lunedì 6 aprile 2009

Ria: Lascio il PD perchè il partito è cambiato



da Lecce Prima.it
Ria: «Lascio il Pd perché il partito è cambiato»
ROMA - Lorenzo Ria che oggi (secondo quanto annunciato in una nota della Camera) ha lasciato il Partito Democratico e ha aderito al gruppo Misto spiega: «Lascio un Partito geneticamente modificato rispetto a quello che abbiamo fondato», afferma in una nota di congedo il deputato che ha riferito di aver comunicato il suo addio al Segretario del Pd Dario Franceschini. «Nonostante la tua buona volontà – ha scritto oggi Ria in una lettera al segretario del Pd Dario Franceschini – e le tue migliori intenzioni, avverto che il partito democratico, al quale ho contribuito a dar vita e a cui ho aderito con profonda convinzione, si è rivelato, nella sua pur brevissima esistenza, un organismo geneticamente modificato rispetto alle ragioni ideali ed agli obiettivi per cui è nato».
Secondo Ria, quello che è stato consegnato a Franceschini «non è il partito dei cittadini e dei programmi, del cambiamento senza avventure, delle riforme istituzionali tese a ridurre il peso della politica e delle burocrazie, delle scelte economiche e sociali tese all’ampliamento del proprio vecchio insediamento sociale senza far venir meno l’attenzione ai poco garantiti».
Il partito nato , aggiunge l’ex deputato Pd,“per unificare le più significative esperienze politiche italiane del ventesimo secolo si è portato dietro gli irrisolti e sordi rancori dei partiti d’origine. Ancora una volta il partito morto afferra il nuovo e vivo, impedendogli di esprimere le sue potenzialità».
Pur dimettendosi dal gruppo e dalle commissioni parlamentari, Ria rivendicà «con forza il pieno dovere e diritto di proseguire, in Parlamento, gli impegni che ho assunto in campagna elettorale con migliaia di salentini, che hanno condiviso e condividono le ragioni della mia scelta».


Scritto da Antonio Romano Martedì 07 Aprile 2009 07:13
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Ria aderisce al Misto mentre il Pd si spacca sulle responsabilità (da Il Paese Nuovo)
Lecce (salento) - Dopo l’annuncio dell’addio al partito. In una lettera il deputato salentino comunica al segretario nazionale del partito la decisione di lasciare il gruppo e iscriversi al Misto della Camera. Il capogruppo regionale del Pdl: Il trasformismo non è di chi lascia ma di chi resta e tradisce le promesse.
“Caro segretario, nonostante la tua buona volontà e le tue migliori intenzioni avverto che il Pd al quale ho contribuito a dar vita e a cui ho aderito con profonda convinzione si è rivelato nella sua breve esistenza un organismo geneticamente modificato”.
Così l’on. Lorenzo Ria ha comunicato al segretario, Dario Franceschini il passaggio al gruppo Misto alla Camera dopo avere manifestato l’idea di lasciare il partito. Intanto è duello tra chi gli chiede di dimettersi da deputato e chi accusa gli errori del gruppo dirigente salentino.
“Nonostante la tua buona volontà e le tue migliori intenzioni, avverto che il Pd, al quale ho contribuito a dar vita e a cui ho aderito con profonda convinzione, si e' rivelato, nella sua pur brevissima esistenza, un organismo geneticamente modificato rispetto alle ragioni ideali ed agli obiettivi per cui e' nato. Quello che ti è stato consegnato – prosegue - non è il partito dei cittadini e dei programmi, del cambiamento senza avventure, delle riforme istituzionali tese a ridurre il peso della politica e delle burocrazie, delle scelte economiche e sociali tese all'ampliamento del proprio vecchio insediamento sociale senza far venir meno l'attenzione ai poco garantiti. Il partito nato per unificare le più significative esperienze politiche italiane del ventesimo secolo si è portato dietro gli irrisolti e sordi rancori dei partiti d'origine. Ancora una volta il partito morto afferra il nuovo e vivo, impedendogli di esprimere le sue potenzialità.
Per queste ragioni – argomenta - mi dimetto dal gruppo della Camera e da commissioni ed organismi parlamentari cui dal Pd sono stato designato. Rivendico con forza - continua - il mio pieno dovere e diritto di proseguire, in Parlamento, gli impegni che ho assunto in campagna elettorale con migliaia di salentini, che hanno condiviso e condividono le ragioni della mia scelta. La soppressione del voto di preferenza, le liste bloccate, la composizione delle liste per il Parlamento senza il passaggio delle primarie rappresentano, queste sì, forme moderne di simonia e illiberalità. Restituire il mandato al partito significherebbe amplificare questa pratica. Sarebbe utile chiarire chi e come ha introdotto, nel nostro ordinamento democratico, una malattia tanto devastante, consentendo ad altri di svilupparne il virus. Come vede, e' profondo lo sgomento, la delusione e la mia solitudine. Auguro a te – conclude Ria - che hai raccolto un'eredità onerosissima, ed ai cattolici democratici che ancora credono nel Pd, ogni successo per il bene del paese e degli italiani".
E continua il duello sul trasformismo dell’on. Ria tra Pdl e Pd. Rocco Palese, capogruppo regionale del Popolo della Libertà, accusa: “Il trasformismo non è quello di chi lascia ma di chi resta in una sinistra che ha tradito aspettative e promesse”. E ancora: “Non è nostro costume giudicare quel che avviene dall’altra parte ma D’Alema, Frisullo e Maniglio non hanno capito una cosa: non è il Pdl a fare campagna acquisti e non è chi oggi lascia il Pd per delusione a tradire il popolo di sinistra. Piuttosto è il popolo di sinistra che si sente tradito da chi dopo avere promesso rivoluzioni gentili e riscatto dei deboli oggi governa in maniera autoreferenziale”.
“Consiglierei al capogruppo Pdl che già prefigura vittorie a gogò – è la replica di Antonio Maniglio, capogruppo regionale Pd - di non esaltarsi troppo. Ho ancora negli occhi i brindisi di gioia di Fitto&company quando Vendola vinse le primarie del centrosinistra. Sappiamo come andò a finire. Gli ultimi fatti hanno cementato il centrosinistra. Saremo in campo con determinazione, presenteremo i rendiconti e soprattutto guarderemo al futuro”.

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