incapace di proporre un nome proprio, prendendolo in prestito da altre provenienze. Una scelta che potrebbe finire per prestare inesorabilmente il fianco a chi ha già evidenziato questa “debolezza” nel Pdl, ma che, soprattutto, rischierebbe di portare gli elettori di destra a disertare le urne o a convergere su Adriana Poli Bortone. Un po’ di paura, dunque, serpeggia nel centrodestra, che dovrà fare i conti con il vantaggio numerico dell’opzione Ria, fortemente caldeggiata dal ministro Fitto: se, infatti, il deputato ex Pd potrà apportare una percentuale di voti, inferiore a quella che la senatrice di “Io Sud” potrebbe portare via al Pdl, l’operazione sarà valutata ottimisticamente? In questo marasma di dubbi, che, stando a conferme sempre più forti, porterà il Popolo delle libertà a scegliere il nome per Palazzo dei Celestini, nella giornata di domani (“e non è detto che sia Ria” come ha ribadito Raffaele Baldassarre), finisce per fare il gioco del centrosinistra, che, seppur impelagato in alcune questioni interne, finora è l’unico schieramento ad aver espresso da tempo la propria candidata al dopo Pellegrino in Loredana Capone. La stessa attuale vicepresidente di provincia, già impegnata da un mese in campagna elettorale, ha rimarcato a più riprese come il Pdl, sia “diviso e in cerca di autore”, senza “un candidato ufficiale e un progetto politico chiaro e forte”, con “uno nessuno e centomila candidati lanciati sui media per disorientare i salentini”. La Capone stigmatizza l’attenzione dei media “tutta incentrata su un chiacchiericcio politico che non fa bene e, mi pare, non interessi a nessuno” e su un “gossip nel quale non sono mai entrata e nel quale continuo a non voler entrare”, ribadendo come non abbia ancora “altri candidati con cui confrontarmi sul Salento, sul suo sviluppo e sulle sue esigenze. E dunque – precisa Capone - mi paiono strane le discussioni su primo turno, secondo turno, ballottaggio quando l’unico dato certo al momento è la mia candidatura ufficiale sostenuta dal centro sinistra”. C’è da scommettere che anche qualcuno, nel centrodestra, faccia fatica al momento a darle torto.
sabato 11 aprile 2009
Manifesti... (risposta ai giovani del PDL)
Ria, no al Pdl. Candidatura a rischio- da Il Tacco d'Italia
Chi sarà il candidato per Palazzo dei Celestini?
Nelle ultime settimane, la quadratura del cerchio sembrava convergere su Lorenzo Ria, ex Pd ed ex primo inquilino di Palazzo dei Celestini.
Ma oggi anche la sua possibile candidatura vacilla.
Adriana Poli Bortone (in campo per il terzo Polo), ha sostenuto nell'eventualità di un ballottaggio di non appoggiare il Pdl se il suo candidato fosse Ria, perchè "uomo del centrosinistra".
I vertici del Pdl poi sembrerebbero aver preteso da Ria un atto formale di adesione al Pdl: prendere la tessera del partito per togliere ogni dubbio e risultare a tutti gli effetti uomo del centrodestra.
Ma colpo di scena: Ria avrebbe rifiutato. Si vocifera che Fitto avrebbe chiesto al suo fedelissimo, Luigi Lazzari, di tenersi pronto a scendere in campo nel caso l'accordo con Ria dovesse saltare, anche se quest'ultimo sembra intenzionato, come Lisi, a smarcarsi da ogni candidatura alla provincia.
Intanto sono ufficiali i nomi dei nuovi coordinatori del Pdl salentino: Cosimo Gallo, con vice, Saverio Congedo.
giovedì 9 aprile 2009
Vergogna a chi ? - di Antonio Romano (da Il Paese Nuovo)
Per “lesa maestà” il centrosinistra contro Lorenzo Ria. Strane giornate politiche queste!
