La battaglia elettorale per la conquista di Palazzo dei Celestini è entrata nel vivo e i tre competitori in campo non se le mandano più a dire. Messo da parte il fair play, insomma, è tempo di tirar fuori le unghie, per ottenere l’obiettivo che tutti vogliono e sentono di poter raggiungere: vincere. Ed è questo il momento dei veleni incrociati, dopo la presa d’atto del mescolio delle carte sul tavolo, che ha portato a diversi cambi di casacca negli schieramenti, con frotte di transfughi, pronti a “passare il Rubicone”, per accasarsi in più comode dimore. E così, con mosse degne di un calciomercato estivo, la politica salentina si rimpasta, rendendo più caotico e complesso lo scenario in vista del voto: il caso eclatante è lo svuotamento dell’Udc locale, a beneficio soprattutto della lista “La Puglia prima di tutto” di fittiana creazione. Nei sondaggi pugliesi, si parla sempre dello scudo crociato come una forza sul territorio salentino, quotata intorno all’8%: ma se chi porta i voti, di fatto esce dalle fila, per spostarsi altrove, i numeri restano davvero quelli lì? È indubbio che le perdite ci siano state e che siano di quelle che, almeno sulla carta, contano. E la stessa Adriana Poli Bortone, che contava su un grosso appoggio elettorale dell’Udc, rischia di trovarsi ora in casa un partito impoverito e senza il peso sperato. Non è un caso che la stessa senatrice sia voluta intervenire sulle notizie di alcuni passaggi dall’Udc al Pdl, definendoli “inquietanti” perché “indubbiamente si inquadrano in un discorso più ampio che andrebbe approfondito e verificato”. La Poli sottolinea come “le voci che giungono di eventuali forme di sollecitazioni fatte ad amministratori o a candidati di altre liste, delle quali ci riferiscono i mezzi di informazione, andrebbero verificate sull’intero territorio. Può darsi che siano soltanto voci ma quando le voci diventano tante la situazione va chiarita”. La senatrice di “Io Sud” ha poi risposto alle accuse di non credibilità pervenute a suo indirizzo da Cosimo Gallo, consigliando al coordinatore provinciale del Pdl di guardare e pensare “a tutta quanta la credibilità delle cose fatte da lui e dagli altri fino a questo momento. Non gradisco più fare polemica, ma desidererei parlare di contenuti. Se qualcuno ne ha”. E sull’argomento “transumanze facili”, interviene anche il consigliere regionale e vice coordinatore provinciale Pdl, Saverio Congedo, che afferma: “Stiamo assistendo in questi giorni ad una vera e propria campagna scandalistica contro l’esodo di massa che sta svuotando il Centro e la Sinistra a favore del Pdl e della sua coalizione, proprio ad opera di autorevoli esponenti degli stessi partiti che hanno sempre spalancato ponti d’oro ai trasformisti fino addirittura a realizzare Governi nazionali grazie a ribaltoni in totale antitesi con la volontà popolare quale quello memorabile di D’Alema del 1998 sostenuto dai voti degli uomini dell’Udeur e del Cdu eletti con il centrodestra. A costoro evidentemente sembra impossibile che il buongoverno del PdL da un lato ed il malgoverno dimostrato dal centrosinistra in questi anni ai livelli nazionali, regionali, provinciali e locali dall’altro, possano determinare massicci spostamenti dei rapporti di forza politico-elettorali anche a causa di evidenti fenomeni di pesante disagio nei confronti delle logiche dominanti tra i nostri avversari. Riteniamo che la straordinaria novità politica costituita dal Pdl, sempre più Partito degli Italiani possa essere fortemente attrattiva ed accogliente per diverse provenienze politiche, come del pari saprà dimostrare profonda gratitudine a chi nel progetto politico PdL ha sempre creduto, non risparmiando impegno e sacrifici anche a costo di pesanti prezzi personali in tempi molto meno favorevoli”.Polemica aperta, dunque, tra gli ex alleati, con la sensazione che il Pdl veda lo scontro con la Poli necessario, per cercare di non disperdere i voti di qualche ex An, che, secondo gli umori, potrebbe boicottare il Pdl, qualora non sentisse davvero tutelata la destra nelle liste di Gabellone. Non sono risultate, insomma, ancora del tutto convincenti le dichiarazioni del candidato presidente del Pdl sull’effettiva rappresentanza della destra nel suo schieramento. Di certo, al di là delle motivazioni che si danno alle transumanze, i cittadini non sembrano gradire i recenti spostamenti: e se è vero che i voti servono a tutti, ci sarebbe da aspettare che, ogni tanto, qualcuno dimostrasse un atteggiamento diverso nei confronti dei cambi di casacca repentini. Quanto all’Udc, i dati delle urne potrebbero riservare sorprese, che esulano da analisi sommarie, ma oggi come oggi un problema “scudo crociato” Udc esiste ed è inutile negarlo ed è sintomatico di una crisi, maturata nel momento più forte del partito, se solo si pensa che sei mesi fa era corteggiato da destra a manca per un patto elettorale e con la possibilità paventata di avere un proprio esponente candidato a Palazzo Celestini: il primo dei candidati proposti, Luigi Pepe, è finito una settimana fa tra le braccia di Fitto e de La Puglia prima di tutto; Dario Stefàno, l’ex Pd candidato alla provincia e poi rimosso, non presenterà neanche una propria lista in appoggio al Terzo Polo, ma solo qualche nome che a lui fa riferimento.
Nel centrosinistra, dopo il commiato di Giovanni Pellegrino, nell’ultimo consiglio provinciale del 21 aprile scorso, si continua a lavorare alla composizione delle liste: ancora incertezze sul numero complessivo da contrapporre alle undici (presunte o reali) del centrodestra. Ma tiene banco anche il caso Sergio Blasi, l’ex sfidante alle primarie mai svolte di Loredana Capone, che non ha ancora sciolto le riserve sulla sua candidatura nel collegio di Maglie: intorno a lui, c’è la pressione della base, che spinge per una discesa in campo diretta e non dietro le quinte, a sostegno del centrosinistra, visto il complicarsi del quadro politico.
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dal quotidiano di oggi
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