martedì 4 novembre 2008

Italia dall’Estero

Cosa ne pensate ?
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L’Italia si distingue nel fare politica per interesse personale
Pubblicato Giovedì 30 Ottobre 2008 in Inghilterra
[Financial Times]
All’Italia rischia di essere assegnato il ruolo del cattivo nel compromettere i progetti portati avanti con coraggio dell’Unione Europea di ridurre le emissioni che causano l’effetto serra. Silvio Berlusconi, il Presidente del Consiglio di centro-destra, è stato accusato di fare politica per interesse personale mentre il pianeta si surriscalda.
Alla metà del 2007, quando i ministri europei hanno svelato i loro ambiziosi obiettivi “20-20-20″, l’Italia era in prima linea nel sostenerli. A quel tempo aveva un governo di centro-sinistra il cui Ministro dell’Ambiente, il Verde Pecoraro Scanio, era forse il politico più odiato fra gli industriali italiani.
Adesso con Stefania Prestigiacomo a dirigere il Ministero dell’Ambiente, l’Italia ha un’industriale come ministro e un governo più in sintonia con i gruppi di pressione degli industriali che con la lotta al cambiamento climatico.
A un vertice di leader europei in ottobre, Berlusconi ha minacciato di mettere il veto sul pacchetto-clima, dicendo che conformarsi costerebbe all’Italia 18 miliardi di euro (23.2 miliardi di dollari) all’anno, una cifra che è stata contestata con veemenza dalla Commissione Europea.
I funzionari di Bruxelles temono che la posizione dell’Italia, fra gli altri, possa fare fallire gli sforzi di concludere un accordo entro dicembre, la scadenza che si è autoimposta l’Unione Europea per adottare il pacchetto. In Europa, la crisi finanziaria e la negativa condizione economica hanno reso le trattative ancora più complesse, visto che i governi hanno distolto l’attenzione dai problemi climatici.
Questa settimana Roma ha reiterato la sua opposizione ai piani dell’UE di tagliare le emissioni di diossido di carbonio del 20% ai livelli del 1990 entro il 2020, affermando che costerebbe alle compagnie italiane il 40% in più. “Ciò sarebbe insostenibile per la nostra produzione, particolarmente alla luce dell’attuale crisi economica globale,” è stato detto.
L’Italia è anche preoccupata degli altri obiettivi europei - di acquisire entro il 2020 … il 20% di energia da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica del 20%, entrambe entro il 2020.
La più recente posizione dell’Italia è di chiedere che ogni accordo europeo sia rivisto all’inizio del 2010 dopo una conferenza internazionale a Copenhagen l’anno prossimo per rinegoziare il trattato sul clima di Kyoto. L’Italia sta anche cercando di ottenere delle concessioni in una in una legge europea separata ma in correlazione che costringerebbe i produttori di automobili a ridurre le emissioni dei veicoli entro il 2012 o il 2015.
I funzionari europei hanno suggerito che ci sono aree dove potrebbero mostrare “flessibilità” senza compromettere i principali obiettivi del progetto. Questo potrebbe dire concedere credito alle compagnie per contribuire a progetti che riducono le emissioni in paesi emergenti, una concessione portata avanti dall’Enel, la principale azienda fornitrice di elettricità italiana.
Il professor Marzio Galeotti dice che il governo italiano ha compreso troppo tardi i suoi impegni, nonostante fosse stato un precedente governo Berlusconi a ratificare il trattato di Kyoto.
“C’è troppa tendenza a concentrare i costi e a sottovalutare i potenziali benefici che sono più difficili da misurare,” ha detto. Crede che l’Italia alla fine si assesterà su modifiche e concessioni al pacchetto, forse includendo la rimozione di obiettivi obbligatori intermedi piuttosto che di obiettivi finali.
[Articolo originale di Joshua Chaffin e Guy Dinmore]

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