Fine mandato e compaiono le opere, anche se incomplete, se da cominciare, va bene lo stesso, come la Casa delle Donne presentata, all’indomani del seppellimento delle primarie, nella desolazione dell’ex Liceo Musicale Tito Schipa. Intanto, la biblioteca Bernardini ha ‘ritrovato’ la sua antica dimora, ma non ancora un destino nuovo. Cerrate, che per tutta la mission di Pellegrino è stato bene in disarmo, trova nell’accordo con il FAI possibile lustro e futuro (speriamo, che al più presto tolgano quei fastidiosi recinti di plastica arancione davanti alla facciata della chiesa, un po’ di pulizia intorno e già basterebbe, in cinque anni non son riusciti a farlo). Per Torcito s’è fatto il marchio/spot di qualità ma nulla di più, peccato capitale di questa amministrazione che non ha saputo voltare la piega e il brutto destino di quella che era stata progettata per diventare residenza di ricerca e di proposta culturale, “Parco” simbolo di quello più vasto dell’intero Salento. Sforzo vano cablare in rete le due Masserie, illuminare i vialetti che portano nel grande parcheggio esterno, recuperare l’antica bellezza coniugandola con la speranza del contatto con il Mondo. Nel frattempo non funziona più niente, sapete l’incuria consuma anche la buona volontà. Cosucce di cui non s'accorgono. (Ma non vanno mai in giro?) Come non si accorgono di tanti altri piccoli (e grandi) guai che con innocenza e candore hanno commesso, che è meglio forse tacere per non risultare pedanti.
Insomma il Salento, che in tanti avevamo sperato, non c’è più. Liquidata la particolarità territoriale, soffocato ogni motivo di differenza, inseguendo mire estranee alla sua natura e legittimazioni vagamente “mondane” ubriacate con il Negramaro annacquato dalla vanagloria del riconoscimento dell’Unesco.
All’inseguimento dei numeri e di un turismo indeterminato! Ricco, quanto più ricco possibile! Che non serva ‘Salento in bus’, che non servano le littorine della Sud Est. Neanche con i camper vi ci vogliamo! Via i punkabbestia, le dance hall e via discorrendo!
Un disastro! Provocato dalla saccenteria e dall’improvvisazione di una classe dirigente non all’altezza del compito. Una classe dirigente di provincia (è il caso di dirlo) che, nonostante la sua lunga stagione romana, il Presidente non ha saputo tenere a bada nelle derive personalistiche, alla ricerca di vuota visibilità e mai di rigore.
“Provincia è anche l’oggetto di una violenza, di uno sfruttamento intellettuale perpetrato da chi ha interesse che sia così e solamente così: violenza e sfruttamento sulla cultura locale, che è mortificata e degradata da una sempre continua concentrazione di potere culturale”, così scriveva Antonio Verri nel maggio del 1977 e continuava tra parentesi “(pure se adesso il discorso sta cambiando grazie all’opera di pochi)”.
L’opera dei pochi da allora è diventata di molti, lavoro comune di tanti, tantissimi ma oggi, di nuovo, miseramente, per volontà politica ridotta ai pochi, anzi ai pochissimi: gli “eletti” accolti come espressione di tutti in un epoca in cui si sprecano le parole ‘partecipazione’, ‘cittadinanza attiva’, ‘società civile’, ‘sostenibilità’… Parole appunto, soltanto. Con sostanza d’un operare politico capace, certo, determinato.
Di chi la responsabilità? Di una classe dirigente che oggi dice ‘vergognati!’ alla persona che più di tutte ha lavorato e ha dato intuizioni a questo territorio.
Lorenzo Ria, da Presidente della Provincia di Lecce, è stato motore politico d’una rinascenza ormai miseramente portata all’epilogo. Certo la sua uscita con il Centrodestra, nel Pdl, sconcerta. Crediamo sia una sorta di suicidio politico, ma staremo a vedere come quell’elettorato l’accoglierà. Una scelta che spiega l’amarezza e il mal d’animo che in più occasioni ha espresso e che non è, a mio avviso, politico, ma di sfiducia profonda nei riguardi degli uomini che sino a ieri erano suoi sodali nel Pd.
Quella classe dirigente che non fa nessuna autocritica, che ha fallito nel momento in cui ha perso un esponente sino al giorno prima considerato di valore, non ha saputo trattenerlo, valorizzarlo, dargli ruolo. Perché? E allora, vergogna a chi?
mercoledì 8 aprile 2009
Vendola ammette il condizionamento degli interessi lobbistici nella sanità e nei rifiuti sulla politica.
