sabato 4 aprile 2009


da Lecce Prima.it
Sono giorni di passione quelli vissuti dalla politica salentina e non di certo per l’imminenza della settimana santa e dei riti pasquali: colpa dei continui capovolgimenti di fronte e delle scosse di perenne assestamento degli schieramenti, che percuotono il Salento come un bongo.
Adriana Poli Bortone scende in campo, dimostrando con una mossa persino ovvia, a lungo preannunciata e prevista, tutta la sua forza: un consiglio comunale sospeso in maniera straordinaria, quasi a sancire, per chi facesse fatica a comprenderlo, che, in fondo, comanda sempre l’eurolady, che detta i tempi a tutti e sbaraglia chiunque con sorprendente facilità.
I vertici del Pdl hanno incassato il colpo, masticando amaro sulla svolta che nessuno avrebbe voluto: lo scenario politico cambia e lo fa in un modo totale, che potrebbe persino presagire l’ultimo dei ribaltoni, ancora in canna ai fuochi d’artificio delle ultime settimane. Anche un romanziere esplosivo come Irvine Welsh faticherebbe a mettere in piedi una sceneggiatura degna della realtà politica salentina. Si, perché, al di là delle secche smentite e dei commenti duri e piccati, che provengono dai big del Pdl alla discesa in campo della senatrice, la Poli ha offerto a tutti una via d’uscita, da non sottovalutare ed accantonare su due piedi.
Il Pdl salentino, in procinto di annunciare il ribaltone dell’anno, ufficializzando la candidatura dell’ex presidente della provincia, Lorenzo Ria, infatti, deve fare i conti con molti mal di pancia latenti nel proprio elettorato ed ancora non emersi in tutta la loro forza.
I più avversi alla designazione del deputato Pd quale nome per Palazzo dei Celestini appaiono gli uomini, provenienti dalla vecchia An, che faticano ad accettare un moderato proveniente dal centrosinistra come leader.
Ma non fanno salti di gioia neanche molti sindaci ed amministratori del centrodestra, che si percepiscono ridimensionati nella propria funzione, davanti ad una scelta che davvero pare incomprensibile: del resto, se i big del Pdl non vogliono essere della partita, per Palazzo dei Celestini, si potrebbe pescare un nome buono tra le “truppe”, da far crescere nell’occasione, dando spazio ad una nuova classe dirigente del centrodestra, senza doversi in qualche modo rivolgere ed adeguare ad un candidato non rappresentativo della coalizione.
Del resto, sarebbe difficile comprendere come esponenti di primo piano come Baldassarre, Palese ed altri insieme a loro, che, nelle scorse competizioni elettorali hanno avversato il “modello Ria”, oggi possano salire sui palchi a spiegare ai propri elettori che forse quel modello non era tanto sbagliato, anzi persino giusto.
Ma fonti vicine al ministro Fitto danno ormai per certa l’intesa con Ria, tanto da far intendere che la consacrazione del candidato presidente sia già programmata per domani. Altre fonti contraddittorie, invece, continuano a creare incertezza, sostenendo che, alla fine, Ria non “tradirà”, seppur amareggiato, il Pd.
La Poli ha offerto una chance più logica a tutti, con il centrodestra che, mettendo da parte le questioni personali, potrebbe ritrovarsi in casa un candidato forte di un consenso mai sopito, in grado di recuperare l’elettorato di destra senza cedere al centro, confortato anche dall’alleanza con l’Udc, di nuovo nel Pdl salentino e con una tregua utile anche a Palazzo Carafa dopo mesi di frizioni.
Le prossime ore scioglieranno gli ultimi dubbi, ma paradossalmente la scelta della Poli potrebbe persino essere gradita al centrosinistra, che, nel caso il Pdl dovesse fare marcia indietro e convergere sulla candidata di “Io Sud”, potrebbe togliersi un po’ di peso dallo stomaco, rispetto ad una campagna elettorale contro un “proprio” uomo chiamato Ria.
Certo, anche il Pd ha le sue colpe nelle evoluzioni tragicomiche di queste ore (e la dimostrazione più eclatante è l’ennesimo autogol a Casarano sul caso primarie e, spostandosi nel Grande Salento, quello che sta accadendo a Brindisi intorno alla candidatura di Massimo Ferrarese): stasera D’Alema, a Lecce, avrà il duro compito di ricomporre i cocci e di rincuorare la base.
Quel che, invece, appare certo è che la cultura del ribaltone di democristiana memoria inizia a stancare i cittadini salentini, desiderosi di certezze e non di numeri da circo, sempre più diffusi nella politica ed incomprensibili: un po’ di rispetto in più nei loro confronti non guasterebbe.
Ne trarrebbero vantaggio gli stessi politici, che, forse, rischiano di lasciare sempre meno spazio alla credibilità, dote sempre più rara in tempi di antipolitica e di sfiducia nelle istituzioni.
Mauro Bortone

Nessun commento: