martedì 11 novembre 2008

Gotham City

Taranto è una città che vive grazie alla sua industria siderurgica. All’Ilva lavorano infatti 13mila operai più quelli dell’indotto.
Ma Taranto è una città che vive praticamente dentro l’industria siderurgica . Le colline di carbone e di ferro, materia prima per fare l’acciaio, sono a pochi metri dalle case del quartiere Tamburi . La gente vive immersa nella polvere.
A Taranto oltre alla più grande industria siderugica d'Europa, l'Ilva, c’è anche una raffineria, un cementificio e un inceneritore.
Secondo le stime dell’ARPA Puglia l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, il sistema industriale di Taranto ha scaricato sulla città 170 grammi di diossina in un anno, mentre le emissioni dichiarate dall’Ilva al registro INES nel 2005 si attestano a 93 grammi.
Il totale delle diossine dichiarate al registro INES da tutti gli impianti industriali italiani nel 2005 è stato di 103 grammi, il che significa che 93 grammi su 103 è solo la fetta di inquinamento del siderurgico di Taranto.
Dalle rilevazioni fatte dall’ARPA tra il 2003 e il 2006 a Taranto questi inquinanti sono presenti in livelli elevatissimi rispetto alle altre città d’Italia.
Infine l’allarme diossina, scattato ad aprile scorso dopo che l’associazione Peacelink ha fatto analizzare un formaggio prodotto da un’azienda agricola locale, in cui è stata trovata una concetrazione di diossina superiore a quella tollerata per norma di legge.
Sulla base dei controlli a tappeto effettuati dal Dipartimeto di prevenzione dell’Asl di Taranto , si è quindi deciso di procedere all’abbattimento di 1200 pecore.
Secondo i medici a Taranto i tumori aumentano più che nel resto d’Italia, ma fino ad oggi la paura di perdere i posti di lavoro ha frenato un intervento deciso delle istituzioni. Ci sarebbe un 30% in più di leucemie acute, mielomi e linfomi, ma perché il dato possa essere definito statistico servirebbe un registro tumori.
A Taranto però non c’è un registro tumori.
Il caso Taranto mette in risalto un’altra anomalia italiana. Sulle diossine il nostro legislatore ha indicato come parametro massimo un livello almeno cento volte superiore al consentito in Europa. Solo il Friuli Venezia Giulia si è adeguato ai parametri europei.
Infine ci sono le sentenze della magistratura. Sui parchi minerari, le collinette di polvere di ferro e carbone attaccate alle case, nel 2005 la Cassazione si è espressa confermando la condanna di primo e secondo grado nei confronti dei Riva, proprietari dello stabilimento.
(dal sito di la7_malpelo)







2 commenti:

Unknown ha detto...

Sono di Taranto e mi sento chiamato in causa.
Taranto come Gotham probabilmete aspetta un segno nel cielo che significhi salvezza da ogni male.
Batman non arrivera'.
Sono parte di una citta' che ha issato da tempo bandiera bianca sul ponte del menefreghismo e del disfattismo cronico.
Meritiamo cio' che abbiamo e lo meriteremo finche' continueremo a pensare che basta la casa al mare per non respirare la porcheria che ci porta il vento.
Meritiamo di essere un comune che a quanto ne so ha dichiarato fallimento .

Ho di rado conosciuto gente meno attaccata alla propria terra di noi.
Una citta' che ha eletto Giancarlo Cito sindaco non puo' che guardare a se stessa con la pena che è dovuta ad un mentecatto dalla nascita.

Hawkeye ha detto...

Siamo talmente boicottati culturalmente da non riuscire più ad immaginare altro se non quello che abbiamo.
Ed è questa una grandissima disgrazia...
perchè togliere la fantasia ad un italiano è come evirarlo!
Ci hanno talmente rincoglioniti che riusciamo a pensare che la realtà che viviamo è l'unica possibile!

Ecco perchè le mie speranze sono riposte negli italiani all'estero...
ecco perchè continuiamo a battere la testa contro il muro di gomma della rozzezza mentale dei nostri amministratori.

Taranto era una città bellissima...
che avrebbe potuto tranquillamente vivere di pesca, di agricoltura, di turismo e di artigianato...
invece (per pura speculazione) ci hanno fatto credere che solo l'Ilva potesse salvare i Tarantini...
con l'unico risultato che ORA li condanna a morte.

Loro e tutti noi salentini.

A quando un moto di "resurrezione dei cervelli" ?