Il presidente Vendola è un Davide che promette battaglia. Prima, però, vuole raggiungere il suo obiettivo, vuole realizzare un sogno: chiudere le discariche tal quali e mettere in moto un sistema di smaltimento dei rifiuti che esca fuori dai binari della speculazione, in alcuni casi di matrice malavitosa. Un dirottamento verso la civiltà attraverso un ciclo che verrà garantito dalla messa in funzione di tutti gli impianti, il cui progetto è rimasto fermo nei 15 lunghi anni di commissariamento della Puglia ingrassando di fatto il partito delle discariche. Ancora qualche mese e la discarica Burgesi di Ugento, ad esempio, chiuderà e a quel punto il Vendola-Davide ha promesso di aprire le zolle che da sempre nascondono la verità su questa discarica nata abusiva (unico caso in Italia) e dare un nome e cognome ai Golia, ossia i portatori degli interessi lobbistici che da sempre condizionano la politica. Sarà allora che forse verranno alla luce le responsabilità di coloro i quali hanno consentito che in una discarica a servizio di metà Salento, servizio pagato dai cittadini, venissero sversati imponenti quantità di rifiuti tossici.
martedì 7 aprile 2009
RIA VERSO IL PDL. MA DI UFFICIALE CI SONO SOLO I VELENI- da Lecce Prima.it
Alta tensione, che tarda a scendere, come preludio di un futuro tempestoso di risse e di scontri verbali, all’ultimo colpo. Doveva essere il giorno della verità per l’ex deputato del Pd, in procinto di un accordo col Pdl, in vista delle provinciali, ma con ogni probabilità tutto sarà ulteriormente rinviato a domani: sulla scelta di posticipare l’ufficializzazione pesa anche l’evoluzione drammatica del terremoto abruzzese, che avrebbe suggerito ai vertici locali l’inopportunità di chiudere i giochi, in queste ore, dove il sentire comune è proteso a seguire altre vicende.
E poi, ormai ogni giorno sembra quello dell’ufficialità, salvo poi non farsene nulla.
Domani, però, si dà per certa la svolta. Di certo, non sembrano più esserci dubbi su chi sia il nome del centrodestra da presentare, per espugnare Palazzo dei Celestini: al di là delle parole ufficiali, che smentiscono ogni trattativa, la fase interlocutoria è già a buon punto e lo stesso Ria avrebbe avuto importanti garanzie, circa la composizione delle liste. E sono proprio le liste il tema, che terrà certamente banco nelle prossime settimane, con una possibile proliferazione delle stesse, in base al principio che l’importante è recuperare anche il piccolo voto. Perché, se a livello nazionale, possono essere determinanti anche solo poche schede, figurarsi cosa possa succedere in una competizione provinciale. È caduto nel vuoto, dunque, l’appello della senatrice, Adriana Poli Bortone, affinché il Pdl convergesse unito intorno alla sua candidatura: dal centrodestra hanno recapito un semplice “no, grazie: troppo tardi”. Ed è un segnale piuttosto eloquente di quella che sarà la campagna elettorale che aspetta i salentini: riottosa e rancorosa come non mai, costruita su uno schema poco politico e tutto personale, con Ria e il Pd a darsi addosso per giustificare chi tra i due sia il più deluso dall’altro, con il Pdl e la Poli a rinfacciarsi un passato condiviso, a colpi di veleni ed affermazioni al vetriolo. Insomma, uno show tossico, a base di contrapposizioni personali, dove rischiano di uscire sconfitti soprattutto i programmi, per riformare il Salento.Una calda anteprima del clima è arrivata ieri, con i commenti risentiti dei vertici regionali e locali del Pd, riservati al “traditore” Ria. Che, dal canto suo, risponde che è stato il Pd a tradire se stesso, assumendo l’aspetto di un “partito Ogm”, e come sia stata la “saccenza” di D’Alema a convincerlo a spostarsi nel gruppo misto. E, sebbene venga difficile credere che un saccente si scopri tale solo dopo un quindicennio di frequentazioni, quel che appare chiaro a tutti, in piena settimana santa, è che nessuno sembra voler interpretare il ruolo scomodo di Giuda. È un problema vecchio, datato oltre duemila anni. E così ci si può divertire o sconfortare dinanzi alle capriole letterarie di chi, ora a colpi di