Il capitolo Ria non trova ancora il suo epilogo, a metà tra una telenovela senza fine e i rumors da calciomercato.
Alta tensione, che tarda a scendere, come preludio di un futuro tempestoso di risse e di scontri verbali, all’ultimo colpo. Doveva essere il giorno della verità per l’ex deputato del Pd, in procinto di un accordo col Pdl, in vista delle provinciali, ma con ogni probabilità tutto sarà ulteriormente rinviato a domani: sulla scelta di posticipare l’ufficializzazione pesa anche l’evoluzione drammatica del terremoto abruzzese, che avrebbe suggerito ai vertici locali l’inopportunità di chiudere i giochi, in queste ore, dove il sentire comune è proteso a seguire altre vicende.
E poi, ormai ogni giorno sembra quello dell’ufficialità, salvo poi non farsene nulla.
Domani, però, si dà per certa la svolta. Di certo, non sembrano più esserci dubbi su chi sia il nome del centrodestra da presentare, per espugnare Palazzo dei Celestini: al di là delle parole ufficiali, che smentiscono ogni trattativa, la fase interlocutoria è già a buon punto e lo stesso Ria avrebbe avuto importanti garanzie, circa la composizione delle liste. E sono proprio le liste il tema, che terrà certamente banco nelle prossime settimane, con una possibile proliferazione delle stesse, in base al principio che l’importante è recuperare anche il piccolo voto. Perché, se a livello nazionale, possono essere determinanti anche solo poche schede, figurarsi cosa possa succedere in una competizione provinciale. È caduto nel vuoto, dunque, l’appello della senatrice, Adriana Poli Bortone, affinché il Pdl convergesse unito intorno alla sua candidatura: dal centrodestra hanno recapito un semplice “no, grazie: troppo tardi”. Ed è un segnale piuttosto eloquente di quella che sarà la campagna elettorale che aspetta i salentini: riottosa e rancorosa come non mai, costruita su uno schema poco politico e tutto personale, con Ria e il Pd a darsi addosso per giustificare chi tra i due sia il più deluso dall’altro, con il Pdl e la Poli a rinfacciarsi un passato condiviso, a colpi di veleni ed affermazioni al vetriolo. Insomma, uno show tossico, a base di contrapposizioni personali, dove rischiano di uscire sconfitti soprattutto i programmi, per riformare il Salento.Una calda anteprima del clima è arrivata ieri, con i commenti risentiti dei vertici regionali e locali del Pd, riservati al “traditore” Ria. Che, dal canto suo, risponde che è stato il Pd a tradire se stesso, assumendo l’aspetto di un “partito Ogm”, e come sia stata la “saccenza” di D’Alema a convincerlo a spostarsi nel gruppo misto. E, sebbene venga difficile credere che un saccente si scopri tale solo dopo un quindicennio di frequentazioni, quel che appare chiaro a tutti, in piena settimana santa, è che nessuno sembra voler interpretare il ruolo scomodo di Giuda. È un problema vecchio, datato oltre duemila anni. E così ci si può divertire o sconfortare dinanzi alle capriole letterarie di chi, ora a colpi di metafora, ora citando proverbi o grandi romanzieri, prova a spiegare ai salentini le evoluzioni di queste ore.In questo marasma generale, chi sembra contare poco è la gente comune, costretta a sorbirsi passivamente questo teatrino, senza speranze in uno scenario futuro, che già si annuncia ricco di contraddizioni. Basti pensare che per anni ha denigrato un amministratore come “scandaloso” ed in cerca di “una credibilità perduta”, dovrà andare nelle piazze a sostenerlo, argomentando di essersi sbagliato, o magari solo di aver scherzato; dall’altra parte, invece, ci sarà chi, per anni, ha indicato il “traditore” come un “modello”, che dovrà spiegare perché chi, in teoria, ben amministra, non dovrebbe essere rieletto presidente; senza contare poi cosa si potrà dire sulla scelta dell’eurolady Poli Bortone, che, al primo turno potrebbe risultare, sia a destra che a manca, “personalista”, salvo poi tornare utile in un eventuale ballottaggio, come “rispettabile” e “condivisibile”.In fondo, qualcosa già s’intravede, se, dopo le prime perplessità dei giorni scorsi, ha già preso il via il corso delle demonizzazioni e delle sanatorie nei confronti degli attori in campo, a seconda dei punti di osservazione; dopo tutto, le evoluzioni di oggi, non sono dissimili da quelle di ieri, tanto che, dopo un po’, passa tutto: basterebbe rileggersi i titoli dei giornali di qualche anno fa, per scoprire retroscena divertenti, che, forse, col tempo, si sono rimossi, ma che appaino perfettamente attuali, con accuse ai “traditori” di turno o a semplici “franco tiratori”, pronti a sostenere l’avversario politico, con bagarre sui nomi da candidare; e persino con qualche querelle istituzionale tra l’allora presidente della provincia ed un attuale ministro, all’epoca presidente della Regione, che oggi si riscoprono accomunati da una questione di “feeling”. Recuperare la rassegna stampa del passato può essere un antidoto al malumore dei più in questi giorni di passione: non farebbe certamente riacquisire fiducia nella politica, ma di certo, renderebbe un gioco da ragazzi fare satira.
Mauro Bortone
Nessun commento:
Posta un commento