metafora, ora citando proverbi o grandi romanzieri, prova a spiegare ai salentini le evoluzioni di queste ore.In questo marasma generale, chi sembra contare poco è la gente comune, costretta a sorbirsi passivamente questo teatrino, senza speranze in uno scenario futuro, che già si annuncia ricco di contraddizioni. Basti pensare che per anni ha denigrato un amministratore come “scandaloso” ed in cerca di “una credibilità perduta”, dovrà andare nelle piazze a sostenerlo, argomentando di essersi sbagliato, o magari solo di aver scherzato; dall’altra parte, invece, ci sarà chi, per anni, ha indicato il “traditore” come un “modello”, che dovrà spiegare perché chi, in teoria, ben amministra, non dovrebbe essere rieletto presidente; senza contare poi cosa si potrà dire sulla scelta dell’eurolady Poli Bortone, che, al primo turno potrebbe risultare, sia a destra che a manca, “personalista”, salvo poi tornare utile in un eventuale ballottaggio, come “rispettabile” e “condivisibile”.In fondo, qualcosa già s’intravede, se, dopo le prime perplessità dei giorni scorsi, ha già preso il via il corso delle demonizzazioni e delle sanatorie nei confronti degli attori in campo, a seconda dei punti di osservazione; dopo tutto, le evoluzioni di oggi, non sono dissimili da quelle di ieri, tanto che, dopo un po’, passa tutto: basterebbe rileggersi i titoli dei giornali di qualche anno fa, per scoprire retroscena divertenti, che, forse, col tempo, si sono rimossi, ma che appaino perfettamente attuali, con accuse ai “traditori” di turno o a semplici “franco tiratori”, pronti a sostenere l’avversario politico, con bagarre sui nomi da candidare; e persino con qualche querelle istituzionale tra l’allora presidente della provincia ed un attuale ministro, all’epoca presidente della Regione, che oggi si riscoprono accomunati da una questione di “feeling”. Recuperare la rassegna stampa del passato può essere un antidoto al malumore dei più in questi giorni di passione: non farebbe certamente riacquisire fiducia nella politica, ma di certo, renderebbe un gioco da ragazzi fare satira.
Mauro Bortone
"i pazzi sono fuori"...
Laureati VS Studiosi
(vedi soccorsi giunti in grande ritardo, capacità di prevenirli- inesistente- e capacità di ridurne i danni- vergognosa!)
ci pone alcune domande alle quali mai nessuno risponderà.
Questa è oramai l’attitudine dei “politici” che, come assodato, politici non sono, ma “affaristi”.
Evitate di far loro domande impegnative… sanno gestire bene soltanto situazioni economiche e questo dovrebbe darci tanto da pensare.
In Abruzzo è accaduto che, dopo varie scosse di mediocre entità, di fronte ad una persona che (logicamente) lanciava allarmi (non ci vuole grande maestria… lo avevo pensato anche io che sono all’asciutto di nozioni in materia!)
in base a calcoli precisi verificabili su internet (anche se ancora non “provati scientificamente")
ma la protezione civile e tutto lo staff in materia hanno volutamente ignorato il tutto…
lasciando la gente all’oscuro di quanto stava per accadere.
Conseguenza morte e dolore.
Ma tanti affari per chi dovrà RICOSTRUIRE!
Orrore nell’orrore, quindi !
Accade spesso che, nel disinteresse generale, uno studioso oggi… abbia notevoli fonti di informazione SUPERIORI al laureato che, beandosi di un titolo che (se non aggiornato continuamente) conta pochissimo (ricordiamoci che A. Einstain prendeva 4 in matematica e Bill Gates non è laureato)
non privilegi una sua informazione continua, mentre chi AMA una materia “assorba” (anche dal web che è una fonte infinita) informazioni continuamente divenendo un vero proprio ESPERTO MASSIMO in materia.
I politicucci attuali (parlo in maniera generica, ovviamente!) sono un "aborto" di entrambe le situazioni e, purtroppo, decidono e dispongono della vita di tutti noi…
Essi non hanno meriti particolari e, ancor meno, studi in materia "attuali" che permettano loro di far scelte particolarmente azzeccate (vedi attualmente la scelta del nucleare)…
...hanno soltanto un eccellente bagaglio di voti (spesso comprati!) che avalla lo schifo che attueranno a nostre spese.
Caso Ria- dal Quotidiano di oggi
Resta il fatto che nessuno ha intenzione di fare autocritica per i comportamenti dei "colonelli" del centrosinistra. Moderatamente mi chiedo: Perchè han fatto di tutto per evitare le primarie che avrebbero (o meno) legittimato la candidatura di Loredana Capone? Quali "enormi vantaggi" invogliavano la preferenza quella candidatura ad una consultazione popolare ? perchè si sono incamminati su quel percorso ben sapendo a cosa sarebbero andati incontro (astensioni e defezioni ) ?
lunedì 6 aprile 2009
Ria: Lascio il PD perchè il partito è cambiato
da Lecce Prima.it
ROMA - Lorenzo Ria che oggi (secondo quanto annunciato in una nota della Camera) ha lasciato il Partito Democratico e ha aderito al gruppo Misto spiega: «Lascio un Partito geneticamente modificato rispetto a quello che abbiamo fondato», afferma in una nota di congedo il deputato che ha riferito di aver comunicato il suo addio al Segretario del Pd Dario Franceschini. «Nonostante la tua buona volontà – ha scritto oggi Ria in una lettera al segretario del Pd Dario Franceschini – e le tue migliori intenzioni, avverto che il partito democratico, al quale ho contribuito a dar vita e a cui ho aderito con profonda convinzione, si è rivelato, nella sua pur brevissima esistenza, un organismo geneticamente modificato rispetto alle ragioni ideali ed agli obiettivi per cui è nato».
Scritto da Antonio Romano Martedì 07 Aprile 2009 07:13
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Ria aderisce al Misto mentre il Pd si spacca sulle responsabilità (da Il Paese Nuovo)
Lecce (salento) - Dopo l’annuncio dell’addio al partito. In una lettera il deputato salentino comunica al segretario nazionale del partito la decisione di lasciare il gruppo e iscriversi al Misto della Camera. Il capogruppo regionale del Pdl: Il trasformismo non è di chi lascia ma di chi resta e tradisce le promesse.
“Caro segretario, nonostante la tua buona volontà e le tue migliori intenzioni avverto che il Pd al quale ho contribuito a dar vita e a cui ho aderito con profonda convinzione si è rivelato nella sua breve esistenza un organismo geneticamente modificato”.
Così l’on. Lorenzo Ria ha comunicato al segretario, Dario Franceschini il passaggio al gruppo Misto alla Camera dopo avere manifestato l’idea di lasciare il partito. Intanto è duello tra chi gli chiede di dimettersi da deputato e chi accusa gli errori del gruppo dirigente salentino.
“Nonostante la tua buona volontà e le tue migliori intenzioni, avverto che il Pd, al quale ho contribuito a dar vita e a cui ho aderito con profonda convinzione, si e' rivelato, nella sua pur brevissima esistenza, un organismo geneticamente modificato rispetto alle ragioni ideali ed agli obiettivi per cui e' nato. Quello che ti è stato consegnato – prosegue - non è il partito dei cittadini e dei programmi, del cambiamento senza avventure, delle riforme istituzionali tese a ridurre il peso della politica e delle burocrazie, delle scelte economiche e sociali tese all'ampliamento del proprio vecchio insediamento sociale senza far venir meno l'attenzione ai poco garantiti. Il partito nato per unificare le più significative esperienze politiche italiane del ventesimo secolo si è portato dietro gli irrisolti e sordi rancori dei partiti d'origine. Ancora una volta il partito morto afferra il nuovo e vivo, impedendogli di esprimere le sue potenzialità. Per queste ragioni – argomenta - mi dimetto dal gruppo della Camera e da commissioni ed organismi parlamentari cui dal Pd sono stato designato. Rivendico con forza - continua - il mio pieno dovere e diritto di proseguire, in Parlamento, gli impegni che ho assunto in campagna elettorale con migliaia di salentini, che hanno condiviso e condividono le ragioni della mia scelta. La soppressione del voto di preferenza, le liste bloccate, la composizione delle liste per il Parlamento senza il passaggio delle primarie rappresentano, queste sì, forme moderne di simonia e illiberalità. Restituire il mandato al partito significherebbe amplificare questa pratica. Sarebbe utile chiarire chi e come ha introdotto, nel nostro ordinamento democratico, una malattia tanto devastante, consentendo ad altri di svilupparne il virus. Come vede, e' profondo lo sgomento, la delusione e la mia solitudine. Auguro a te – conclude Ria - che hai raccolto un'eredità onerosissima, ed ai cattolici democratici che ancora credono nel Pd, ogni successo per il bene del paese e degli italiani".
E continua il duello sul trasformismo dell’on. Ria tra Pdl e Pd. Rocco Palese, capogruppo regionale del Popolo della Libertà, accusa: “Il trasformismo non è quello di chi lascia ma di chi resta in una sinistra che ha tradito aspettative e promesse”. E ancora: “Non è nostro costume giudicare quel che avviene dall’altra parte ma D’Alema, Frisullo e Maniglio non hanno capito una cosa: non è il Pdl a fare campagna acquisti e non è chi oggi lascia il Pd per delusione a tradire il popolo di sinistra. Piuttosto è il popolo di sinistra che si sente tradito da chi dopo avere promesso rivoluzioni gentili e riscatto dei deboli oggi governa in maniera autoreferenziale”.
“Consiglierei al capogruppo Pdl che già prefigura vittorie a gogò – è la replica di Antonio Maniglio, capogruppo regionale Pd - di non esaltarsi troppo. Ho ancora negli occhi i brindisi di gioia di Fitto&company quando Vendola vinse le primarie del centrosinistra. Sappiamo come andò a finire. Gli ultimi fatti hanno cementato il centrosinistra. Saremo in campo con determinazione, presenteremo i rendiconti e soprattutto guarderemo al futuro”.
Ria si dimette dal PD, iniziano gli attacchi feroci...
sabato 4 aprile 2009
Lecce (Salento)- L'onorevole D'Alema, a Lecce per la campagna elettorale della candidata alla presidenza della Provincia, Loredana Capone, non risparmia battute sulla possibile candidatura di Lorenzo Ria nel PdL.
Massimo D’Alema arriva a Lecce e Campi Salentina per sostenere la campagna elettorale di Loredana Capone.
Proprio a Campi si è svolto questo pomeriggio, l’incontro con l’onorevole, la vice presidente della Provincia, il candidato del Pd Roberto Schiavone e con il candidato sindaco di Campi per la lista “Campinsieme”, Roberto Palasciano.
“Veniamo da tre anni di grandi trasformazioni politiche – comincia Schiavone – adesso è arrivato il momento per il nostro partito di affrontare le elezioni comunali e provinciali, oltre alle europee. Noi della provincia di Lecce siamo reduci da un’esperienza governativa straordinaria” sottolineando il duro lavoro che il presidente Pellegrino e la sua Giunta hanno svolto per affrontare al meglio le crisi che hanno colpito il Salento, come l’emergenza rifiuti. “Con Loredana – prosegue Schiavone – puntiamo ad avere la conferma e la continuazione del nostro impegno. Il 6 e 7 giugno con i voti dei cittadini potremo dare a tutti loro le risposte che ci si aspetta da un partito solido come il nostro”.
E su queste risposte concrete e necessarie ruota il discorso del candidato sindaco del Comune di Campi Roberto Palasciano il cui obiettivo primario è quello di strappare l’Amministrazione alla destra che, secondo lo stesso Palasciano, ha prosciugato le casse comunali, sobbarcato i cittadini del paese di ingenti debiti per opere pubbliche di discutibile utilità “vorrei che la nostra città – spiega – ritornasse agli splendori dell’Amministrazione di Zacheo, che tanto onore ha portato”. Lo stesso prof. Egidio Zacheo era presente in sala, insieme con i consiglieri regionali Antonio Maniglio e Giuseppe Taurino, la parlamentare Teresa Bellanova, il vice presidente della Regione Puglia Sandro Frisullo.
La cospicua partecipazione all’incontro di questo pomeriggio ha entusiasmato Loredana Capone che al pubblico ha detto “è una gioia vedervi numerosi: ci da ancora più forza per credere nei nostri obiettivi. D’Alema sostiene le nostre battaglie come fosse proprio uno di noi, un cittadino come tanti qui in sala.
Abbiamo un progetto di provincia capace di affrontare e superare la crisi grazie alle energie di tutti perché la nostra è un’azione di squadra”.
Si parla anche della tanto vociferata candidatura a presidente della Provincia per il PdL di Lorenzo Ria e al riguardo la Capone invoca il buonsenso e la speranza “che tutta questa confusione possa presto svanire”.
Più esplicito (anche se nessuno ha pronunciato a chiare lettere il nome di Ria) è stato l’onorevole Massimo D’Alema che riguardo a come saranno dislocate le candidature si augura “che il PdL punti a qualcuno dei tanti bravi ragazzi che ha al suo interno, senza infilare le mani negli altri partiti”. D’Alema mette poi da parte le polemiche e si concentra sulla Capone “una scelta importante in quanto è una donna, è giovane, è coraggiosa e intraprendente. E soprattutto ha già un’ottima esperienza come vice di Giovanni Pellegrino”.
L’onorevole ha quindi deciso di supportare queste campagne elettorali salentine nonostante non ne sia politicamente impegnato, ma il suo timore risiede nelle europee alle quali il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è candidato come deputato “puntando ad imporre il suo dominio nel Paese e nelle periferie, con l’obiettivo di aumentare i suoi poteri in barba alla nostra Costituzione”.
"Con la crisi che il nostro Paese sta attraversando insieme al resto del mondo - conclude D’Alema - e nella quale Berlusconi dovrebbe essere impegnato giorno e notte, dove troverà il tempo per occuparsi anche di questa campagna elettorale europea?"
Sono giorni di passione quelli vissuti dalla politica salentina e non di certo per l’imminenza della settimana santa e dei riti pasquali: colpa dei continui capovolgimenti di fronte e delle scosse di perenne assestamento degli schieramenti, che percuotono il Salento come un bongo.
Mauro Bortone
venerdì 3 aprile 2009
giovedì 2 aprile 2009
Ria - Congedo : cose fatte ?
mercoledì 1 aprile 2009
aggiornamenti...
Loredana Capone e la testardaggine dei poteri forti del PD si candidano dunque ad essere i meno votati in questa tornata elettorale.
Dura lezione che i radicati organigrammi del PD salentino si accingono a subire.
Stamane i giornali riportavano questa affermazione di La Russa : “Stavolta l’importante è vincere… non partecipare!” …dogma al quale spessissimo i politici si allineano senza chiedersi se il “materiale umano” schierato per vincere sarà poi all’altezza di amministrare veramente bene.
In ogni caso non mi sento di “aggredire” un Ria che certamente sta compiendo un atto che io non mi sentirei mai di fare…
ma che almeno ROMPE gli schemi rifiutandosi (FINALMENTE !!!) di fare quanto gli viene ordinato dal chiuso di una camera con tutti i “generali”.
Non conosco affondo le motivazioni di Lorenzo Ria,
ma la “base” è STUFA di accettare ordini giunti immotivatamente dall’alto…
è stufa di non contare nulla … sia prima che dopo le elezioni.
Abbiamo nausea di politici che una volta eletti fanno quanto gli aggrada senza tener conto alcuno delle volontà della gente che li ha eletti.
Incredibile il fatto che attualmente i candidati papabili sono :
Loredana Capone (PD), Dario Stefàno (sempre del PD ma per la lista della Poli Bortone !) e Lorenzo Ria (sempre del PD ma per la lista del centrodestra !)... se non è situazione paradossale questa.... !!!!
Nel sondaggio affianco vedo giornalmente crescere la quota dei soggetti che sono di sinistra e che non andranno a votare.......
io, al posto dei responsabili del PD, inizierei a chiedermi se non sia il caso di cambiare approccio alla politica.
Ulteriore precisazione: I Sindaci di Taviano e di Veglie, pur affermando che appoggeranno Lorenzo Ria se si candiderà con l'appoggio del centrodestra, chiariscono che intendono restare nel PD. Precisazione che io riterrei quasi inutile... perchè altrimenti metterebbero in chiaro rischio le amministrazioni. Il punto cruciale, a mio avviso, è un altro: il PD accetterà di averli nelle proprie fila se apertamente faranno campagna elettorale CONTRO il candidato ufficiale del loro partito ?!!!